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LENI RIEFENSTAHL, ANGELO O PROSTITUTA? PARLA LILIAN AUZAS , AUTORE DI "RIEFENSTAHL" (ELLIOT)

Post n°6285 pubblicato il 11 Novembre 2013 da romolor
 
Foto di romolor

ESCLUSIVO-INTERVISTA CON L'AUTORE DEL ROMANZO " RIEFENSTAHL" : LILIAN AUZAS
di ROMOLO RICAPITO

E' stato da poco pubblicato in Italia il volume "RIEFENSTAHL", edito
da ELLIOT (18 euro e 50) e scritto da LILIAN AUZAS.

Il libro,che è stato definito un romanzo -anche se sembra una
biografia- , lega il giovane autore
(Lione, 1982) alla leggendaria regista tedesca Leni Riefenstahl
(1902-2003) autrice di film-documentario finalizzati all'esaltazione
dell'ideologia nazista attraverso una forma estetica curatissima e
avveniristica.
Parliamo di IL TRIONFO DELLA VOLONTA' e OLYMPIA, ma la cineasta aveva
diretto precedentemente (oltre che interpretato) LA BELLA MALEDETTA.
All'autore abbiamo voluto rivolgere una serie di domande, per cercare
di fare luce su un personaggio controverso , odiato ma nello stesso
tempo molto amato dai cinefili e oggetto di un vero e proprio
rinnovato interesse, che sfocia nel culto.

1) LILIAN, tu descrivi la BERLINO della giovinezza di Leni Riefenstahl
come una città favolosa e magica, più bella addirittura di PARIGI.
Spiegaci il perché.

Lilian Auzas: Berlino era una città effervescente. Da un punto di
vista culturale sempre in fermento. La società cambiava. L'impero era
in agonia. Era l'epoca dell'espressionismo e l'inizio del cinema. Leni
Riefenstahl era berlinese, quindi parlo di Berlino. Anche Parigi era
ovviamente una città molto ricca dal punto di vista culturale.

2 ) Leni Riefenstahl era iscritta all'Accademia di Berlino, sezione
Disegno, come spieghi nel libro.
Lo studio di pittori come Van Gogh, Cézanne, Klee o Monet come si
ricollega alla sua successiva attività di regista? Ovvero, questi
artisti influenzarono in qualche modo la sua arte?

Lilian Auzas: Sì, certo. l'apprendistato del disegno e le sue amicizie
con giovani pittori berlinesi come Spiro sono importanti . La
Riefenstahl ha fatto molte citazioni di pittori. Per esempio c'è una
foto subacquea di anemoni gialli che ricordano i girasoli di Van Gogh.
Nella BELLA MALEDETTA , varie inquadrature si ispirano a quadri di
Cézanne, e soprattutto di Ferdinand Hodler o Segantini (di cui Fanck e
Riefenstahl erano grandi ammiratori).
Nel TRIONFO DELLA VOLONTA'' , le inquadrature dei riflessi dell'opera
citano gli espressionisti francesi che Riefenstahl amava molto.

3) Leni Riefenstahl attrice : perché non riuscì ad ottenere i
ruoli ai quali aspirava, tipici di grandi dive come GRETA GARBO o
ASTA NIELSEN?
E' vero che tentò di "rubare" il ruolo di Lola Lola nell'Angelo
Azzurro a MARLENE DIETRICH?

Lilian Auzas: Riefenstahl non ha avuto grandi ruoli nel cinema perché
non era una grande attrice.
Incarnava una specie di "Wonder Woman" coraggiosa e sportiva, ma il
suo gioco era troppo rozzo. Basta solo vederla nel GRANDE SALTO,
S.O.S. ICEBERG o L' EBBREZZA BIANCA .E' davvero pessima. Fanck, suo
mentore, con il quale ha girato i suoi primi film come attrice, non si
occupava del gioco degli attori. Gli interessava solo l'immagine. Per
lui, agli attori bastava solo il copione. Quando Pabst realizzò con
lui nel 1929 LA TRAGEDIA DI PIZZO PALU', Leni mostra vere capacità di
attrice, che ritroveremo credo in STURM UBER DEL MONTBLANC, 1930),
perché Pabst era un vero regista e dirigeva davvero i suoi attori.
Leni elemosinava ruoli ovunque,ma si era rinchiusa nei "Bergfilm"
(film di montagna), ne era diventata l'ispiratrice. Ma Sternberg era
soggiogato dal carisma della Dietrich. Riefenstahl non reggeva il
confronto, questo sì.

4) Mentre era impegnata con il cinema, Leni lesse il MEIN KAMPF di Hitler
per la prima volta e disse del dittatore: "ecco una persona che
capisce il dolore del popolo tedesco e ha grandi progetti".
Come mai prese un tale abbaglio?

Lilian Auzas: E' una domanda difficile quella di cercare il come e il
perché del coinvolgimento della Riefenstahl col razzismo. Mein Kampf è
scritto in base a due tematiche,
A) un programma politico e sociale.
B)Il percorso personale di un uomo di fronte alla vita.

E credo che
sia questo secondo punto ad avere impressionato la Riefenstahl, l'uomo
più che il politico.
Secondo me, lei si è trovata molti punti in comune con lui. La lotta
contro il padre severo che non vuole vedere il proprio figlio
impegnarsi nell'arte, serbare un ideale intatto a tutti i costi.
Politicamente , avrà apprezzato certi aspetti del programma edito in
Mein Kampf: lotta contro la disoccupazione e rimettere quindi in sesto
l'economia. Non dimentichiamo la situazione della Germania alla fine
degli anni 20.
Se Leni Riefenstahl era privilegiata per via del suo status, non era
comunque estranea alla miseria: suo padre, proprietario di una ditta
di riscaldamento, dovette licenziare buona parte dei suoi impiegati e
abbandonare una parte del patrimonio per sbarcare il lunario. E poi c'è
la constatazione incresciosa dello scacco della Repubblica di Weimar.
Infine, c'è la paura del comunismo. Hitler diceva di voler sradicare
tutto ciò. Per quello  che riguarda l'antisemitismo, penso che lei non se
ne curava. Era solo un argomento in più. L'antisemitismo non era
riservato ai soli nazisti prima del 1933. E non solo in Germania, ma
anche in Francia e in Inghilterra.

5) Per "La Bella Maledetta" del 1932 Leni Riefenstahl ebbe perfino
i complimenti di Pio XI, Charlie Chaplin , Douglas Fairbanks e
soprattutto del regista francese Abel Gance , personaggi non legati
all'ideologia nazista..

Lilian Auzas: Sì, infatti. Leni Riefenstahl era una curiosità. Era una
donna, ispiratrice del Bergfilm, che realizzava un piccolo film a
forma di fiaba. Abel Gance si congratulò con lei: si conoscevano un
po' visto che si erano incrociati a delle feste a Berlino negli anni
'20. Lui diceva che lei aveva il più bel sorriso di Berlino.
La BELLA MALEDETTA era un film edificante perché aveva 15 o 20 anni di
anticipo sul suo tempo. Esteticamente, è uno splendore. Tecnicamente,
è geniale perché lei ha girato tutte le riprese dal vivo e ha
ingaggiato gli abitanti di un paese delle Dolomiti. Ha rispettato le
coordinate spazio-temporali. E quindi si sente parlare tedesco,
italiano, nonchè il ruvido tirolese. I suoi colleghi del cinema e
altri grandi nomi non potevano rimanere che affascinati da questo
film.

6) Hitler convinse la Riefenstahl a dirigere il primo documentario
promettendole una brillante carriera, tu scrivi.
Lei però non aveva niente a che vedere con questo genere di film. Come
superò le sue esitazioni?
Lialian Auzas: Non sapendo cosa filmare durante gli avvenimenti, e
per paura di perdere qualcosa, lei decise di filmare tutto. E siccome
aveva un'idea precisa sulla forma che chiamava "l' architettura di un
film", e l'estetismo, lei firmò tutto sotto queste angolature. Donde
le centinaia di cameramen sotto i suoi ordini.
La cosa più difficile non furono le riprese , ma il montaggio del film.
Bisognava provare, provare e provare ancora fino ad ottenere il
"filmico"(così si esprimeva), vale a dire un ritmo. Lo ha detto lei
stessa: con IL TRIONFO DELLA VOLONTA', ho scoperto le mie capacità di
montaggio.

7) Una prova d'accusa contro il coinvolgimento di Leni Riefenstahl in
azioni abiette fu il documento (ritrovato) che Hitler le fece firmare
contro Béla Balasz , lo sceneggiatore mai pagato di "Bella Maledetta",
riparato all'estero.
In breve cosa successe? Perché Leni si alleò con Hitler contro Balasz,
che era ebreo? Ella dichiarò di non avercela con gli ebrei, tanto da
continuare a farsi curare dal suo medico, appunto anch'egli
ebreo...Spiegaci meglio.

Lilian Auzas: Non credo che Leni Riefenstahl fosse una vera antisemita.
E' stata sicuramente influenzata dalla propaganda, ma il suo
comportamento non lasciava nulla trapelare di violento, tranne quella
lettera contro Bela Balasz.
Egli fu co-sceneggiatore della BELLA MALEDETTA , suo primo film, e
lui reclamava i suoi diritti d'autore.
Ora, lei era incapace di darglieli visto che Harry Sokal, un altro
ebreo,amico e coproduttore del film di Leni Riefenstahl, partì in
esilio con la copia originale del film, senza versare i dividendi alla
regista. Eppure Leni si vantava ovunque del successo del film (anche se
ci rimise del denaro, in realtà). Sentendosi sbeffeggiato, Balasz
minacciò di attaccar lite con lei. Sprovvista e furiosa, Riefenstahl
andò a trovare i suoi nuovi amici, che le consigliarono di lasciar
fare Streicher, il peggior antisemita che ci fosse. La cosa rimase
lì. Non vi fu né processo, né scambio di danaro.

8)Nel tuo libro si ipotizza che Leni Riefenstahl potesse essere ebrea
: la madre Bertha pare lo fosse al 50%.
Spiegaci questa tua affermazione.

Lilian Auzas:Non ne siamo sicuri ma è vero che Riefenstahl ha
falsificato il suo albero genealogico per potere iscriversi alla
Camera del Cinema e esercitare la sua professione di attrice (il
primo anno, nel 1933, non si iscrisse come regista). Sua nonna è
morta quando partorì il diciassettesimo bambino: Bertha, la madre di
Leni
.Suo nonno si risposò con la balia ed ebbe altri figli...Bertha fu
cresciuta da questa seconda sposa che fu la nonna di Leni, anche se
non lo era da un punto di vista biologico. Ora, non c'è alcun
certificato di battesimo della vera nonna...Forse era ebrea, ma è solo
un'ipotesi. Anche perché all'epoca correvano voci al riguardo,
Delle testimonianze di gente vicine alla Riefenstahl lo confessano.

9)La Riefenstahl intervenne presso Goebbels per far lavorare Eduard
Kunnecke, compositore di operette, ebreo .
Da che parte stava allora? Ecco un' altra contraddizione.

Lilian Auzas: il caso Kunnecke mostra soprattutto la complessità del
personaggio di Leni. Lei aiutò Kunnecke perché era sensibile alla sua
vicenda. L'uomo le piaceva, nonchè le sue opere. Ma era anche la prova
che non era cieca e capiva la sorte che toccava agli ebrei.

10) Con IL TRIONFO DELLA VOLONTA' risalente al 1935, Leni divenne
L'ANGELO DEL TERZO REICH.
Quanto influenzò questo documentario l'imporsi dell'ideologia nazista?

Lilian Auzas: TRIONFO DELLA VOLONTA' ebbe un impatto fortissimo perché
questo film si presenta come un film epico. Hitler è il messia,
Hindenburg era morto durante l'estate e Rohm è stato assassinato.
Hitler è solo a governare avendo l'incarico sia di cancelliere che di
presidente.
E' il Fuhrer. TRIONFO DELLA VOLONTA' tende a dimostrarlo.

11 ) OLYMPIA uscì nel 1938, esattamente due anni dopo i Giochi Olimpici
di Berlino. A quel punto, tale documentario non era ormai
anacronistico?
Lilian Auzas: E' un vero problema. Infatti Goebbels voleva che Leni
facesse un film rapidamente. ma lei aveva bisogno di almeno due anni
per selezionare le immagini (400 km di pellicola in tutto) e poi fare
il montaggio. Un lavoro faraonico. OLYMPIA era molto atteso, sia dagli
amanti dello sport , sia dai curiosi che volevano sapere se il film
avrebbe fatto l'elogio del nazismo.

12 )Leni Riefenstahl inserì in Olympia le imprese dell'atleta
statunitense di colore JESSE OWENS (quattro medaglie d'oro) inviso a
HITLER.
Perché lo fece?

Lilian Auzas: Owens realizzò parecchi record del mondo. Riefenstahl
non ebbe alcuna voglia di tagliarlo al montaggio, anche se la cosa era
rischiosa. Aveva talento ed era molto bello. Le immagini in cui egli
sorride sono stupende.

13) LA NOTTE DEI CRISTALLI del 1938: sinagoghe incendiate, negozi
ebraici distrutti, deportazioni e uccisioni. Mentre tali eccidi ebbero
luogo, la Riefenstahl si trovava in viaggio negli Stati Uniti e dunque
disse: "Ma io non ne so nulla!"
Perché non si dissociò da Hitler?

Lilian Auzas: Riefenstahl era sulla nave che la conduceva in America
quando scoppiò
la Notte dei Cristalli in Germania. Fu avvisata che la "Antinazi
League" rischiava di aspettarla a Nuova York e durante l'intera sua
tournée americana. Quando fu avvisata dell'avvenimento, non volle
crederci ("That cannot be true") e vi scorse un'azione dell'Antinazi
League per destabilizzarla. E cioè che numerosi volantini anonimi
circolavano nelle grandi città dove si recava.Volantini in cui veniva
tacciata di essere una puttana nazista. Quando tornò in Germania, fu certo al
corrente della verità, ma lo scempio di quella notte fu pulito. E lei
lo dimenticò subito.

14) TIEFLAND : il film che Leni Riefenstahl iniziò nel 1940 e che
terminò nel '56. Per questa pellicola la regista utilizzò dei piccoli
rom che dopo le riprese furono deportati in un campo di concentramento
e uccisi col gas. Ma lei si giustificò in seguito sostenendo che fosse
ignara del loro destino e di averne incontrato alcuni
successivamente.....

Lilian Auzas:Non so se lo sapeva. La cosa certa è che gli zingari
usati come comparse non erano maltrattati e inoltre i bambini la
chiamavano "zia Leni". Tuttavia, un soldato SS era presente per
sorvegliarli. Riefenstahl li considerava come comparse. Nè più né
meno. Li ha diretti come gli altri attori. Si è servita di loro, poi
sono partiti perché non aveva più bisogno di loro sul set. Dove? Se ne
infischiava.

15) IMPRESSIONI SOTTOMARINE , il docu-film subacqueo uscito nel 2002
quando Leni aveva 100 anni, un record da Guinness dei Primati,
musicato dall'italiano GIORGIO MORODER. Come mai questo recente film
della Riefenstahl non è conosciuto a livello internazionale?
Lilian Auzas: IMPRESSIONI SOTTOMARINE non ha potuto avere successo
per due motivi: 1) è l'opera della regista di Hitler. 2) Per quanto
sia esteticamente perfetto, si tratta di un documentario sul mondo
subacqueo con una successione di inquadrature di pesci e alghe...Le
immagini sono sublimi ma ci si può annoiare presto.

ROMOLO RICAPITO

 

 
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