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TERRORE NEL SALENTO: DUE SORELLE VEGLIANO UN MESE IL PADRE MORTO

Post n°6895 pubblicato il 23 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Le due sorelle, di 50 e 47 anni, che in un piccolo paese del Salento (Novoli) hanno vegliato il padre morto, che "riposava" su una sedia a sdraio.
La notizia è stata paragonata a un film horror da alcuni cronisti che si sono non sbizzarriti nel rimestare nel macabro , ma di certo hanno avuto a che fare forzatamente con agghiaccianti particolari.
C'è chi ha scritto che le due "ragazze", ormai mature, avevano un rapporto troppo esclusivo col genitore, ex commerciante.
Che erano asociali. Dunque, incapaci di reggere a un lutto.
Tra i particolari macabri, ho letto quanto segue. Le fessure della camera da letto "otturate" con panni e altrom affinché vermi e farfalle della decomposizione non penetrassero negli altri ambienti della casa. E ancora: panni stretti sul cadavere per impedire ai liquidi organici di espandersi.
Un parente, giunto in visita nella casa del defunto (credendo di trovarlo vivo) dal tanfo proveniente dall'appartamento ha capito qualcosa: anche perché le ragazze si rifiutavano di aprire la porta. Dunque l'arrivo delle forze dell'ordine, che entrate con la forza, si sono trovate davanti a una scena più raccapricciante di Psycho, di Alfred Hitchcock.
La figlia maggiore è stata ricoverata in trattamento sanitario obbligatorio; la minore in una struttura protetta.
La "soluzione" del caso potrebbe essere un lutto meno recente, ma vicino: un fratello di 41 anni scomparso in mare nel settembre 2014.
Si è parlato di "arresto cardiaco".
E' probabile allora che quelle due povere donne, già rattristate per la morte del loro congiunto, così tragica e precoce, abbiano fatto fronte comune per rifiutare almeno quella dell'anziano padre, fatto che le avrebbe definitivamente "condannate" alla solitudine.
E' possibile anche , però, che la sofferenza delle due sorelle abbia origini anche più lontane.
Dunque il fatto "sconcertante" del cadavere conservato in casa è solo la punta di un iceberg.
E non si tratta di un caso isolato: altri fatti di cronaca di questo genere sono emersi e purtroppo forse emergeranno in futuro .
Si tratta di nuclei familiari autoreferenziali, senza l'aiuto dei servizi sociali e che tentano di rinchiudersi al loro interno, per paura di confrontarsi con gli altri, in una forma di auto-protezione patologica.
ROMOLO RICAPITO

 
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