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I POOH COME DALIDA: "VOGLIAMO MORIRE IN SCENA". PERCHE' DICONO CASTRONERIE?

Post n°2387 pubblicato il 29 Settembre 2009 da romolor
 
Foto di romolor

I Pooh un po' esagerati e anche un po' macabri: "il nostro sogno è schiattare in scena". La frase potrebbe essere una sorta di ribellione alla fuoriuscita di Stefano D'Orazio, stufo della vita perennemente itinerante sotto i riflettori, a discapito di quella privata. Dopo il concerto del 30 settembre a Milano, il futuro del gruppo è quanto mai incerto. Ai Pooh suggerirei di ritirarsi e godersi i soldi sinora accumulati: le vecchie mummie sul palco non piacciono a nessuno. Anche i Beatles si ritirarono in tempo utile ed entrarono nel mito. La sparata macabra dei Pooh "riecheggia" la canzone di Dalida , "Mourir sur scène", nella quale la star italo-francese cantava: "io voglio morire in scena davanti ai proiettori, morire senza la minima pena all'ultimo rendez -vous. Voglio morire in scena cantando sino alla fine; la mia vita è bruciata sotto troppe luci. Non posso andarmene nell'ombra". Peccato che Dalida non morì in scena ma suicida, nella sua camera da letto, il 3 maggio del 1987 a Parigi, all'età di 54 anni. Dunque urge più che mai per il complesso più longevo della musica italiana, dopo lo storico Quartetto Cetra, una decisione. Perchè non dedicarsi alla scrittura di musical, come già in passato ("Pinocchio") o alla scoperta di giovani artisti? Basta egoismi e narcisismi. L'età della ragione è passata da un pezzo. Ora vadano in pensione.
ROMOLO RICAPITO

 
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