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I "rinfreschi" in occasione di manifestazioni pubbliche, o feste private, gioia e dolori della mondanità.
L'ultimo al quale ho partecipato: quello facente seguito a una manifestazione pubblica: un premio giornalistico, tenutosi presso il fastoso Palazzo della Provincia di Bari.
Diciamo che il cosiddetto rinfresco non era stato anticipato e non si era tenuto in occasione della stessa manifestazione, negli anni precedenti.
Sull' enorme tavola imbandita ogni sorta di raffinatezza: panini e tartine dalle eleganti e coreografiche farciture; paste, bon bon e babà la cui freschezza era assicurata da un efficace impianto di aria condizionata.
Il pubblico: borghesia bene, composto principalmente da anziane signore (70 l'età media) ben vestite, ben portate, ben liftate e qualche volta senza lifting.
L'approccio al cibo, alle bevande (spumante o champagne, succhi di frutta dai colori dell'arcobaleno, acqua minerale di marca sconosciuta ma dissetantissima) uguale a quello di mille altri buffet equipollenti, in edizione però aggiornata, sullo stile di un assalto di cavallette. Pareva di assistere a una scena di La mia Africa, di Karen Blixen, allorquando la scrittrice danese descrive l'arrivo in pianura di quei temibili insetti: in un passo del romanzo autobiografico, milioni di cavallette si poggiano su un albero ricco di foglie verdi, che dopo un po' crolla in seguito alla voracità di mascelle instancabili che masticano all'unisono.
Lo stesso a quel buffet. In questi casi, si ha quasi paura a farsi largo, terrorizzati dalle cavallette a due gambe e due braccia prensili, che impediscono l'accesso alla tavola. E' come se chiedendo "permesso" si abbia timore di essere mangiati come quel panino a salmone o quel bel tiramisù che tanto vorremmo assaggiare.
La bocca aperta, dalla lingua piena di crema gialla di una delle signore, assomigliava a quella foto del libro "Cafonal", del simpatico "Dagospia", allorquando la grande Silvana Pampanini mostra , vorace, il contenuto della sua bocca: cibo spappolato, un tempo forse a forma di rigatone.
In tutto questo imbarazzo, una coraggiosa giovane signora, a capo di un'istituzione, si è fatta largo spavalda, sprezzante del pericolo. Con aplomb e insieme decisione, ha detto alla cavalletta di turno e alle sue "colleghe" presidianti l'accesso al tavolo rettangolare questa semplice frase : "Signore, mi facciano prendere almeno una focaccina!"-
Ho ammirato la coraggiosa signora, come avrei fatto con un eroe - soldato che penetra senza timore e con sprezzo del pericolo tra le fila dei nemici, incurante delle bombe a mano disseminate sul terreno o dei mitra spianati, pronti a colpirlo.
ROMOLO RICAPITO
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