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LA POLITICA della pagnotta

Post n°6542 pubblicato il 19 Maggio 2014 da romolor
 

Oggi ho avuto l'idea di distribuire miei volantini elettorali, nel centro città. Ho scoperto che nello stretto quadrilatero murattiano, a ridosso di via Sparano, ma anche e soprattutto nelle vie limitrofe, la maggior parte degli stabili hanno ancora i portieri. Segno che gli abitanti di questi palazzi possono mantenere costi di condominio abbastanza alti.
Seccante però affrontare questi portieri per infilare nelle buche delle lettere i propri santini. Così ho desistito.
In via Sparano, seduti su una panchina vicina a delle palme, una fila di anziani che mi chiamano: desiderano i miei volantini.
Abbastanza contento, li distribuisco. Uno, o più, di quei vecchietti, domandano: "c' è la pagnotta?".
Questa domanda fa riflettere e dice molto di più della lettura di 100 saggi sul potere.
Tali individui sono stati cresciuti con la cultura del clientelismo, che si è propagata fino ai nostri giorni, con i risultati che sono davanti a tutti: sfascio delle istituzioni democratiche .
Il fatto che un semplice candidato al Municipio possa garantire un posto di lavoro a terzi, o la classica "pagnotta", è pura follia.
Soprattutto se lo stesso candidato la pagnotta tenta di guadagnarsela.
E allora riflettiamo attentamente, amici. Occorre stabilire, una volta per tutte, che la politica è di tutti, per tutti, ma che chiunque si candidi, sia esso il municipio, o qualsiasi altra carica rappresentativa ( politica e non) ha il dovere di garantire onestà e una politica che aiuti tutti, o meglio la crescita delle condizioni che possano  condurre allo sviluppo culturale, sociale e conseguentemente anche economico. Credetemi: la pagnotta è buona con il salame, ma se promessa da chicchessia a un singolo ha il sapore dell'acqua e sale.
"Acqua e sale, mi fai bere..." cantava il duo Mina- Celentano.
Forza, non roviniamo la cosa pubblica. Pensiamo a ricostruire e non a distruggere con questa concezione della politica ad personam.
ROMOLO RICAPITO

 
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