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OCULUS: Recensione di ROMOLO RICAPITO

Post n°6743 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da romolor
 

di Romolo Ricapito
BARI 30 GIU. - La stagione estiva sembra quella più adatta alla distribuzione nelle sale di pellicole dell'orrore. Con la programmazione ridotta, si hanno più possibilità di mostrare horror di varia qualità per gli appassionati del genere. Questo OCULUS ne è un esempio: diretto da Mike Flanagan, è tratto dal corto Oculus-The man with the plan, dello stesso regista. Il vero protagonista ( più che gli interpreti in carne d'ossa, che sembrano attori di seconda scelta, reclutati apposta per risparmiare sulle spese di produzione) è uno specchio antico, che fu anche ospitato nel castello della famiglia Reale, a Balmoral. In realtà l'oggetto ha una lunga storia che viene narrata dalla protagonista (Karen Gillan, attrice scozzese di 26 anni ) : fabbricato nel 1754 a Londra e proprietà del conte di Lasser, provocò accadimenti raccapriccianti con il suo influsso "malefico". Venduto a un'asta nel 1858, appartenne poi a un tizio di Atlanta soprannominato La Balena perché dal peso di oltre un quintale e mezzo. Una fotografia antica documenta l'improvviso deperimento dell'uomo , diventato magro come un'acciuga e morto misteriosamente, così come una donna, nuova proprietaria dello specchio e morta a sua volta per disidratazione nella vasca da bagno di casa sempre due secoli fa . Naturalmente le storie di disagio e morti violente si susseguono fino ad oggi. Pare strano come Kylie, una ventitreenne dai capelli rossi, sia così accuratamente documentata su tali disgrazie . La famiglia di costei ha posseduto l'oggetto una quindicina di anni prima: mal gliene incolse. Il fratello della giovane donna , Tim (Brendon Twaites, che vedremo a settembre nell'attesissimo The Giver Il Mondo di Jonas , nel ruolo principale ) è reduce a soli 21 anni da una reclusione lunghissima presso una clinica psichiatrica, incolpato dell'assassinio del padre, a sua volta uxoricida. Ora Kylie ha "resuscitato" lo specchio acquistandolo e poi trafugandolo tramite una casa d'aste per la quale collabora e vuole allora compiere un "rito liberatorio" nella casa che la vide, bambina --assieme col fratello minore - testimone dell'omicidio della madre... Per far questo, usa una tecnologia avanzata (videocamere, computer di nuovissima generazione) per filmare eventuali , nuovi accadimenti "malefici" che l'infernale specchio inevitabilmente causerà, avendo anche preparato una sorta di "decapitazione"dello stesso, tramite una sorta di marchingegno infernale da lei costruito. Tim , il fratello, reduce appunto da anni di sedute psicanalitiche, ha un approccio molto più razionale ai fatti. La sorella ha forse privilegiato gli elementi negativi di alcune storie vecchie, ignorandone interezza e logica, accreditando una sorta di tesi sulla "maledizione" che non avrebbe un opportuno riscontro nei fatti. E' evidente come la storia sia una metafora della lotta tra gli elementi razionali e il paranormale, o l'irrazionale, che sarebbe insito forse soltanto nella mente di chi lo elabora. I capelli di Kylie sono rossi, come quelli della madre, sempre rossa, che impazzì per un tradimento del marito Alan con una donna misteriosa. Cosicché ,sempre la madre, si trasformò in una sorta di pazza, o imitazione di Linda Blair dell'Esorcista. Epperciò il "Rosso Malpelo" della chioma delle protagoniste è indice di instabilità, mentre i capelli scuri degli uomini di famiglia indicano la loro aderenza alla realtà e la conseguente sopportazione delle donne e dei loro isterismi... Il film alterna momenti attuali a flash back che documentano cosa accadde nella casa avita. Lo specchio è già di per sé in letteratura un oggetto magico, come quello di Grimilde, la strega di Biancaneve. Ma è appunto la valenza che gli si dà e non la sua effettiva personalità (inesistente) a costituire una forma di proiezione da parte chi lo possiede. La sceneggiatura dunque diventa una sorta di Processo allo Specchio assurto a essere umano (o disumano). Tale soggetto diremo così, fisicizzato è una metafora della colpevolezza o dell'innocenza di tanti personaggi resi celebri dalla cronaca nera, diventati condannabili per una sorta di indizi sfavorevoli e poi "assolti" per l'inconsistenza degli stessi. Allora è probabile che la sceneggiatura voglia semplicemente documentare con dei simboli una sorta di storia su una semplice, ma purtroppo frequente, follia familiare. La madre pazza, rinchiusa in camera da letto e tenuta alla catena, rimanda a una citazione di Jane Eyre , romanzo vittoriano di Charlotte Bronte. Il marito, Alan, nell'illusione di "curarla", la tiene reclusa , per la vergogna della malattia mentale che potrebbe essere trattata da strutture adeguate. Tale situazione fa emergere "il mostro che è in lui", rendendo i figli purtroppo succubi degli eventi , che avranno conseguenze pesanti sulle loro vite future . Ma chi è davvero malato dei due fratelli: Kylie, che ha delle continue visioni orrorifiche e ammazza il fidanzato, scambiandolo erroneamente per demone prodotto dallo Specchio di Lasser , oppure Tim , che sembra una sorta di succedaneo del dottor Freud? L'horror si apprezza per il suo contenuto "psicanalitico" e "intellettuale" che alla fine salva un canovaccio da condannare per la sua stupidità. Tale rappresentazione "concettuale" di rappresentazioni da incubo, testimonierebbe che la follia subìta si attacca all'individuo, il quale è portato a ripetere, se non opportunamente protetto- anche da un sufficiente supporto medico- le azioni sbagliate dei genitori. La sceneggiatura , elaborata su un soggetto di Mike Flanagan, è complessa, mentre il personaggio di Marie Russell (la madre, interpretata dalla bionda , in origine Katee Sackhoff, resa rossa per esigenze della storia ) è quello che maggiormente influenzerà gli eventi. Le musiche dei Newton Brothers sono remixate da Paul Oakenfoald (dj che ha lavorato con Madonna e Timberlake) nell'Oculus Remix. , brano finale.
Romolo Ricapito

 
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