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L'APEMAIA IL FILM RECENSIONE DI ROMOLO RICAPITO

Post n°6745 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da romolor
 


di Romolo Ricapito
BARI, 24 SETT. - Nelle sale L'Apemaia-Il Film, una sorta di coproduzione tra Australia e Germania, che ripropone il personaggio dell'ape vagabonda del cartone animato trasmesso in Italia nel 1980, ma in realtà risalente al 1975, allora per una produzione nippo-tedesca. L'Apemaia è una vera diva: celebra quest'anno i 100 anni dalla sua nascita. Fu creata dallo scrittore Waldemar Bonsels (1880-1952) per i romanzi L'Apemaia e Il Popolo del Cielo. A volere essere esatti, Maia compie esattamente 102 anni, ma il numero terminante con il "doppio Zero " fa gioco ai nuovi produttori... Il film, diretto da Alex Stadermann, fa ripartire la storia dall'inizio. La figura di Maia ha la faccia più bombata rispetto al cartoon "originale". Essa è un insetto che infrange le regole: ribelle alle imposizioni degli educatori dell'alveare, vuole scoprire il mondo esterno e non produrre, invece, il prezioso miele assieme alle altre api operaie . Ella è in effetti l'ape n.396, perché nell'alveare la personalità non conta. Contano le gerarchie, la produzione di miele, pappa reale e poco altro. "Non credo di avere amici nell'alveare, non piaccio a nessuno" dice a un certo punto il giovane insetto. In realtà Maia nasconde una forma di ribellione alle regole congenita, ed è un misto tra una piccola fannullona e un'eroina. Trova quindi un degno compagno in Willie, un fuco pigro e timoroso di tutto, che domina totalmente con la sua personalità estroversa, travolgente e invadente . Nel cast dei personaggi è presente anche un baby calabrone al quale è stato insegnato ad odiare le api, perché "esseri immondi e aggressivi". Ovviamente la sceneggiatura include numerosi sotto-testi che sono chiari soltanto ad un pubblico adulto, mentre i bimbi sono deliziati dai movimenti degli insetti e dai colori della pellicola. Nel parterre dei caratteri, delle simpatiche formiche rosse dagli elmetti verdi, un'anziana regina delle api, un insetto stercorario e soprattutto la cavalletta Flip che rappresenta per Maia una sorta di guida iniziatica alla vita esterna. In alcune scene il cartone animato si trasforma in una specie di musical con i vari "pupazzi" che cantano e ballano. Maia farà una scelta: deciderà di vivere per sempre nel prato. Il messaggio pacifista del film è evidente: api e calabroni faranno amicizia, perché i loro scontri sarebbero frutto di un indottrinamento pregresso e contrario alla socializzazione tra le due specie . Ma il testo dei dialoghi contiene anche l'inclusione dei diversi: la stessa Maia lo è (asociale rispetto all'alveare, godereccia, assetata di vita e non di doveri) .La sua intraprendenza, ma soprattutto il suo eroismo, verranno premiati con il titolo di Ambasciatore dell'Alveare. Si può dunque sfuggire al proprio destino ed essere comunque assegnati ad un ruolo che non è quello a noi destinato sin dall'origine. In questo, Ape Maia è un personaggio emancipato, femminista. Il cartone animato è un'opera riuscita, tuttavia sta avendo un successo inferiore alle aspettative in Italia, per colpa dell'uscita in contemporanea del nuovo film sulle Tartarughe Ninja. Ha recuperato terreno nel week end, ma lunedì 22 era di nuovo decimo, subito dopo l'ultimo film di Pupi Avati, "Un ragazzo d'Oro" (al nono posto) con Scamarcio e Sharon Stone, rivelatosi un autentico flop. L'Apemaia è doppiata da Antonella Baldini (1965) che già doppiò la versione televisiva ben 34 anni fa. Una curiosità: nella versione tedesca, la cantante Nina Hagen doppia Gunilla, mentre la madre della Hagen, Eve-Marie e anche la figlia Cosma Shiva Hagen doppiano altri personaggi del cast.

ROMOLO RICAPITO

 

 
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