Creato da romolor il 20/07/2005
gossip e altro
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

Ultime visite al Blog

lucabelligerantevalerianotrasporticarlomarianoedoa91164lpietricolaamorino11pboscherinicampidoglio.palatinojonatandgl9oscarlantim12ps12xzsaxzsaelidebermignani.antoniomaremonty
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« L'APEMAIA IL FILM RECEN...Scrivimi Ancora recensio... »

Get on up- LA STORIA DI JAMES BROWN-RECENSIONE DI ROMOLO RICAPITO

Post n°6746 pubblicato il 30 Dicembre 2014 da romolor
 

di Romolo Ricapito
BARI, 13 NOV. - Get On Up-La Storia di James Brown diretto da Tate Taylor che lo ha anche co-prodotto assieme a Mick Jagger , celebra i fasti, la leggenda e la caduta del "Padrino del Soul", uno dei numerosi soprannomi di J. Brown. La tecnica del racconto è quella di iniziare dalla piena maturità dell'artista, nei tardi anni Ottanta, saltando a ritroso agli anni Sessanta, che lo videro in testa alle classifiche di Billboard e già popolarissimo; quindi molti flash della sua infanzia e così via. Un'altra particolarità della biografia su celluloide è quella che vede Brown, impersonato dall'attore Chadwick Boseman, rivolgersi in primo piano agli spettatori, svolgendo il ruolo del narratore. Questa tecnica, ripetuta per l'intera durata del film (139 minuti) può risultare da una parte efficace, ma anche essere giudicata troppo invadente.

L'inizio celebra James Brown in abito rosso sgargiante (i colori accesi erano una caratteristica del suo look) nella terza fase della sua vita (dopo avere raggiunto il top, è una star più dei concerti che dei dischi) in palcoscenico, quindi in tuta verde. Il colore è il minimo comune denominatore della sua estrosità e i costumi creati da Sharen Davis non solo per il personaggio principale, ma anche per quelli di contorno e le donne principalmente , sono da Oscar, ovvero la cosa migliore del film. Che comunque è valido sotto altri punti di vista, sia artistici che spettacolari. Il racconto è sufficientemente interessante anche per i non esperti di musica, perché affonda nel costume statunitense ; si accenna anche alla guerra del Vietnam e all'assassinio di Martin Luther King.

Ma la cosa più importante da rilevare è che per le abbondanti due ore e venti l'attenzione non cala mai: questo fa allora di Get On Up un'opera riuscita. Del resto, Tate Taylor aveva diretto The Help, un semi-capolavoro che fu candidato a molti Oscar. Verso l'inizio, J. Brown è identificato col suo declino, mentre assalta con un fucile un gruppo di persone in un convegno para-religioso. Quindi una corsa disperata a bordo del suo camioncino su strade periferiche, inseguito come un criminale da una decina di volanti della polizia e l'inevitabile l'arresto. Una brutta fine per chi fu ricevuto dal presidente Johnson (1908-1973) durante i suoi anni ruggenti. Ma la sezione che suscita più empatia è l'infanzia: figlio di un tagliaboschi e di una casalinga poverissimi, cresciuto in una capanna tra i boschi in Georgia, viene abbandonato dalla madre, stanca delle violenze di James Joseph Brown Senior, il padre.

Tali violenze verranno replicate dal cantante ai danni delle sulle sue partner femminili: il film accenna a questo fatto,non approfondendolo, ma nella biografia di Brown troviamo anche un arresto per violenza domestica nel 2004 ai danni di Adrienne Rodriguez una delle sue tre mogli . James Brown faceva uso a quell'epoca di polvere d'angelo, una droga dall'effetto dissociativo particolarmente in auge negli anni Settanta-Ottanta tra i musicisti.. Dicevamo dell'infanzia: James senior affida il ragazzo alla maitresse di un bordello, dove sarà impiegato per reclutare all'esterno clienti scelti tra i soldati di passaggio. Ma a 17 anni, durante la sua permanenza ancora al seguito della padrona casa di piacere, ruba un abito maschile da un'automobile: la condanna va dai 5 ai 13 anni, senza apparente remissione (libertà vigilata) , perché il giovane non ha nessun parente al quale può essere affidato.

Trova però insperatamente una famiglia conoscendo in prigione Bobby Bird, un musicista che si esibisce nelle galere con un suo gruppo musicale e che lo accoglie in casa come un fratello. E' l'inizio dell'ascesa, abbastanza rapida : l'industria discografica lo rapirà, affidando a Bird e alla band dei Famous Flames un ruolo secondario. La storia quantifica come James Brown, piombato dal nulla in un'industria musicale principalmente di bianchi ( Lesley Gore,è una delle star dell'epoca con la celebre It's My Party) diventi un'idolo non soltanto del popolo di colore, ma degli stessi americani wasp che lo acclamano nei concerti o nelle apparizioni televisive. Non a caso, dei giovanissimi Rolling Stones nel 1964 verranno chiamati negli Usa a chiudere i suoi riuscitissimi show.

Nel film assistiamo ad alcune comparsate di personaggi celebri, come l'ambiguo Little Richard, anch'egli ritratto agli albori del successo. (Di Richard un recente studio sostiene come il suo hit Tutti Frutti celebri in realtà il sesso anale). Le canzoni di James Brown sono piene di energia e questo artista è secondo soltanto ad Elvis Presley come popolarità nelle classifiche americane di tutti i tempi. Ricco, amato, rivoluzionario, animo da imprenditore, tanto da sovvertire le regole scritte della discografia, Brown ha però una pecca che nel film questa volta viene questa volta affrontata: è molto restio a pagare le tasse ed è pure tirchio coi suoi musicisti. La divisione in capitoli, titolati, rende il film simile a un romanzo.

Ma la parte più toccante, è quella personale: James incontrerà nuovamente la madre fuggiasca già da ragazzo, mentre costei si prostituisce all'aperto. La donna però fingerà di non riconoscerlo. Corsa ad assistere un suo concerto agli inizi della sua ascesa, viene dunque riaccolta, ma con riserva: trattata a tratti come un'estranea, Susie Brown non è alla fine perdonata e congedata con soli 100 euro. . La donna morirà nel 2004, per attacco cardiaco.precedendo di soli due anni il figlio, scomparso il giorno di Natale del 2006. Brown soffriva di cancro alla prostata e diabete, ma fu attivo fino all'ultimo. Nel cast anche Dan Aykroyd, Octavia Spencer e Viola Davis.


-ROMOLO RICAPITO

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://gold.libero.it/romoloricapito/trackback.php?msg=13060361

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
Nessun Trackback
 
Commenti al Post:
Nessun Commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963