romolo ricapito

Durante l'ultima puntata dei Migliori Anni, su Rai Uno, è stato ospite Flavio Insinna.
L'attore-conduttore riallacciandosi al programma nostalgico di Carlo Conti, che sdogana mode, personaggi ma anche oggetti del passato, ormai desueti o giurassici, ha detto che la cravatta da lui indossata per l'occasione apparteneva al padre, imbastendo su questo un eloquio relativo al rapporto col parente morto, dilungandosi con quella che io ho ritenuto una  inutile retorica.
Sul padre e l'elaborazione del lutto, Insinna scrisse un libro, diventato un best seller, anni fa.
Adesso riapproccia il tema.
Come se altri da casa non avessero subito lutti, magari più di recente.
La discussione di Insinna poi avveniva al cospetto di Carlo Conti, il quale perse il genitore quand'era piccolissimo.
Me lo si conceda. Tutto questo mi sembra di cattivo gusto. L'elaborazione del lutto, qualora espletata sufficientemente già con interviste, libri di successo, deve tornare ad essere un fatto privato. Tra l'altro Flavio Insinna, che conduce Affari Tuoi con successo, ben pagato, conduce in contemporanea la cronaca dell' Eurovision Film Contest.
Ci risparmi dunque le sue disgrazie, che disgrazie non sono, ma semplicemente avvenimenti spiacevoli ma prevedibili che fanno parte, prima o poi, della vita di tutti, soprattutto superati i 50.
ROMOLO RICAPITO