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La caduta di Erin Moran, piccola stella di Happy Days, telefilm epocale degli anni Settanta, ha emozionato anche in Italia.
L'attrice, 56 anni, è morta in circostanze non specificate.
Di lei si sapeva da anni che era povera (ha vissuto anni in una roulotte) eppure sempre sorridente, almeno in pubblico.
Impegnata dal 1974 al 1984 nel ruolo della sorellina del protagonista, del telefilm , Joanie, aveva iniziato a girare a soli 14 anni, fino ai 34.
Poi il dimenticatoio.
Poche le interpretazioni dopo la chiusura della celebre serie, anzi nessuna, almeno in tv.
Identificata col ruolo di "Sottiletta" la Moran è stata eliminata dallo star system televisivo.
Al cinema un fanta-horro nel 1981, di serie B, "Galaxy of terror", poi nulla.
Si parla di depressione, uso di eroina.
Insomma la classica china discendente di tante ex star, anche bambine, o adolescenti, messe da parte.
Ron Howard, che in Happy Days interpretava il fratello di "Sottiletta", Richie Cunningham, diventato uno dei registi più famosi e di successo in America, non ha mai offerto alla collega una parte in un suo film, nemmeno piccola.
Certo, esistono attori e attrici che non hanno ottenuto mai successo né al cinema e neppure in televisione, magari dotati di talento.
Ma proprio per questo il destino di Moran angoscia: lei il successo lo ha avuto e a lungo, ma era solo un paravento.
Alla base era imprigionata in una serialità e in un ruolo che non l'ha fatta crescere artisticamente, dandole popolarità, soldi e successo, ma che l'ha poi identificata con un'epoca e una staticità sterile.
Ormai viveva di motel in motel e la caduta artistica è stata la causa della sua depressione e del rifugio nell'alcol e nella ludopatia.
R R
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