Creato da romolor il 20/07/2005
gossip e altro
 
 

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Dicembre 2014 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 34
 

Ultime visite al Blog

lucabelligerantevalerianotrasporticarlomarianoedoa91164lpietricolaamorino11pboscherinicampidoglio.palatinojonatandgl9oscarlantim12ps12xzsaxzsaelidebermignani.antoniomaremonty
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

Messaggi di Dicembre 2014

Posh (film) Recensione di ROMOLO RICAPITO

Post n°6736 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

di Romolo Ricapito
BARI, 1 OTT. - La stagione cinematografica appena iniziata si presenta abbastanza incerta. Sono poche le pellicole di grande successo; unica eccezione forse Colpa delle Stelle e Lucy. La programmazione è mista: ci sono film come questo Posh, dall 'andamento altalenante: partito un po' in sordina, sembra recuperare sulla distanza. Ad esempio, nella giornata del 29 settembre, è addirittura al terzo posto negli incassi. Ma il pubblico infrasettimanale è diverso da quello del sabato sera e delle domenica: forse maggiormente attento al contenuto e meno al richiamo della grancassa pubblicitaria. Ad ogni modo questo Posh ha un titolo originale migliore : the Riot Club. Esso spiega meglio la trama: tale "club" "esclusivissimo" nacque (secondo la storia del film) ad Oxford, prestigioso ateneo, per commemorare uno dei più antichi frequentatori di tale Università: il settimo duca di Carlyle. Tale "antenato", nel Settecento o giù di lì, era un edonista dissoluto esperto in orge: il prologo ce lo mostra infatti mentre, durante un movimentato amplesso con una "nobildonna", è sorpreso" "in flagrante" dal marito cornuto di lei. Ovviamente, chi di corna ferisce, di...spada perisce e il duca muore ben presto. I suoi "nipotini", ossia gli studenti oxfordiani di oggi, proseguono la tradizione: il loro club esclusivo dovrebbe riunire le dieci maggiori eccellenze, per censo, nobiltà etc, creando una confraternita di giovani brillanti e coraggiosi. L'Università di Oxford, frequentata di padre in figlio, si rivela in questo contesto un mondo chiuso, opprimente, razzista e avulso dalla realtà esterna. Tanto per dirne una, i componenti del prestigioso club non sono altro che odiosi viziatelli, che portano avanti una tradizione di rapporti di forza e sudditanza. Il migliore del gruppo, ammesso "per caso" nella confraternita (è di origini proletarie) è Miles, soprannominato Posh. "Mi chiamo Miles perché i miei mi concepirono ascoltando A kind of Blue di Miles Davis ", spiega. L'Università ha un'impronta chiaramente maschilista, retrograda e misogina. Le fellatio sono l'atto più praticato e desiderato dai maschi, meglio se "ordinate" a una bella escort bionda che dovrebbe espletare questa prestazione con tutti i 10 membri del Riot. Ma la prostituta si rifiuta, schifata. I personaggi delle classi inferiori (il ristoratore, la cameriera mora dai capelli lisci, persino i rapinatori del bancomat) si rivelano quelli "morali", i ricchi quelli "amorali". Questa visione, diremmo così, "comunista" viene riproposta di frequente all'interno del film. Ad esempio, dopo una sbornia senza fine, i balordi del Riot urlano "abbasso i poveri"!" . Poveri che, nella loro forma astratta, costituiscono i loro mortali nemici... In questa fase il film diventa "politico": gli appartenenti al Riot Club sparlano dei laburisti, sostenendo che il popolo, per sistemare le cose, alla fine è solito chiedere sempre l'aiuto (e i favori) dei ricchi repubblicani... Le donne dal film sono quasi assenti, se non fosse per Lauren (Holliday Granger) , che è fidanzata con Miles e ha il ruolo del Grillo Palante. L'unica trasgressione che queste ragazze si concedono è indossare Versace, come firma che accredita un preciso status sociale. Ad ogni modo il disprezzo per il genere femminile che il Riot Club nutre è sospetto: non a caso il "capo " del gruppo, un fighetto biondo e dandy, ama in segreto il collega Miles. E nasconde tutto ciò virilizzando al massimo le attività della microsocietà , includenti bevute di alcol che durano ore ed ore . Il film propone delle scene molto lunghe nella seconda parte: scritto da Laura Wade, è tratto da un lavoro teatrale di quest'ultima. Ecco spiegato il perché c'è molta teatralità durante la festa nel ristorante, che si concluderà nel peggiore dei modi. Ad ogni modo in questa sezione il film pecca di prolissità: i concetti cardine vengono detti e ridetti: oltre che esaustivi si rivelano dunque ripetitivi. D'accordo, il club dei 10 è formato da bulli e depravati che sono anche delle gran menti criminali. La frase "la dissolutezza trasformata in arte" è il loro credo, nella forma più perversa del Romanticismo. Ma nelle loro gesta c'è poco di Oscar Wilde e molto di Charles Manson; a fare le spese della loro "incultura" un grasso e rosso (di capelli) ristoratore, colpevole, forse, di avere tollerato sin troppo le gesta dei suoi "illustri" clienti, allettato dai loro soldi . Infatti i "Riot" non si fanno scrupolo di srotolare grosse quantità di bigliettoni sotto il naso altrui, o di coloro che ritengono dei sottoposti, per comprarne il silenzio. Nel caso delle donne, per comprarle tout court. La morale del film è che comunque i cattivi cadono in piedi, appunto grazie alle loro enormi disponibilità economiche, che consentono a tale gentaglia di potersi fare difendere da illustri principi del foro e ottenere i lavori più prestigiosi, nonostante la fedina penale ormai sporca. Esclusa qualche lungaggine il film, proprio per la sua accuratezza (buone inquadrature, bravi interpreti, un mix intraprendente di cinema classico e giovanilistico) è da vedere. Tra gli attori si distinguono Holliday Granger (di lontana origine italiana) che interpreta Lauren e Max Irons (ex modello) nella parte di Miles. Il regista è una donna, Lone Scherfig, molto nota per An Education.
ROMOLO RICAPITO

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

i racconti "natalizi" di Romolo "La Festa che non esiste, seconda parte"

Post n°6735 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

Perché lei, Patrizia, l'imprendibile, non rivelerebbe mai niente di sé, sul serio e con sincerità.
Meglio tanti piccoli segnali, tante messe in scena, troppe bugie.
La verità è una realtà che le fa provare soltanto orrore.
Fiorella sembrava essere una buona amica della festeggiata.
Le due dovrebbero avere delle conoscenze in comune.
La giovane donna si è iscritta alla scuola privata d'inglese dopo un anno di vacanze in paesi esteri.
Non ha perso l'accento romanesco che, giura, di avere acquistato attraverso lunghissime e quotidiane conversazioni telefoniche con amici della Capitale.
E sembra non avere neppure perduto l'aria della sottosviluppata, a livello mentale. Fiorella, però, è richiesta in società e frequenta cerchie di amici, piuttosto vaste, con le quali esce a rotazione.
Ma la festa di Patrizia sembra conclusa prima d'iniziare.

Arriverà David, arriveranno gli invitati o qualcuno, almeno, che giustifichi la serata o tutto assomiglierà a una sceneggiata da soap opera americana tardi anni Ottanta, trasmessa al pomeriggio, in replica, su Rete4?
Chi, e perché, ha boicottato la festa di Patrizia?
Ormai la sua storia pare quella de Il Ballo, di Irene Nemirovsky, uguale pari pari.
Una festa deserta, perché disertata apposta dagli invitati.
Per quali motivi nei giorni che hanno preceduto il ricevimento, Patrizia e la madre non si parlavano più?
La Roncone De Filippis vagheggiava di essere di famiglia ricchissima, per parte materna.
Una serie di errori finanziari o meglio, la dipartita del nonno ridusse il nucleo in gravi difficoltà economiche.
Un invitato si fa avanti, desideroso di parlare, di esporsi.
Il giovane, unico personaggio decente del party, almeno come aspetto, confessa candidamente di essere "amico degli amici" e di essere stato condotto all'ultimo momento, da "qualcuno", alla festa.
Insomma, trattasi di un estraneo che, per vie traverse, si è imbucato nella villa.
Non sa niente del cosiddetto pijama-party.
In effetti, nessun invitato indossa un pigiama.
Patrizia ha mentito, per fare a tutti uno scherzo.
E se,non disattendendo quanto da lei "ordinato", ci fossimo presentati gli uomini in pigiama e le donne in camicia da notte, come Patrizia voleva, coprendoci di ridicolo?
ROMOLO RICAPITO

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Natale poco...STUPEFACENTE al Cinema. Calano gli incassi dei film in sala

Post n°6734 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Tag: CINEMA
Foto di romolor

Un Natale poco...Stupefacente al cinema, non tanto per il titolo di questa pellicola che si è classificata al secondo posto negli incassi (del resto, è un film piacevole) ma perché ciò definisce bene quanto accaduto nelle sale durante queste feste.
Incassi in calo; schermi orfani dei soliti "cinepanettoni", il che non ha giovato.
Tanto che in testa agli incassi ci sono Aldo, Giovanni e Giacomo, che hanno recuperato: il loro film sembrava non ingranare.
Ma il pubblico al cinema è andato meno rispetto agli altri anni. Non ha incantato lo Hobbit, della solita saga del Signore degli Anelli, terzo.
Si fa strada però L'amore Bugiardo con Ben Affleck, vera novità delle classifiche: si farà strada nei prossimi giorni.
Poi i film per ragazzi: l'anno scorso Frozen della Disney sbancò il botteghino.
Adesso ci son Big Hero 6 e Paddington , che non ripetono i successi dei film natalizi per il pubblico giovane.
Anche Il Ragazzo Invisibile, di Salvatores, arranca: il boom non c'è stato.
Entro i primi dieci due novità per chi non vuole i soliti film catalogabili con le feste:Jimmy's Hall e Pride.
Ma è un po' poco.
ROMOLO RICAPITO

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

I racconti "natalizi" di ROMOLO: "LA VECCHIA BARESE DALLA PELLICCIA DI VOLPI"

Post n°6733 pubblicato il 25 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

IL RACCONTO NATALIZIO DI ROMOLO: LA VECCHIA CON LA PELLICCIA DI VOLPI

di ROMOLO RICAPITO


Scende   dalle scale antistanti un antico palazzo in una strada adiacente il Corso Vittorio Emanuele la professoressa Maria Antonia Rosa Morgese, seguita dalla  badante Irina, di 27 anni e preceduta dal figlio Massimo, 58 anni, medico neurologo.
Il trio si appresta ad allontanarsi dalla casa della donna, rimasta vedova anni fa, per accompagnarla a Bari-Palese, dove potrà festeggiare la sera della vigilia di Natale con i nipoti, la nuora e il solito parentame.
Tutto dovrebbe essere placido, tranquillo e felice.
Ma ad essere allegra è solo la badante, Irina.
Sprizza gioia da tutti i pori: il lavoro è buono e le hanno dato 500 euro per Natale come "tredicesima".
Alta, capelli lisci, cappottino azzurro, magra, Irina al suo paese natale, un piccolo villaggio della Moldavia, è detta Kiki, perché da bambina sapeva a memoria la canzone Don't go Breaking My Heart di Elton John: le piaceva particolarmente imitare la parte cantata da Kiki Dee.
Anzichè a una veglia natalizia, mamma e figlio sembra si stiano recando a una veglia funebre.
Lei, Maria Antonia Rosa, è sempre stata severa e austera, facendo del "dovere prima di tutto" una filosofia di vita. E così ha imposto ai due figli, Massimo e Tiziana, le sue regole,i suoi diktat  e il suo malumore, che all'interno della famiglia Morgese è diventato qualcosa di endemico. Feste, giorni feriali, vacanze, non sono stati mai allietati da un sorriso, ma da mugugni gutturali ed espressioni feroci.
Non si tratta neppure di malumore: l'andazzo è diventato qualcosa di così stabile da risultare ormai stampato negli animi di tutti i Morgese. Qualsiasi distrazione da volti seri e imbronciati, costituisce in quel nucleo una rappresaglia intollerabile.
E così i Morgese hanno costituito un'isola a parte nella società. Inseriti nel circolo vitale perché lavoratori indefessi, laureati e tra l'altro molto risparmiatori.
Reietti effettivi, nella realtà. Temuti, non ammirati. Tollerati, ma non frequentati. Pochi e scelti amici, appartenenti agli anni '60, i cui figli, più per dovere e rispetto nei confronti dei genitori, hanno sopportato la stirpe Morgese per anni.
Poi con varie scuse, si sono allontanati. Con Tiziana hanno risparmiato la loro fatica: la donna, laureatasi in ingegneria, si è trovata un lavoro in un'Università americana, poi ha sposato un ingegnere come lei, americano e vedovo, ed è andata a vivere nella Silicon Valley.
Ma torniamo a lei, alla matriarca Maria Antonia Rosa: scende le scale, dicevamo, con un bastone.
Le sue gambe, da due, sono diventate tre, dunque.
Il mostro di 82 anni, atteggia il viso a compunzione, penitenza e severità: il dovere prima di tutto.
E' dovere di suo figlio ospitarla.
Come tutti gli anni, ha indossato la sua pelliccia fatta col manto di volpi russe. Irina la prima volta che l'ha vista ha urlato: Che bella pelliccia , signora!
Teste di volpi imbalsamate si intrecciano cadendo giù sull'allacciatura, in un incubo cinematografico di David Lynch. La pelliccia è un dono di nozze del marito, Ugo, rappresentante di medicinali, spirato nel 2004 all'età di 97 anni.
La professoressa Morgese la indossa ogni Natale, dal 1957. Poi la ripone in un sacco pieno di sostanze conservanti a base di canfora.
Il capo esclusivo si è così conservato intatto, indossato circa 57 volte, sempre la vigilia di Natale, poi mai più durante l'anno.
Puzza terribilmente: l'aria frizzante dell'inverno barese ne attenua l'olezzo disgustoso, ma non l'annulla.
Adesso bisogna far presto: la professoressa è attesa a Palese. La nuora, come tutti gli anni, l'aspetta  indispettita, ma deve fingere ospitalità per non inimicarsi il marito, al quale tiene più per ragioni economiche che per affetto. "Buon Natale, mamma", dirà come tutti gli anni la nuora, Porzia. Un doppio bacio sulle guance (la vecchia ci tiene), accompagnato da un pensiero: "ma non muori mai? Speriamo l'anno prossimo di non vederti mai più, ma di ospitarti in una fossa, al cimitero più lontano".
La vecchia professoressa di francese si siede al desco, riverita per finta dal parentame, che subito torna a parlare di tasse, oneri sociali e arresti di assessori, pronto ad assaggiare il brodo bollente con la pasta fresca preparata con cura dalla moglie del dottor Morgese.
La vecchia si affretta anche lei a immergere la sua dentatura, finta, nel brodo: il calore del piatto aiuterà la colla della dentiera a solidificarsi...

ROMOLO RICAPITO

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

I racconti "natalizi" di ROMOLO RICAPITO-"La Festa che non Esiste"

Post n°6732 pubblicato il 24 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

I RACCONTI DI ROMOLO ISPIRATI AGLI ANNI '90: LA FESTA CHE NON ESISTE
di ROMOLO RICAPITO

Scende da una scalinata la padrona di casa.
Scenario : la taverna della villa di Patrizia Roncone De Filippis, la citata anfitriona, animatrice di party-fantasma e di ricevimenti- scandalo, come vedremo tra poco.
C'è un particolare: la protagonista del nostro speciale reportage, tutto dedicato a lei, è...nuda.
O meglio, seminuda.
La Roncone De Filippis indossa infatti un velo azzurro, trasparentissimo, che lascia libero sguardo a un paio di mutande ridottissime e a un reggiseno trasparente a sua volta, mettendo in bella mostra, dunque le forme opulente e sexy celate nei party della bella società.
Il sedere di Patrizia ballonzola mentre lei, eccitata, sicura di avere destato scalpore, si presenta ai pochi ospiti presenti.
La accompagna come "damigella" l'amica conosciuta alla Scuola Privata di inglese, figlia della sua professoressa di matematica delle medie, con la quale Patrizia sembra avere stretto un rapporto molto confidenziale, da appena due settimane, non si sa su quali basi.
La nuova amica di Patrizia è invece in lungo, nelle vesti di un'improbabile odalisca.
Capelli neri e sciolti , carnagione olivastra, bocca carnosa, un doppio mento che anticipa di molto una maturità lontana (la ragazza ha appena 22 anni) la "fedele" amica sembra intontita, quasi intimorita dalla verve dell'ineffabile Patrizia.
Patrizia, la donna generosa e affabile che, disinteressata, ha pensato di offrirle una festa di compleanno, mettendo a disposizione la sua favolosa villa, con tanto di manicaretti che giacciono coperti da carta Scottex su un basso armadietto.
La villa, si presenta sinistra di aspetto a chi arrivasse: buia o con scarsissima illuminazione, latrati e ululati di cani nascosti che terrorizzano anche il più temerario, ipotetico dei malintenzionati.
Suolo sconnesso, cancelletti chiusi, un'allucinante scalinata, che conduce a una finestrella dietro la quale è disposta una fioca e cimiteriale illuminazione.
Dietro la finestrella, la tavernetta, "sito" del party.
Altro particolare : una spettrale figura, alta, bionda d'aspetto, si affaccia da una finestra buia, al primo piano, in vestaglia.
E' la madre di Patrizia, la quale indirizza gli ospiti, con vaghi cenni, su un ingresso laterale.
Patrizia dichiarò, poco tempo fa, di essere di origine americana.
Suo nonno era infatti uno statunitense che, innamoratosi di una donna italiana, si trasferì nella nostra penisola dando vita a una misteriosa "dynasty" che si stabilì inizialmente nel Nord.
Patrizia tiene a precisare che nonno Roncone era un americano doc, anzi wasp: un discendente, cioè, della gente anglosassone stabilitasi per prima nel Nuovo Mondo.
Ma perché, ritornando a noi, Patrizia ama vestirsi ormai da tempo in maniera così triviale?
Tra l'altro, ella possiede, a suo dire, un armadio pieno zeppo di abiti, tutti diversi tra loro, disposti in ordine per le varie occasioni.
Ne ha talmente tanti che-si vanta- "li butto nella spazzatura con l'etichetta ancora attaccata, per fare posto a nuovi acquisti".
Oppure, li regalo alla donna di servizio."
E poi, perché la ragazza insiste nel circuire il bel David?
Perché, ancora, pur avendo un fidanzato, nega e si comporta in effetti come una "scapola"?
Con chi esce il sabato sera durante i suoi misteriosi giri notturni con amici sempre vagheggiati ma mai apparsi, o presentati a chicchessia?
Tanta, troppa inquietudine.
In fondo, Patrizia fa pena, perché dietro la sua "festa" si nascondono tanti angosciosi interrogativi che sconvolgono, come sconvolge la sua aria persa, delirante, i suoi occhi chiari sgranati nel nulla, atterriti, vuoti.
Forse un dolore da celare, un terribile segreto che nessuno conoscerà mai.
(continua)
ROMOLO RICAPITO

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963