Creato da romolor il 20/07/2005
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Messaggi di Aprile 2015

Gli insulti a GIANNI MORANDI: la gente in realtà non odia né lui né i migranti

Post n°6896 pubblicato il 23 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Gli insulti a Gianni Morandi dopo che il cantante ha pubblicato sulla sua pagina Facebook delle considerazioni sui migranti, "anche noi italiani lo siamo stati!".
14 mila risposte, coi fans in larga parte rivoltatisi contro l'interprete di "Canzoni Stonate". Insulti, rabbia nei confronti del post, del cantante, ma soprattutto dei migranti, visti e "subìti" come indesiderati.
Addirittura, ne ha parlato il tg1, che di solito non dedica molto spazio a ciò che avviene su internet.
Ma perché tutto questo?
Secondo me la questione travalica razzismo e paure degli italiani.
E' sicuro ormai che chi naviga su internet non sopporta che delle questioni importanti o "impegnate" se ne occupino cantanti, attori e vip.
La reazione è di rifiuto. I vip, i cantanti, vengono visti come ricchi privilegiati che, dall'alto del loro "trono", possono occuparsi del sociale come puro hobby, con quella sorta di distacco dato cioè da una tranquillità acquisita tramite le conquiste professionali raggiunte e, conseguentemente, dai soldi.
E' chiaro che un cantante come Morandi, sulla breccia da oltre 50 anni e che pure ha dovuto affrontare sconfitte professionali, ha una visione meno drammatica rispetto a ordinari impiegati, precari e disoccupati.
Dunque l'aggressione a Morandi, o meglio ai migranti "tramite" Morandi, è non tanto a chi arriva coi barconi e viene accolto in alberghi "a quattro stelle ", come qualcuno ha rimproverato, ma diretta in realtà ,sotto sotto, all'indifferenza di chi dovrebbe risolvere la questione. Dunque la politica, o i nostri rappresentanti.
E' certo però che si dà troppa importanza ormai, alle esternazioni su Fb delle varie Albe Parietti e di personaggi simili i quali hanno capito che rimanere alla ribalta mediatica è più facile di prima. Basta qualche considerazione sopra le righe su Facebook ed è fatta.
ROMOLO RICAPITO

 
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TERRORE NEL SALENTO: DUE SORELLE VEGLIANO UN MESE IL PADRE MORTO

Post n°6895 pubblicato il 23 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Le due sorelle, di 50 e 47 anni, che in un piccolo paese del Salento (Novoli) hanno vegliato il padre morto, che "riposava" su una sedia a sdraio.
La notizia è stata paragonata a un film horror da alcuni cronisti che si sono non sbizzarriti nel rimestare nel macabro , ma di certo hanno avuto a che fare forzatamente con agghiaccianti particolari.
C'è chi ha scritto che le due "ragazze", ormai mature, avevano un rapporto troppo esclusivo col genitore, ex commerciante.
Che erano asociali. Dunque, incapaci di reggere a un lutto.
Tra i particolari macabri, ho letto quanto segue. Le fessure della camera da letto "otturate" con panni e altrom affinché vermi e farfalle della decomposizione non penetrassero negli altri ambienti della casa. E ancora: panni stretti sul cadavere per impedire ai liquidi organici di espandersi.
Un parente, giunto in visita nella casa del defunto (credendo di trovarlo vivo) dal tanfo proveniente dall'appartamento ha capito qualcosa: anche perché le ragazze si rifiutavano di aprire la porta. Dunque l'arrivo delle forze dell'ordine, che entrate con la forza, si sono trovate davanti a una scena più raccapricciante di Psycho, di Alfred Hitchcock.
La figlia maggiore è stata ricoverata in trattamento sanitario obbligatorio; la minore in una struttura protetta.
La "soluzione" del caso potrebbe essere un lutto meno recente, ma vicino: un fratello di 41 anni scomparso in mare nel settembre 2014.
Si è parlato di "arresto cardiaco".
E' probabile allora che quelle due povere donne, già rattristate per la morte del loro congiunto, così tragica e precoce, abbiano fatto fronte comune per rifiutare almeno quella dell'anziano padre, fatto che le avrebbe definitivamente "condannate" alla solitudine.
E' possibile anche , però, che la sofferenza delle due sorelle abbia origini anche più lontane.
Dunque il fatto "sconcertante" del cadavere conservato in casa è solo la punta di un iceberg.
E non si tratta di un caso isolato: altri fatti di cronaca di questo genere sono emersi e purtroppo forse emergeranno in futuro .
Si tratta di nuclei familiari autoreferenziali, senza l'aiuto dei servizi sociali e che tentano di rinchiudersi al loro interno, per paura di confrontarsi con gli altri, in una forma di auto-protezione patologica.
ROMOLO RICAPITO

 
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LOREDANA BERTE' CONTRO IL PADRE IN TV

Post n°6894 pubblicato il 21 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Ho letto che la cantante Loredana Bertè al rinato Maurizio Costanzo Show ha sparato a zero sul padre, augurandosi che egli muoia al più presto.
Questo per vecchie questioni familiari.
Torto o ragione ?
Penso che in primo luogo occorra anche dare diritto di replica al professor Bertè, altrimenti la tv diventa solo spazzatura dove si denunciano soltanto quelle cose che fanno comodo.
Ad ogni modo, la Bertè ha già 64 anni.
Non conosco l'età esatta del padre della cantante di "Non sono una signora" (e molti altri successi) ma ad occhio e croce dovrebbe essere quasi centenario.
Di recente poi questa interprete della canzone italiana ha concluso un contratto con la trasmissione Amici della De Filippi, inciderà un cd prodotto dalla Mannoia e continua con successo concerti e serate.
E' a suo modo, fortunata: molte altre colleghe, altrettanto brave, sono cadute nel dimenticatoio e non incidono più dischi.
Ma più di tutto mi ha colpito la reazione di una spettatrice del Maurizio Costanzo Show, che ha scritto indignata ad Aldo Grasso.
Costei ha giudicato la Bertè una persona che parla a vanvera e che viene omaggiata e rispettata solo per una forma di ossequio alla sorella scomparsa.
Reazioni gravi da parte della spettatrice; ma penso che in futuro Loredana Bertè dovrebbe evitare queste sortite di cattivo gusto durante programmi di alto ascolto, perché trattasi comunque di suoi odi personali che richiederebbero altre sedi.
ROMOLO RICAPITO

 
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NANNI MORETTI: con Mia Madre si è imposto al box office

Post n°6893 pubblicato il 20 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Nanni Moretti ha proposto con Mia Madre il seguente tema: il lutto, imminente, all'interno di una famiglia, della quale un'affermata regista cinquantenne (Margherita Buy) è la capofamiglia.
Questo evento è monitorato sulle reazioni che esso provoca nel presente: angoscia, ansia, abnegazione nel lavoro, tentativi di escludere le probabilità del decesso dell'anziana madre, interpretata da Giulia Lazzarini.
L'argomento non è nuovo, ma la confezione è elegante, la sceneggiatura importante. Lo stesso Nanni Moretti si ritaglia un ruolo che, sebbene non sia da protagonista, è significativo all'interno della storia.
La professoressa di latino interpretata dalla Lazzarini rivivrà col suo esempio nei cuori di tutti, allievi compresi, dunque la sua presenza sulla Terra non è destinata a scomparire del tutto.
Detto così il film non sembra innovativo, ma è sicuramente un'opera importante per Moretti.
La stessa Giulia Lazzarini, in un'intervista rilasciata in occasione dell'uscita pellicola, ha detto di essere stata scelta per il ruolo di "mamma" dal regista sessantunenne un paio di anni fa e più, ma che poi la realizzazione di "Mia Madre" è slittata perché Moretti si è nuovamente ammalato.
E' certo che, alla luce di questa rivelazione, Nanni Moretti fa della morte un tema da discutere artisticamente, come già aveva fatto in precedenza, sia per "esorcizzarla" ma nello stesso tempo "utilizzandola" per documentare i cambiamenti della società, che però non cambiano la rappresentazione di famiglia come valore e rifugio da una realtà sconveniente.
ROMOLO RICAPITO

 
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GIORGIO ARMANI: GAY, SIATE MACHI E VESTITEVI DA UOMINI....

Post n°6892 pubblicato il 20 Aprile 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Stilisti ideologi della società, intellettuali di ritorno e castigatori del costume, oltre che del sociale.
Giorgio Armani, 80 anni splendidamente portati, ha dichiarato al Sunday Times: un uomo omosessuale non deve vestirsi da omosessuale, è uomo al 100 per cento.
Un uomo deve essere uomo".
Questa rivendicazione, tradizionalista, fa il paio con quella dei colleghi Dolce e Gabbana sulle famiglie gay che vogliono adottare i figli. Essi sono contrari.
Ancora, sulla chirurgia estetica Armani ha detto: non mi piace.
E critica i muscoli eccessivi.
Le donne devono, infine, avere il coraggio di invecchiare e non cedere alla pulsione di sembrare più giovani.
Tutto questo, pur essendo opinabile (desterà sicuramente polemiche) si può leggere anche come "altro".
Conquistato il successo, la popolarità, la ricchezza e l'apprezzamento in Italia e all'estero, Giorgio Armani (come i più giovani Dolce e Gabbana) può senz'altro permettersi il lusso della sobrietà esibita e di concetti "borghesi", o di ricostruzione del sociale su schemi classici o antichi, se non antiquati.
Questo però stride con l'avanzare della società stessa, che va avanti comunque, proponendo modelli che possono essere non condivisibili, non accettabili, o addirittura da rifiutare, ma che però si sono imposti ormai, diventando a loro volta trend, cultura e apportatori (a loro volta) di nuove mode, gusti.
A questo punto dunque Armani fa la figura del vecchio artista, o intellettuale, o modista che, rinchiusosi nella sua Torre, vorrebbe fermare il mondo, imponendo le proprie opinioni, giuste o sbagliate che siano.
ROMOLO RICAPITO

 
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