Creato da romolor il 20/07/2005
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Messaggi di Dicembre 2015

Sono nati i cani di BERLUSCONI

Post n°7110 pubblicato il 09 Dicembre 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Una natività laica, irridente, particolare in occasione dell'avvicinarsi del Santo Natale: ha partorito Dudina, la cagnetta di Berlusconi che sposò Dudù.
L'ex premier, felice come una...Pasqua, con in braccio il padre a quattrozampe, si è fatto fotografare dietro la cuccia, rossa (colore natalizio) di Dudina, mentre "costei"allatta i piccoli.
I tre cucciolotti saranno adottati da "papà Silvio" e "mamma" Francesca (Pascale) figure di riferimento per la famiglia canina.
La notizia, al di là delle attribuzioni politiche, fa felici tutti, in particolare gli amanti degli animali e quindi dei cani.
Non tutti certo hanno la possibilità di allevare i cuccioli che vengono al mondo. Ma Silvio può.
La cagnolina Dudina è stata sottoposta a parto cesareo: Berlusconi, in ansia come qualsiasi "padre" ( ma vista l'età, magari un nonno) ha dimostrato il suo punto debole. Certo, Francesca Pascale potrebbe a questo punto, non certo per "imitazione", ma per una sorta di "illuminazione" chiedere un figlio al fidanzato Berlusconi.
E chissà che la lieta novella dei cani non sia ispiratrice di un nuovo neonato che rimpingui la grande "Dynasty" berlusconiana.
Per adesso, però, Silvio Berlusconi può anche fare a meno del presepe, dando luogo, magari, a un presepe vivente: lui, Francesca, Dudù, Dudina e i tre pargoletti pelosi.
Che bel Natale.
ROMOLO RICAPITO

 
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11 DONNE A PARIGI: RUOLO DA DIMENTICARE PER ISABELLE ADJIANI

Post n°7109 pubblicato il 09 Dicembre 2015 da romolor
 
Foto di romolor

11 Donne a Parigi: un bel film pre-natalizio che propone le vicende di tanti bei personaggi femminili nella capitale francese.
Spassoso, spinto, secondo qualcuno "volgare" (fosse soltanto questa la volgarità!), l'opera è una palestra di bravura per tante attrici d'Oltralpe, alcune conosciute in Italia, altre no (la maggior parte ) .
Eppure nella pellicola diretta da Audrey Dana (attrice anche lei) l'unica a non fare bella figura è proprio la diva più conosciuta del cast: Isabelle Adjani.
La Adjiani, che non si vedeva da molto tempo almeno sugli schermi italiani, ha il ruolo più brutto, o insignificante ma la disgrazia è il suo non volere invecchiare.
La sua faccia da bambolina, gonfia e troppo tonda è il probabile risultato di troppo botox.
Irriconoscibile, pur se nella sua riconoscibilità.
E così a brillare sono le sue colleghe, belle ma anche meno belle, tutte più giovani ma anche più "naturali".
Anche il ruolo comico non si addice alla Adjani e non soltanto perché vista in tanti drammi (Adele H. di Truffaut, Diabolique) ma in particolare perché con la faccia ricostruita magicamente dall'estetica "artificiale" risulta credibile quanto un pupazzo di neve sulla spiaggia in agosto.
ROMOLO RICAPITO

 
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Eccessi.La trans EFE BAL "reginetta" del Teatro alla Scala per la Giovanna d'Arco di Verdi

Post n°7108 pubblicato il 08 Dicembre 2015 da romolor
 
Foto di romolor

La Giovanna d'Arco di Verdi "riesumata" alla Scala: la "prima" è stata presa d'assalto dal bel mondo meneghino per una serie di ragioni.
Rifugiarsi nello storico teatro milanese è stato una sorta di rito collettivo, purificatorio, per allentare le tensioni del terrorismo ma anche e soprattutto una passerella che ha unito cultura, mondanità e volgarità.
Presente anche il Presidente del Consiglio (onnipresente, direi ) per dare un tocco di istituzionalità.
Il sindaco Pisapia ha parlato della grandezza della Giovanna D'Arco, opera che pochi conoscevano.
Come al solito, i cronisti di "rosa" hanno ignorato le frasi di circostanza dei notabili : fotografatissima Daniela Santanché, con papillon verde e gonna di raso verde, ha dominato la scena. "Pare un albero di Natale", è stato commentato all'unisono.
In una foto pubblicata dal sito del Corriere della Sera, la Santanché col suo compagno Alessandro Sallusti sono circondati, a distanza, da giornalisti con taccuino e penna in mano concentratissimi, come se stessero commentando l'arrivo di una Madre Badessa.
Alla prima anche la transessuale Efe Bal, che si è anche buttata nella buca dell'orchestra per provocare.
La Bal, che esercita l'attività di prostituta, è stata addirittura la più fotografata.
La trans ha dichiarato di avere acquistato regolarmente il biglietto per 2.200 euro.
Una giornalista biondina e compunta , oltre che attenta, registrava le dichiarazioni dell'insolita ospite sul taccuino.
Insomma la Giovanna d'Arco si è contraddistinta per la classica"unione" di sacro e profano. A dominare, il profano.
ROMOLO RICAPITO

 
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GAFFE DI MAURIZIO COSTANZO CON ANTONIO CONTE SU GINA LOLLOBRIGIDA

Post n°7107 pubblicato il 07 Dicembre 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Mi è piaciuto moltissimo l'intervento al Maurizio Costanzo Show di Gina Lollobrigida, 88 anni splendidamente portati.
Elegantissima, dal fascino incrollabile, la diva del cinema italiano degli anni '50 e '60 non si è sottratta al fuoco di fila delle domande di Maurizio Costanzo, riguardanti incontri amorosi e professionali.
Abile e furba anche, la Lollo, a deviare o a non rispondere a domande sgradite. Riguardo una sua presunta inimicizia con Sophia Loren, ha fatto finta di non capire, parlando invece della sua conoscenza,a Hollywood, di un'altra splendida attrice : Marilyn Monroe.
La Lollobrigida ha rivelato una grande voglia di vivere, un entusiasmo invidiabile e la voglia di lottare, sempre e comunque.
Tra poco darà alle stampe la sua autobiografia. Ho notato poi una gaffe di Costanzo nei confronto di Antonio Conte: al commissario tecnico della Nazionale, nato nel 1969, il giornalista ha chiesto le sensazioni "erotiche" provate quando andava al cinema da ragazzo a vedere i film della mitica Gina.
In realtà, già nel 1969, la migliore produzione della Lollo al cinema si era già ampiamente vista. E l'ultimo film di rilievo dell'attrice fu Peccato mortale, del 1973. Impossibile che poi Antonio Conte abbia visto a 3 anni il Pinocchio di Comencini in tv. La risposta di Antonio Conte è stata di ammirazione sulla bellezza, da gran signore.
ROMOLO RICAPITO

 
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Chiamatemi Francesco, pro e contro la pellicola di Luchetti

Post n°7106 pubblicato il 06 Dicembre 2015 da romolor
 
Foto di romolor

Il film "Chiamatemi Francesco" di Daniele Lucchetti sta richiamando molti spettatori al cinema.
Altri, parecchi, si astengono dal farlo, non per una preclusione ideologica, ma perché non invogliati.
Papa Francesco lo vediamo tutti i giorni in tv. Lo sentiamo e quasi lo tocchiamo.
L'idea di testarne il mito col cinema è forse troppo in anticipo sui tempi, o perlomeno bolla l'opera come pleonastica.
"Pesante, inutile, poco interessante" sono i giudizi forse ingenerosi ma sinceri di molti miei amici e conoscenti.
Non ho voglia di vedere quest'opera, non mi attrae.
Non pagherò il biglietto al cinema.
Forse, ma non è sicuro, seguirò al film in tv.
Avvicinarsi al sacro tramite film, sceneggiati, fiction è un terreno minato.
Forse perché lo hanno fatto già in troppi, sceneggiatori e registi, non sempre in maniera convincente.
Retorica è la parola che più mi viene in mente in questi casi.
Rigetto la reazione istantanea, quasi spontanea, alla proposta dell'uscita del film-evento il 3 dicembre sulla figura del già mitico Jorge Bergoglio.
L'essere cattolici o agnostici non c'entra. E' un rifiuto, magari immotivato, di certe operazioni artistiche, in odore di "commerciale".
ROMOLO RICAPITO

 
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