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Messaggi di Febbraio 2016

NICHI VENDOLA: perché la sua paternità gli ha procurato critiche che non si aspettava

Post n°7182 pubblicato il 29 Febbraio 2016 da romolor
 
Foto di romolor

La paternità di Nichi Vendola e del suo compagno Ed ha destato stupore, ma perlopiù clamore.
Avverto, al di là del fatto, un clima di condanna generalizzata anche da parte di opinionisti di sinistra.
Il motivo: andando all'estero, pagando per le pratiche dell'inseminazione etc, Vendola ha speso molti soldi, che può permettersi.
Ma chi appunto vorrebbe ricorrere a tali pratiche e non può, per ragioni economiche o, semplicemente, contrario all'idea che la "casta" possa procurarsi tutto, andando anche all'estero, grazie ai privilegi ottenuti col voto dei cittadini, ha screditato una vicenda intima e privata che tale doveva rimanere, perché scelta appunto personale, affrontata sicuramente con coscienza e non con superficialità.
Ma Nichi Vendola è un personaggio troppo noto, popolare e in vista. La scelta del bebè per ufficializzare il suo impegno di vita col compagno decennale non poteva passare inosservata. Ed è dunque giudicata, criticata, esaminata fin nei minimi dettagli.
I tradizionalisti pensano: chi sarà la figura femminile che offrirà un riferimento al piccolo?
I non tradizionalisti, quelli favorevoli alla legalizzazione delle unioni gay e anche alla stepchild adoption, in parte dissentono, una volta che il desiderio di Nichi si è tramutato in realtà. E sono pronti a rivedere le loro posizioni libertarie: Vendola è accusato di essersi recato in America , in California, terra visceralmente anticomunista . Ma adesso evidentemente le leggi di quel paese "consumista" fanno comodo a Vendola, il quale di fronte ai suoi detrattori la butta come al solito in politica, o meglio, elaborando i soliti slogan : "gli squadristi non turbano la mia gioia".
Ma per chi fa politica anche le scelte personali diventano tali, ossia politiche,appunto, bebè o non bebè.
Non si tratta di squadrismo. Perciò Vendola oltre alla gioia accolga liberamente anche eventuali critiche, pur  se potranno sembrargli gratuite.
Dopotutto siamo in democrazia e il suo viaggio americano alla ricerca della felicità ha scontentato molti suoi elettori, che non si sono riconosciuti nel divo "americano" che realizza con un colpo di bacchetta magica i suoi desideri.
ROMOLO RICAPITO

 
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XIII premio di Giornalismo Michele Campione: dominano gli ex aequo

Post n°7181 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da romolor
 
Foto di romolor

XIII premio di Giornalismo intitolato a Michele Campione: "maestro di umanità, prima che di giornalismo".Tanti i vincitori, ma troppi gli ex aequo
di Romolo Ricapito

Grande affollamento all'ex sala della Provincia sul Lungomare di Bari per la premiazione, alla tredicesima edizione, dei vincitori del Premio di Giornalismo intitolato al compianto Michele Campione.
Una signora alta, in impermeabile verde, recava in una borsa rossa un grazioso e coccoloso barboncino bianco, metafora giusta e nota di colore che si frappone a una manifestazione pomposa, sussiegosa e noiosa, ormai pienamente anacronistica.
Gaetano Campione ha invitato la numerosa folla di curiosi, parenti dei vincitori, conoscenti e colleghi cronisti ad avvicinarsi, per dare luogo all'evento, mentre Valentino Losito presidente dell'Odg pugliese si è detto onorato di presiedere e presentare ancora una volta la ricca (per contenuti, vincitori , discorsi) kermesse: omaggiando il sindaco metropolitano Antonio Decaro per la messa a disposizione della sala.
150 gli elaborati di vario genere pervenuti alla "giuria". Valentino Losito ha ricordato inoltre di essere stato presente un mese fa a un convegno di giornalismo nel Salento, dove ha incontrato un docente universitario, il quale ha ricordato Michele Campione come suo maestro alla sede Rai della Puglia: "insegnante di giornalismo, ma soprattutto di umanità".
"Esiste una laurea in umanità?" ha rilanciato il dottor Losito.
A fronte di questa domanda, volutamente retorica, la partenza della manifestazione ha avuto inizio, fermo restando che il collega Michele Campione nei "crocicchi del mondo incontrava l'autentica umanità, allo scopo di raccontarla".
"Perché il giornalismo non era l'unica via di Michele verso l'uomo: l'altra era la poesia!".
Citati i ragazzi del Master di Giornalismo, presenti, presieduto da Lino Patruno, anch'egli presente.
Rossella Grandolfo, consigliere e segretaria dell'Odg, ha di fatto condotto la cerimonia, annunciando una sorpresa.
Tale sorpresa, subito svelata, è stata l'attuale direttrice di Donna Moderna, Annalisa Monfreda, premiata alla carriera.
La Monfreda, 36 anni, barese di Casamassima , iniziò il suo percorso a 16 anni con La Città.
Ora, dopo aver diretto il mensile Top Girl nel 2008, passando per Geo e Cosmopolitan, è al comando del settimanale femminile più venduto, appunto Donna Moderna, ma anche di Starbene.
Giovane, sorridente, pronta ed entusiasta, Monfreda ha però chiarito: "il lavoro giornalistico dà effettivo impiego a pochissima gente ; il 90 per cento è impegnato a farlo, come me, a Milano".
La giovane direttrice ha raccomandato ai giovani: non è importante la testata, andate a catturare i lettori dove essi stanno e fidelizzateli.
A questo punto uno studente del master di giornalismo con barba e un esagerato e ridondante cappello nero, enorme per volume e altezza, ha fatto una domanda alla "collega".
Prima di fare il suo intervento, però, avrebbe fatto meglio a riporre via il suo copricapo, che oltre a ridicolo era provocatorio e testimoniante autentica maleducazione per gli astanti.
Dopo questa censurabile forma di esibizionismo, la presentazione si è allungata con la lettura da parte di Vito Signorile di un'altra lunga poesia di M. Campione. La prima era L'Ulivo: "Ho piantato l'ulivo dal corpo sottile e flessuoso, come i corpi delle ragazze di 15 anni che sorridono con gli occhi..."
Premiato per l'articolo migliore di cronaca su Carta Stampata il giovane Savino Carbone col suo reportage su Bari- Palese riguardante il Cara e i migranti in esso ospitati, pubblicato dal The Post Internazionale. Eccellente la scelta del giornalista, meno dell'argomento, che ricorre ogni anno nelle premiazioni e nelle varie sezioni. Non a caso l'articolo è stato definito "vecchio stile". Segnalate come premio di consolazione le giornaliste Lia Mintrone, Angela Balenzano, Maria Cristina Fraddosio. Senza che si specificasse nulla degli articoli, o delle testate. Dunque tale premio al trittico del gentil sesso è parso giusto un contentino.
Per la cultura e il costume, a vincere Roberto Guido per il suo reportage, a puntate, dal titolo Viaggio in bici sul ciclovia dell'Acquedotto, per il Corriere del Mezzogiorno.
Sembrano comunque esserci finalmente nomi nuovi tra i premiati. I premi di "riserva" alla gentile signora Tea Sisto e a Pasquale Vitagliano, naturalmente senza che fosse specificato per quale argomento. Due nuovi vincitori ex aequo per un verdetto definito dalla dott.ssa Grandolfo "salomonico". il primo per lo Sport a Vito Pricigallo della Gazzetta del Mezzogiorno per la storia di un 24enne che ha trovato nel calcio una zona franca di riscatto e redenzione dalla droga. L'altro a Giuseppe Dimiccoli sempre della Gazzetta del Mezzogiorno con "Anch'io corro a New York". . Un invito alla giuria, per le prossime edizioni; siano aboliti questi ex aequo, soprattutto se assegnati alla stessa testata. Magari strameritati: ma occorre avere anche il coraggio di premiare una persona per volta. Altrimenti il contentino diventa una prassi e non un optional. Segnalati Vanni Sgobba, Manlio Chieppa. Velocizzando: per cronaca- tv, premiato Lorenzo Turi con un servizio trasmesso in diretta da Sky 24 direttamente da Parigi, in Place de la République, inerente gli scontri tra manifestanti e polizia. Ex aequo per Marianna Canè, ex allieva del Master di giornalismo per il servizio Lo spogliatoio di una palestra trasmesso da una trasmissione condotta da Paolo Del Debbio.
"Ho dovuto andare a vivere anch'io a Milano" ha detto la gentile vincitrice, esprimendo un suo consiglio,anche se questa volta non richiesto: "giocatevi bene gli stage".
Dopo quest'invito, criptico, la segnalazione a Giovanni Di Benedetto, mentre per la sezione Cultura e Costume il premio va a Michele Piscitelli col servizio Il Ballo delle Debuttanti per Repubblica tv.
Lino Patruno, uno dei premiatori, ha detto che il mestiere di giornalista va fatto, invito specifico a chi lo voglia fare. "Chi ve lo sconsiglia ha avuto cattive esperienze". E in più: "è il mestiere più bello del mondo".
Anche uno tra i premiati per le agenzie giornalistiche, più avanti, ha definito il mestiere giornalistico il più bello del mondo . Schiaffo in faccia, però, agli altri mestieri, siano essi l'attore, il barbiere o il fruttivendolo.
Questa presunzione di "classe eletta" dà fastidio, a livello di opinione . Pare una sorta di auto-conferimento, narcisistico. Non si è parlato naturalmente della crisi del settore.E nel chiudere questo articolo per mancanza di spazio, è da censurare la mancanza d'aria che si è avvertita all'interno della sala, trasformata in una camera a gas per mancanza di ricambio di ventilazione, con finestre inopportunamente sigillate La manifestazione, prolissa, non ha giovato al benessere respiratorio ( e alla vescica...) insomma alla comodità pratica degli astanti. E, comunque, erano tanti i giornalisti impegnati fuori dall'aula in conversazioni formali e informali.

 

 
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Libri in tv da MARZULLO: Enrico Montesano e Elda Lanza

Post n°7180 pubblicato il 27 Febbraio 2016 da romolor
 
Foto di romolor

Nella trasmissione notturna di Gigi Marzullo sui libri, "L'appuntamento", ho seguito la presentazione di un volume scritto da Enrico Montesano.
Tale presentazione ha occupato la maggior parte dello spazio., Congiuntamente, è stato proposto un "giallo" scritto da Elda Lanza, 91 anni, ex presentatrice televisiva. Da qualche anno ella edita romanzi di genere.
La Lanza era in collegamento, mentre registrato è stato l'intervento di Marina Perzy, ex showgirl: anche lei aveva il suo libro da presentare.
E così via, mentre , non è stato proposto nessun libro di scrittori professionisti.
A un certo punto Marzullo, non so se per giustificarsi o giustificare la scelta editoriale del suo programma, ha chiesto a Montesano come mai questa voglia di raccontare da parte di persone che non sono abitualmente scrittori.
Montesano ha detto la sua .
Pur apprezzando l'attore romano come professionista e certo che il suo libro sarà interessante, anche con riferimento ad altri ospiti, mi chiedo: come mai la Rai che è servizio pubblico non ospita in una trasmissione di libri nessun narratore di professione?
Dove sono finiti gli scrittori?
Mi sono dato una spiegazione: sicuramente i libri scritti da presentatrici, attrici, show girl, attori e consimili creano meno timore reverenziale nei confronti di un certo pubblico televisivo che si approccia alla narrativa senza essere composto dai cosiddetti lettori forti.
Ma la televisione avrebbe il dovere se non di formare, almeno di illustrare qualche uscita in libreria di scrittori professionisti e non dare spazio esclusivamente a scrittori di passaggio, occasionali o a chi svolge abitualmente altri mestieri, tra l'altro già di ampia visibilità.
ROMOLO RICAPITO

 
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CANCELLATI! L'amarezza di Al Bano e Romina Power

Post n°7179 pubblicato il 26 Febbraio 2016 da romolor
 
Foto di romolor

L'amarezza di Al Bano e Romina Power per la cancellazione del programma di prima serata "Così vicini, così lontani, per ascolti ritenuti dalla rete ammiraglia, Rai Uno, insufficienti.
Carrisi ha dichiarato di avere avuto un presentimento prima di accettare, rivelatosi fondato. La gente oggi vuole distrarsi, ridere e il programma, fatto di ricongiungimenti tra familiari lontani per decenni, secondo Al Bano, non ha riscosso il successo sperato per la voglia di evasione del pubblico.
La reazione di Romina è stata più di pancia: la Power su Twitter ha lanciato una serie di dichiarazioni "a puntate" lamentandosi sull'autore dei palinsesti : le puntate rimanenti dovrebbero andare in onda in agosto.
Nonostante l'amarezza, credo che il flop della trasmissione sia consequenziale alla sua ripetitività: le storie si assomigliano tutte quante.
Possono emozionare, ma se l'emozione è replicata tre o quattro volte nella stessa serata l'effetto sul telespettatore è di generare noia O indifferenza.
Inoltre i due cantanti sono costretti in un ruolo per forza di cose ripetitivo, che se non li umilia non certo li valorizza.
Dunque Al Bano e Romina sono due pesci fuor d'acqua e il pubblico ha cambiato canale, per curiosare sulle nuove imprese di Belen Rodriguez oppure in cerca di altro, che apparisse meno avvio e risaputo.
ROMOLO RICAPITO

 
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Raffaella Carrà: le scappa parolaccia a The Voice. Durante dialogo con Dolcenera

Post n°7178 pubblicato il 25 Febbraio 2016 da romolor
 
Foto di romolor

Cambiando canale sono finito su Rai Due, "The Voice", mentre Raffaella Carrà, nel ruolo di coach (istruttrice di giovani talenti canori) si rivolgeva alla "collega" Dolcenera, con la domanda: "ti vedo incazz.?"
Veniva anche tirato in ballo, non so a quale proposito, il fidanzato di Dolcenera.
Sono rimasto non scandalizzato, ma afflitto.
La signora Carrà, a 70 anni suonati, usa un gergo simile perché è abituata a farlo, o in quanto con simile linguaggio scurrile, anche se di uso comune, vuole apparire vicina ai giovani, quelli che popolano la trasmissione di prima serata da lei patrocinata?
Carrà. signora incontrastata dello spettacolo italiano, è inaffondabile.
Ma dovrebbe capire che il suo personaggio non è sempre impeccabile e inattaccabile, soprattutto se cade in certe trappole.
Sinceramente e con tutto il rispetto, guardare una vecchia signora, brava e simpatica quanto si vuole, usare parolacce in prima serata quando dovrebbe adottare un linguaggio più consono a ruolo ed età, si è rivelato un pugno nello stomaco.
ROMOLO RICAPITO

 
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