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Messaggi di Agosto 2016
Ferilli di sera bel tempo...si spera.
Parte dal 7 settembre su Mediaset la nuova fiction dell'attrice romana, dal titolo Rimbocchiamoci le maniche, quanto mai provvidenziale.
Con l'autunno alle porte gli italiani si preparano a varie scadenze. I figli da mandare a scuola, le nuove tasse da pagare, il referendum che incombe.
Basteranno 8 lunghe puntate per soddisfare i palati sempre più esigenti del pubblico televisivo ormai davvero imprevedibile?
Sabrina Ferilli interpreta una donna imprenditrice a capo di una fabbrica di operaie decise a superare difficoltà e insidie della crisi economica.
Per i ruoli delle lavoratrici sono state utilizzate operaie vere.
Un tema "a sinistra" per la Ferilli, conosciuta per l'appartenenza politica al Pd, recentemente modificata con simpatie "grilline", in particolare per la sindaca Virginia Raggi.
La Ferilli, classe 1964, non può più sostenere ruoli soltanto da "bellona" (sarebbe anacronistica) pur essendo la donna più affascinante del cinema italiano.
Adesso rimbocchiamocii le maniche e attendiamo questo annunciato "polpettone" con l'opzione da luna park di lanciare le palle al pupazzo da affondare. Il pupazzo, nella fattispecie, sarebbe la Ferilli se la sua interpretazione non risulterà convincente.
Sabrina Ferilli punta al pubblico maturo, generalista, che segue la televisione "a puntate".
Sicuramente supererà la prova Auditel e in caso contrario, pazienza. Ha sempre interpretato il film premio Oscar La Grande Bellezza, il resto è un passatempo.
ROMOLO RICAPITO
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Ma è vero che la campagna rende buoni, come diceva Oscar Wilde , massima anche citata nel romanzo Paracadute e Baci di Erica Jong?
Ritengo di no, almeno stando ai racconti di chi, cercando la tranquillità di una vacanza rigenerante, ha affittato un trullo tra gli ulivi o si è affidato a bed and breakfast economici, fuori dal centro abitato, in Puglia e Basilicata.
I turisti cittadini, in lamentele da me ascoltate durante una festa, erano cani idrofobi.
La connesione intrenet non funzionava.
Le zanzare erano in eccesso, così le mosche.
I tanto decantati formaggi campagnoli acquistati nelle masserie della zona: duri e troppo stagionati.
La ferrovia vicina col suo rumore disturbava. La notte c'era troppa umidità. I bambini non di divertivano, oppure, lasciati in libertà, si sbucciavano le ginocchia e occorreva disinfettarli. Ma cosa più personale e intima, il sesso. Le coppie hanno lamentato che anzichè liberare l'affettività, si è sciolto il nervosismo lungamente sopito .
La troppa calma ha provocato inquietudine in camera da letto, con evidente nostalgia dell'amore consumato in città sia pure nella solita condizione di stress postlavorativo. I grilli incessanti, che si udivano cantare dalla finestra spalancata, impedivano la concentrazione mentre una balera lontana trasportava col vento i soliti ritmi salsa o da discoteca che corrompono le nostre orecchie da qualsiasi radiolina accesa.
Infine l'ozio portava sonnolenza e con essa la pigrizia.
I campagnoli...per forza sono tornati incattiviti e stressati, altro che Oscar Wilde.
RR
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Saluto come autentico capolavoro La valle delle bambole, romanzo di Jacqueline Susann che torna dopo 50 anni dalla prima pubblicazione . Ho finito di leggerlo e mi è sembrato attualissimo per come descrive il mondo dello spettacolo, ma anche la società di New York e Hollywood. I disvalori che la narrazione porta alla luce sono gli stessi in voga adesso nel bel mondo. Soldi, successo, matrimoni di convenienza. Le protagoniste sono tre donne che finiscono preda delle bambole, ovvero pillole di vari colori contenenti droghe eccitanti o forti tranquillanti.
Penso alla fine di Prince, che come recentissimamente si è appurato è stata attribuita a potentissimi oppiacei celati dietro pillole apparentemente innocue. Anche la povera Whitney Houston, morta qualche anno fa nella vasca da bagno di un alberrgo, sembra una protagonista di questo vecchio romanzo che per me è un autentico capolavoro. Il successo al cinema (ma la Susann propone anche quello della televisione, allora agli albori) è una cosa fuggevole, caduca e porta molti dolori assieme, o dopo, gli evidenti successi.
Al di là di tutto ho apprezzato la descrizione degli ambienti e dei caratteri fatta dalla Susann, scomparsa precocemente nel 1974, in quanto tanti romanzi da me letti negli ultimi 15 anni, best seller seguono quella traccia e la ripropongono all'infinito, con nomi e situazioni cambiate, ma riconoscibili.
Dunque trovo che questa autrice sia straordinaria e vada riscoperta e letta, come ho fatto io.RR
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Non sopporto le orchestre che in estate suonano nei luoghi di vacanza il repertorio anni Settanta che si riduce a quello del duo Mogol-Battisti.
Ovviamente, per captatio benevolentiae, si ricorre alle canzoni pià note, da Mi Ritorni in mente a Il Mio canto libero, includendo Eppur Mi son scordato di te della Formula 3, scritta da Lucio Battisti.
Offrire al pubblico ciò che conosce e che può riprodurre dalla platea con una sorta di karaoke, non è ottimale.
Esistono tante canzoni da ripescare, rivalutare nell'ambito dei Sessanta, ma si finisce per offrire prestazioni scadenti, nel tentativo dell'applauso facile.
E' forse anche questo che spinse Battisti negli ultimi anni di vita a creare un sodalizio col poeta Pasquale Panella: testi più criptici, ma meno cantabili e altrettanto interessanti, o da riscoprire. Non la solita minestra riscaldata. Non si onora un autore scomparso riproponendone i successi più ovvi, ma occorre variare il menu. Altrimenti trattasi di operazioni scadenti,all'insegna dell'offrire al pubblico ciò che già sa.
Romolo Ricapito
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"Il Supercafone eccolo qua" ho canticchiato mentalmente mentre, approcciandomi alla cassa del supermercato nel luogo di vacanza, ho avvertito una presenza inquietante in quanto a sfacciataggine: arrivava un uomo di 60 anni, ancora alto e atletico, dallo sguardo torvo e dalla capigliatura rossastra. La particolarità dell'individuo, era quella di trovarsi in mutandoni da mare large, versione slip, aderenti sul davanti. Null'altro addosso.
Vestito da bagnino, il personaggio non entrava dal luogo dove fluiscono clienti e carrelli, ma si approcciava, diciamo così, controsenso verso la mia direzione. Ha aperto dunque lo sportellino che regola l'afflusso ai pagamenti e si è fatto avanti con questa frase: fammi passare, devo prendere delle cose che ho ordinato.
L'uomo, afferrato il pacco delle rosette che il panificatore gli aveva messo da parte, ne ghermiva 4 o 5 con le mani rimettendole a posto nel reparto pane. "Sono troppe".
Poi, avvistava dei kiwi nel reparto frutta e dopo averne testata la consistenza a mani nude, ne acquistava tre.
"Mia moglie è costipata, questa frutta aiuta".
Infine il cliente, davvero insolito, premeva per pagare prima di tutti: "ho lasciato l'uscio di casa aperto, i ladri sono sempre all'erta".
Ho ricantato questa volta sussurrandolo e non più mentalmente il motivo "Il Supercafone eccolo qua"...ROMOLO RICAPITO
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Inviato da: martellodgl13
il 13/05/2022 alle 14:32
Inviato da: martellodgl13
il 12/05/2022 alle 19:42
Inviato da: spalmieros
il 20/09/2021 alle 09:33
Inviato da: Coulomb2003
il 10/11/2020 alle 12:33
Inviato da: cassetta2
il 20/04/2020 alle 16:11