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Messaggi del 07/03/2014

G.B: PROFANATO ALBERO PIANTATO DA SCRITTRICE CHARLOTTE BRONTE

Post n°6467 pubblicato il 07 Marzo 2014 da romolor
 
Foto di romolor

E' polemica a Haworth (Gran Bretagna) per una telecamera inserita su un albero secolare (cipresso) situato nel giardino della Canonica e piantato dalla scrittrice Charlotte Brontë (1816-1855) autrice del capolavoro Jane Eyre.
La denuncia avviata da un cittadino: avviate verifiche dalla Bronte Society.
Nel 2012, fu profanata la cappella (con cimitero annesso) dove furono battezzate le celebri Sorelle Bronte. Esattamente, furono rubate tre pietre tombali.
Tutta l'area di Haworth, nello Yorkshire, è territorio turistico, anche perché in essa fu ambientato il romanzo immortale "Cime Tempestose", scritto da Emily, sorella di Charlotte.
Il turismo letterario è molto fiorente nei paesi anglofoni e qualsiasi attentato a questo patrimonio viene prontamente segnalato dai cittadini, custodi coscienziosi di tale tesoro virtuale.
La popolarità di artisti vissuti in determinate aree geografiche non finisce con l'esistenza terrena, ma garantisce un afflusso turistico continuo nei luoghi natii.
Tale ricchezza culturale, estendibile all'economia, è un ulteriore regalo degli scrittori e dei poeti ai loro lettori, o ai discendenti di essi.
L'anima dei poeti, come insegna una celebre canzone francese, è immortale e fa parte di un patrimonio di tutti.
Va dunque preservata, a tutti i costi.
ROMOLO RICAPITO

 
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Flop artistico per FERZAN OZPETEK: ALLACCIATE LE CINTURE, MA CHE DELUSIONE!

Post n°6466 pubblicato il 07 Marzo 2014 da romolor
 
Foto di romolor

Ho visto il primo giorno di proiezione Allacciate le Cinture di Ferzan Ozpetek. Il regista turco può contare su uno zoccolo duro di fans, forse più donne che uomini, entusiaste in particolare quelle over 60.
Temo però che con questa pellicola, Ozpetek abbia iniziato la marcia indietro per quanto riguarda la sua proverbiale vena creativa.
Il dissenso era evidente dalle reazioni scontente del pubblico presente in sala. Non convince in particolare un primo tempo lungo, banale, zeppo di personaggi e di situazioni poco interessanti.
Si avverte quindi una ripetitività imbarazzante.
Si nota poi come se il regista abbia innestato la quinta marcia nell'ultima parte.
Ma la narrazione diventa un melo abbastanza consueto, che rimanda a film come Voglia di Tenerezza.
Penso che, a fronte di una buona affluenza agli inizi, il film perderà colpi sull'onda del passa-parola.
E' evidente come il cinema non sia ormai più al primo posto degli interessi di Ferzan Ozpetek, visto il suo recente esordio nella narrativa  e il suo altro esordio, a breve, come regista teatrale.
Romolo Ricapito

 
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