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Messaggi del 26/12/2014

Ma tu di che segno 6? Recensione di ROMOLO RICAPITO

Post n°6737 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

di Romolo Ricapito
BARI, 20 DIC. - Ma tu di che segno 6? è una commedia diretta dal veterano Neri Parenti e sceneggiata dallo stesso regista assieme ai fratelli Vanzina. A co-produrre, Maria Grazia Cucinotta, che annovera tra le sue produzioni numerosi flop. Questo film non fa eccezione: vediamo perché. Non tanto in quanto come incassi tale cinepanettone "anticipatario" ormai arranca (uscito il 11-12, nel week end pre-natalizio è ormai settimo al box office) ma perché trattasi di una pellicola molto modesta come qualità. A fare bella figura, all'interno del numeroso cast, che tenta di inserire bravi caratteristi ( fortunatamente nuovi per il grande schermo) è il "solito" Massimo Boldi. L'attore lombardo, nei panni del Cav. Rabagliati, tipografo e fornitore del Vaticano, igienista fino agli eccessi , risalta più di tutti. Questo perché è chiaro che si diverte lui per primo (e fa divertire il pubblico) con le sue battute"demenziali" e la celebre faccia mobile che pare di gomma, con piacevolezza e maestria.

Il copione non è granché? Non importa, Boldi come tutti i grandi comici fa in modo di distrarre dal giudizio , confermandosi un "cartone animato vivente" (la definizione è sua). Le gag che potrebbero essere volgari gli scivolano via addosso: fanno ridere e basta. Anche Luigi Proietti fa del suo meglio, nei panni di un Principe del Foro che perde la memoria poco prima di un'importante udienza, dopo essere scivolato nel bagno del Palazzo di Giustizia , a causa del pavimento insaponato e avere battuto conseguentemente la testa . L'avvocato De Marchis (Proietti) è del Leone: il minimo comune denominatore delle storielle concatenate è quello di personaggi schiavi degli oroscopi, oppure vittime di essi , sia consapevoli che non.

Per dare una parvenza di "serietà" all'argomento è stato ingaggiato il famoso astrologo Paolo Fox. che appare all'inizio. A fargli il verso ,il duo comico Pio e Amedeo, che in questo film è consacrato ufficialmente : pur se sulla falsariga di Lillo e Greg o di Ficarra e Picone ( altre coppie celebri) i due (Pio D'Antini e Amedeo Grieco) apportano un po' di garbato umorismo all'interno di una commedia generalmente fiacca. Un altro riferimento potrebbe essere Checco Zalone, dato che i due sono pugliesi, però non baresi, ma foggiani. Infatti per identificarsi citano i comuni di San Severo, Cerignola, ma anche Trani e Canosa. Pio nei panni di Orion (astrologo ) fa la satira su Paolo Fox, mentre Amedeo impersona un attore. Lo sforzo delle due ex "Iene" è notevole e per un attimo fa dimenticare il piattume della trama. C'è anche un divertente intermezzo nel quale interpretano Ma Che Freddo fa di Nada.

La deriva della commedia si attua compiutamente col personaggio interpretato da Ricky Memphis. Saturno (Memphis) 40 anni, single, è perseguitato dalla malasorte ogni qualvolta incontra una donna Ariete. Vorrebbe ricordare, nelle sue disgrazie, il rag. Fantozzi, come quando gli piomba addosso un meteorite. Ma l'interpretazione è scarsa: Memphis rifà sempre il personaggio di Memphis, allampanato e con dialoghi elementari. Inoltre la sceneggiatura è scurrile, politicamente scorretta e volgare. A un certo punto, un comprimario, riferendosi a Wanda (la brava Cecilia D'Amico) e rivolgendosi allo stesso Ricky Memphis, gli chiede: "ma come, sei uscito con la "Scorreggia?" . Più avanti: "hai fatto un figlio con la Scorreggia?". Gli altri difetti di Ma Che Segno 6: sembra un film anacronistico e di scarsa attualità.

Il che si evidenzia maggiormente nell'episodio con Vincenzo Salemme, nei panni di un maggiore dei Carabinieri morbosamente geloso della figlia diciassettenne, cosicché egli fa in modo, servendosi della sua divisa, di sconfessarne ed eclissarne i fidanzati. La ragazza si ritrova dunque perennemente single e umiliata. Non indagando oltre sui risvolti psicanalitici di questo comportamento, rivelatori di un desiderio incestuoso, diremo che Salemme rifà Salemme, così come precedentemente detto di Memphis. Gag risapute, viste e riviste sin dai tempi di Totò. Gli unici momenti piacevoli, quelli con l'apporto del bravissimo Angelo Pintus, nel ruolo del brigadiere Quagliariello, ottima spalla per Salemme.

L'attore triestino è davvero una maschera entusiasmante. Oltre agli anacronismi, la commedia vanziniana annoia già a metà film: il che è molto grave per un film che si propone di divertire. Sembra addirittura uno scarto di gag e situazioni dei cinepanettoni diretti precedentemente da Neri Parenti. Dove non arriva la risata, si ricorre alla volgarità: umorismo stercorario, emorroidi. Un altro appunto: non c'è spazio per i titoli di testa . Cosicché il film inizia senza alcuna "sigla",citazione di attori, sceneggiatori, costumisti e quant'altro. Bisogna aspettare la fine: la curiosità viene soddisfatta (tardi) sulle note di I'M a Freak, del bravissimo Enrique Iglesias.

- ROMOLO RICAPITO

 

 
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Posh (film) Recensione di ROMOLO RICAPITO

Post n°6736 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

di Romolo Ricapito
BARI, 1 OTT. - La stagione cinematografica appena iniziata si presenta abbastanza incerta. Sono poche le pellicole di grande successo; unica eccezione forse Colpa delle Stelle e Lucy. La programmazione è mista: ci sono film come questo Posh, dall 'andamento altalenante: partito un po' in sordina, sembra recuperare sulla distanza. Ad esempio, nella giornata del 29 settembre, è addirittura al terzo posto negli incassi. Ma il pubblico infrasettimanale è diverso da quello del sabato sera e delle domenica: forse maggiormente attento al contenuto e meno al richiamo della grancassa pubblicitaria. Ad ogni modo questo Posh ha un titolo originale migliore : the Riot Club. Esso spiega meglio la trama: tale "club" "esclusivissimo" nacque (secondo la storia del film) ad Oxford, prestigioso ateneo, per commemorare uno dei più antichi frequentatori di tale Università: il settimo duca di Carlyle. Tale "antenato", nel Settecento o giù di lì, era un edonista dissoluto esperto in orge: il prologo ce lo mostra infatti mentre, durante un movimentato amplesso con una "nobildonna", è sorpreso" "in flagrante" dal marito cornuto di lei. Ovviamente, chi di corna ferisce, di...spada perisce e il duca muore ben presto. I suoi "nipotini", ossia gli studenti oxfordiani di oggi, proseguono la tradizione: il loro club esclusivo dovrebbe riunire le dieci maggiori eccellenze, per censo, nobiltà etc, creando una confraternita di giovani brillanti e coraggiosi. L'Università di Oxford, frequentata di padre in figlio, si rivela in questo contesto un mondo chiuso, opprimente, razzista e avulso dalla realtà esterna. Tanto per dirne una, i componenti del prestigioso club non sono altro che odiosi viziatelli, che portano avanti una tradizione di rapporti di forza e sudditanza. Il migliore del gruppo, ammesso "per caso" nella confraternita (è di origini proletarie) è Miles, soprannominato Posh. "Mi chiamo Miles perché i miei mi concepirono ascoltando A kind of Blue di Miles Davis ", spiega. L'Università ha un'impronta chiaramente maschilista, retrograda e misogina. Le fellatio sono l'atto più praticato e desiderato dai maschi, meglio se "ordinate" a una bella escort bionda che dovrebbe espletare questa prestazione con tutti i 10 membri del Riot. Ma la prostituta si rifiuta, schifata. I personaggi delle classi inferiori (il ristoratore, la cameriera mora dai capelli lisci, persino i rapinatori del bancomat) si rivelano quelli "morali", i ricchi quelli "amorali". Questa visione, diremmo così, "comunista" viene riproposta di frequente all'interno del film. Ad esempio, dopo una sbornia senza fine, i balordi del Riot urlano "abbasso i poveri"!" . Poveri che, nella loro forma astratta, costituiscono i loro mortali nemici... In questa fase il film diventa "politico": gli appartenenti al Riot Club sparlano dei laburisti, sostenendo che il popolo, per sistemare le cose, alla fine è solito chiedere sempre l'aiuto (e i favori) dei ricchi repubblicani... Le donne dal film sono quasi assenti, se non fosse per Lauren (Holliday Granger) , che è fidanzata con Miles e ha il ruolo del Grillo Palante. L'unica trasgressione che queste ragazze si concedono è indossare Versace, come firma che accredita un preciso status sociale. Ad ogni modo il disprezzo per il genere femminile che il Riot Club nutre è sospetto: non a caso il "capo " del gruppo, un fighetto biondo e dandy, ama in segreto il collega Miles. E nasconde tutto ciò virilizzando al massimo le attività della microsocietà , includenti bevute di alcol che durano ore ed ore . Il film propone delle scene molto lunghe nella seconda parte: scritto da Laura Wade, è tratto da un lavoro teatrale di quest'ultima. Ecco spiegato il perché c'è molta teatralità durante la festa nel ristorante, che si concluderà nel peggiore dei modi. Ad ogni modo in questa sezione il film pecca di prolissità: i concetti cardine vengono detti e ridetti: oltre che esaustivi si rivelano dunque ripetitivi. D'accordo, il club dei 10 è formato da bulli e depravati che sono anche delle gran menti criminali. La frase "la dissolutezza trasformata in arte" è il loro credo, nella forma più perversa del Romanticismo. Ma nelle loro gesta c'è poco di Oscar Wilde e molto di Charles Manson; a fare le spese della loro "incultura" un grasso e rosso (di capelli) ristoratore, colpevole, forse, di avere tollerato sin troppo le gesta dei suoi "illustri" clienti, allettato dai loro soldi . Infatti i "Riot" non si fanno scrupolo di srotolare grosse quantità di bigliettoni sotto il naso altrui, o di coloro che ritengono dei sottoposti, per comprarne il silenzio. Nel caso delle donne, per comprarle tout court. La morale del film è che comunque i cattivi cadono in piedi, appunto grazie alle loro enormi disponibilità economiche, che consentono a tale gentaglia di potersi fare difendere da illustri principi del foro e ottenere i lavori più prestigiosi, nonostante la fedina penale ormai sporca. Esclusa qualche lungaggine il film, proprio per la sua accuratezza (buone inquadrature, bravi interpreti, un mix intraprendente di cinema classico e giovanilistico) è da vedere. Tra gli attori si distinguono Holliday Granger (di lontana origine italiana) che interpreta Lauren e Max Irons (ex modello) nella parte di Miles. Il regista è una donna, Lone Scherfig, molto nota per An Education.
ROMOLO RICAPITO

 
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i racconti "natalizi" di Romolo "La Festa che non esiste, seconda parte"

Post n°6735 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
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Perché lei, Patrizia, l'imprendibile, non rivelerebbe mai niente di sé, sul serio e con sincerità.
Meglio tanti piccoli segnali, tante messe in scena, troppe bugie.
La verità è una realtà che le fa provare soltanto orrore.
Fiorella sembrava essere una buona amica della festeggiata.
Le due dovrebbero avere delle conoscenze in comune.
La giovane donna si è iscritta alla scuola privata d'inglese dopo un anno di vacanze in paesi esteri.
Non ha perso l'accento romanesco che, giura, di avere acquistato attraverso lunghissime e quotidiane conversazioni telefoniche con amici della Capitale.
E sembra non avere neppure perduto l'aria della sottosviluppata, a livello mentale. Fiorella, però, è richiesta in società e frequenta cerchie di amici, piuttosto vaste, con le quali esce a rotazione.
Ma la festa di Patrizia sembra conclusa prima d'iniziare.

Arriverà David, arriveranno gli invitati o qualcuno, almeno, che giustifichi la serata o tutto assomiglierà a una sceneggiata da soap opera americana tardi anni Ottanta, trasmessa al pomeriggio, in replica, su Rete4?
Chi, e perché, ha boicottato la festa di Patrizia?
Ormai la sua storia pare quella de Il Ballo, di Irene Nemirovsky, uguale pari pari.
Una festa deserta, perché disertata apposta dagli invitati.
Per quali motivi nei giorni che hanno preceduto il ricevimento, Patrizia e la madre non si parlavano più?
La Roncone De Filippis vagheggiava di essere di famiglia ricchissima, per parte materna.
Una serie di errori finanziari o meglio, la dipartita del nonno ridusse il nucleo in gravi difficoltà economiche.
Un invitato si fa avanti, desideroso di parlare, di esporsi.
Il giovane, unico personaggio decente del party, almeno come aspetto, confessa candidamente di essere "amico degli amici" e di essere stato condotto all'ultimo momento, da "qualcuno", alla festa.
Insomma, trattasi di un estraneo che, per vie traverse, si è imbucato nella villa.
Non sa niente del cosiddetto pijama-party.
In effetti, nessun invitato indossa un pigiama.
Patrizia ha mentito, per fare a tutti uno scherzo.
E se,non disattendendo quanto da lei "ordinato", ci fossimo presentati gli uomini in pigiama e le donne in camicia da notte, come Patrizia voleva, coprendoci di ridicolo?
ROMOLO RICAPITO

 

 
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Natale poco...STUPEFACENTE al Cinema. Calano gli incassi dei film in sala

Post n°6734 pubblicato il 26 Dicembre 2014 da romolor
 
Tag: CINEMA
Foto di romolor

Un Natale poco...Stupefacente al cinema, non tanto per il titolo di questa pellicola che si è classificata al secondo posto negli incassi (del resto, è un film piacevole) ma perché ciò definisce bene quanto accaduto nelle sale durante queste feste.
Incassi in calo; schermi orfani dei soliti "cinepanettoni", il che non ha giovato.
Tanto che in testa agli incassi ci sono Aldo, Giovanni e Giacomo, che hanno recuperato: il loro film sembrava non ingranare.
Ma il pubblico al cinema è andato meno rispetto agli altri anni. Non ha incantato lo Hobbit, della solita saga del Signore degli Anelli, terzo.
Si fa strada però L'amore Bugiardo con Ben Affleck, vera novità delle classifiche: si farà strada nei prossimi giorni.
Poi i film per ragazzi: l'anno scorso Frozen della Disney sbancò il botteghino.
Adesso ci son Big Hero 6 e Paddington , che non ripetono i successi dei film natalizi per il pubblico giovane.
Anche Il Ragazzo Invisibile, di Salvatores, arranca: il boom non c'è stato.
Entro i primi dieci due novità per chi non vuole i soliti film catalogabili con le feste:Jimmy's Hall e Pride.
Ma è un po' poco.
ROMOLO RICAPITO

 
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