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Messaggi del 16/03/2015
IL NUOVO EDITORIALE DI ROMOLO RICAPITO:Ho provato imbarazzo, dispiacere e sgomento allorquando, salutando una collega giornalista, molto in gamba oltre che professionale, giovane e carina, non abbiamo avuto nemmeno la possibilità di un brevissimo dialogo prima di congedarci.
Il tutto alla presenza del fidanzato della donna, un uomo molto più grande di lei che però, subito iniziata la nostra minimale conversazione, ha pensato bene di trascinare via la sua compagna, di peso, come se fosse un oggetto.
Stupore e dispiacere, vedendo una donna così emancipata, decisa e dal carattere "maschile" sul lavoro, sottoporsi a questo trattamento incivile, chinando la testa remissiva.
Mi rendo conto che, alle soglie dei 40 anni, una donna pur se realizzata debba trovare, giustamente, un compagno di vita col quale costruire dei progetti per un futuro.
E' non soltanto giusto, ma sacrosanto.
A tal fine, mi ricordo un pezzo della sceneggiatura del film di Paolo Sorrentino, "Il Divo", dove il personaggio di Andreotti raccomanda a Fanny Ardant, che impersona una matura e seducente signora: "si tenga caro suo marito, egli è un'assicurazione per la solitudine".
La mia collega non è certamente vecchia, tutt'altro. Ma mi rendo conto che, alle soglie dei 40, è giusto mettere i "remi in barca" e sottoporsi a dei compromessi.
Però quella scena di lei, bruscamente trascinata di peso, per un braccio, non la dimenticherò facilmente.
Pur capendo nel contempo, che le donne belle, realizzate, intelligenti ( le più ambite) una volta conquistate, rappresentano per certi uomini un"bottino" da capitalizzare immediatamente e da celare ad estranei.
Niente più contatti col mondo: possesso, proprietà sulla propria metà è il risultato di molte nuove unioni del ceto medio-alto , in barba all 'emancipazione. Retaggio di una mentalità maschile che sopravvive al tempo e alle generazioni, ignorando buona creanza, cultura e quant'altro.
Io Tarzan, tu Jane: una battuta cinematografica famosa, che pareva appartenere ormai alla storia del cinema, ma che diventa sempre più spesso di stretta attualità.
Purtroppo, sono proprio le donne "in prima linea" nel mondo del lavoro a cadere più facilmente, quelle maggiormente evolute professionalmente o economicamente: esse scontano, inevitabilmente e a dispetto delle battaglie femministe del passato, i ricatti di nuove relazioni, che nel garantire protezione e affidabilità in realtà soverchiano la donna, rendendola un oggetto da esibire in società, "di proprietà "e addirittura trofeo muto da trascinare, senza che esso possa nemmeno coltivare relazioni amicali , con persone del sesso opposto o finanche dello stesso sesso.
E' la nuova realtà delle "schiave" sociali: esperte di tecnologie sul lavoro , ma che aderiscono loro malgrado ad archetipi retrogradi persino negli Anni Cinquanta.
ROMOLO RICAPITO
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