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informazione della rsu Filctem CGIL del sito di Latina

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Sito ufficiale Filctem Haupt-Pharma di Latina

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tel. 0773/481321 - fax. 0773/693306
e-mail: filctem.latina@virgilio.it


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tel. 3482418704

Segretario

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dichiarazioni delle segreterie provinciali

Post n°171 pubblicato il 30 Luglio 2012 da lizrael1

"CHIARATO CHI?"

"Dichiarazioni scandalose del consigliere comunale Gianni Chiarato sulla vertenza Corden Pharma"

Leggiamo sulla stampa locale le dichiarazioni avventurose del "consigliere Comunale" Chiarato sulla vicenda Corden Pharma. La prima obiezione è: ma il Chiarato conosce la lunghissima e dolorosa vertenza che da due anni e mezzo ci vede alle prese con una situazione complicata e delicatissima? Non risulta che sino ad oggi il consiglio comunale abbia mai messo all'ordine del giorno dei suoi lavori questa vertenza. Definire "sospetto" un accordo del quale non si è seguito tutto il percorso, oltre ad essere una sfacciata strumentalizzazione, intellettualmente disonesta, rischia di mettere in fibrillazione ulteriormente i lavoratori, insinuando il dubbio che si possa fare  chissà cosa e magari evitare forse i licenziamenti.

Non ci risulta che il sig. Chiarato abbia utilizzato le sue dubbie capacità di analisi e le sue altrettanto dubbie doti politiche per scongiurare la chiusura di una realtà produttiva importante della nostra città come la Nexans. Dov'era mentre il sindacato confederale andava a manifestare a Parigi sotto la sede della multinazionale francese?

Del resto, sono anni ed anni che chiediamo alle istituzioni locali di mettere in campo politiche di sviluppo per sostenere l'occupazione ed evitare le crisi industriali. I risultati, grazie anche alla totale inerzia dei partiti sono sotto gli occhi di tutti.

Adesso arriva questo personaggio che, per evidentissime ragioni di visibilità personale, tipiche della peggior politica italiana, si intrufola in vicende che non conosce e dalle quali farebbe bene a stare lontano per evitare di fare ulteriori danni, oltre che a una pessima figura.

Altrimenti chiarisca cosa intende per accordo "sospetto".

Ci dica lui quali sono le alternative e le soluzioni.

Ci spieghi cosa intende dire e quali risultati vuole ottenere quando dice che si farà promotore presso la Regione Lazio di una mozione "per attuare la salvaguardia dei livelli occupazionali" (testuale).

Vuol dire che convincerà la Corden Pharma a non licenziare?

E' dello stesso avviso Claudio  Durigon, coordinatore regionale dello stesso partito politico di Chiarato e al tempo stesso braccio destro dell'assessore regionale alle politiche del lavoro?

Quel Durigon che invece è perfettamente al corrente delle vicende Corden Pharma, avendole monitorate in più riprese a partire dal 2009 insieme al Ministero dello Sviluppo Economico e dal quale ci aspettiamo una presa di distanza da queste dichiarazioni populistiche, visto il ruolo istituzionale con il quale ha sinora partecipato alla vertenza.

Se proprio il Chiarato vuole fare una mozione al consiglio regionale, la faccia sui vitalizi che si sono assegnati i suoi colleghi ed amici di partito, che si occupano più del loro pane quotidiano che delle vicende umane dei lavoratori.

Noi abbiamo preso atto della mancata firma dell'accordo da parte della Ugl che nel merito ha motivato la sua posizione, ma l'Ugl farebbe bene a chiarire ed a prendere le distanze da questo pseudo politico-sindacalista che con queste sue esternazioni danneggia anche lo stesso sindacato autonomo.

La nostra impressione è che, come sempre, le beghe tra i partiti politici ed all'interno dello stesso partito e la voglia di farsi largo a qualunque costo per ottenerne vantaggi personali, spingano a strumentalizzare senza scrupoli il dramma umano di centinaia di famiglie.

A tale proposito siamo esterrefatti per il rinvio repentino dell'incontro previsto per il 30 luglio in Regione, annullato dall'ente nella giornata di sabato 28 luglio 2012. Legittimo il sospetto che ci sia lo zampino della politica. 

Latina, 30 luglio 2012

I Segretari Generali Provinciali Filctem-Cgil; Femca-Cisl; Uilcem-Uil

D'Arcangelis- Cecere- Cavallo

 

 

 

 

 
 
 
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Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

 

 
 

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