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informazione della rsu Filctem CGIL del sito di Latina

Creato da lizrael1 il 10/07/2010

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Tennenini Domenico

 

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FILCTEM CGIL LATINA

via Cervetri, - 04100 Latina
tel. 0773/481321 - fax. 0773/693306
e-mail: filctem.latina@virgilio.it


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tel. 3482418704

Segretario

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CGIL manifestazione 20 ottobre

Post n°176 pubblicato il 15 Ottobre 2012 da lizrael1

CGIL: manifestazione Roma 20 ottobre contro cinica legge stabilità
La CGIL indice per sabato 20 ottobre una manifestazione a Roma per chiedere al governo Monti di cambiare agenda politica e per protestare contro una legge di stabilità di un "cinismo insuperabile".

Susanna Camusso, leader della CGIL, è chiara: la legge di stabilità "non è quella giusta" perché ancora una volta "colpisce la parte più povera del Paese" ed è quindi la "dimostrazione di come questo governo non guardi alla condizione concreta e materiale delle persone". Per questo motivo, la CGIL ha indetto per sabato 20 ottobre una manifestazione a Roma a Piazza San Giovanni, dalle ore 10:30 alle 17:30, per chiedere che il governo Monti cambi la sua agenda. Ipotesi questa che qualcuno reputa davvero molto difficile, visto che sembra scritta direttamente dall'UE. La Camusso sottolinea che nella legge di stabilità approvata dal Consiglio dei Ministri, e che pare assomigliare più che altro ad una manovra, "ci sono cose di un cinismo insuperabile, come il taglio sulla legge 104: una misura priva di logica che colpisce la parte più debole". Nel dl stabilità, infatti, viene prevista una stretta (del 50%) sulle retribuzioni per i giorni di permesso se questi vengono chiesti non per una patologia del lavoratore o per essistere figli e coniuge. In altre parole, se si chiederà il permesso per assistere per esempio un genitore disabile la retribuzione sarà tagliata del 50 per cento. Sempre nella legge di stabilità si prevede poi l'aumento dell'IVA di un punto, l'introduzione permanente di quell'accise sulla benzina introdotta a maggio per tamponare le emergenze, il blocco dei contratti per gli statali fino al 2014 e la tassazione, per esempio, sulle pensioni degli invalidi di guerra. La CGIL denuncia inoltre il fatto che se i contenuti sono sbagliati, i metodi usati dal governo Monti per relazionarsi con le parti sociali "non sono degni di un paese normale". La manifestazione a Roma della CGIL del 20 ottobre prenderà il via sotto lo slogan de "Il lavoro prima di tutto", con Susanna Camusso che sottolinea come "dalla crisi non si esce certo riducendo il lavoro" ma "avviando una politica industriale che possa assicurare un futuro di innovazione all'industria e ai servizi, sostenendo gli investimenti".

 
 
 
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Indifferenti

“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.

L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

11 febbraio 1917

 

 
 

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