Creato da pezzi.divetro il 01/02/2009

Pezzi di vetro

Pezzi di vetro - sulla sabbia bagnata - come emozioni frantumate che ormai non tagliano più…

 

« Il profumo dei ricordiIl destino è il pretesto... »

Non so più

Post n°178 pubblicato il 04 Aprile 2012 da pezzi.divetro
 

Vigor Bovolenta

Leggo con commozione dal quotidiano:

Vigor Bovolenta, 37enne ex centrale della nazionale di pallavolo, è morto nel corso di una partita del campionato di B2. Il giocatore si è sentito male sul campo a Macerata, dove era impegnato nel match tra la sua Forlì e la Lube. Durante il terzo set Bovolenta, che era in battuta, ha gettato la palla e ha chiesto aiuto prima di accasciarsi al suolo svenuto. Non ha mai più ripreso conoscenza. Inutili i tentativi di massaggio cardiaco in campo, così come il trasferimento all'ospedale di Macerata.

E' riuscito solo a dire: "Mi gira la testa, aiutatemi che cado". Si è toccato il fianco sinistro, vicino al cuore, e si è accasciato a terra. Il giocatore, nel terzo set, si è presentato sulla linea di battuta, ha gettato la palla dall'altra parte e ha chiesto aiuto. Ma per l'ex azzurro 37enne, subito soccorso dai sanitari del 118 a bordo campo, non c'è stato nulla da fare.

Bovolenta è stato trasportato in condizioni disperate all' ospedale di Macerata e tutti i tentativi dei medici sono stati vani. L'atleta, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, è morto poco dopo, tra le lacrime dei compagni di squadra, dell' allenatore Stefano Mascetti e dei giocatori e dirigenti di Macerata.

 Incredibile…

Vigor Bovolenta era un grande giocatore di pallavolo. Fa parte di quei ricordi di quando si era bambini, dell’Italia della pallavolo che ha vinto tutto, che si contendeva i mondiali con Cuba, con l’Olanda di Van De Goor e con il Brasile.

Come ogni atleta di quei livelli era controllato costantemente e sottoposto a visite mediche di ogni tipo. Eppure…

Eppure, inspiegabilmente, in circostanze drammatiche se ne va così, mentre giocava una partita di pallavolo.

La moglie Federica, al funerale, pronunicia queste parole: "Dicono che la perfezione non esista, ma io e lui eravamo perfetti. Era bravo, buono e simpatico, rideva sempre. Hanno deciso di fare una squadra in cielo, mancava il campione e hanno chiamato lui proprio mentre giocava. Grazie a tutti per essere qui".

E poi un riferimento alla famiglia: "Farò crescere i nostri figli come noi volevamo"

Questi 4 figli che ora si trovano tutta la vita davanti e dovranno affrontarla con la nostalgia del padre.

E pensare che Bovolenta aveva scelto  di giocare a Forlì per queste ragioni: "Ho deciso comunque di rimanere qui, lavorando alla ricostruzione di questa squadra, convinto in questo anche dalla volontà di rimanere vicino alla mia famiglia, che mi ha fino ad ora sempre seguito nelle varie città in cui ho giocato. Dopo che loro sono stati al mio fianco, credo sia arrivato il momento che io cammini al fianco loro".

Siamo impotenti davanti al destino. Possiamo scegliere come impostare il nostro cammino, ma non sappiamo quando finirà.

Sono questi episodi così, passati quasi in sottofondo, che calcano in me delle riflessioni. Questa notizia, probabilmente, avrà occupato le colonne delle ultime pagine nella maggior parte dei quotidiani. La pallavolo non è seguita come il calcio, e un malore durante una partita non è plateale come un incidente stradale e non attira  audience come un omicidio.

Eppure… eppure pensare che quel campione l’avevo lasciato lì alla sua vita con i miei ricordi di quell’Italia fortissima della pallavolo, mi mette nostalgia. E sapere che i suoi figli piccoli cresceranno senza un padre, che è stato così “imponente” fino ad oggi, mi fa male.

Scrivo questo anche se non lo conoscevo. In molti dei suoi amici dicono fosse una persona umanamente straordinaria. Ho motivo di crederci: la pallavolo è uno sport onesto come le persone. E poi lo raccontano le sue parole e le sue scelte.

Non siamo niente. Viviamo una vita che quasi non ci appartiene. Programmiamo, progettiamo, senza sapere quando finirà.

E’ giusto così, è bello così. Ma dispiace e fa male quando tutto questo succede troppo presto.

Fa male soprattutto per il dolore delle persone che rimangono in vita e che si porteranno dentro questa grande nostalgia… quel vuoto dentro… quell’immenso dolore per te che non ci sei più.

Vigor Bovolenta con la maglia azzurra

La sua ultima squadra, Volley Forlì, ritirerà dalla prossima partita la maglia numero 16, quella indossata da sempre dall'ex azzurro.

 
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pezzi.divetro
pezzi.divetro il 21/04/12 alle 17:59 via WEB
C'è qualcosa che non va...ci sono bimbi che rimangono senza un papà e ragazze che rimangono senza il fidanzato private della felicità che si prova nella condivisione.
Per chi non crede e soprattutto per chi crede, chi non c'è più ormai sta bene ed è felice: il dolore è per chi resta.
 
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