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PASQUA SENZA MORTE: DALLA PARTE DELL'AGNELLO
Pasqua senza morte, è possibile! Scrive Franco Libero Manco (universalismo.it): «Conosco persone che alla vista diretta di un animale che soffre o all’immagine di un animale ferito, si ritraggono inorridite, disperate, si strapperebbero i capelli, mentre pronunciano la tipica e ipocrita frase «Non farmi vedere! Non farmi vedere!» e poi a tavola divorano, tranquillamente, lo stesso animale che hanno visto torturare. Se ciò fosse moralmente lecito, naturale, giusto perché non organizzare gite turistiche per visitare i mattatoi, come succede per le aziende agricole per la conoscenza diretta della frutta e degli ortaggi? Se è lecito e giusto mangiare la carne degli animali, perché la maggioranza delle persone rifiuta di vedere come vengono uccisi? E, se non è né lecito né giusto, perché si rendono responsabili di una pratica ritenuta moralmente illecita, ingiusta e crudele? Da questa ipocrisia dominante e strisciante non si salva la maggioranza delle persone più in vista. Proviamo a chiedere ai massimi esponenti del sistema sociale che usano mangiare carne. Proviamo idealmente a chiedere loro se sono consapevoli che quel prodotto è il frutto di un’ingiustizia che ha causato dolore e morte a un essere che voleva vivere, non essere ucciso e, che per il piacere del loro palato, è stato privato per sempre della vita. L’ipotetica risposta metterebbe in contraddizione il loro presunto impegno a favore della giustizia e della dignità umana. Ma anche coloro che pubblicamente sono impegnati per i diritti umani o esercitano la giustizia, sono consapevoli della loro incoerenza? Chi è più colpevole: il mandante o l’esecutore di un delitto? In realtà chi mangia la carne ha ucciso indirettamente quell’animale.».
La scienza dell'alimentazione, grazie a oltre trent'anni di studi e di ricerche, ha dimostrato inequivocabilmente che l'alimentazione vegetariana e vegana, se equilibrata e varia, non solo non genera alcuna carenza, ma addirittura predispone a un miglior stato di salute. Al contrario, l'alimentazione carnea è alla base delle cosiddette "malattie della civilizzazione". Per dire basta a questa tradizione di violenza sulle tavole italiane, la LAV (Lega Anti Vivisezione onlus) propone un menù alternativo, completamente privo di ingredienti di origine animale ma ugualmente gustoso. Oltre a risparmiare migliaia di vite innocenti, questa alternativa non farà rimpiangere i tradizionali menù, grazie a piatti come "crocchette di ceci e salvia su letto di indivia belga all'aceto balsamico" come antipasto, seguito da "troffie con pomodorini capperi e melanzane", "cotolette di seitan con patate" e una "torta di riso" come dessert. Queste e altre ricette cruelty free, sono disponibili sul sito internet della LAV: www.infolav.org. L'alimentazione vegetariana è sempre più riconosciuta anche in ambiti accademici come equilibrata e salutare. La scelta vegetariana è, infatti, adatta a tutte le fasce di età e di attività e protegge dalle numerose malattie causate direttamente o indirettamente dal consumo di carne. Dalla parte dell'agnello Nel brano sulla Pasqua, al capitolo "Tradizione", riporto il rituale della Haggadah durante il quale veniva mangiato, fra gli altri cibi, l'agnello. Del poco che oggi consumiamo di quella cena tradizionale, oltre l'uovo è rimasto proprio l'agnello. Se consideriamo questo particolare, sembrerebbe essere passati da un certo aspetto della tradizione ebraica, quello del sacrificio rituale dell'agnello, all'attuale tradizione del mangiare l'agnello pasquale, certo mitigata nei suoi aspetti cruenti, ma solo perché l'uccisione avviene lontano dai nostri occhi, ignorando che in mezzo ci fu una cena pasquale che cambiò la storia del mondo, ma che evidentemente non è valsa a porre fine all'uccisione degli agnelli. Potrebbe sembrare un aspetto secondario rispetto a quella che è stata la grossa rivoluzione portata dal Cristianesimo; vediamo perché, a mio avviso non lo è. Cerchiamo di ricostruire, sulla base delle informazioni che ci vengono dai vangeli canonici e da altri scritti, gli eventi relativi alla notte dell'ultima cena. La Pasqua ebraica si poteva celebrare solo nella Città Santa, Gerusalemme. Per Gesù era già stato emesso un mandato di cattura. Era necessario trovare un posto sicuro per celebrare la Pasqua. Furono gli Esseni a offrire ospitalità, il cenacolo si trova, appunto, al centro del quartiere degli Esseni all'estremo sud di Gerusalemme. Gesù entrò, discretamente, dalla porta degli Esseni, ai margini della città. Gli Esseni prestavano gratuitamente i loro locali per la Pasqua a patto che si osservassero delle regole. La regola principale aboliva i sacrifici di animali e, quindi, l'immolazione dell'agnello. Chiamavano la loro Pasqua "fiorita" perché il sacrificio dell'agnello veniva sostituito con l'offerta rituale di cereali, e la tavola imbandita con frutti della terra. Gli Esseni si astenevano dal frequentare il tempio e compiere sacrifici. Gesù, è noto, non aveva buoni rapporti con la classe sacerdotale; qualche tempo prima aveva scacciato i venditori dal tempio liberando le colombe e aveva suscitato lo sdegno dei sacerdoti quando, operando guarigioni, veniva osannato dal popolo. Non è pensabile, in questo contesto, un Gesù, o chi per Lui, che si rechi al tempio a sgozzare l'agnello davanti ai sacerdoti, secondo il rituale ebraico. Tutta la letteratura cristiana antica sostiene, poi, che il Cristo, come tutti gli uomini spirituali del tempo, non mangiasse carne. Gesù con la sua predicazione e la sua vita dà l'immagine di un Dio di misericordia, che non vuole spargimenti di sangue e vittime immolate, per porre fine a tutto ciò è lui che si offre volontariamente. L'immagine del "Buon Pastore" che sgozza la pecorella sarebbe veramente un'enorme contraddizione. Credo ce ne sia a sufficienza per cominciare a riflettere sul fatto che, se con Cristo arriva la buona novella, questa è per tutto il creato, agnelli compresi. E' il rispetto della vita in ogni sua forma. La Pasqua non avrà maggior valore se gli agnelli che oggi pascolano sui prati, fra pochi giorni saranno sulla tavola di chi in questo modo crede di festeggiare al meglio la Resurrezione. Non mi riferisco, naturalmente, a coloro per i quali la Pasqua non è altro che un'usanza e qualche giorno di vacanza che termina con la gita di Pasquetta, ma a tutti quelli che in qualche modo celebrano l'evento ricordando con vari riti la passione, morte, e resurrezione di Cristo, e terminano le celebrazioni intorno alla tavola imbandita, sulla quale l'agnello è il piatto forte. Voglio essere chiaro, ognuno è libero di mangiare ciò che vuole e dare il significato che vuole a ciò che mangia, ma voglio permettermi, a questo punto, un'ovvia considerazione: come mai un Maestro che, in contrasto con la tradizione del suo popolo, celebra una Pasqua in cui, nel rispetto di tutte le creature, l'agnello viene risparmiato, si trova ad avere dei seguaci che fanno uccidere e mangiano l'agnello, pensando di compiere un gesto devozionale, ma in effetti, mettendo in atto qualcosa di poco diverso da ciò che facevano coloro che quel Maestro volevano morto? Come vedete, la questione non è di scarsa rilevanza. Se vogliamo attribuire un significato simbolico a tutto questo, chi oggi mangia l'agnello pasquale pensando di mangiare ciò che raffigura l'Agnello di Dio, non fa altro che riagganciarsi ad una tradizione che il loro stesso Maestro ha rigettato. Per quel che sappiamo dell'ultima cena di Gesù, l'unico cibo di cui si parla è il pane e l'unica bevanda il vino, questi e solo questi, per sua affermazione lo rappresentano. I tempi sono maturi perché l'umanità, o almeno una parte di essa, cominci a vivere la propria spiritualità veramente in armonia con il Creato, è tempo di smetterla di ingannarsi e ingannare ribaltando il significato delle proprie azioni. Cominciamo a chiamare le cose con il proprio nome: mangiare o non mangiare carne ha di per sé scarsa importanza, mangiare l'agnello, pensando di compiere un atto devozionale, è, oggi, indice di una barbarie che riporta al tempo dei sacrifici cruenti, comprensibili per l'epoca, e colloca a quel livello l'atteggiamento spirituale di chi compie tale atto.
La Pasqua e gli agnelli |
Post n°39 pubblicato il 01 Aprile 2010 da gianpaolo_salentino
Con questa melodia voglio augurarvi una felice e lieta Vita lu rusciu te lu mare (pizzica Salentina)
ALLABUA - lu rusciu te lu mare |
Post n°37 pubblicato il 27 Marzo 2010 da mareblu.sg
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Post n°36 pubblicato il 13 Marzo 2010 da mareblu.sg
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Oggi... voglio presentarvi un blog importantissimo... sul SOCIALE... per voi DONNE... creato da una grande e forte DONNA... http://blog.libero.it/Rosaininverno/ .... leggete i vari temi trattati ... chiedete di fare parte dei suoi amici.... e divulgate a tutti... amiche... amici... e conoscenti... inserite un POST ei vostri BLOG... Questo e uno dei temi trattati ****************************************** Post n°15 pubblicato il 12 Giugno 2009 da Rosa_in_inverno Quando ascoltai per la prima volta la parola "menopausa", la mia vita si fermò. Avevo poco più di trentanni ed ero sola. Sapevo che il processo d'invecchiamento nella donna incomincia con l'ingresso in menopausa e non riuscivo a considerare vita il calvario che mi aspettava. Ho dovuto inventarmi una nuova "me stessa", piangendo e urlando come una bambina, perchè io amavo profondamente la ragazza che ero stata e non ne volevo una diversa. Con gli anni ho imparato ad amare anche la nuova donna che sto diventando ed ho capito di aver vissuto tante più vite dal momento in cui pensai di non vivere più di quante siano le stelle in cielo e gli alberi in terra. Ho capito che se non sono diventata madre biologica, potrò certamente essere "madre dell'umanità"ed ho deciso di occuparmi dell'educazione dei bambini. Ora desidero prendermi cura anche di quelle che saranno le donne di domani e che sarebbero potute essere le mie figlie di oggi. Ho cominciato intraprendendo gli studi di Medicina, alla veneranda età di 36 anni, nel tentativo di comprendere ciò che nessun medico sapeva spiegare. Ho continuato creando questo blog, per dire a tutti che la menopausa precoce esiste e non è un fenomeno naturale, ma una malattia. In seguito ho contattando i più importanti ricercatori mondiali del settore ed ho scoperto le cellule staminali che, secondo alcuni esperimenti condotti sui topi, potrebbero esistere anche nelle ovaie della donna ed essere impiegate per ripararne le cellule che, con la P.O.F. vengono danneggiate. In alternativa alle staminali ovariche, si potrebbero comunque usare le staminali embrionali o le riprogrammate. Purtroppo, con amarezza, ho scoperto che in Italia nessuno si occupa di queste ricerche e così è nata in me l'idea d'iscrivermi alla facoltà di Bioscienze e Biotecnologie, per poi poterle effettuare personalmente. Sono un'insegnante e per continuare i miei studi ho chiesto il part-time. Attualmente sopravvivo con 650 euro al mese, ma non so per quanto tempo riuscirò ad affrontare questa impresa titanica. Come fui sola ad affrontare la P.O.F., sono sola ora nell'affrontare questo percorso impervio e gravoso che, però, sento sempre più come una "chiamata". Ho bisogno di voi, amici cari! Che cosa mi consigliate? Che cosa pensate di ciò che vi ho confidato? Grazie a tutti. Sempre. http://blog.libero.it/Rosaininverno/ |
Inviato da: Meteo
il 16/07/2018 alle 18:23
Inviato da: Wetter
il 16/07/2018 alle 18:22
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il 16/07/2018 alle 18:22
Inviato da: Sat24
il 16/07/2018 alle 18:21
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il 16/07/2018 alle 18:21