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Il vangelo delle verità

Post n°7 pubblicato il 12 Marzo 2010 da sancta_trinitas

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Il perdono è l’ eccedenza della luce nella deficienza, è il Logos del Pleroma. Il medico si affretta verso il luogo dove si trova il malato, perché tale è la sua volontà. Colui che ha una deficienza non la nasconde, poiché il medico ha ciò di cui egli ha bisogno. Così la deficienza è colmata dal Pleroma – nel quale non vi è alcun bisogno -, che il Padre ha mandato per riempire la deficienza, affinché ora riceva la grazia: quando, infatti, era nella deficienza, non aveva la grazia.

Ove non c’ era la grazia, vi era la deficienza. Allorché ricevette ciò di cui era mancante, egli (il Padre) manifestò che ciò di cui abbisognava era il Pleroma, cioè la scoperta della luce della verità, che lo ha illuminato perché essa è immutabile.

Questo è il motivo per cui essi parlano di Cristo in mezzo a loro, affinché quanti sono angosciati si convertano ed egli li unga con l’ unzione. L’ unzione è la misericordia del Padre, ed egli sarà misericordioso verso di loro. Quelli che egli ha unto sono diventati perfetti.

Sono i vasi pieni, quelli che si ha cura di sigillare. Ma allorché la sigillatura svanisce, si vuota. E il motivo per cui è difettoso consiste nel luogo dal quale fuoriesce l’ unzione. Poiché in quel momento è attratto da un soffio in forza di colui che è con lui.
Ma in chi non ha deficienza non avviene alcuna disigillatura ne alcun svuotamento, bensì il Padre perfetto lo riempie di ciò di cui ha bisogno. Egli è buono.

Egli conosce le sue sementi avendole seminate egli stesso nel suo paradiso. Il suo paradiso è il luogo del suo riposo. È la perfezione grazie al pensiero del Padre; e queste sono le parole della sua meditazione. Ognuna delle sue parole è opera della sua singola volontà nella manifestazione del suo Logos.

Mentre si trovavano nella profondità del suo pensiero, il Logos – che procedette per primo – le ha manifestate, con l’ intelligenza che parla del Logos, nella grazia silenziosa. Egli fu detto “pensiero” perché esse erano in lui prima di venire manifestate.

Avvenne che egli (il Logos) procedesse per primo nel momento in cui piacque alla Volontà di colui che ha voluto.

Nella volontà il Padre si riposa, e si compiace. Nulla avviene senza di lui, nulla accade senza la volontà del Padre. Ma la sua volontà è imperscrutabile. La sua orma è la sua volontà, ma nessuno la può conoscere, ne è possibile scrutarla per comprenderla. Ma quando egli vuole, avviene quanto egli vuole, anche se la vista di ciò non piace loro affatto; davanti a Dio questa è la volontà del Padre.

Egli conosce l’ inizio e la fine di tutti. Quando verrà la loro fine, egli domanderà loro ciò che avranno fatto.
Ora la fine consiste nel conoscere colui che è nascosto. E questi è il Padre dal quale proviene il principio e verso il quale ritorneranno tutti coloro che da lui provengono.

Essi, d’ altronde, furono manifestati per la gloria e per la gioia del suo nome.
Ma il nome del Padre è il Figlio: fu lui che nel principio diede il nome a quegli che promanò da lui: era se stesso; egli lo generò come Figlio. Gli diede il nome che gli apparteneva; egli è colui al quale appartengono tutte le cose che lo circondano, il Padre.

Suo è il nome; suo è il Figlio. E’ possibile vederlo, ma il nome è invisibile, poiché esso soltanto è il mistero dell’ invisibile destinato a giungere alle orecchie che sono totalmente piene di lui. Infatti, il nome del Padre non è pronunciato, ma è manifestato per mezzo del Figlio.

 

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