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introduzione caso sandro marcucci

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Messaggi di Luglio 2020

 

Viale Amelia 2020 la diretta evento in memoria di rita atria della nostra associazione di laura picchi

 

i miei interrogativi sulla morte di rita atria di laura picchi post su facebook

Post n°2131 pubblicato il 27 Luglio 2020 da laura561

IL MIO MOTTO DEL 2020 E' FIN QUANDO NADIA E GOFFREDO SARANNO IN PRIMA LINEA A FAR DOMANDE PER QUESTO DISGRAZIATISSIMO PAESE E PER ME C'E' SPERANZA

se la magistratura di Roma come si dice nel video ha indagato anche sull'eventuale omicidio di Rita Atria poi ha detto si è suicidata permetta che le faccio qualche domanda:
1)come mai sono sparite le chiamate in entrata dal cellulare di Paolo Borsellino? ce n'erano anche di Rita Atria? Sull'agenda rossa di Borsellino c'era qualcosa che poteva far localizzare Rita Atria visto non si trova da 28 anni?
2) Paolo Borsellino era intercettato per sapere che quella domenica 19 luglio 1992 andava a prendere la mamma per il cardiologo. Come fa la procura di Roma a escludere che non lo fosse anche Rita Atria e con i mezzi della mafia non sapessero dove abitava da sola? Lo possono escludere del tutto che Rita non era stata localizzata intercettando Borsellino?
3) non ci sono impronte a casa di Rita Atria tranne una traccia biologica su un'anta, quindi niente impronte sul davanzale e finestra da dove si sarebbe gettata ne' sul bicchiere rotto ritrovato a casa. Da quali elementi scientifici e medicolegali si è stabilito che quello di rita atria è certamente un suicidio? La scritta sul muro che non c'è e poi apparirebbe due giorni dopo non come è stata raccontata lascia tranquilli che quegli ambienti di casa come sono stati trovati la prima volta poi non sono stati da qualcuno eventualmente inquinati per coprire qualcosa o qualcuno?
4) perchè quando si sono lette le parole di Rita Atria a Borsellino defunto tu sei morto per cio' in cui credevi ma senza di te sono morta non si sono ricostruiti i rapporti degli ultimi giorni l'ultima settimana di Rita Atria?
Le ipotesi rimaste in piedi purtroppo per la Procura sono due: l'induzione al suicidio nemmeno indagata oppure che Rita ce l'hanno buttata dal balcone: l'omicidio.
5) perchè rita atria doveva prendere un volo con Piera Aiello il sabato per testimoniare lunedi 27 luglio 1992 dalla dottoressa Camassa e non l'ha preso? Pare nessuno si sia preoccupato di sapere perchè rita atria non prende quel volo.
6) perchè rita atria era da minore sola in un appartamento a Roma? a chi era affidata legalmente ? se c'era qualcuno responsabile di rita di quella domenica che si sarebbe suicidata che ne sa? Laura Picchi

 

-4:26

 

 

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9 h ·

Organizzato da Associazione Antimafie "Rita Atria" - Presidio di Roma Nadia Furnari @Santina Latella
Con la collaborazione dell' Associazione Culturale immaginARTE di Stefania Mulè , Le Siciliane di Graziella Proto e No Muos Palermo Virginia Dessy
Col patrocinio del Comune di Roma - Municipio 7
Valentina Ersilia Matrascia - comunicatrice freelance

 
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i miei interrogativi sulla morte di rita atria di laura picchi

Post n°2130 pubblicato il 23 Luglio 2020 da laura561

Era il 1995 quando a Viareggio da Nino Caponnetto sentii per la prima volta il nome di Rita Atria. Fu quel nome di quella ragazzina a spingermi alla consegna della prima tesina sulle stragi del 1992 e 1993 consegnata alle procure di Caltanissetta, Firenze e Palermo. Ci rimediai un trauma perchè non ero preparata al potere che reagisce e cerca di farti piu' male possibile.

Cominciai a ingrassare , a avere la fibromialgia, a stare male psicologicamente, allora pensai anche tanto non mi crede piu' nessuno , tanto sono un peso  per tutti che ci sto a fare al mondo?

Era una cazzata quello che pensai, ma lo pensai, per poi scoprire o riscoprire il valore della vita e della resistenza per la tutela della democrazia e dei diritti, la lotta per la verità. Ne feci la mia vita.

Ho sempre creduto che Rita Atria si fosse uccisa non perchè depressa ma perchè sapeva che la mafia senza Borsellino che la proteggeva di li a poco la trovava e la uccidevano, per sfuggire ai suoi carnefici.

Ho sentito il servizio del tg1 con Nadia Furnari e spero che chi di dovere risponda a queste domande che una donna come me alla quale si sono riaperte le ferite si fa:

Che voleva dire Rita Atria quando ha scritto a Borsellino io senza di te sono morta? Non vanno ricostruiti i rapporti di Rita dalla morte di Borsellino per capire quelle parole cosi' precise di una testimone di giustizia?

Perchè in casa di Rita Atria non sono state rilevate sue impronte tranne una traccia biologica su un'anta? Nessuna impronta quindi sulla finestra e sul davanzale da dove si sarebbe suicidata. C'è da rimanere senza fiato.

Hanno trovato nel sopralluogo un bicchiere rotto, nessuna impronta di Rita Atria nemmeno su quello. Pare normale chiedersi se quella casa sia stata ripulita prima del rilevamento impronte da qualcuno per coprire qualcosa o qualcun'altro .

Infine pare normale chiedersi perchè Rita Atria non è mai arrivata in tribunale a parlare del democristiano Culicchia che con Mattarella frequentava quel centro Scontrino dove stavano le logge di Gelli in Sicilia e che Rita Atria affermava fosse dietro un omicidio di mafia.

Lo chiede una donna che ha le ferite aperte di nuovo e che come tanti altri partigiani, partigiane ha diritto alla verità quale che sia di quella morte di Rita Atria e della storia di questi 28 anni.

Il movimento dei militari democratici si chiese Chi è il nemico vero? venne distrutto. Ora ha eredi civili nell'associazione antimafie rita atria e in goffredo d'antona. tutti facciano quadrato intorno a loro, perchè stavolta è peggio di sempre, stavolta gli amici e amiche non sono in prima linea, sono direttamente sulla linea di fuoco. Auguri Italia mio amato e disgraziato Paese di Pace.

Laura Picchi

 
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28o anniversario morte Rita Atria

 

in un giorno speciale in cui passo da obesità 2 a sovrappeso

Post n°2126 pubblicato il 09 Luglio 2020 da laura561

mi hanno consigliato 7 mesi di riempirmi di psicofarmaci pensavo troppo non li ho presi ho preso camomilla e the verde
mi hanno consigliato di farla finita con il mio lavoro di ricerca, non l'ho fatta finita perchè lo dovevo finire e per finirlo dovevo essere lucida non essere intontita da psicofarmaci, avevo l'iperglicemia e la tiroide non funzionava, l'obesità 2 . una diagnosi di depressione la piu' grave. Eppure io mi misi in testa che ne venivo fuori. nessuno ci credeva. avevo pure l'ovaio policistico. Oggi ho perso 23 chili e mezzo. ho finito il lavoro di ricerca. Lo sapete a chi devo dire grazie? all'amore di mia madre, della mia famiglia che ha un sacco di problemi , all'amore dell'associazione antimafie rita atria che anche loro ne hanno passate, all'avvocato d'antona che ne ha passate pure lui ma mi ha sempre donato amicizia e amore. Vi possono dire che siete i piu' gravi psicologicamente e fisicamente parlando ma vi potete salvare grazie a chi vi ama. con l'amore potete tornare a stare bene. potete ritrovarvi. rinascita. resilienza. amore. vita. io auguro tutto questo a chi è disperato come me 7 mesi fa. auguro l'amore a tutti e tutte. è l'unica cosa che ti puo' salvare. io ringrazio l'amore se stamani passo da obesità 2 di 7 mesi fa a sovrappeso di oggi. avete fatto felice mia nonna che da la' 7 mesi fa sicuramente era in ansia per me. ora puo' riposare in pace.sua nipote Laura .

 
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Tirreno Grosseto Da quarant'anni senza risposte «Verità per noi e per le 81 vittime»

Post n°2124 pubblicato il 03 Luglio 2020 da laura561

Da quarant'anni senza risposte «Verità per noi e per le 81 vittime»

Francesca Gori / grossetoLa voce di Barbara trema. Lo fa ogni volta che parla di suo padre, morto quando lei era poco più che una ragazzina. Il maresciallo dell'aeronautica Mario Alberto Dettori fu trovato morto impiccato a un albero in un terreno lungo la strada della Sante Mariae, alle porte di Grosseto. Era il 1987 e il caso fu frettolosamente archiviato come suicidio anche se i familiari del maresciallo, a quella ipotesi, non credettero allora e non ci credono nemmeno oggi. Quarant'anni fa, la sera del 27 giugno, il maresciallo era di guardia al radar di Poggio Ballone. «La mattina dopo - racconta Barbara - quando arrivò a casa, disse a mia zia che quella notte si era sfiorata la terza guerra mondiale. Da quel momento la vita di mio padre e della nostra famiglia non è stata più la stessa». Due sere fa, su La 7, il giornalista Andrea Purgatori che ha dedicato quasi tutta la sua carriera alla Strage di Ustica, ha avuto Barbara come ospite telefonica della trasmissione Atlantide. Barbara non ha mai chiesto altro che sapere la verità sulla morte di suo padre. «Non si è ucciso - ha ribadito la donna, intervistata dal Tirreno - Non lo avrebbe mai fatto. Amava la vita, amava la sua famiglia, ci diceva sempre che eravamo la luce dei suoi occhi». Il nome del maresciallo Dettori è ora scritto sulla copertina di un fascicolo aperto dalla procura di Grosseto quattro anni fa. Nel 2017 la salma di Dettori fu esumata e fu finalmente fatta l'autopsia, dopodiché sono stati sentiti tutti i testimoni, tutte le persone ancora in vita che avrebbero potuto sapere, se non cosa abbia fatto precipitare e inabissare il Dc9, almeno quello che era successo a Dettori. Di pari passo, sono stati sequestrati decine e decine di documenti. L'indagine è ripartita dopo che Barbara, sostenuta dall'associazione antimafia Rita Atria, aveva sollevato dubbi sulla morte di suo padre. «Papà la chiamava "mamma aeronautica" - ricorda Barbara durante la trasmissione - Non avrebbe mai compiuto un gesto come quello. Aveva parlato con il capitano Mario Ciancarella subito dopo la strage, ma in quel modo si è firmato da solo la sua condanna». Il maresciallo che quella notte aveva seguito dal radar di Poggio Ballone quello che era successo nel cielo sopra Grosseto, avrebbe fornito al capitano che poi fu radiato grazie a una firma falsa su un documento dell'allora presidente Sandro Pertini, le prove che dalla base di Grosseto mancassero dei missili, ma anche tutti gli orari dei voli e degli atterraggi degli aerei dell'aeroporto. È qui, secondo la figlia, che bisogna andare a cercare la verità di quello che è successo. Il radarista di Poggio Ballone, quando smontò dal turno, disse ai suoi familiari che quella notte era stata sfiorata la terza guerra mondiale. I tracciati degli aerei erano sotto i suoi occhi, quello dell'Itavia, quello del Mig, quello dei due F104 che si alzarono in volo dal Baccarini. Alla storia d'Italia ancora non è stata consegnata la verità su quelle 81 morti che i parenti piangono ancora, e su tutte altre, quelle "collaterali" che hanno costellato anche Grosseto, con tante croci bianche ancora senza colpevoli. Tra queste, per Barbara, c'è anche quella che porta il nome di suo padre. «La verità deve venire fuori - dice Barbara Dettori - deve venire fuori per noi e per i familiari delle 81 vittime del Dc 9». --

26 giugno 2020 sez.

 
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