Creato da santaguero il 19/10/2004

Viandando

il cammino si fa camminando

 

 

Qualcosa si muove

Post n°204 pubblicato il 04 Ottobre 2007 da santaguero
 

La vedova  e 5 figli del dittatore cileno Augusto Pinochet sono stati arrestati su disposizione del giudice Carlos Cerda. Insieme a loro sono finiti in carcere anche numerosi ufficiali in pensione. L'accusa è di corruzione. Non vi è conferma, ma sembra che siano stati spiccati mandati di cattura nei confronti anche di amici ed associati dell'ex dittatore.  Pinochet, che ha "governato" con il terrore il Cile dal 1973 al 1990, è morto lo scorso anno, senza finire mai davanti a un tribunale per rispondere delle accuse di abuso di diritti umani e appropriazione indebita. Nel 2005 era stato accusato di evasione fiscale per aver nascosto circa 27 milioni di dollari in oltre 100 conti bancari all'estero. 
Gli oltre 4000 morti e circa 1500 desaparecidos (cfr post n° 159) sentitamente ringraziano. A volte i sentieri della giustizia sono tortuosi, ma efficaci. Che bello se sulla graticola giudiziaria finissero anche i mandanti di una delle più orrende e sanguinarie dittature del secolo scorso. Ci accontenteremmo anche che al macellaio Henry Kissinger, venisse finalmente revocato il nobel per la pace. Sarebbe un atto di estrema saggezza.

 
 
 

Carlito non parte per la guerra

Post n°203 pubblicato il 03 Ottobre 2007 da santaguero
 

Arrampicarsi sugli specchi dell'animo in tumulto è difficile.
Carlito questo lo ha imparato girandosi intorno alla ricerca di nuove frontiere. La voglia di altrove è un antidoto alla noia sempre uguale del quotidiano. La frenesia come rimedio all'atavica pulsione che l'uomo ha di sfuggire al consueto attraverso la guerra. Il conflitto, la morte da dare o da ricevere come scarica di adrenalina per approdare all'eccesso di vita.
Carlito questo lo ha capito quella volta che ha letto l'Iliade. In principio era attirato dalla plasticità dell'ultimo istante di vita degli eroi greci. Pensava che si trattasse di una magnificazione dell'essenza del guerriero. Del primato della guerra come condizione unica ed estrema per recuperare in pieno la dignità dell'uomo. Nulla di più sbagliato. Omero è contro la guerra, ma non ne disconosce il suo carattere ineludibile.
Carlito è di indole pacifica, ma teme come tutti gli uomini antichi e moderni l'eterno ritorno dei momenti sempre uguali. Per questo, forse, da tempo ha messo le ali ai piedi. Sempre alla ricerca dello straordinario patrimonio della diversità.

 
 
 

La libertà di...crescere

Post n°202 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da santaguero
 

O noi abbiamo la capacità di battere con argomenti le opinioni contrarie o dobbiamo lasciare che si esprimano...
Non è possibile distruggere le opinioni con la forza perchè questo blocca ogni libero sviluppo dell'intelligenza...

Ernesto Guevara de la Serna

detto il "Che"

Tra qualche giorno (l'otto ottobre) saranno quarant'anni che il Che fu assassinato a La Higuera in Bolivia. Dedicato a coloro che credono che l'immortalità non passa per le t-shirt... o attraverso sanguinose dittature militari o del pensiero dimentico di sé. Chi muore, talvolta, suo malgrado, vive in eterno...Ovunque!

 
 
 

In viaggio con Kapuscinski

Post n°201 pubblicato il 01 Ottobre 2007 da santaguero
 

Lui, Ryszard Kapuscinski, si portava dietro Erodoto con le sue Storie. Lo

ha fatto per più di 40 anni. Io, invece, mi

faccio trasportare da tutti e due. Cina, India,

Iran, Afganistan, Roma... le guardo

attraverso le loro parole. Persepoli o

Teheran, Atlandide o Santorini, entrambi

vegliano sulla mia curiosità. E soprattutto

spero che me la preservino dal noioso

affastellarsi del quotidiano. Perchè: "Chi

perde la capacità di stupirsi è un uomo interiormente morto".

Parola di Ryzard, piccolo grande reporter polacco.

 
 
 

Le parole dell'anima

Post n°200 pubblicato il 27 Settembre 2007 da santaguero
 

Che stranezza: il Paraguay parla la lingua dei vinti,  e cosa ancora più strana: i vinti credono, continuano a credere, che la parola sia sacra. La parola bugiarda insulta ciò che designa, ma la parola vera rivela l'anima delle cose. I vinti credono che l'anima viva nelle parole che la dicono. Se ti do la mia parola, mi do. La lingua non è una discarica.

    (Eduardo Galeano)

 
 
 

Venticinque anni dopo

Post n°199 pubblicato il 26 Settembre 2007 da santaguero
 
Tag: europa
Foto di santaguero

La caldera sotto di noi. A picco su di un mare blu cobalto. Le case scavate nella roccia sono appollaiate tra una selva di terrazze e di colori. Ed il silenzio dell'infinito, lontano dai torvi sciami di turisti che sciabordano tra le viuzze ed i negozi di souvenir tutti uguali.
Ad Oia basta allontanarsi dalle rotte più battute per accenderti l'anima. Oia, terra di Santorini e sapori di storia antica. Un vulcano che non c'è più, sprofondato negli abissi portandosi dietro probabilmente la mitica Atlandide.
Sapore di mare e di Polpi alla brace intinti in un pinzimonio. Al cospetto di un vino bianco aspro la morte quotidiana del sole dal basso del porticciolo di Ammoudi, è però ancora più dolce.
Benedetto sia tu, o Dimitri, che con la  tua arte insegnasti a cucinare ed a godere anche agli Dei più irosi.
Qui si sente il profumo della gioventù che naviga tra i ponti delle navi affollati di speranza, di amori appassionati e di storia-siamo-noi. Già il loro presente ed il passato che risorge e stupidamente tormenta l'animo di colui che incessantemente si chiede dove fosse 25 anni addietro. E soprattutto cosa faceva per perdersi tutto questo. Forse già naufragava tra i flutti dei sogni perduti. Ieri come oggi.

 
 
 

Eppur si ri...torna

Post n°198 pubblicato il 25 Settembre 2007 da santaguero
 

La pigrizia c'è ancora, la voglia di scavarsi dentro no, non c'è, come pure il sentimento spesso confessato di non avere più nulla da dire. E non  solo agli altri.
Poi una mattina ti capita di ascoltare dalla radio un articolato dibattito sulla natura e sulla funzione dei blog alla luce delle esternazioni del grillo urlante. Le solite chiacchiere da salotto, ma ... ma ecco per incanto la voglia di riprovarci...magari sarà per poco, chissà... d'altronde il cammino non si (ri)fà camminando?

ps grazie a tutti coloro che nonostante tutto si sono affacciati a questa modesta locanda dalle porte inesorabilmente sprangate. Grazie soprattutto a quegli irriducibili amici di cammino...

 
 
 

La memoria in ... fumo

Post n°197 pubblicato il 03 Luglio 2007 da santaguero
 

Zeno Cosini scriveva ovunque del suo fallimento. "U.S.", indicava ultima sigaretta, ma anche l'incapacità dell'uomo moderno di perseguire i suoi propositi. Insomma la crisi d'identità del mondo passava attraverso la persistenza del vizio del fumo al di là di ogni ragionevole auto-imposizione. Nel suo piccolo, il viandante-momentaneamente-collocato-a-riposo certamente non incarna la lacerazione dell'uomo decadente, ma probabilmente le sue pulsioni e nemmeno tanto recondite. "A.S.", sta a significare ancora sigaretta. E' scritta nella sua mente mentre sorseggia un rum dal riflesso ambrato scintillante e guarda la luna piena che copre il letto di stelle. Un fil di fumo per fermare i pensieri e gustare la memoria spesso dimentica di sè...

 
 
 

La danza del pensiero triste

Post n°196 pubblicato il 26 Giugno 2007 da santaguero
 

La mente come un ghiacciolo che gronda pensieri. Talvolta bui.
Ti guardi in giro tra sedie e divani inesorabilmente vuoti. E mentre scruti il cono caldo dei lumi da tavolo, ti accorgi ancora una volta che tutto è sbagliato.
Forse si, forse no.
Ti viene voglia di resettare ogni cosa, ma sai benissimo che è solo un gioco onanistico. Meglio mettere a tacere tutto, coscienza e ragione soprattutto. D'altronde sei un maestro.
Poca voglia di impegnarti. Poca voglia di comunicare se non l'indispensabile. Vorresti essere capito senza proferire parola né trasparenze interiori, ma i piccoli mondi che ti circondano sono giustamente impegnati a girare intorno ai propri centri gravità.
Scopri d'un tratto che non hai nulla di importante da dire. Nè da scrivere. Ti passa per la mente di farla finita con il blog. Anzi pensi bene di cancellarlo. Ti siedi, apri il portatile. Ti colleghi, leggi la posta e poi ti pervade un ingiustificato senso di autoconservazione virtuale. Assurdo, ma reale...

 
 
 

Free time

Post n°195 pubblicato il 03 Maggio 2007 da santaguero
 

immagineIl tempo

non si

è mai

sposato

così

può

fare

quel

che

gli

pare

(un anziano Masai chiamato Leimilai)

 
 
 

L'orizzonte scomparso: il ritorno

Post n°194 pubblicato il 14 Aprile 2007 da santaguero

Alcuni giorni fa ho visto il film Bordertown. Un terrificante affresco di come si vive a Juarez, una delle tante città messicane alla frontiera con gli Usa. Un' enorme township dove la gente emigra alla ricerca di lavoro nelle maquiladores, le fabbriche che lavorano su commissione delle multinazionali statunitensi e che impiegano manodopera per un decimo del salario pagato a parità di mansioni negli Usa. Il film, tratto da una storia vera, narra le vicende di due giornalisti alle prese con gli omicididi di centinaia di giovani operaie violentate e brutalizzate. La vicenda mi ha riportato alla mente un mio vecchio racconto che ripropongo di seguito scusandomi con chi già lo aveva letto...

L'orizzonte scomparsoimmagine

Il giorno in cui Miguel lasciò il pueblo pioveva a dirotto. Scarpe con la suola  di cartone bagnato e un biglietto dell'autobus in tasca, era tutto quello che possedeva. Quando la corriera schizzò il fango sui suoi vestiti il cuore si mise a correre come un puledro imbizzarito.
Signori si parte
L'esortazione dell'autista lo fece sorridere e gli addolcì il sapore acre degli addii. Nessuno in venti anni di vita lo aveva mai chiamato signore. E il fatto che proprio ora  fosse avvenuto gli sembrava di buon auspicio. Dal Chiapas a Tijuana il viaggio era lungo, ma mai come il tempo che aveva atteso per sperare in un futuro.
A risvegliare i sogni ci aveva pensato Carmen due mesi prima.
Raggiungimi Miguelito qui è diverso.
Era bastato così poco per mettere in subbuglio i ricordi del suo amore mai sbocciato per la piccola Carmen.Un metro e sessanta di sensualità acerba, ma già in grado di fargli pulsare il sangue come una pompa a gasolio.
Da allora non aveva più sue notizie, un motivo in più per raggiungerla. Quattro giorni quattro di corsa tra la sierra. Oxaca, Mexico City, caldo, freddo e soprattutto fame.
immagineChe bello il Mexico visto da un finestrino. Montagne e paesi, verde e la luna che si affacciava tra le creste nere dell'ignoto. Ed ecco finalmente il deserto e poi il mare schiumoso, quel mare che aveva visto solo dalla televisione del piccolo bar di don Pedro.
Chissà se il subcomandante conosce la potenza del mare. A me fa impressione. Sembra una cosa talmente grande che alla fine non puoi controllare. Bello e affascinante. Mi ci perderei volentieri come quando da piccolo giocavo a rincorrere i pensieri senza porterli fermare. Il mare è libero da ogni costrizione. Noi invece no.
Frscc. Stump. La corriera si fermò nella stazione di Tijuana. Miguel saltò giù dal predellino malfermo e respirò profondamente. L'aria frizzante del Chiapas era ormai solo un ricordo. A farla da padrone era una puzza di plastica arsa e un odore pungente di solventi. Tutt'intorno c'era un informe massa di lamiere tirate su con il sudore della fronte fino a farle sembrare tante piccole scatole di latta.
Miguel passò la notte a cercare Carmen. Di lei aveva una foto ed una serie infinita di ricordi dolci.
Miguelito, Miguelito.
La voce veniva da un piccolo fuoco acceso ai bordi di una carrettera scalcagnata.
Carmen, sei tu Carmen?
Si, ma ti prego non ti avvicinare
Miguel non capiva, ma si fermò a trenta passi di distanza.
Io ti amo
Anche io ti amo, ma non posso essere più tua. Quel che volevo darti, non è più mio. Appartiene a tutti ormai. Torna a casa e racconta quello che hai visto. Vai e non voltarti indietro. Avvisa che  qui hanno rubato i nostri sogni per pochi pesos. La gente deve sapere che le strade ormai non portano da nessuna parte. Girano semplicemente in tondo senza incontrare mai l'orizzonte. Va' e parla di Carmen, un tempo bella e sensuale, adesso mercenaria sfatta e senza futuro. Solo così ci sarà un domani.
Forse.

 
 
 

Sogno di una notte di mezza primavera

Post n°193 pubblicato il 12 Aprile 2007 da santaguero
 

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- Ciao bello -
Il sorriso a metà si appoggia sulle labbra appena dischiuse. E' uno schianto formato pagina patinata. Occhi neri come la pece che fanno capolino tra i capelli color grano maturo e che interrogano senza respiro ormoni e pensieri.
- Addio bella -
-Perchè?-
-Sei bugiarda-
-Cosa?-
- Allora sei cieca-
-Che significa-
- Che non sono bello-

 
 
 

Il mito del Progresso

Post n°192 pubblicato il 11 Aprile 2007 da santaguero
 

Con uno scherzo diabolico, il nuovo potere ha invertito la segnaletica; la immaginevechia forma eversiva della trasgressione si accorge di viaggiare a bordo di esso. La dinamica della liberazione cambia di segno: lo sviluppo ininterotto crea il  consumismo, che sollecita sempre nuovi desideri e la forma di cultura più funzionale a questo nuovo potere è quella che vieta di vietare, che richiede l'abolizione di tutte le interdizioni. Il soggetto più adatto a quest'universo è un soggetto costantemente inappagato, una macchina desiderante allergica alla nozione stessa di vincolo e di limite

Franco Cassano citato in  Bruno Arpaia, Per una sinistra reazionaria, Guanda, Parma 2007.

 
 
 

Pasqua mon amour

Post n°191 pubblicato il 10 Aprile 2007 da santaguero

Anche quest'annoimmagine

reduci dalle feste natalizie

siamo sopravvissuti

alla Pasqua

e

alla Pasquetta

Auguri!!!

 
 
 

Asse mediano

Post n°190 pubblicato il 03 Aprile 2007 da santaguero
 

immagineIl deserto che non porta da nessuna parte taglia in due l'hinterland di Napoli. Lungo la striscia d'asfalto che da Pomigliano conduce a Giugliano si può respirare il vento caldo del nulla. Le auto vanno e vengono, e, come le nuvole,  portano i suoni ed i rumori.
Un serpente nero pece da dove in lontananza fanno capolino i paesoni informi stracolmi di anime vaganti. Qualche centro commerciale con annesso multiplex. E le file, le file dei dannati che, orfani di centri di gravità, si arrembano a bordo delle loro auto polverose per cercare il senso di un fine settimana.
Asse mediano mon amour: scampoli di vita, frammenti di discorsi amorosi rubati tra i tavolini di un Mc Donald.
Asse mediano, sapore di un'America da saldi di fine millennio.
Gennaro e Rosa se la spassano tra un gelato e l'avvicinarsi di una proiezione cinematografica. A seguire una birra al disco pub, tra i giochi elettronici e le palle rotanti del bowling. Antonio, Angelo e Peppe sono alla ricerca di un po' di sballo e di qualcuna che ci stia.  Francuccio, Madda e Peppe 'o smilzo sono contenti: da quando ha aperto l'Ipercoop sanno dove andare.
La periferia della periferia attraversa il deserto della provincia malforme con noncuranza. Ha perso il centro, l'identità e la voglia di essere qualcos'altro. Si spinge avanti ed indietro sulla strada che porta al mare più sporco d'Europa. Senza meta, senza sogni, senza futuro.

 
 
 

Mas que nada

Post n°189 pubblicato il 27 Marzo 2007 da santaguero
 

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Una notte senza luna, ma con tante stelle che giocano a nascondino tra le arcate di un ponte. Una fila interminabile di luci giallognole fa appena intravedere una macelleria di corpi seminudi che si offrono generosi ai passanti. A Napoli la gente li chiama "femminielli", qui invece a Rio devi dire Viados, ma a differenza che a Milano la parola non fa tanto chic. Ce ne sono allineati di belli, bellissimi e brutti, ma la gente non si ferma. Fingono allegria, ma parlano di tristezza. Stanotte non c'è pubblico a cui sottoporre le grazie di un corpo al femminile. C'è molta gente in giro, ma non per loro. Una fila enorme attende di entrare al Carioca de Gema. Corpi accalcati ed accaldati, ma colmi di speranza.
- Italiano? -
- Si sono Italiano -
-Sei quello che ha telefonato? -
-Si sono io-
-Allora entra-
Fumo, benedetto fumo dappertutto, come le note di un samba immediatamente sostituite da una bossanova e da un choro. Gente assiepata, gente che balla tra le luci delle lampade fioche. Sulla scala che porta al piano superiore lo spettacolo è incantevole. Un fiume di persone percorre se stesso alla ricerca della sintonia con il mondo. E lo fa danzando, cantando  e contagiandosi di allegria. A Rio la baldoria, quella vera, la trovi nei posti più impensati, comunque lontano da Copacabana o Ipanema; a Salvador de Bahia invece ovunque ci sia uno spazio vitale. A Rio la baldoria conserva una certa compostezza; a Salvador è quasi sempre esagerata. 
Carioca da Gema, un buco o poco più. Appena grande come un ombelico. Del mondo.

 
 
 

L'attenzione

Post n°188 pubblicato il 20 Marzo 2007 da santaguero
 

"Il tuo difetto è la disattenzione!" tuonò, pronunciando l'ultima parola come immagineuna condanna. "E non solo tuo: è il maggior difetto di ogni giocatore.
E quando parlo di attenzione, intendo qualcosa di molto più grande di quanto comunemente si pensi.
I sacerdoti maya si cimentavano, nelle loro feste sacre, in un gioco simile alla moderna pelota, ma nell'afferrare e nel lanciare la palla erano consapevoli che sarebbe bastato un solo sbaglio da parte di uno di loro a far precipitare l'astro del sole. Questa è l'attenzione di cui parlo! Come se la posta in gioco fosse la tua stessa vita, o meglio: non solo la tua - perchè tu potresti essere un potenziale suicida - bensì delle pesrone che ti sono più care.


(Paolo Maurensig, La variante di Luneburg)

 
 
 

Sola e raminga vago nella notte

Post n°187 pubblicato il 14 Marzo 2007 da santaguero
 
Tag: oceania

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La luna si metteva di traverso alle nuvole. Dalla sommità del buio minaccioso, un'aureola d'argento illuminava i cuori colmi di emozione dei viandanti dispersi nel deserto rosso. Lungo la strada nera con il naso all'insù ad ammirare lo scintillio della nube immobile di Magellano, si può perdere il senso dell'esserci. Nell'outback australiano fa freddo di notte, anche se un buon bourbon riscalda carni avvizzite e anime perse.
Tra le casupole del motel immerso nelle luci giallognole si ferma un' auto. Lo sportello si spalanca gracchiando  alla luna. Una donna sulla quarantina imita l'astronauta Armstrong. E' piena di alcool di poche pretese come una distilleria di provincia e riesce a stento a mettere d'accordo i due piedi. Bofonchia qualcosa in uno slang incomprensibile. Poi sorride, saluta e si siede in una cabina telefonica. Prende tra le mani la cornetta e compone un numero. Nel silenzio della notte si ode solo la sua voce gracchiante che implora al telefono di essere amata. Piange, si dispera. Biascica parole incomprensibili. Le sue mani si contorcono in aiuto delle frasi sconnesse. Sorride, ride, mostra i suoi denti neri al deserto rosso. Poi salta nell'auto e sgomma in direzione del nulla in formato rettilineo.
Nella cabina resta appeso solo un grosso foglio di carta con su scritto a penna: "Guasto!!!"

 
 
 

L'arte della felicità

Post n°186 pubblicato il 07 Marzo 2007 da santaguero
 

Gli artisti di strada portano in giro la bellezza. Gli artisti di strada portano in giro la felicità. immagine
Un bimbo nel passeggino li guarda suonare uno swing sfrenato e si diverte. C’è chi ascolta a bocca aperta e chi sorride con la bocca larga.
E’ il gioco ancestrale della festa. Dello stare insieme per
 esorcizzare gli eventi brutti della vita. 
La fisarmonica si lamenta sinuosa. Il sax bofonchia. Il contrabbasso detta il passo. Il violino strimpella tra le note. Ed i musicisti ridono senza denti al passaggio trionfale dell’armonia dagli strumenti alla gente assiepata ai lati della scena.
 
Cinque minuti di felicità. Cinque minuti per ricordare che l’arte è bellezza e che la bellezza è gioia.

 
 
 

Cos'è l'utopia in tutte le lingue

Post n°185 pubblicato il 23 Febbraio 2007 da santaguero
 

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Spanish - la utopía está en el horizonte. Me acerco dos pasos, ella se aleja dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se desplaza diez pasos más allá. Por mucho que camine, nunca la alcanzaré. ¿Para qué sirve la utopia? Para eso: sirve para caminar
Albanian - utopia është në horizont. I afrohem dy hapa, ajo largohet dy hapa. Bëj dhjetë hapa dhe horizonti largohet dhjetë hapa më larg. Për sa kohë eci, kurrë nuk do ta arrij. Për çfarë shërben utopia? Për këtë: shërben për të ecur
Basque - utopia zeruertzean dago; bi urratsez hurbildu natzaio eta berak beste bi atzera egin du. Hamar urrats egin ditut eta zeruertza hamar urrats urrunago daukat. Etengabe ibilita ere, ez dut inoiz harrapatuko. Zertarako balio du utopiak? Horretarako: ibiltzeko...
Bolognese - l'utopî l'é al uriZånt. A me Svén dû pâs, lî la se Sluntèna dû pâs. A fâg dîS pâs e l uriZånt al s fà dîS pâs pió in là. Par quant a vâga inànz, a n i arivarò mâi. Csa sêrvla dånca l'utopî? A quasst: la sarvéss a andèr inànz
Brazilian Portuguese - a utopia está no horizonte. Aproximo-me dois passos, ela afasta-se dois passos. Caminho dez passos e o horizonte afasta-se dez passos. Por muito que caminhe, nunca a alcançarei. Para que serve a utopia? Para isto: serve para caminhar
Breton - an utopia zo war an dremmwel. Ober a ran daou gammed war-raok, ha pellaat a ra daou gammed. Ober a ran dek kammed war-raok, ha kilañ a ra dek kammed all. Ne ra forzh pegen pell e kerzhan, biken ne vo tizhet ganin. Da betra e servij an utopia, neuze? Setu da betra, da zerc'hel da gerzhet
Catalan - la utopia és a l'horitzó. M'hi acosto dues passes i ella se m'allunya dues passes. Camino deu passes i l'horitzó s'allunya deu passes enllà. Per molt que camini, no hi arribaré mai. Per a què serveix la utopia? Serveix per a caminar
Croatian - utopija je na obzoru. Koraknem li dva koraka bliže, ona se dva koraka odmakne. Približim se deset daljnjih koraka, a obzor pobjegne za još deset koraka. Koliko god hodao, nikada ga neću dostići. Pa kakvoga smisla ima utopija? Smisao je u ovome: nastaviti hodati
Dutch - de utopie bevindt zich aan de gezichtseinder. Ik kom twee passen dichterbij, zij gaat twee passen achteruit. Ik zet tien stappen, de horizon beweegt tien stappen achteruit. Hoe ver ik ook ga, nooit zal ik haar bereiken. Waartoe dient een utopie? Hiertoe: zij houdt je in beweging
English - utopia is on the horizon. I move two steps closer, it moves two steps further away. I walk another ten steps and the horizon runs ten steps further away. As much as I may walk, I'll never reach it. So what's the point of utopia? The point is this: to keep walking
Esperanto - utopio estas en horizonto. Mi alproksimiĝas al ĝi du paŝojn, ĝi foriĝas du paŝojn. Mi piediras dek paŝojn kaj la horizonto moviĝas dek paŝojn pli for. Eĉ se mi multe paŝus, mi ne atingus ĝin. Por kio utilas utopio? Por tio: ĝi utilas por paŝadi
Estonian - silmapiiril terendab utoopia. Ma astun kaks sammu lähemale, tema kaugeneb kahe sammu võrra. Mina astun kümme sammu, silmapiir kaugeneb kümne sammu võrra. Astun mis ma astun, silmapiirini ei jõua ma kunagi. Milleks siis utoopiat vaja? Eks ikka selleks, et edasi minna
French - l'utopie est à l'horizon. Je fais deux pas en avant, elle s'éloigne de deux pas. Je fais dix pas de plus, elle s'éloigne de dix pas. Aussi loin que je puisse marcher, je ne l'atteindrai jamais. À quoi sert l'utopie ? À cela : elle sert à avancer
Furlan - l'utopie jè al orizont. Mi visini di doi pas, iei si slontanedi doi pas. 'O fâs dîs pas e l'orizont si slontane di dîs pas. Par cuant che 'o cjamini, no lu rivarai mai. A ce siervie l'utupie? A chest: sierv a cjaminâ
Galician - a utopía está no horizonte: Achégome dous pasos e ela afástase dous pasos. Ando dez pasos e o horizonte afástase dez pasos máis alá. Por moito que eu camiñe, nunca a acadarei. Para que serve a utopía? Para iso: Serve para camiñar
German - die Utopie ist am Horizont. Ich komme zwei Schritte näher, sie entfernt sich zwei Schritte. Ich gehe zehn Schritte und der Horizont rückt zehn Schritte weiter weg. Wie weit ich auch gehe, ich werde ihn nie erreichen. Wozu ist dann die Utopie gut? Um weiter zu kommen
Hungarian - az utópia a horizonton van. Ha két lépéssel közelítek felé, két lépéssel távolodik. Újabb tíz lépésemre tíz lépéssel kerül távolabb. Bármennyit mehetek, soha nem fogom elérni. Mi akkor az utópia szerepe? Az, hogy az ember mindig menjen
Italian - l'utopia sta all'orizzonte. Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Faccio dieci passi e l'orizzonte si allontana di dieci passi. Per quanto cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? A questo: serve a camminare
Judeo Spanish - la utopiya esta en el orizonte. Me aserko de dos pasos, eya se alesha de dos pasos . Kamino dies pasos i el orizonte va dies pasos mas aya. Por kuanto ke kamine, nunka lo alkansare. Para ke sierve la utopiya? Para esto : sierve para kaminar
Latin - utopia in horizonte stat. Duos gradus facio, appropinquans, illa duobus gradibus discedit. Decem gradus facio et horizon decem gradibus discedit.Quamquam ambulo, numquam eam consequar. Quid utile utopia habet? Id: ut ambuletur
Latvian - utopija ir pie horizonta. Es tai pieeju par diviem soļiem tuvāk, bet tā par diviem soļiem attālinās. Es speru vēl desmit soļus, bet horizonts atkāpjas par desmit soļiem. Lai cik es soļotu, es to nekad nesasniegšu. Kāda tad ir utopijas jēga? Jēga ir tāda, ka jāsoļo tālāk
Leonese - la utopía ta nel horizón. Avérume dous pasos, eilla alluénxase dous pasos, Caminu diez pasos y l'horizón va diez pasos más p'allá. Pur bien qu'ande, nunca nun la coyeréi. ¿Pa quéi sirve la utopía?
Mantuan - l’utopìa l’è al’orisont. S’agh vaghi davsin do pas le la s’alontana da do pas. S’an faghi dies,l’orisont al s’alontana da dies. Posi caminar fin a stufaram ma gh riarò mai. Alora a cosa servisla l’utopìa? A caminar
Mudnés - l'utopìa la stà a l'orizòunt. A m'asvèin èd dû pâs e l'às fà in là èd dû pâs. A fâg dês pâs e l'orizòunt as fà inânzi èd dês pâs. Per quânt a vâga avànti a caminêr an garivarò mâi. A c'sa sêrev l'utopìa? La sêrev a caminêr
Neapolitan - ll'utopia sta a ll'urizzonte. M'abbecino 'e ruie passe, essa s'alluntana 'e ruie passe. Faccio riece passe e ll'urizzonte s'alluntana 'e riece passe. Pe quanto cammino, nun ce arrivarraggio maie. A che serve ll'utopia? A chesto: serve a cammenà
Papiamentu - utopia ta na hórizòn. Mi ta yega dos paso mas seka. E ta bai dos paso atras. Mi ta kana dies paso i e hórizòn ta desplasá su mes dies paso mas ayá. Pa mas ku mi kana, nunka lo mi alkansé. Pa kiko utopia ta sirbi? Pa esaki: pa sigui kana.
Polish - na horyzoncie stoi utopia. Zbliżam się o dwa kroki, a ona oddala się o dwa kroki. Czynię dalszych dziesięć kroków a horyzont oddala się o dziesięć kroków. Nie ważne ile wędruję, nigdy do niego nie dojdę. Do czego służy utopia? Do tego: służy do podążania
Portuguese - a utopía está no horizonte. Aproximo-me dois passos, ela afasta-se dois passos. Caminho dez passos e o horizonte afasta-se dez passos. Por muito que caminhe, nunca a alcançarei. Para que serve a utopia? Para isto: serve para caminhar
Roman - l´ utopia sta all´ orizzonte. M´ avvicino du´ passi e s´ allontana du´ passi. Faccio ´n´ antri dieci passi e l´ orizzonte s´ allontana dieci passi píù in là. Pe´ quanto posso cammina´ nun ciariverò mai a pijalla. A che serve l´ utopia ? Ecco pe´ chè: pe´ cammina´
Spanish - la utopía está en el horizonte. Me acerco dos pasos, ella se aleja dos pasos. Camino diez pasos y el horizonte se desplaza diez pasos más allá. Por mucho que camine, nunca la alcanzaré. ¿Para qué sirve la utopia? Para eso: sirve para caminar
Swedish - utopin finns vid horisonten. Jag rör mig två steg framåt, den rör sig två steg längre bakåt. Jag går tio steg framåt och horisonten skyndar nu ytterligare tio steg längre bakåt. Hur mycket jag än går, så når jag den aldrig. Så vad är meningen med utopin? Meningen är denna: att fortsätta att gå
Umbro-Sabino - r'utopia sta su l'orizzonte. Fo' du' passi e se scansa de du' passi, ne fo' dieci e s'alluntana de dieci. Più cammino meno l'acchiappo. A que serve r'utopia? A facce camminà
Venetian - l'utopìa ła xe a l'orizxonte. Ghe vago rente de du pasi e eła ła va du pasi pi in là. Fazso altri diéxe pasi e l'orizxonte el se sposta de altri diéxe pasi. Par quanto che camine no rivarò mai ciaparla. 'Sa sèrveła l'utopìa? Par questo: a caminar
Wallon - l' ûtopèye è-st-a l' ôrizon. Dj' avance di deûs pas, èle ricule di deûs pas. Si dj' avance di dîj, i rcule parêy. Dji rote ostant k' dj' èl pou, dji n' arive måy à l' djonde. A kwè m' pout sièrvu l' ûtopèye ? A ça : m' fé d' aler todi pus lon
Welsh - mae wtopia ar y gorwel. Af ddau gam yn nes, ac â ddau gam yn bellach i ffwrdd. Cerddaf ddeg cam arall, a rhed y gorwel ddeg cam ym bellach i ffwrdd. Ni waeth faint a gerddaf, ni chyrhaeddaf mohono byth. I beth mae wtopia'n dda, felly? Dyma i beth, i ddal i gerdded
Zeneize - l'utopìa a sta a-o zinâ. M'arentiscio de doî pasci e lê a s'arrösa de doî pasci; fasso dexe pasci e o zinâ o s'arrösa de dexe pasci; pe quante camminn-e, no l'acciappiò mai. Cös'a serve l'utopìa? A serve pròpio à camminâ

(Eduardo Galeano)

 
 
 

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I COMPAGNI DI COMODINO

Muriel Barbery, L'eleganza del riccio, Eizioni E/O

Gabriel Garcia Marquez, L'Amore ai tempi del colera, Mondadori

Lucia Annunziata, 1977, Einaudi

Ryszard Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli

Khaled Hosseini, il Cacciatore di aquiloni, Piemme

Giovanni Moro, Anni Settanta, Einaudi

Bruno Arpaia, Per una sinistra reazionaria, Guanda

Alberto Filippi e Paolo Collo (a cura di), Guevariana, Einaudi

Juan Rulfo, Pedro Pàramo, Einaudi

Marco De Marco, L'altra metà della storia, Guida

Umberto Galimberti, L'ospite inquietante, Feltrinelli

 

LO SCASSINATORE DELLE PAROLE

E' difficile scrivere?                                                                    immagine

No niente affatto.

Tutto quello che occorre è un perfetto orecchio,  

un'intensità assoluta,

una devozione al proprio lavoro simile a quella di un prete per il suo Dio,

il fegato di uno scassinatore

e nessuna coscienza

tranne in quello che si scrive:

poi è fatta!

(Ernest Hemingway)

 

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