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La luna fa capolino di notte..
La luna Ariosto m’insegnò che nell’incerta Ariosto me enseñó que en la dudosa luna albergano i sogni, l’imprendibile, Luna moran los sueños, lo inasible, il tempo che si perde, l’impossibile El tiempo que se pierde, lo posible o il possibile, ch’è la stessa cosa. O lo imposible, que es la misma cosa.
Della Diana triforme Apollodoro De la Diana triforme Apolodoro mi lasciò intravedere l’ombra magica; Me déjo divisar la sombra mágica; Hugo mi regalò una falce d’oro, Hugo me dio una hoz que era de oro, un irlandese, la sua luna tragica. Y un irlandés, su oscura luna trágica
E intanto ch’io esploravo la miniera Y, mientras yo sondeaba aquella mina delle lune della mitologia, De las lunas de la mitología, sul vicino cantone risplendeva Ahí estaba, a la vuelta de una esquina, la luna celestiale d’ogni giorno. La luna celestial de cada día.
So che fra tutte le parole, una Sé que entre todas las palabras, una ce n’è per ricordarla o figurarla. Hay para recordarla o figurarla. Il segreto consiste nell’usarla El secreto, a mi ver , está en usarla con umiltà. E’ la parola luna. Con humildad. Es la palabra luna.
Non oso più macchiare la sua pura Ya no me atrevo a macular su pura apparizione con immagin vana; Aparicíon con una imagen vana; la vedo misteriosa e quotidiana La veo indescifrable y cotidiana al di là della mia letteratura. Y más allá de mi literatura.
So che la luna o la parola luna Sé que la luna o la palabra luna è una lettera che è stata creata Es una letra que fue creada para per la scrittura di quell’intricata La compleja escritura de esa rara cosa che siamo, numerosa e una. Cosa que somos, numerosa y una.
Essa è uno dei simboli che all’uomo Es uno de los símbolos que al hombre dona il caso o la sorte perché un giorno Da el hado o el azar para que un día di esaltazione gloriosa o agonia De exaltación gloriosa o agonía egli possa tracciarne il vero nome. Pueda escribir su verdadero nombre. (Frammento tratto da: L’artefice, La luna, J. L. Borges)
J. L. Borges ha così celebrato la luna, mentre P. Verlaine l'ha rappresentata in tutt’altro modo, come potrete leggere nel post successivo.
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L'INCONTRO CON IL LUPO MANNARO...
Lucia Mondella, venendo dalla filanda, incontrò il lupo mannaro: che, levatosi il cappello, e sdrusciatene le gran piume per terra, andava sussurrandole certe parolette ad orecchio, delle più zuccherose che aveva. Lucia scappò: e raccontò ad Agnese ogni cosa.
Questa favola ne induce a sospirare: «C’est dommage!»
E. Gadda, Il primo libro delle favole Milano, Mondadori, 1995