Creato da miriam1mt il 28/11/2011

LA VITA COS'E'???

Una felicità che finora l'uomo non ha mai conosciuto: la felicità di un dio colmo di potenza e d'amore, di lacrime e di riso, una felicità che, come il sole alla sera, non si stanca di effondere doni della sua ricchezza inestinguibile e li sparge nel mare, e come il sole, soltanto allora si sente assolutamente ricca, quando anche il più povero pescatore rema con un remo d'oro! Questo sentimento divino si chiamerebbe, allora -umanità!

 

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"Quirinale respinto con perdite. Così finirà alla Consulta"

Post n°2285 pubblicato il 18 Luglio 2012 da miriam1mt
 
Tag: CRONACA

Mercoledì, 18 luglio 2012 - 07:43:00
mancino napolitano

di Lorenzo Lamperti

"Questo è un braccio di ferro che Napolitano perderà". Bruno Tinti, ex magistrato e massimo esperto di diritto, dice la sua sul conflitto Colle-Procura di Palermo in un'intervista ad Affaritaliani.it: "La richiesta è infondata giuridicamente. Essendo intercettato indirettamente e non avendo nessun addebito penale, il Presidente è come tutti gli altri cittadini. E se vuole che i nastri siano distrutti, deve attenersi alla legge".

E che cosa dice la legge? "Che deve essere garantita la difesa. Su quei dialoghi deve decidere il gip ascoltando pm e difese degli imputati". Secondo Tinti, il Capo dello Stato "sta facendo la stessa cosa che ha fatto Berlusconi per il caso Ruby, cercando di evitare di sottoporsi alle normali procedure. E quel decreto che si è scritto da solo mi sa tanto di conflitto di interessi..."

 

TRATTATIVA STATO-MAFIA/ LO SPECIALE DI AFFARI

Intercettazioni, pm di Palermo sotto accusa. Messineo: "Ma l'inchiesta va avanti"

"Conflitto tra i poteri dello Stato". Napolitano contro la Procura di Palermo. Tu da che parte stai? Con il Presidente o con i pm?

I DOCUMENTI DI AFFARI/ Il testo integrale del decreto di conflitto di attribuzione

L'INTERVISTA 1/ Il procuratore capo Messineo: "Su Napolitano polemiche legittime"

L'INTERVISTA 2/ Salvatore Borsellino: "Napolitano, ci vuole l'impeachment"

L'INTERVISTA 3/ Parla l'ex direttore del Dap Nicolò Amato: "Lo Stato ha ceduto alla mafia"

I DOCUMENTI DI AFFARI/ Il testo integrale della lettera di Cosa Nostra ricevuta da Scalfaro nel febbraio 1993

Bruno Tinti, come pensa che deciderà la Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione sollevato dal Presidente della Repubblica?

Napolitano sarà respinto con perdite perché il suo discorso è infondato giuridicamente. Nel suo decreto scrive correttamente che si tratta di intercettazioni indirette però poi si comporta come se l'intercettato fosse lui. E lamenta la violazione delle prerogative spettanti al Capo dello Stato.

E questa violazione esiste?

No, perché Napolitano non è mai stato intercettato né è mai stato sottoposto a procedimento penale. Non gli sono mai state mosse imputazioni, quindi tutte le sue prerogative non sono state violaìte proprio perché lui è estraneo a qualsiasi processo penale. Ha parlato con una persona intercettata, Nicola Mancino, ma questo non fa in alcun modo rinascere delle prerogative che sono dettate solo nell'ipotesi che il Capo dello Stato commetta dei reati. Siccome non li ha commessi la problematica delle prerogative non si pone. A questo punto la sua intercettazione è indiretta come quella di qualsiasi altro parlamentare o di qualsiasi altro cittadino. E' un'intercettazione che eventualmente è utilizzabile nei confronti dell'intercettato.

Il Quirinale però si richiama alla legge 219 del 1989 che prevede come il Presidente della Repubblica non possa essere sottoposto a intercettazione se non dopo essere stato sospeso dalle proprie funzioni per i motivi previsti dall'articolo 90 della Costituzione, ovvero alto tradimento o attentato alla Costituzione.

Sì, ma questo discorso viene meno perché le intercettazioni sono indirette. Non c'è proprio niente che riguardi Napolitano. A questo punto lui ha nei confronti di questa intercettazione i diritti di qualsiasi altro cittadino. Se ritiene che l'intercettazione sia lesiva della sua privacy e vuole la sua distruzione lo deve chiedere al pubblico ministero. Il pubblico ministero avvia la procedura prevista dall'articolo 268 e investe il giudice, il quale sente il pubblico ministero e la difesa. Quello che è irrilevante per Napolitano, o per il cittadino che avvia la procedura, potrebbe essere rilevante per la difesa dell'imputato o degli imputati.

Può fare un esempio?

Immaginiamo un'intercettazione dove due amici parlano e uno dice all'altro: "Pensa, il giorno 15 aprile ero al mare con quell'amica bellissima che conosci e abbiamo passato la notte insieme". L'amica bellissima, che magari è sposata e quindi viene danneggiata da questa intercettazione, può chiedere la distruzione della registrazione. Ma l'amico che era al mare con lei magari è imputato per una rapina compiuta proprio il 15 aprile in un'altra città. E allora quell'intercettazione diventa fondamentale per la difesa che può dimostrare la sua innocenza. L'avvocato difensore può quindi ritenere quell'intercettazione penalmente rilevante. Per questo esiste la procedura di contraddittorio con la difesa.

La richiesta di Napolitano quindi implica un venir meno della garanzia di difesa?

Certo, lui si comporta come se non fosse una persona come gli altri, come fanno tutti i potenti in Italia. La legge è uguale solo per gli altri. Essendo il Presidente della Repubblica, pretende che la Procura distrugga subito le intercettazioni. Ma è un'istituzione, una carica, non è una qualità personale. Quando vieni tirato in gioco come Capo dello Stato è una cosa, quando invece lo sei come privato cittadino è un'altra. Ma in tanti queste cose non le capiscono.

Quando parla di "lesioni alle sue prerogative" a cosa allude Napolitano?

Qui Napolitano ha fatto un autogol spaventoso. La Procura di Palermo è stata di una rigidità feroce e queste intercettazioni non sono mai uscite. Se il Presidente della Repubblica fosse stato zitto, la cosa sarebbe finita lì perché nessuno sapeva, o sa, il contenuto di queste registrazioni. Ora però tutti si chiedono di che cosa hanno parlato Napolitano e Mancino, perché lui ha mostrato preoccupazione. E qualcuno può pensare che ne tema il contenuto.

Anche Berlusconi fece ricorso alla Consulta per il caso Ruby...

Napolitano infatti si sta comportando come si comportò Berlusconi. A lui non faceva comodo essere processato per il caso Ruby e ha tirato fuori la storia della nipote di Mubarak, dicendo che aveva agito in qualità di presidente del Consiglio. Sostenendo dunque che la Procura della Repubblica non può sindacare sulle azioni politiche del capo del governo. E la Presidenza della Repubblica sta facendo la stessa cosa, cercando di evitare di sottoporsi alla legge, che poi prevede semplicemente il giudizio del gip sulla rilevanza o meno di quelle intercettazioni.

Insomma, Napolitano questo decreto non avrebbe dovuto scriverlo?

Ma sa, anche il fatto che il Presidente della Repubblica si scriva un decreto apposta per il suo interesse mi sa tanto di conflitto di interessi, diciamo la verità.

Quali conseguenze possono esserci sull'inchiesta della Procura di Palermo sulla trattativa Stato-mafia?

Nessuna. Questo è un braccio di ferro che il Presidente della Repubblica perderà e che non intaccherà le indagini.

E intanto in questi giorni c'è il ventennale di via D'Amelio...

Già. Purtroppo questa è davvero una brutta storia.

 
 
 
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