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« Tanto per cambiarePovera Fornero »

Auto biografia del papero ( parte decima )

Post n°803 pubblicato il 22 Marzo 2012 da paperino61to

Che bello quando si era ragazzini ! Mi ricordo che mio padre mi accompagnava in edicola a comprare le figurine. Ricordate il mitico album dei calciatori Panini ?

 

 

A quei tempi erano pochi gli album di figurine, non è come adesso, in più la Panini aveva il monopolio sui calciatori.

Ricordo che a seconda dei voti i pacchetti di figurine aumentavano o diminuivano, ovviamente uno cercava di aumentarle, ma capitava di andare a sbattere contro una sonora insufficienza e allora che fare ? Semplice dire il voto al proprio genitore l’attimo dopo averle comprate.

Certo dopo bisognava correre per evitare una mano non tanto affettuosa, ma volete mettere la sublimazione di trovare la figurina mancante ?  Arrivare a casa e tirare fuori la colla e pennellino , sentire l’odore acre salire verso le narici, con la mamma che urla : “ Puzzaaaaaaa..”.

Ora le figurine   si attaccano quasi da sole, basta guardarle, allora dovevi fare anche attenzione a non incollarti le mani o le pagine tra di loro. Poi un'altra cosa che ci mandava in disperazione totale era quando ne mancavano poche per completare l’album.

Mica come adesso che puoi mandarle a chiedere, allora erano poche le case editrici che te le spedivano, la Panini non era tra queste, quindi andavi alla ricerca disperata della reliquia mancante. Quando ci accorgevamo che un nostro amico aveva quella che volevamo, con nonchalance  facevamo finta di interessarci, poi scattava la nostra offerta : Dieci figurine . Dieci per UNA.

Peccato che l’amico in quei casi non lo era più, ma diventava un avido avvoltoio, un usuraio della peggior specie. Rilanciava a 50, tu tentennavi, più eri titubante ma smanioso di averla, più lui aumentava , a volte si arrivava fino a 200.

Arghhh, era l’urlo che si levava in cielo ma nulla da fare, dovevi capitolare o tentare la fortuna comprando pacchetti a iosa pur di trovare la mitica figurina mancante e dire all’amico : “ tiè fregato “ , cosa che non capitava mai.

  Giocavamo con le figurine si  a “ ligia”. Era un pezzo di ferro di forma tonda non spesso, levigato era meglio altrimenti anche grezzo. Si metteva a distanza il mucchietto di figurine , con il “ligia “ si prendeva bene la mira e vinceva chi ne faceva uscire di più da un cerchio.

Altro metodo sempre con le figurine era lanciarle a turno contro un muro, sempre a debita distanza, si vinceva quando la tua figurina cadeva sopra quella dell’avversario. Ovviamente in entrambi i giochi c’era sempre quello che urlava : Hai trassato ( barato).

Altra merce pregiata erano le biglie, soprattutto quelle colorate .

 

 

Valevano oro per noi ragazzini e anche li lo scambio non era alla pari. Qui  giocavamo solo in un modo per vincerle, il “papalo “, cioè un cerchio dove all’interno si metteva la biglia pregiata, poi a fianco si tirava una riga e si mettevano le corrispondente biglie pari al valore di quella che sta all’interno del cerchio;  in sintesi quella dentro al cerchio valeva 50, bene avevamo nella riga altre 50 biglie.

Il vincitore era chi se ne accaparrava di più ovviamente . Chi aveva la fortuna di chiamarsi Gastone vinceva al primo tiro, bastava beccare quella dentro al cerchio, io secondo voi perché ho messo Paperino come nick?

In ogni caso sono ricordi che ancora ora mi porto dietro, un tempo che sicuramente i ragazzini di oggi presi da xbox, internet, playstation non sanno manco cosa voglia dire, e soprattutto non conoscono  l’acre odore della colla che arrivava fino alle narici, con la copertina dell’album attaccata al tavolo della cucina.

 
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