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Auto biografia del papero ( 21 parte )

Post n°891 pubblicato il 06 Giugno 2012 da paperino61to

Oggi vi parlo del mio rapporto non proprio idilliaco con la discoteca. Chi in gioventù  non ha fatto una capatina in una sala da ballo vestito alla Tony Manero?

       

Io non ho mai amato molto quel mondo anche per via dei miei gusti musicali, perché trovare un pezzo di heavy metal a quei tempi era veramente un’impresa, si poteva dire un miracolo. Certo andava alla grande “ I was made for love you “ dei Kiss, ma era alquanto annacquato come pezzo, diciamo che virava al genere disco che andava di moda.

Oltre al gusto musicale che è molto personale , debbo ammettere che il primo impatto alla discoteca  è stato alquanto traumatico. Dovete sapere che una volta c’era parecchio astio tra noi di città e quelli dei paesini limitrofi, i motivi non lo so, risalgano ai tempi della nascita del mondo.

Sta di fatto che se uno va in trasferta non si mette a fare il furbo, evita ogni genere di provocazione no ? Invece quel giorno , nel nostro esiguo gruppo di 5/6 persone, qualcuno non aveva ben recepito questo semplice messaggio.

Prendemmo il treno per Chivasso ( pese vicino a Torino) e andammo in  discoteca. Alla nostra vista i cari ragazzi del paese incominciarono a guardarci con occhi torvi, alcuni si lisciavano l’incolta barbetta pregustando chissà quale triste fine per noi “ cittadini”.

Man mano che ci avvicinavamo all’ingresso la cosa era sempre più evidente, e le battute nei nostri confronti erano pesanti.

 

 

 

Ovvio che uno reagisce, però quando sei in parità numerica , non come in questo caso  che ti ritrovi a fare la parte del 7 cavalleggeri di Custer. Come non bastasse molti di questi paesani erano dei veri e propri armadi a due ante, con età molto più grande della nostra.

In sintesi quando il genio che era con noi e che aveva acceso la miccia si rese conto di tutto questo, urlò : “ meglio filare “. Era meglio manco incominciarla la scazzottata porcaccia miseria. In breve di noi  si vide solo la nuvoletta, non so chi arrivò per primo alla stazione, ma so che sembravamo un drappello di banditi all’assalto del treno che stava arrivando. Per fortuna i nostri inseguitori si fermarono ben prima, sicuramente contenti di averci fatto sloggiare ed avere messo in risalto il loro machismo feudale.

La seconda esperienza toccò alcuni anni dopo a Loano, ai  Pozzi. Non avendo nessuno di noi  l’età per guidare andammo  a piedi sbuffando come treni  su per la  salita.

Ci mettemmo in coda ed entrammo. Luci soffuse, musica ad alto volume, di ragazze ben poche. Prendemmo  la consumazione e poi ci mettemmo  seduti. Dopo un po’ i miei amici andarono a dare sfoggio della loro bravura a ballare ( ironia pura), io invece mi misi  comodo sul sofà, talmente comodo che al terzo brano , mi addormentai.

         

Ammetto non è molto normale andare in discoteca, cercare di rimorchiare delle ragazze e poi addormentarsi,  qualcosa non funzionava in me. Successe però, e per fortuna ebbero il buon senso di svegliarmi quando andarono via, anche se ho sentito che qualcuno voleva lasciarmi li , ormai facevo così bene la parte del mobilio che era un peccato portarmi via.

L’ultima volta che feci una visita in discoteca fu la più bella e splendida. Sempre a Loano, i Bagni di una spiaggia privata organizzarono una serata heavy metal all’aperto.

Che bella parola per le mie orecchie, convinsi un mio amico molto discotecaro ad andarci. Sicuramente non facemmo la coda per entrare, alla fine della serata eravamo una quindicina di persone a dire tanto, pochissime ragazze.

Credetemi però  che non mi sono mai divertito tanto come quella sera, saltavo come un grillo, pogavo come un pazzo  al suono degli AC/DC, Motor Head, Led Zeppelin, Deep Purple, Kinks, Van Halen, Ted Nuggent, Ramones, Judas Priest e altri ancora.

           

Tutti rigorosamente ad alto volume, per la gioia nostra e molto meno per quella dei passanti che ci guardavano e scandagliavano la testa dicendo : “ a sun propri dei balengu sti giùù ..( sono propri dei balengo sti giovani ).

 
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