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Autobiografia del papero ( 43 parte )
Post n°1167 pubblicato il 08 Gennaio 2013 da paperino61to
Dopo aver dovuto per motivi personali smettere il lavoro da litografo con dispiacere, visto che avrei sicuramente avuto un innalzamento di livello, mi ritrovai disoccupato per un anno.
Ammetto che non feci fatica ad adattarmi in quel ruolo, anche perché eravamo solo io e la moglie : i pargoli ancora dovevano arrivare.
Facevo il casalingo, il “ cenerentolo “ di casa con tanto di spolverino, grembiulino e ramazza.
La consorte mi aveva fatto vedere come si faceva a stirare, e ammetto che mi divertivo, mettevo su un cd di musica metallara e vai..un colpo a destra , un colpo a sinistra e il gioco era fatto..pressa poco.
Litigavo solo con le camice e ancora adesso pur adottando un metodo non “ civilizzato “ , non riesco perfettamente a stirarle,per cui concede l’onore di tal compito alla paperina di casa.
Finito di sbrigare le faccende domestiche preparavo la pappa ; in questo campo però la mia “ fantasia “ era molto limitata, mangiavo sempre la stessa cosa : pasta in bianco, fettina ai ferri e vari tipi di insalata, uova sode o all’olio , ma non frittata, ero negato, la prima volta che ho provato ne è uscito una sostanza aliena.
Per fortuna la suocera aveva compassione e andavo da lei a mangiare, oppure veniva lei da me.
Al pomeriggio, mentre aspettavo la moglie uscire dal lavoro, andavo in biblioteca , dove c’erano i quotidiani oltre varie riviste.
Aspettavo l’orario di apertura che di solito era verso le 14. Oltre me ad aspettarla, c’era anche un terzetto di vecchietti alquanto tremendi ma soprattutto sprint e poco ligi a rispettare il proprio turno di ingresso , evidentemente è una prerogativa di questa categoria, visto che ancora adesso passano davanti a tutti in barba a chi è primo sia che ti trovi alla posta, in banca, al mercato ecc..
Uno di questi si intrufolava nel ristretto passaggio che lasciava il mio corpo con il portone, mica potevo spiaccicarmi sul portone a gambe e braccia larghe per fargli capire che c’ero prima io ?
Ebbene , questo vecchietto era un fulmine, le bastava una piccola fessura e sgusciava dentro, nulla valeva protestare, faceva il finto sordo. Poi non si accontentava di prendere un quotidiano solo ; ma arraffava tutti quelli che riusciva a prendersi e agli altri le cosiddette briciole.
Riuscivo a leggere i giornali , tutti quanti , quando la moglie lavorava la sera nei Consigli di circoscrizione come stenografa. Dato che ero il marito , potevo assistere ai consigli anche se erano chiusi al pubblico, canale preferenziale se volete dirla tutta.
Peccato che la maggior parte di quei consigli ci si annoiava .
Rare volte erano interessanti. Ricordo sempre un consigliere di destra , allora c’era ancora l’Msi, non spiccicava una parola che era una, si sedeva, prendeva il giornale , chinava la testa e via con la lettura.
Uno di questi consigli è rimasto memorabile nei miei ricordi , e mi fece capire come come la la politica potesse prendesse in giro i cittadini. L’ordine del giorno era se dare il via allo spostamento dello Stadio Comunale ( ora Olimpico ) al nuovo impianto : Ex Delle Alpi, ora Juventus Stadium.
La sala era gremita fino all’inverosimile, molti erano commercianti, spostare uno stadio avrebbe voluto dire zona morta, bar con orari ridotti e domeniche senza il via vai di tifoseria. Insomma, anche da parte mia , ammetto che diventava una zona “ desertica “.
Ebbene , i solerti consiglieri con il signor Matteoli ( assessore comunale allo sport se non erro) disse queste parole : “ Prendiamo atto e riferirò al sindaco e alla giunta comunale , che la gente Non è d’accordo sullo spostamento. Valuteremo con serenità “.
La gente si alzò contenta e se ne andò a nanna, era tardissimo. Io rimasi perché aspettavo la moglie. Appena uscì l’ultimo cittadino , Matteoli con l’appoggio della giunta di circoscrizione fece stilare questa frase : “ Visto il parere favorevole della cittadinanza di Santa Rita, ove vi è lo Stadio Comunale, si metta a verbale che lo spostamento avverrà nei tempi e modi prestabiliti .”.
Furbi gli amici vero ? Volta gabbana in pieno. Tralascio le proteste che ne sono seguite. Sono passati diversi anni e per fortuna lo Stadio è stato riaperto. Ammetto che per una città come Torino avere due stadi è un po’ assurdo, ma visto che i concerti estivi prevalentemente le fanno vicino a casa mia ( due isolati di distanza ) quindi ben vengano questi stadi.
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