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La Favola di Andrès
Post n°1258 pubblicato il 04 Marzo 2013 da paperino61to
1909 Granada ( Andalusia, Spagna )
Due ragazzini passeggiano per le vie della città, nonostante sia primavera l’aria è abbastanza fredda.
Il più alto dei due Manuel , si tira su il bavero del cappotto, mentre l’altro ragazzo di nome Andrès osserva il fiato uscire dalla sua bocca.
- “ Andrès, tu non hai paura ? Io si ..e anche tanta “ domandò all’amico.
_ “ Pure io e non poca, ma come i nostri genitori , abbiamo fatto sacrifici per essere qui , vorresti tornare indietro ? “ risponde con quella voce che hanno i ragazzini a sedici anni tra l’infantile e l’adulto.
Manuel scosse la testa : “ No di certo , ma se non gli piacessimo ? Tu sei bravissimo , molto più di me “.
Andrès si fermò e abbracciò l’amico, poi guardandolo , sorrise e disse : “ Tu sei bravo , e poi chi se ne frega del giudizio di queste persone ? “.
Ripresero a camminare , nelle custodie che portavano poteva esserci scritto il loro futuro .La gente si fermava a guardarli, non gli piacevano gli stranieri anche se erano solo due ninos.
Alle loro spalle si vedevano le montagne ancora innevate della Sierra Nevada, mentre innanzi a loro le alti Torri dell’Alhambra si stagliavano nel cielo, lasciandoli a bocca aperta ad ammirare quella bellezza.
_ “ Cos’è questo rumore ? “ domandò Manuel , la sua voce aveva un che di tremore.
_ “ E’ solo il Darno che scorre , un semplice fiume “ rispose l’amico , e lo indicò con il dito .
Si fermarono su un ponte a vederlo scorrere, una massa d’acqua imponente che attraversava la città.
_ “ Sembra te quando suoni caro Andrès “ disse Manuel e rise, una di quelle risate contagiose .
_ “ Secondo te che staranno facendo i nostri genitori ? “ domandò Andrès mentre stavano arrivando a Plaza Nueva, poco distante dal Centro Artistico della città.
Manuel non rispose subito, ci pensò un attimo e poi disse : “ I miei di sicuro saranno alla chiesa di Pilar a pregare “.
_ “ Credo anche i miei “ rispose l’altro ragazzo e nel farlo alzò lo sguardo al cielo , quasi come se potesse vedere la loro preghiera prendere forma.
Il Centro Artistico costruito in marmo bianco era la meta degli artisti, di tutti gli artisti che volevano intraprendere la carriera quale essa sia. La scalinata da percorrere sembrava la strada sacra per Gerusalemme, un po’ come quella di Montmartre a Parigi.
Andrès a grandi falcate arrivò in cima e solo allora si accorse che l’amico era rimasto giù. Lo chiamò a gran voce : “ Dai sali , siamo in ritardo Manuel “.
La paura aveva ghermito il ragazzo, solo la testa si muoveva ed era un no.
_ “ Ti prego Manuel , fallo per i tuoi genitori, per me e per Padre Cristobal, lo sai che è stato lui ad iscriverci e a racimolare i soldi per essere qui ? “.
Nulla da fare , non si sarebbe mosso da lì, Manuel era diventato un mulo di quelli testardi ma con solo due zampe anziché quattro.
Andrès dopo parecchi tentativi tutti andati a vuoto, alzò le spalle e s’incamminò verso l’entrata del Centro. Un usciere gli domandò cosa volesse, lui rispose. Venne accompagnato nella grande sala dove si tenevano le audizioni .
Altri ragazzi come lui erano in fila , arrivavano da tutta la Spagna.
Venne il suo turno, entrò titubante , ma la cosa strana che notò era che non aveva nessuna paura. Aprì la custodia e tirò fuori il suo strumento : una chitarra. Poi si sedette.
Una voce domandò come si chiamasse .
_ “ Andrès Segovia signore, sono di Madrid “ ed iniziò a suonare una melodia con la chitarra.
Andrès Segovia 1893 – 1987 è stato , e lo è tutt’ora , il più grande chitarrista di musica classica.
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