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« Il mistero dei pensionat...Serata Glenn »

Il mistero dei pensionati ( capitolo diciottesimo )

Post n°1596 pubblicato il 24 Gennaio 2014 da paperino61to

 

 

                 

 

Lo sguardo del Conte si illuminò a festa, sentii il suo respiro farsi via via più affannoso.

“ Mi dia la lista “ la sua voce non ammetteva repliche.

“ Un attimo ,  chi mi garantisce che Lei è veramente la persona a cui devo consegnarla ? “ risposi con calma mentre mi appoggiavo al muro.

 

            

 

Tirò fuori dalla tasca del suo abito una lista e me la consegnò. A ogni  cognome corrispondeva un indirizzo , molti di questi avevano una scritta vicino : Morto.

“ Bingo “ pensai ,  ho acchiappato l’assassino materiale. Ora il problema è come portarlo alla centrale senza che faccia storie.

               

 

“ Allora questa lista ? Incomincio a diventare nervoso sa ? “ dicendo ciò la sua bocca si aprì quel tanto per farmi notare due canini appuntiti.

“ Andare da un dentista ? Se vuole le do il numero del mio, costa poca ma lavora bene “ dissi tranquillamente.

“ Io sono….” ed iniziò la sua storia di vita vissuta . Dopo un’ora decisi di sedermi per terra , questo mattoide non avrebbe smesso tanto facilmente di parlare. Intanto vedevo che il sole stava sparendo per lasciare posto al tramonto. Non mi andava di trovarmi ancora in quel posto a quell’ora , quindi decisi di troncare la sua noiosa biografia.

 

             

 

“ Senti bello, ora io e te andiamo a trovare un mio amico. E’ molto interessato a te sai ? “ dicendo questo spianai la mia pistola.

Una risata echeggiò nella cripta. “ Stupido essere  , pensi di far paura al  Re dei Vampiri ? ”. I suoi occhi era iniettati di sangue , lentamente si stava avvicinando al sottoscritto.

 

              

 

“Si caro pipistrello della malora, i miei proiettili sono fatti con l’aglio “ so che vi sembrerà  una risposta stupida, ma l’avevo letta in un racconto a fumetti dello Zio Tibia.

Il Conte rimase interdetto, incominciò a balbettare, l’unica cosa che capii è che detestava l’aglio e la croce. Era matto come pochi ma molto pericoloso. Lo presi sottobraccio e ci avviammo verso l’uscita del cimitero. Il tramonto era splendido ma non in compagnia di uno che si crede un vampiro.

Arrivammo al commissariato dopo due ore di camminata. Nel frattempo mangiai due panini mega con cipolla e aglio tanto per tenere a bada il tizio con il mio alito , inoltre comprai in un bazar di cinesi quattro crocifissi e dodici bottigliette mini di acqua santa.

Sarà stato anche uno svitato ma se poi dovesse rivelarsi  veramente un vampiro era meglio essere “armati “.

( continua )

 

 
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