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Il mistero dei pensionati ( capitolo diciasettesimo )
Post n°1595 pubblicato il 22 Gennaio 2014 da paperino61to
Arrivai in breve tempo al Cimitero Generale, ma soprattutto arrivai integro. L’autista che disse di chiamarsi Lauda correva come un dannato, facendo la gincana in mezzo alle altre vetture, e rischiando parecchie volte di andare a sbattere contro i muri degli edifici. Quando scesi dal taxi ero bianco come un lenzuolo e a malapena riuscivo a spiaccicare una parola, feci un giuramento seduta stante : mai più in vita mia prenderò una di queste trappole mortali.
Detto questo mi avviai verso l’entrata del Cimitero, una targhetta indicava dove si trovava il custode. Suonai e dopo un po’ si presentò. Era piccolo , con un faccione ovale, due occhi enormi , disse di chiamarsi Lorre, Pietro Lorre.
Gli spiegai chi ero e chi stavo cercando.
“ Si , conosco quel tizio, si crede un Conte di non so cosa, ma è uno squattrinato che vive in una cripta presa a insaputa del titolare, sa quest’ultimo è morto quindi non può protestare “ detta questa battuta iniziò a ridere.
“ Segua quel viale alberato e vada fino in fondo , là troverà la cripta Madison , entri e troverà il tizio . Non si spaventi ma è un tantino matto, dorme in una bara “ detto questo il custode rientrò nel suo bel ufficio.
Attraversai il viale alberato, c’era una pace che riempiva il cuore. Arrivai al fondo del viale e vidi la Cripta , sembrava in uno stat di abbandono .
Suonai al campanello, un suono stridulo di civetta lacerò il silenzio e la porta si aprì. Una scalinata portava al piano inferiore , la luce era tenue e dovetti fare attenzione a non cadere , i muri erano di marmo puro, vidi il nome del titolare di questa cripta e in basso sulla sinistra vidi la bara.
Il coperchio si stava alzando e una mano con unghie appuntite sporgeva fuori. Inconsciamente la pistola sbucò dalla tasca del cappotto. Avevo i brividi lo ammetto , non mi piaceva questa situazione, sembrava di essere su un set dell’orrore.
“ Chi è che disturba il mio sonno ? domandò il tizio , alzatosi dal suo “ letto “. L’accento non era americano, ma sembrava provenire da una terra lontana.
“ Il signor Lugasi presumo ? domandai.
Mi squadrò con aria torva e rispose : “ Conte Lugosi, prego ! Cosa vuole da me ? “.
Il suo mantello copriva quasi interamente il suo volto, i capelli impomatati di color nero come la pece incorniciavano un volto dove si vedevano solo i suoi occhi si..ed erano occhi non piacevoli da vedere .
“ Mi manda chi sa lei, devo consegnarle la solita lista “ il mio era chiaramente un bluff , volevo vedere come reagiva ma soprattutto se era veramente coinvolto negli omicidi.
( continua )
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