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Il Mistero dei pensionati ( capitolo diciannovesimo )
Post n°1602 pubblicato il 30 Gennaio 2014 da paperino61to
Manetta usci dalla stanza degli interrogatori stravolto, tenendo addiruttura il giornale al contrario. Tre ore di monologo ( il suo ) con il Conte. Quest’ultimo non spiaccicava una parola, solo ogni tanto qualche imprecazione nella sua lingua.
“ Duck , non so cosa fare . Questo scarto di vampiro non confessa , parla a monosillabi ogni tanto e manco lo capisco “. Il mio amico era veramente disperato, avrei voluto dirgli di attuare il “ braccio violento della legge “ ma me lo sono tenuto per me, il commissario è contrario alla violenza.
“ Ci vorrebbe un inganno. Fammi pensare un attimo “ dicendo così andai alla macchinetta del caffè per prendere l’ennesimo intruglio che offre la polizia .
“ Forse ci sono, conosci qualcuno che sappia un pochino recitare ? “ domandai a Manetta.
Il commissario ci pensò su un attimo e disse : “ Si , c’è l’agente Gable , è convinto se lasciasse la polizia diventerebbe un ottimo attore . A che ti serve ? “.
“ Dovrebbe recitare la parte dell’avvocato del tizio che passava le liste dei nomi e , in modo convincente fargli credere che il suddetto tizio lo scarichi addossando a lui tutta la colpa degli omicidi “.
Manetta ci pensò su e poi rispose : “ Si può tentare , tanto non abbiamo nulla da perdere. Lo faccio chiamare subito “.
Dopo dieci minuti l’agente entrò nell’ufficio. A vederlo non avrei scommesso un centesimo sulla sua ipotetica carriera di attore, aveva due orecchie a sventola che poteva fare concorrenza a Dumbo ; non parliamo poi di quei baffetti da sparviero, in ogni caso problemi suoi se mamma natura è stata avara con lui.
“ Buongiorno capo, mi dica tutto “ domandò l’agente mentre con il petto in fuori aspettava la direttiva su cosa dovesse fare.
“ Riposo Gable, lei dovrebbe impersonare un avvocato…” quando Manetta finì il discorso, l’agente lo guardò ed esclamò : “ Va bene capo , nessun problema, mi dia solo il tempo di cambiarmi d’abito e sono subito da lei “ dicendo così usci dall’ufficio per farci ritorno dopo dieci minuti.
Ammetto che vederlo vestito da civile poteva avere un certo fascino, sempre ammesso che le donne siano di bocca buona. “ Bene , andiamo dal Conte, e mi raccomando agente , sia convincente, siamo nelle sue mani “ dissi mentre ci dirigevamo nella stanza degli interrogatori.
“ Stia tranquillo, vedrà che riesco a fregarlo. Domani sarà un altro giorno e sarà meraviglioso “. ( Continua )
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