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Io,giudice ( secondo capitolo )

Post n°1966 pubblicato il 03 Settembre 2015 da paperino61to

 

                        

Usciti dalla casa della vedova Galimberti dopo un paio d’ore con  ben tre caffè sullo stomaco e con in mano nulla, eccetto una fotografia dove il marito era in compagnia di alcuni suoi colleghi: Tiziano Ghiani e Alfonso De Martini.

“ Caro Perino, qui siamo in alto mare. Tu che ne pensi di questa storia?” domandai mentre in auto torniamo in questura.

“ Credo che la vedova abbia raccontato tutto quello che sapeva senza omettere nulla…ho notato però che la Azzati era piuttosto agitata quando le ha domandato se anche lei conosceva i due colleghi della vittima !”.

“ Si, ho notato pure io e anche se cercava di mantenersi calma, il suo volto diceva il contrario. Bisognerebbe indagare su questa signora, che dici? “.

“ Male non sarebbe, commissario”.

Giunti in questura e dò ordine a Tirdi di indagare su Livia Azzati, anche le cose più inutili possono indirizzarci verso la pista giusta.

Il pomeriggio trascorre senza novità, Tirdi è uscito alla ricerca di notizie della signora, ma non è ancora tornato. Perino, invece è  andato alla ricerca dei due colleghi  di Galimberti, ma a casa loro non trovò nessuno.

“ Probabilmente sono al lavoro “  dice al suo rientro in ufficio.

Guardo l’ora e prendo in mano il telefono. Chiamo direttamente Repetto.

“ Buongiorno, sono il commissario Berardi. Vorrei domandarle se i signori  Ghiani e De Martini si sono presenti al lavoro oggi…si attendo ..grazie”.

La risposta arriva dopo cinque minuti:” Sono  assenti tutte e due per motivi personali “.

“ La ringrazio “. Metto giù il telefono e guardo Perino : “ Mi sa che ci tocca fare dello straordinario, sei disposto?”.

“ Commissario, vado a mettere in moto l’auto, dove andiamo prima, da Ghiani o dall’altro?” .

“ Direi da Ghiani , abita in via Cernaia non è lontano da noi, per De Martini bisogna andare fino a Madonna di Campagna”. Così usciamo dall’ufficio e ci avviamo al numero civico dieci della suddetta via.

Ghiani abita al primo piano, le imposte sono chiuse. Suoniamo diverse volte il campanello, ma nessuno risponde. Proviamo allora a chiamare il custode per farci aprire.

“ Strano che non sia in casa, l’ho visto entrare solo mezz’ora fa” questa frase fu detta dal custode mentre con il suo mazzo di chiavi apre l’alloggio del Ghiani.

                

Entriamo nell’alloggio ma  solo un filo di luce filtra dalle finestre. Il custode accende la luce e prova a chiamare Ghiani ma nessuno risponde.

“ Commissario, venga, presto” Perino usciva dalla stanza da letto.

Ghiani era appeso a una trave del soffitto

“ Si…si è ammazzato?” domanda il custode. Dò ordine a Perino di chiamare il dottor Stresi immediatamente e di sigillare l’appartamento.

“ Venga, andiamo da lei, devo porle alcune domande” dissi rivolto al custode.

L’alloggio del custode si trova al pianterreno dello stabile, con una finestra piccola che dà sull’ingresso del portone dello stabile .

“ Qualcuno è salito dal Ghiani, lei ha visto qualcuno salire?”.

“ No, che io sappia no. Ero qui come sempre. Se qualcuno mi suonava per domandare di salire, lo saprei”.

“ Ne è sicuro, magari si è allontanato un attimo…che so per prendersi una tazza di caffè !”.

Il custode scuote  il capo: “ Non mi son mosso di qui commissario, mi creda”.

Un volto di bambina spuntava da dietro una tenda. La saluto e le domando come si chiama.

“ Anna, signore. Lei farà del male a mio papà?” domanda con le lacrime.

“ No, stai tranquilla, se tuo papà ha detto la verità non deve temere nulla. Sai che al piano di sopra è avvenuta una cosa brutta?”.

La bambina dice di si : “ Vi ho sentito parlare con il mio papà”.

“ Hai visto qualcuno salire o sentito magari dei passi per le scale?”.

“ No, signore…però…”

“ Anna, parla se sai qualcosa” esclama il padre. Gli feci segno con la mano di stare zitto e di non impaurire sua figlia.

“ Quando sono arrivata da scuola, una signora era dietro di me. Mi disse di lasciarle il portone aperto”.

“ Quindi è entrata con te?” domando alla piccola.

“No, è rimasta fuori, disse che stava aspettando una persona che non era ancora arrivata, ma di non chiudere il portone, visto il freddo che fa poteva decidere di  entrare nell’atrio a ripararsi”.

 

 

             

“Sapresti descriverla Anna?”.

La bambina scuote la testa: “ Aveva un velo davanti al viso e  un cappello grande e buffo che le copriva i capelli”.

“ Se ricordi qualche altro particolare avvertimi, ti lascio il mio numero di telefono”.

Poi mi rivolgo al padre e gli dico che qualsiasi cosa la bambina ricordi di chiamarmi senza esitare.

Torniamo alla macchina e decidiamo di andare immediatamente a casa del De Martini. Abitava in via Bibiana al numero sette.

“ Pensa che sia in pericolo anche lui?” domanda Perino mentre percorriamo Corso Principe Oddone a tutta velocità.

“ Credo di si. Qualcosa unisce la morte di Galimberti e Ghiani…e dato che nella fotografia che abbiamo c’è anche De Martini, qualcosa mi diche che la mia ipotesi è valida, quell’uomo rischia la vita”.

Facciamo la salita di via Stradella per poi svoltare un paio di isolati più avanti in via Bibiana. La casa è a due piani solamente, le luci sono accese in tutti gli appartamenti.

Suoniamo al campanello De Martini, uno scatto del portone dell’edificio ci fa capire che la persona è in casa.

Abita al primo piano, da dietro la porta una voce femminile ci domanda chi siamo e cosa vogliamo.

“ Buongiorno signora, sono il commissario Berardi e questo agente con me si chiama Perino. Abbiamo urgenza di parlare con suo marito, se apre le faccio vedere il mio tesserino di polizia”.

La porta si apre e una donna minuta ci fa entrare.

“ Mi scusi commissario, ma l’alloggio è modesto: la cucina e la sala da letto, sul ballatoio abbiamo il bagno in comune con i vicini, ma prego, accomodatevi in cucina ”.

“ Non si scusi signora, non è il caso. Dica piuttosto, suo marito è in casa?”.

“ No, è al lavoro…perché è successo qualcosa che lo cercate?”.

Guardai Perino con una fitta al cuore, come potevo dirle che suo marito probabilmente era stato ucciso?.

“ Dovremmo  porle delle domande su dei suoi colleghi : Galimberti e Ghiani. Conosce queste due persone, signora?”.

“ Di presenza no, ma di nome si. Mio marito li ha nominati diverse volte, si conosco fin dai tempi della scuola”.

 

    

Ecco un altro filo che unisce queste persone, non solo colleghi di lavoro, ma vecchi amici fin dai tempi della scuola.

“ Signora, ho timore che suo marito sia in grave pericolo”.

La donna si mise le mani sul volto e tremante farfugliò che se lo aspettava una notizia del genere.

“ Perché dice questo? “.

Si asciuga le lacrime con il grembiule e:” Non ne sono sicura, ma ho sempre avuto il presentimento  che tra loro ci fosse un segreto…un patto che doveva essere nascosto alle altre persone, compresa me, che sono sua moglie”.

“ Quindi, lei crede che qualcuno abbia scoperto questo patto è che abbia messo in atto una vendetta?”.

Scosse la testa in segno di assenso. Si alza e va a prendere un bicchiere d’acqua.

“ Non sa dove può essere andato vero? Al lavoro hanno detto  che non si è presentato, stessa cosa l’ha fatto Ghiani, ma di lui purtroppo abbiamo trovato il corpo senza vita a casa sua…”.

“ Mio dio….vi prego commissario trovatelo…è…mio marito…” conclude la frase a stento prima di accasciarsi sul pavimento.

Chiedo a Perino di scendere in strada e di andare alla farmacia all’angolo.

“ Fatti mandare un medico urgentemente”.

“ Signora, avete dei figli o parenti che possano venire a stare da lei? Meglio che non stia sola”.

“ Non abbiamo figli, ho solo una sorella che abita non lontano da qui….in via Lemie”.

“ Le telefoni, oppure se preferisce vada da lei, dopo che il medico l’avrà visitata e prescritto dei calmanti. Noi cercheremo suo marito, anche se onestamente non sappiamo da dove iniziare….aveva qualche posto solito dove andava… tipo una piola o trattoria?”.

La donna ci pensa  poi risponde che ogni tanto andava al dopo lavoro del Lingotto, si trova  dalle parti di Corso Dante, il numero non lo sapeva, il marito non l’aveva mai portata.

Aspetto che arrivi Perino con il medico e di sincerarsi del suo stato di salute prima di uscire dall’appartamento, ovviamente  ci siamo anche assicurati che la signora andasse dalla sorella.

( Continua )

 

 

 
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