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Caino e Abele(12 capitolo)

Post n°3220 pubblicato il 11 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Fin da subito il suicidio della coppia Crespi non convince il commissario Berardi, e l'indagine svolta confermano i suoi dubbi, a partire dal fatto che Livio Crespi la vittima non è chi diceva di essere ma bensì il fratello gemello Franco. Costui era un poco di buono scappato da giovane da Coazze il paese dove era nato per non essere arrestato. Berardi si pone la domanda: come faceva la moglie a non essersi accorta che non era Livio? Lo sapeva? Dov'è sparito Livio Crespi. La coppia ha un figlio: Arturo, il commissario sente che non gli sta dicendo tutta la verità, stessa sensazione per Rosa Vicario amica della moglie di Crespi, anche lei di Coazze. Nel proseguo delle indagini viene interpellato da Maigret commissario della polizia giudiziaria di Parigi, nella città francese due persone sono state uccise: Pavesio e Gavello. Entrambi erano complici dei furti alla dogana dove assieme a Crespi, Arborio e Marentino lavoravano. I due uccisi erano i responsabili della dogana e con la loro complicità l'indagine sui furti viene insabbiata. Crespi si dimette dal lavoro per paura di essere arrestato, seguito a breve da Pavesio e Gavello e poco dopo anche gli altri due componenti della banda. Berardi da una soffiata di Arborio viene a sapere dove si trova Marentino, alloggia in una pensione sotto falso nome: Matteo Sandri e lo arresta. Dall'uomo viene a sapere dopo la minaccia di estradarlo a Parigi per omicidio che ha fatto solo da autista dietro a un lauto compenso a un misterioso uomo del quale non ha visto mai il volto ed era di poche parole come se non volesse far sentire la sua voce. La stazione di Chamonix era il luogo per l'appuntamento e anche al ritorno da Parigi ha lasciato il misterioso uomo in quel luogo. Marentino ha anche notato che vi era una donna ad aspettarlo ma non saprebbe riconoscerla. Confessa che lui ha solo fatto da autista non sapeva che quell'uomo avrebbe ucciso Pavesio e Gavello, conferma anche che è stato questo misterioso personaggio a contattarlo. 

 




 


"L'auto dove l'hai presa?".

"Sono andato a prenderla in un officina in via Cibrario, il proprietario era già a conoscenza di tutto e mi ha dato le chiavi".

"Quindi non sai il nome di chi l'ha ordinata?".

"No!".

"Per ora abbiamo finito, Tirdi fallo riportare in carcere poi torna qui che andiamo a parlare con il titolare dell'officina",

Dal proprietario riusciamo solo a sapere che a prenotare l'auto era una donna sulla cinquantina d'anni o poco più: "Il volto era coperto da una velina, i capelli erano nascosti da un cappello di color nero".

"Ha spiegato a cosa gli serviva l'auto?".

"No, mi ha solo detto che le serviva per un paio di giorni, ha pagato in contanti".

"Gliela riportata?".

"Si! Eccola là...ma perchè tutte queste domande? Io non c'entro se questa donna ha combinato qualche porcheria sia chiaro!".

"Stia tranquillo, se non c'entra nulla non avrà da temere da noi. Ha controllato i chilometri fatti?".

"Si e ne sono rimasto stupito, erano parecchi, circa 1200".

"Immagino che non abbia l'indirizzo di questa signora?".

"Immagina bene commissario, di solito quando viene un cliente a noleggiare un'automobile mi fido di lui, anche perchè di solito pagano in anticipo...per essere chiari io rilascio una ricevuta".

"Sulla ricevuta non c'è il nome del cliente?".

"Non sempre, se il cliente non lo desidera non lo scrivo, la donna non lo ha richiesto, come ho detto ha pagato immediatamente e ha lasciato detto che sarebbe venuto un uomo a ritirarla".


Eravamo di nuovo a un punto morto dell'indagine, troppe domande senza risposte, evidentemente c'è un legame tra la donna e il misterioso uomo, ma quale?

I pensieri vengono accanontati dallo squillo del telefono, Tirdi dice che è Amicucci.

"Buongiorno commissario Berardi sono Amicucci, volevo domandarle...no...so che c'è il segreto dell'indagine, lei è sempre convinto che si tratti di omicidio immagino? L'ho chiamata per sapere quando potreste dare il via libera ai funerali dei genitori di Arturo".

"Credo entro un paio di giorni non di più, ma non poteva chiamarmi il figlio?".

"Mi ha chiesto delle ferie anticipate, gli avevo già concesso dei giorni...".

"Scusi direttore quali erano i giorni di ferie che gli ha chiesto?".

"Il 13 ed è rientrato al lavoro tre...anzi quattro giorni dopo, ora ovviamente dopo il trauma legato alla morte dei genitori gli ho concesso di stare a casa, capisco cosa sta vivendo ma io ho bisogno di lui qui in redazione d’altronde aveva completato le pratiche per la successione".

Finito di parlare con Amicucci chiedo a Tirdi di darmi il fascicolo dato da Maigret, la data degli omicidi risalgono al 14.

"Mettiamo che Arturo, parta il 13 per Parigi, commette gli omicidi e torna indietro il giorno dopo o quello successivo; non sarebbe così improbabile non trovi?".

"No, ma perchè li avrebbe uccisi?".

"Non ho una risposta...e la donna che è stata vista con lui? Senti manda immediatamente un collega a Chamonix, digli di far vedere la fotografia del ragazzo, magari non stando più con Marentino non aveva necessità di nascondere il volto, chissà che non lo riconoscano".


Il collega torna il giorno dopo con un niente di fatto.

"Commissario, nessuno lo ha riconosciuto, neanche il controllore, unica cosa che ricorda èche vi erano diversi italiani comprese delle donne sul treno".

"Siamo al punto di partenza Tirdi eppure...sento che per quanto furbo sia noi troveremo la falla per arrestarlo.Ora fammi fare una chiamata al parroco di Coazze ". 

(Continua)



 


 

 
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