Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

rbx1dglpaperino61tocassetta2g1b9nomadi50DoNnA.Selyravprefazione09H.xymisteropaganoDott.FiccagliaQuartoProvvisorioArianna1921jezabel777
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 

Caino e Abele(9 capitolo)

Post n°3216 pubblicato il 06 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Berardi nel corso della sua indagine scopre che Franco Crespi, la pecora nera della famiglia, scomparso per tutti anni addietro si è spacciato per il fratello gemello Livio. Le domande sono tante a partire dalla: che fine ha fatto il fratello? Come è possibile che nessuno della sua famiglia se ne sia accorto, a partire dalla moglie e dalla sua amica?Berardi inoltre viene a sapere che Crespi lavorava alla dogana e solo dopo le sue dimissioni i furti nel capannone sono finiti. Inoltre Pavesio e Gavello suoi superiori anch'essi si sono dimessi nello stesso periodo, mentre i due dipendenti Arborio e Marentino hanno continuato per qualche settimana. Arborio confessa a Berardi come avvenivano i furti e chi li dirigeva: Crespi con la complicità dei loro superiori, e aggiunge anche che ques'ultimi si sono trasferiti a Parigi, mentre del suo amico Marentino non sa più nulla da settimane. Tornato in ufficio Berardi fa la conoscenza del famoso commissario Maigret di Parigi, il poliziotto è sulle tracce di un assassino che ha ucciso due uomini, Berardi fa i nomi di Pavesio e Gavello e poi racconta al francese la sua indagine e di come sia giunto a fare i nomi delle due vittime.Da par suo Maigret racconta cosa hanno scoperto e di come hanno perso le tracce del sospetto assassino alla frontiera con l'Italia. Berardi chiama il parroco di Coazze e domanda se Franco Crespi beveva, la risposta è affermativa, solo a questa risposta il commissario conferma ciò che sospettava da tempo, è omicidio nei confronti dei coniugi Crespi. Maigret prima di tornare a Parigi chiede esplicitamente che l'assassino di Pavesio e Gavello venga consegnato alla giustizia francese.

 

Commissario, chi era quell’omone che ho incrociato nel corridoio? Non l’ho mai visto”.

Difficile che lo vedrai ancora caro Tirdi, è un nostro collega di Parigi: il commissario Maigret”.

Tirdi rimane a bocca aperta e balbetta qualche cosa, poi lo vedo uscire di corsa dall’ufficio per poi tornare dopo una decina di minuti trafelato ma sorridente.

Perino è un accanito lettore delle sue indagini, non sa quante volte ha letto gli articoli riguardanti il francese…e qui ho il suo autografo”.

Adesso sono io a rimanere a bocca aperta e domando cosa vuol fare.

Credo che sia la migliore medicina per lui, faccio un salto nel pomeriggio a portarglielo, che dice commissario faccio bene?”.

Si fai benissimo non solo bene, anche se credo che avrà un moto di gelosia, specialmente con me visto che ho parlato direttamente con lui”.

Per quale motivo era qui?”.

Indaga sulla morte di Pavesio e Gavello, il nostro collega ha seguito la pista dell’assassino fino alla frontiera poi l’ha persa, suppone che si trovi nella nostra città”.

Lei cosa ne pensa?”.

Credo di sì e so anche come si chiama: Marentino Claudio”.

Arborio ha detto che è da molto tempo che non vede!”.

Esatto, facciamo un salto da lui, qualcosa mi dice che lo ha contattato e che cercherà di incontrarlo di nuovo”.

L’uomo è nel cortile intento a parlare con altre persone, ma appena ci avviciniamo si allontanano.



Ciao Arborio, tranquillo non vogliamo danneggiare i tuoi affari, vogliamo solo sapere una cosa, Marentino ti ha contattato?”.

No perché? Vi ho già detto che sono mesi che non so più nulla”.

Sappiamo che è in città e spero che tu non menta, altrimenti diventi complice in duplice omicidio”.

L’uomo sbianca e incomincia a professarsi innocente.

Arborio, non è il caso di alzare la voce, tu devi solo dirmi se Marentino se si è fatto sentire con te, se mi accorgo che mi stai mentendo ti arresto e ti spedisco a Parigi con l’accusa di complicità in omicidio, sono stato chiaro?”.

Commissario le giuro che non ho ucciso nessuno, non so nulla di questi omicidi, ma di chi poi?”.

Di Pavesio e Gavello”.

Sono stati uccisi? Ma perché e da chi? Io non c’entro nulla mi creda…ma anche Gavello era a Parigi?”.

Sapere chi gli ha uccisi è facile: dal tuo amico Marentino ma il motivo non lo vengo certo dire a te, in quanto a Gavello, si era anche lui a Parigi”.

L’uomo riflette un attimo e poi esclama: “Ricatto! Ecco è l’unica spiegazione possibile, è solo un uomo rischiava di essere ricattato: Crespi”.

Non è del tutto stupido Arborio, ci è arrivato velocemente.

Ora capisci perché stiamo cercando Marentino, è accusato di omicidio, e rischia l’estradizione se l’accusa contro di lui è vera. Quindi se lo hai visto o sentito devi dirlo”.

No commissario glielo giuro non so nulla di lui”.

Voglio crederti, ma se dovessi avere dei contatti avvisami, altrimenti…Andiamo Tirdi, torniamo in ufficio”.

Lasciamo Arborio immerso nei suoi pensieri.

Commissario, crede che mente su Marentino?”.

No! Me ne sarei accorto, speriamo che si faccia vivo con il suo amico, intanto noi mettiamo in allarme i nostri informatori, Marentino prima o poi farà un passo falso”.


In ufficio mi dicono che mi ha cercato Arturo Crespi, per sapere se ci sono novità in merito alle indagini.

Lo chiamo ed evito di dirgli che a Parigi sono stati uccisi i due ex dirigenti della dogana e tanto meno dico chi possa essere l’assassino e soprattutto il mandante.

Quindi è in alto mare…non capisco perché non considera a questo punto il suicidio dei miei genitori!”.

Credo che a questo punto prenderò in considerazione ciò che mi ha detto, ho chiesto al questore qualche giorno in più e se non troverò altri indizi farò domanda di archiviazione del caso”.

Bene! Così potrò organizzare il funerale”.

Una domanda sola, lei si ricorda se suo padre avesse una voglia sul braccio sinistro?”.

La risposta tarda ad arrivare: “Non credo…non so, ora come ora non ricordo, ma perché è importante?”.

Una mia curiosità nulla di più, ora la devo lasciare, se ci sono novità la chiamo io”.

Il sospetto che il figlio di Crespi menta è sempre più consistente, ma non riesco a capirne il motivo.

Chiedo a Tirdi di mandare degli agenti alle costole di Arborio: “Che si facciano vedere, che in qualche maniera gli facciano saltare gli affari che sta facendo”.

Vuol vedere se ci dice dove si trova il suo amico?”.

Esatto! E se anche non lo sa si darà da fare per trovarlo”.

Passa qualche giorno e un venerdì mattina mi chiama il collega che teneva d’occhio Arborio: “Commissario, Arborio vuole parlarle, dice che è urgente…”.

Dove?”.

Al bar che si trova in corso Palestro angolo corso Regina, alle quindici di oggi pomeriggio”.

Fagli sapere che ci sarò”.

Perfetto il nostro amico si è deciso a parlare, chiamo Tirdi e lo metto al corrente dell’avvenimento.

Bene, forse ci stiamo avvicinando alla fine dell’indagine”.

(Continua)

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Caino e Abele( 8 capitolo)

Post n°3215 pubblicato il 05 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi indaga su quello che a prima vista sembrava un suicidio di coppia: la famiglia Crespi. Ma nel proseguo si rivela che non è affatto quello che sembrava, vi sono troppe incongruenze e misteri: un fratello gemello di cui nessuno sapeva nulla, nè il figlio della coppia nè l'amica della madre. Da una rivelazione di un abitante di Coazze, paese dove è nato Livio Crespi, viene a sapere che il fratello Franco, scappato anni prima per non finire in galera era tornato, ma nessuno ha voluto credere a questa persona. Franco aveva sul braccio sinistro una voglia e Berardi tornato in ufficio chiama il dottor Stresi è ha la conferma di ciò che sospettava, ovvero che Franco Crespi aveva preso il posto del fratello. Le domande sono ovvie: nè la moglie e il figlio come hanno fatto a non accorgersen? Parlando con il responsabile della dogana dove Crespi lavorava viene a sapere che l'uomo si era licenziato e con lui i suoi superiori e altri due dipendenti. Inoltre sembrava fosse coinvolto nei furti che sistematicamente avvenivano, ma prove certe non sono state trovate. Delle quattro persone che si sono dimesse, due sono a Parigi, una abita in città e la quarta è sparita. Berardi e Tirdi vanno a parlare con Arborio, l'ex dipendente della dogana, da esso viene a sapere che Pavesio e Gavello, loro superiori abitano a Parigi e che Marentino è da mesi che non lo vede. Confessa che dopo le dimessioni di Crespi i furti erano cessati: "Era lui l'organizzatore dei furti con la complicità di Pavesio e Gavello".

 

 

Usciamo dalla casa con delle informazioni utili ma non determinanti, abbiamo i nomi dei componenti della banda, e uno di loro ne sono convinto è stato ucciso. Se è vero che Crespi era astemio vuol dire che è stato obbligato a bere il vino con l’arsenico, e l’assassino ha inscenato il suicidio, ma chi e perché?

Tornato in ufficio decido di andare dal questore, al di là della mia convinzione che non si tratti di suicidio c’è la questione dei furti, che anche grazie alla complicità di Pavesio e Gavello vi siano coinvolte altre persone oltre a Crespi, Marentino e Arborio.

Davanti all’ufficio del questore vedo un signore con la corporatura massiccia, spalle larghe, sul capo una bombetta, ed una nuvola di fumo esce dalla sua pipa.

Lo guardo e mi sorride.

Buongiorno signori entrate pure e accomodatevi…”.

Cedo il passo al misterioso signore.

Signori credo che non vi conosciate: commissario Berardi, le presento il suo collega di Parigi commissario Maigret della polizia giudiziaria”.

Rimango stupefatto, conosco di fama la persona seduta accanto a me, ma mai avrei pensato di incontrarlo.

Piacere commissario, ho letto alcuni articoli scritti su di lei, anche noi francesi seguiamo ciò che succede nel vostro paese”.

La ringrazio commissario Maigret, la sua fama ha valicato le Alpi ed è arrivato anche qui”.

Merci, troppo gentile”.

Berardi, il commissario Maigret è venuto qui perché la pista di una sua indagine l’ha portato qui a Torino”.

Non capisco…”.

Monsieur Berardi, a Parigi ho indagato su due omicidi, due vostri connazionali sono stati uccisi da un misterioso uomo, il quale sono più che sicuro si nasconda in questa città”.

Un brivido corre sulla mia schiena, un lampo attraversa la mia mente e faccio i nomi delle vittime.


Mario Pavesio e Luciano Gavello!”.

Questa volta è Maigret a rimanere sbalordito.

Sapevo che lei era un commissario très douè, exactement, credo che anche lei stia portando avanti un’indagine in cui sono coinvolte queste due persone!”.

Si!” e racconto per filo e per segno tutto quello che ho scoperto su Crespi.

Il questore ascolta in silenzio e capisce che archiviare questa indagine non è proprio il caso, infatti mi esorta a proseguire.

Domando al mio collega francese che opinione si è fatto sugli omicidi sui quali sta indagando.

L’uomo si riaccende la pipa con gesto calmo.

Credo che l’assassino abbia voluto uccidere due persone scomode, forse testimoni di qualcosa che non dovevano vedere”.

Come ho spiegato queste persone erano implicate in furti assieme a Crespi. Purtroppo le indagini svolte non hanno portato a nulla anche perché mi è stato detto che chi avrebbe dovuto controllare era a libro paga di Pavesio”.

I due omicidi sono avvenuti a distanza di un paio di giorni, l’unica traccia è un uomo sulla trentina, non alto con tratti latini. Ha usato la stessa pistola un revolver calibro 32.. Mi è arrivata due giorni fa la notizia ammesso che è stato visto transitare alla frontiera a bordo di un’ auto.

Ha il numero della targa?”.

Purtroppo no, i gendarmi non l’hanno presa, hanno solo controllato il passaporto, ho il nome anche se credo che sia falso”.

Prendo nota del nome, chissà che non abbiamo fortuna. Domando se in casa delle vittime ha trovato qualche collegamento con il nome di Livio Crespi.

Niente, questo nome non compare però ho trovato una lettera spedita a Gavello il giorno prima dell’omicidio, che era assolutamente urgente che doveva parlargli”.

Avete controllato se era stato Pavesio a spedirla?”.

La firma era falsa, il nostro esperto in calligrafia non ha avuto dubbi”.

Mi viene in mente una cosa e domando al questore se posso fare una telefonata.

Pronto parlo con don Roberto? Sono il commissario Berardi, volevo domandargli se lei sa se Franco Crespi beveva o era astemio?”.


Rimane un attimo in silenzio poi risponde in maniera affermativa:” Beveva e a volte i clienti della locanda hanno dovuto accompagnarlo a casa perché era troppo ubriaco per andare da solo”.

Signor questore questa telefonata ha tolto ogni dubbio, non so come ho fatto a non pensarci prima, è omicidio nella persona di Franco Crespi e la moglie”.

Ma se non sbaglio lei mi ha detto che il figlio ha riferito che suo padre era astemio!”.

Questa è una delle tante incongruenze di questa indagine…”.

Maigret non dice nulla, ma posso immaginare che il suo cervello stia lavorando.

Commissario Berardi, lei cosa ne pensa, io un’idea me la sono fatta”.

Lo guardo e lo invito ad esporla, ed è esattamente come la mia: hanno ucciso i Crespi per vendetta, mentre le due vittime che abitavano a Parigi sono state uccise perché non denunciassero i loro complici dei furti commessi in dogana.

Quindi anche lei Maigret pensa che il committente degli omicidi nella sua città sia opera di Crespi?”.

Oui signor questore, je suis vraiment assurer!”.

E lei come intende procedere Berardi?”.

Cercherò di trovare Marentino e se lo trovo saprò anche chi è il responsabile degli omicidi. Per quanto riguarda i coniugi non dispero di arrivare alla soluzione”.

Bien signori, è stato…come dite voi italiens…un piacere incontrarvi, ma mi reclamano a Parigi. Chiedo solo un favore anche se immagino sia difficile da attuare, se trovate l’assassino di Pavesio e Gavello di poterlo estradarlo in Francia per il processo”.

Guardo il questore, il quale si limita a dire che farà tutto il possibile con il Ministero di grazia e giustizia per accontentarlo nella sua richiesta.

Au revoir signori e auguri per la sua indagine commissario Berardi…se capita di venire in visita a Parigi venga a trovarmi, ne sarò felice, la signora Maigret è un’ottima cuoca”.

(Continua)


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Caino e Abele(7 capitolo)

Post n°3214 pubblicato il 04 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Berardi assieme a Tirdi vanno a Coazze, paese vicino a Torino, dove i coniugi Crespi sono nati, come l'amica della moglie Vicario. Il suicidio perpetrato dalla coppia non convince per nulla il commissario. Parlando con il parroco e alcuni abitanti scopre che Livio Crespi aveva un fratello gemello: Franco. Un poco di buono che era scappato dal paese per non essere arrestato e che nessuno ha mai più rivisto. Solo una persona confida a Berardi di averlo visto un giorno di estate ma nessuno gli ha creduto, manco la famiglia Crespi. Quando il commissario gli chiede come fa esserne sicuro, l'uomo risponde: Franco aveva una voglia a forma di fragola sul braccio sinistro al contrario del gemello Livio che non aveva nulla. Inoltre il commissario viene anche a sapere che la Vicario era innamorata di Livio ma che costui ha sposato Elvira Riccia, la quale era innamorata del fratello Franco. Un idea incomincia a farsi strada nel commissario il quale tornato in ufficio telefona al dottor Stresi. Crespi ha una voglia di fragola sul braccio sinistro, Berardi ha la conferma di ciò che sospettava: il fratello di cui si era perso le tracce ha preso il posto di Livio, la domanda è perchè? E come mai la moglie non si è mai accorta di questa cosa? Berardi decide di andare a parlare alla dogana dove Crespi lavorava e fa delle scoperte molto interessanti. 

 


Ovviamente sì, ma l’uomo ci ha riferito che tutto era nella norma. Ci siamo fidati di lui, ma i clienti che ricevano la merce si lamentavano per la mancanza della mercanzia ordinata. Va da sé che qualcuno rubava”.

I furti non potevano avvenire di giorno?”.

Sarebbe stato rischioso per i ladri, non crede? Eravamo sicuri che i furti avvenivano di notte!”.

Immagino che siano iniziati con la venuta di Crespi nel turno di notte?”.

Non subito, dopo un paio di mesi. Però ripeto, non abbiamo mai avuto la certezza che ci fosse stato lui di mezzo”.

Una volta andato via i furti hanno continuato?”.

Si! Per un po' di tempo…ora che ci penso, hanno smesso quando anche gli altri due colleghi di Crespi se ne sono andati”.

Anche loro con le dimissioni volontarie?”.

Affatto, si sono licenziati e basta”.

Torniamo in ufficio con i due nomi: Arborio Gianni e Marentino Claudio.

Commissario, direi che in dogana sono stati alquanto superficiali nelle indagini non trova?”.

Si ma non solo, sono convinto che nel giro dei furti ci fosse anche qualcun altro”.

Il tizio andato a Parigi?”.

Ne son convinto e non solo lui, questo genere di furti avviene anche grazie a complicità dei piani alti”.

Allora perché non andare fino in fondo? Bastava farci intervenire”.

Se saremmo intervenuti sarebbe finito il loro sporco giro di affari. Piuttosto vai dai nostri informatori e domanda se sanno qualcosa in merito ai furti della dogana””.

Dalle informazioni che Tirdi mi riporta non c’è granché, sapevano che avvenivano furti e che la roba rubata veniva venduta al mercato nero oppure portata fuori città, ma chi fossero i tizi a fare i colpi non lo sapevano.

Sai qualcosa di Arborio e Marentino?”.


Arborio abita in via Verolengo in zona madonna di campagna, mentre di Marentino non so nulla, sembra sparito dalla città”.

Forza, andiamo da Arborio”.

Percorriamo corso Principe Oddone e arriviamo in zona Madonna di Campagna, prendiamo via Verolengo e arriviamo al numero dove abita il nostro uomo. Sono case popolari, con i bagni sul ballatoio, alcuni sono addirittura in comune.

Chiediamo informazione a una signora e dice che Arborio abita al secondo piano.

Arborio, polizia, dobbiamo farle delle domande”.

Sento del trambusto, poi una voce ci intima di andarcene: “Non ho fatto nulla!”.

Cosa hai fatto mi interessa poco, non sono la tua coscienza, devo solo farti delle domande, apri o ti arresto e ti porto in questura…a te la scelta”.

La serratura scatta e la porta si apre, l’uomo ci fa entrare.

Gli occhi sono socchiusi, il volto contratto, è nervoso e spaventato.

Commissario Berardi, devo farti alcune domande in merito al tuo ex lavoro, quello in dogana”.

Arborio si versa un bicchiere di vino, poi risponde perché voglio saperlo.

Non ti deve importare il perché, tu rispondi solo. Perché ti sei licenziato dopo che Livio Crespi se ne è andato?”.

Affari miei, è vietato licenziarsi?”.

Per niente, ma è molto strano farlo dopo che vi siano stati dei furti!”.

Non so nulla dei furti”.

Arborio, Arborio, non mentire su, non sono ingenuo credimi, so che eravate in quattro al turno di notte: te, Marentino, Crespi e Pavesio che era il responsabile di allora”.

Un ghigno compare sul volto dell’uomo e risponde che non sa nulla, non ha più avuto contatti con i suoi ex compagni di lavoro.

Commissario venga a vedere”.

Tirdi mi mostra due scatole piene di liquori e tabacco.

Caro amico vedo che il vizio di rubare e spacciare la merce non ti è passata”.

Non è roba mia lo giuro, è di…sì, di un mio amico, mi ha chiesto un favore”.


Sentito Tirdi? Il nostro Arborio è un uomo di cuore, tiene merce rubata, sprezzante del pericolo di essere arrestato e finire nelle patrie galere”.

L’uomo è sempre più nervoso, sa che se faccio intervenire una camionetta per lui c’è il carcere.

Commissario, cosa vuole sapere?”.

Vuoi diventare loquace, lo immaginavo. Volevo notizie dei tuoi complici alla dogana perché dei furti lo sappiamo già”.

Di Crespi ho letto sul giornale che si è suicidato, erano anni che non lo vedevo, ne avevo paura, diventava un uomo violento se lo contestavi in qualche decisione, figuriamoci…”.

A ricattarlo?”

Appunto, non ci pensavo proprio”.

Pavesio è andato a Parigi quando io e Marentino ci siamo licenziati”.

Era vostro complice?”.

Si! E non solo lui, c’era anche il direttore di allora: Luciano Gavello”.

Sai dove abitano queste persone?”.

Come ho detto Pavesio si è trasferito con la moglie a Parigi, Marentino è da un paio di mesi che non ci vediamo, l’ultima volta mi ha detto che il lavoretto che dovrà svolgere lo farà diventare ricco, ha usato proprio questa parola: ricco, mentre di Gavello non ho idea di dove sia. Quello che posso dirgli è che anche lui si è dimesso assieme a Pavesio”.

Nessuno in dogana ha trovato strano tutte queste dimissioni?’”.

Non ne ho idea, io so che con l’uscita di Crespi abbiamo continuato a rubare la merce per qualche mese ma era troppo rischioso, lui era il vero capo, gestiva lui i furti”.

Io so che le indagini non hanno portato a nulla nei suoi confronti e neanche nei vostri”.

Perché sia Pavesio che Gavello hanno pagato chi doveva indagare, lo so per certo e mi creda sto dicendo la verità. Da quel momento in avanti era rischioso rubare la merce, ecco perché siamo andati via tutti”.

(Continua) 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Caino e Abele(6 capitolo)

Post n°3213 pubblicato il 03 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: I coniugi Crespi vengono ritrovati morti nel loro alloggio, si ipotizza un suicidio, ma sono troppe le incongruenze che qualcosa non vada per il verso giusto. A partire dal fatto che i coniugi secondo il figlio erano astemi, che non sapesse di avere un misterioso zio. Anche l'amica della moglie di Crespi non sapeva del fratello, ma Berardi nota che a questa domanda la donna ha tentennato nel rispondere. Con Tirdi decidono di andare a Coazze, paese natale dei coniugi e della Vicario(l'amica), inoltre anche il fratello gemello Franco era nato lì. Dal parroco viene a sapere che qyest'ultimo era la pecora nera della famiglia e che per sfuggire all'arresto della polizia era scappato senza far mai ritorno a casa. Inoltre viene a sapere che la Vicario aveva una cotta per Livio, ma questo era timido e quando il fratello è scomparso si è chiuso ancor di più in se stesso. 

 

Infatti la mia intuizione su quella persona defilata è giusta. Ci sentiamo chiamare, l’uomo è nascosto dietro una piglia del porticato.

Buondì commissario mi chiamo Antonio Pernasso, ho sentito le vostre domande e vorrei dire anche io ciò che so”.

Perché non lo ha detto nel locale?”.

Mi avrebbero preso di nuovo in giro, sa qui mi hanno soprannominato el mat, il matto. E sa perché? Glielo dico io, perché un giorno mi son permesso di dire che avevo visto Franco Crespi…proprio laggiù, su quella stradina che porta al bosco”.

Scusi, ma perché matto, mi sembra ovvio che lo vedesse non abitava qui?”.

Si, ma vede io l’ho visto dopo un paio di anni che era scomparso, ma nessuno mi ha creduto tanto meno i genitori e il fratello…manco la polizia”.

Lei è sicuro che era lui? Da quello che so è che erano gemelli”.

Più che sicuro, ero a poco a distanza da lui non potevo sbagliarmi, poi era estate”.

E allora?”.


Franco era in canottiera, e sul braccio sinistro aveva una voglia strana a forma di fragola”.

Ne è sicuro?”.

Certo, vada a domandarlo in giro e vedrà che le diranno quello che ho detto io, aveva una voglia sul braccio sinistro mentre il fratello no!”.

Torniamo indietro dal parroco il quale conferma ciò che ha detto l’uomo, tranne il forte dubbio che l’abbia visto.

Che senso avrebbe sparire di nuovo senza passare a trovare la famiglia? Su questo punto ho seri dubbi in merito a quello che gli ha detto Pernasso”.



Torniamo a Torino con una sola conferma: il fratello della vittima esiste. Le domande sono tante a partire dal fatto che il figlio dei Crespi non sa assolutamente nulla di questo zio, perché gli è stato nascosto? Una strana teoria mi sta frullando in testa ma sembra impossibile, come che diceva Holmes?: Nulla è più ingannevole di un fatto ovvio.

In ufficio telefono a Stresi domandandogli se Crespi aveva una voglia sul braccio sinistro.

Al momento non ricordo caro Berardi, sa io sarei anche avanti con l’età e andrei anche in pensione se lei, e sottolineo lei caro commissario, non mi riempisse di cadaveri la medicina legale e come non bastasse ora ci si mettono anche i suicidi…comunque mi attenda un attimo, vado a controllare”.

Berardi c’è ancora? Peccato speravo l’avessero mandato in Manciuria. A parte la mia speranza andata persa, si Crespi aveva una voglia sul braccio sinistro, non domando il perché me lo abbia chiesto e sinceramente non mi importa granché saperlo, arrivederci!”.

Sempre simpatico il dottor Stresi, sorrido al pensiero che mi veda trasferito in Manciuria, poteva andarmi peggio, tipo andare al polo nord attorniato da foche e trichechi.

In ogni caso ciò che avevo teorizzato si è concretizzato, il morto non si chiamava Livio ma suo fratello gemello Franco.

Un ulteriore domanda si pone a questa indagine: perché prendere il nome del fratello? La moglie ne era a conoscenza? Credo di sì, se conosceva bene i fratelli sicuramente sapeva di questa voglia sul braccio. Allora perché accettare che il fratello prendesse il posto di Livio che era suo marito? E che fine ha fatto Livio?

Tirdi, fammi un favore, prendi l’indirizzo di dove lavorava Crespi”.

Qualche novità commissario?”.

Si! E non di poco conto, la vittima non si chiamava Livio ma Franco”.

Tirdi rimane a bocca aperta e non proferisce parola, ma intuisco ciò che le sta passando per la mente.

Non so darti una risposta certa, ma quel Pernasso ci ha detto la verità, Franco Crespi era tornato al paese”.


La vittima lavorava come impiegato alla dogana di via Zini nel comprensorio tra via Giordano Bruno e Corso Sebastopoli.

Si, Livio Crespi ha lavorato da noi, si è dimesso otto anni fa”.

Non è andato in pensione?”.

Diciamo che è stato incentivato ad andarsene non so se mi spiego”.

Come mai è stato costretto?”.

Ci sono state parecchie voci sul suo operato, purtroppo non abbiamo mai avuto prove certe, ma solo tanti indizi che portavano a lui”.

Si spieghi meglio per favore”.

Quando arriva la mercanzia, certa mercanzia come bottiglie di liquori, scatole di sigarette, sigari, abbigliamento, qualcuno apriva le casse e ne rubava il contenuto; non tutto sia chiaro, erano furbi i ladri. Le casse venivano aperte solo dopo che si pesavano, quindi non si poteva sospettare di nulla”.

Quindi avete supposto che c’entrasse Crespi?”.

Sì! Quando ha iniziato a lavorare era ligio al dovere, mai uno screzio con i colleghi, puntuale, ma poi nel corso degli anni è cambiato, sembrava diverso…ecco la parola esatta: diverso. Ha avuto parecchi battibecchi, continuava a domandare di essere messo al turno di notte e la direzione alla fine ha acconsentito”.

Immagino che non lavorasse da solo in quel turno”.

No, c’erano altri due addetti allo scarico merci”.

Potrebbe fornirci il nome di queste persone?”.

Certamente, chiamo la segretaria”.

Mi dica, Crespi quando ha dato le dimissioni ha fatto storie?”.

Era seccato, ha inveito dando del bugiardo al responsabile di allora”.

Posso parlarle?”.

Se ha voglia di farsi un giretto fino a Parigi...si è trasferito con la moglie”.

Avete messo qualcuno a spiare Crespi?”.

(Continua)

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Caino e Abele(5 capitolo)

Post n°3212 pubblicato il 02 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Con molta fatica il commissario Berardi cerca di mettere a posto i puzzle del suicidio dei coniugi Crespi. Tutte le testimonianze comprese quelle del figlio indicano che nessuno sapeva che la vittima aveva un fratello di nome Franco. Da una perquisizione nell'alloggio dei coniugi Berardi trova delle fotografie incomplete, tolte se non tagliate a metà come se non volessero fare vedere le persone immortalate in quelle foto. Un altro filo lega i Crespi e l'amica della donna suicida: Vicario sono nate tutte a Coazze. 

 

 

L’alloggio è situato in zona Crocetta al secondo piano di una palazzina stile liberty, mi sovviene che la “madamin” non sta affatto male in termini economici.

Chi è?”.

Polizia signora Vicario, sono il commissario Berardi”.

La serratura scatta e la porta si apre, la donna è sulla sessantina, capelli grigi raccolti con un elastico, un paio di occhiali incorniciano il volto, una donna ancora molto attraente nonostante l'età.

Scusi il disturbo ma dovremmo rivolgerle delle domande in merito ai coniugi Crespi”.

Prego entrate, accomodatevi pure in salotto”.

Diversi quadri sono appesi alla parete e noto dei mobili di ottimo pregio.

E’ stato un colpo quando ho saputo la morte dei miei amici, mai avrei immaginato che volessero suicidarsi”.

Mi è stato detto che lei era molto amica della moglie di Crespi”.

Si, Elvira era un ottima amica, era una persona squisita”.

I rapporti tra marito e moglie com’erano?”.

Normali, ogni tanto lei mi diceva che avevano avuto delle discussioni, ma nulla di più”.

Su cosa vertevano queste discussioni?”.

Sui soldi principalmente, il marito era parsimonioso o meglio dire taccagno, faceva le pulci su ogni cosa che comprava”.

Sapeva che l’uomo aveva un fratello?”.

La donna sembra presa alla sprovvista, tergiversa un attimo prima di rispondere.

Ne è sicuro? Non lo sapevo”.

Anche il figlio non ne sa nulla, non lo trova strano?”.

Il padre era fatto a modo suo, non ho idea del perché non glielo avesse mai fatto sapere”.

Lei è nata a Coazze, come i coniugi Crespi, vi siete conosciuti lì?”.

Si sono nata in quel paese, ma a venticinque anni mi sono trasferita per lavoro a Torino come segretaria in uno studio notarile, con il tempo sono passata di livello fino a diventare responsabile delle segretarie dello studio. Con Elvira ci siamo conosciuti in un bar, l’ho vista in piedi al bancone e le ho chiesto se voleva sedersi al tavolino con me, io ero da sola. Da lì abbiamo incominciato a frequentarci”.

Un ultima domanda, che lei sappia i Crespi bevevano vino o liquori?”.

Assolutamente no! Ricordo che al primo Natale passato insieme gli avevo regalato una bottiglia di barolo pregiato, ma mi hanno chiesto di non offendermi se non lo aprivano perché loro erano astemi”.

Io e Tirdi andiamo a Coazze, il tempo è nuvoloso e se non piove è un miracolo.

Ci rechiamo all’anagrafe dove abbiamo la conferma che il suicida aveva un fratello gemello:” Ma non lo troverà in paese, è sparito tantissimi anni fa senza lasciar detto il perché e soprattutto dove andava”.

Secondo lei perché se ne sarebbe andato via?”.

Non ne ho idea mi creda commissario, potrebbe domandarlo al parroco o magari qualche anziano che trova alla piola”.

Decido di sentire prima il parroco, la chiesa è nel piazzale del paese e a due passi vi è la fermata della corriera.

Buongiorno signori cosa posso fare per voi?”.

Buongiorno parroco sono il commissario Berardi e questo è il mio collega Tirdi, siamo qui per farle delle domande riguardanti un certo Livio Crespi”.

L’uomo ci indica di seguirlo nel suo ufficio: “Staremo più tranquilli e lontani da indiscrezioni”.

Sedetevi prego, cosa posso dire di Livio? Dei due fratelli era quello più ligio allo studio, rispettava i genitori e gli altri abitanti, mentre il fratello…diciamo che era vivace, ecco usiamo questo termine”.

Mi faccia capire, cosa vorrebbe dire che Franco era vivace?”.

Le indiscrezioni parlavano che era un mezzo delinquente, nulla di provato sia chiaro, ma diversi fatti successi portavano a lui”.

Intende dire furti?”.


Si! E non solo, sempre le voci di varie persone parlavano anche di ricatti, specialmente ai negozianti del paese”.

Vi furono indagini presumo!”.

Si ma nulla di concreto, come ho detto solo indizi ma prove certe nulla”.

Di Livio oltre che era un figlio modello cosa sa dirmi?”.

Ben poco, era un tipo taciturno rispetto al fratello. Dimenticavo di dirvi che Franco un bel giorno sparì! Vennero i genitori disperati a domandarmi se lo avevo visto, risposi di no…da quel momento non si seppe più nulla di lui, la madre morì di crepacuore”.

Nessuno lo cercò a parte la famiglia?”.

La polizia fece delle indagini ma vennero archiviate dopo un paio di mesi”.

Cosa sa dirmi di Elvira la moglie di Crespi?”.

Era una buona parrocchiana”.

Solo più una domanda su Rosa Vìcario? So che anche lei è di Coazze”.

Ha frequentato per parecchio tempo la parrocchia, era una ragazza d’oro, mi aiutava tantissimo, poi anche lei si trasferì a Torino per lavoro, ma credo che c’entrasse anche altro.”.

Cosa intende dire?”,

Da quello che avevo intuito aveva una cotta per Livio, ma il ragazzo era molto timido, poi quando è scomparso il fratello si è chiuso ancora di più in se stesso, con il tempo si è fidanzato con Elvira che ha poi sposato, si sono trasferiti a Torino per lavoro solo dopo la nascita di Arturo, il piccolo avrà avuto un anno massimo due".

La piola sa dirmi dove si trova?”.

Non era distante dalla chiesa, un centinaio di metri in una via laterale della piazza.

I pochi avventori confermarono ciò che ci ha detto il parroco. Livio perfetto figlio mentre Franco la pecora nera della famiglia. In angolo noto una persona che ci guarda e ho come impressione che voglia dirci qualcosa ma non davanti agli altri.

(Continua)












 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963