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Caino e Abele(12 capitolo)

Post n°3220 pubblicato il 11 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Fin da subito il suicidio della coppia Crespi non convince il commissario Berardi, e l'indagine svolta confermano i suoi dubbi, a partire dal fatto che Livio Crespi la vittima non è chi diceva di essere ma bensì il fratello gemello Franco. Costui era un poco di buono scappato da giovane da Coazze il paese dove era nato per non essere arrestato. Berardi si pone la domanda: come faceva la moglie a non essersi accorta che non era Livio? Lo sapeva? Dov'è sparito Livio Crespi. La coppia ha un figlio: Arturo, il commissario sente che non gli sta dicendo tutta la verità, stessa sensazione per Rosa Vicario amica della moglie di Crespi, anche lei di Coazze. Nel proseguo delle indagini viene interpellato da Maigret commissario della polizia giudiziaria di Parigi, nella città francese due persone sono state uccise: Pavesio e Gavello. Entrambi erano complici dei furti alla dogana dove assieme a Crespi, Arborio e Marentino lavoravano. I due uccisi erano i responsabili della dogana e con la loro complicità l'indagine sui furti viene insabbiata. Crespi si dimette dal lavoro per paura di essere arrestato, seguito a breve da Pavesio e Gavello e poco dopo anche gli altri due componenti della banda. Berardi da una soffiata di Arborio viene a sapere dove si trova Marentino, alloggia in una pensione sotto falso nome: Matteo Sandri e lo arresta. Dall'uomo viene a sapere dopo la minaccia di estradarlo a Parigi per omicidio che ha fatto solo da autista dietro a un lauto compenso a un misterioso uomo del quale non ha visto mai il volto ed era di poche parole come se non volesse far sentire la sua voce. La stazione di Chamonix era il luogo per l'appuntamento e anche al ritorno da Parigi ha lasciato il misterioso uomo in quel luogo. Marentino ha anche notato che vi era una donna ad aspettarlo ma non saprebbe riconoscerla. Confessa che lui ha solo fatto da autista non sapeva che quell'uomo avrebbe ucciso Pavesio e Gavello, conferma anche che è stato questo misterioso personaggio a contattarlo. 

 




 


"L'auto dove l'hai presa?".

"Sono andato a prenderla in un officina in via Cibrario, il proprietario era già a conoscenza di tutto e mi ha dato le chiavi".

"Quindi non sai il nome di chi l'ha ordinata?".

"No!".

"Per ora abbiamo finito, Tirdi fallo riportare in carcere poi torna qui che andiamo a parlare con il titolare dell'officina",

Dal proprietario riusciamo solo a sapere che a prenotare l'auto era una donna sulla cinquantina d'anni o poco più: "Il volto era coperto da una velina, i capelli erano nascosti da un cappello di color nero".

"Ha spiegato a cosa gli serviva l'auto?".

"No, mi ha solo detto che le serviva per un paio di giorni, ha pagato in contanti".

"Gliela riportata?".

"Si! Eccola là...ma perchè tutte queste domande? Io non c'entro se questa donna ha combinato qualche porcheria sia chiaro!".

"Stia tranquillo, se non c'entra nulla non avrà da temere da noi. Ha controllato i chilometri fatti?".

"Si e ne sono rimasto stupito, erano parecchi, circa 1200".

"Immagino che non abbia l'indirizzo di questa signora?".

"Immagina bene commissario, di solito quando viene un cliente a noleggiare un'automobile mi fido di lui, anche perchè di solito pagano in anticipo...per essere chiari io rilascio una ricevuta".

"Sulla ricevuta non c'è il nome del cliente?".

"Non sempre, se il cliente non lo desidera non lo scrivo, la donna non lo ha richiesto, come ho detto ha pagato immediatamente e ha lasciato detto che sarebbe venuto un uomo a ritirarla".


Eravamo di nuovo a un punto morto dell'indagine, troppe domande senza risposte, evidentemente c'è un legame tra la donna e il misterioso uomo, ma quale?

I pensieri vengono accanontati dallo squillo del telefono, Tirdi dice che è Amicucci.

"Buongiorno commissario Berardi sono Amicucci, volevo domandarle...no...so che c'è il segreto dell'indagine, lei è sempre convinto che si tratti di omicidio immagino? L'ho chiamata per sapere quando potreste dare il via libera ai funerali dei genitori di Arturo".

"Credo entro un paio di giorni non di più, ma non poteva chiamarmi il figlio?".

"Mi ha chiesto delle ferie anticipate, gli avevo già concesso dei giorni...".

"Scusi direttore quali erano i giorni di ferie che gli ha chiesto?".

"Il 13 ed è rientrato al lavoro tre...anzi quattro giorni dopo, ora ovviamente dopo il trauma legato alla morte dei genitori gli ho concesso di stare a casa, capisco cosa sta vivendo ma io ho bisogno di lui qui in redazione d’altronde aveva completato le pratiche per la successione".

Finito di parlare con Amicucci chiedo a Tirdi di darmi il fascicolo dato da Maigret, la data degli omicidi risalgono al 14.

"Mettiamo che Arturo, parta il 13 per Parigi, commette gli omicidi e torna indietro il giorno dopo o quello successivo; non sarebbe così improbabile non trovi?".

"No, ma perchè li avrebbe uccisi?".

"Non ho una risposta...e la donna che è stata vista con lui? Senti manda immediatamente un collega a Chamonix, digli di far vedere la fotografia del ragazzo, magari non stando più con Marentino non aveva necessità di nascondere il volto, chissà che non lo riconoscano".


Il collega torna il giorno dopo con un niente di fatto.

"Commissario, nessuno lo ha riconosciuto, neanche il controllore, unica cosa che ricorda èche vi erano diversi italiani comprese delle donne sul treno".

"Siamo al punto di partenza Tirdi eppure...sento che per quanto furbo sia noi troveremo la falla per arrestarlo.Ora fammi fare una chiamata al parroco di Coazze ". 

(Continua)



 


 

 
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Caino e Abele(11 capitolo)

Post n°3219 pubblicato il 10 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Gli indizi che il commissario Berardi nella sua indagine sta trovando lo portano sempre di più ad essere convinto che i coniugi Crespi siano stati uccisi e non si sono suicidati come sembrava. L'uomo non era quello che si credeva ovvero Livio Crespi ma suo fratello gemello Franco, la pecora nera della famiglia scappato per diverso tempo per non essere arrestato dalla polizia. Alla dogana dove lavorava hanno detto che Crespi era cambiato e che da diverso tempo subivano furti e che sono cessati alla sua dimissioni. Assieme a lui anche i suoi superiori Gavello e Pavesio si sono licenziati seguiti a breve da Arborio e Marentino(operai). Nel frattempo da Parigi giunge il famoso commissario Maigret, nella sua città sono stati uccisi Pavesio e Gavello, e l'assassino di cui ha seguito le tracce lo hanno portato a Torino. Berardi torna da Arborio e con velate minacce gli dice che se il suo amico si fa vivo di avvisarlo altrimenti lo mette in carcere per via dei suoi illeciti traffici. In ufficio viene a trovarlo Arturo Crespi figlio della coppia e il commissario si convince ancora di più che sta mentendo. Dopo qualche giorno Arborio vede Berardi e gli dice che Marentino è in città, alloggia in una pensione nella zona nord sotto falso nome: Matteo Sandri. Con Tirdi vanno alla pensione e lo arrestano prima che scappi in Sud America. 

 

L’uomo accompagnato da Tirdi si siede su una seggiola, mi guarda con aria di sfida, la paura gli è passata evidentemente.

Allora Marentino cosa mi racconti?”.

Mi chiamo Matteo Sandri e sono nato a Vercelli il…lo può leggere dalla mia carta di identità”.

L’ho letta, peccato che sia falsa caro amico mio! Ripeto la domanda, cosa mi racconti?”.

L’uomo ripete la stessa frase, sembra un soldato quando viene catturato: nome cognome e grado.

Vorrà dire che farò venire il tuo amico Arborio, lui ti conosce bene o sbaglio?”.

Il suo volto sbianca di colpo ma continua a negare di chiamarsi Marentino.

Tirdi vallo a prendere e vediamo se continua la sua recita”.

Va bene commissario mi chiamo Marentino Claudio, cosa vuole da me? Non ho fatto nulla”.

La polizia francese era sulle tue tracce poi ti ha perso quando hai passato il confine e sei venuto qui. A Parigi dicono che hai commesso due delitti”.

Non è vero, non sono stato io ma lu…non ho fatto nulla”.

Per un attimo si è tradito, ma faccio finta di non aver sentito.

Quindi non sei mai stato a Parigi?”.

No!”.

Strano perché una delle due vittime ha scritto nell’agenda che aveva appuntamento con te”.

E’ falso, non conosco questa persona”.

E se ti faccio i nomi di Pavesio e Gavello?”.

Non so chi siano”.


Marentino, non mentire, tu li conosci benissimo. Erano i tuoi superiori alla dogana quando lavoravi assieme ai tuoi compari Arborio e Crespi”.

Ora ricordo, si li conoscevo ma poi io mi sono licenziato e non so più nulla”.

Chi ti ha pagato per ucciderli?”.

Commissario, non ho ucciso nessuno mi creda, so di essere un farabutto ma non un assassino”.

Spiegami cosa facevi a Parigi, non credo che tu fossi in gita di piacere”.

Non ero…”.

Alzo una mano e blocco la sua frase.

Sai cosa rischi se io chiedo l’estradizione al Ministero? Rischi la testa, la polizia di Parigi ha già inoltrato la richiesta”.

Marentino sbianca ancora di più e balbetta disperato accompagnato da singhiozzi.

Datti un contegno, cerca di essere un uomo, parla se sei innocente”.

Va bene commissario, ero a Parigi ma non ho ucciso quegli uomini. Ho accompagnato una persona, non so come si chiama”.

Vai avanti”.

Mi ha contattato lui, sapeva tutto di me e di cosa facevo alla dogana, mi ha chiesto se avevo intenzione di guadagnare un po’ di soldi, molti soldi. Ho accettato, quando mi ricapitava un’occasione simile?”.

Questa persona la conosci?”.

No! Aveva la barba, occhiali scuri e cappello, questi non se li toglieva mai”.

Lo hai accompagnato a Parigi?”.

Si, ma ho viaggiato da solo fino a Chamonix, lui è arrivato con il treno, poi è salito in auto e siamo partiti per Parigi”.

Poi una volta a Parigi? Che avete fatto? Dove siete andati? Ti avrà detto qualcosa!”.

No, era di poche parole, parlava il minimo indispensabile e non saprei riconoscere la sua voce se è questo che vuole sapere, a Parigi è sceso davanti a una pensione: Chez nous mi sembrava si chiamasse, io invece avevo una camera prenotata a tre isolati da dov’era lui”.

Poi cosa è successo?”.

Il giorno dopo sono andato a prenderlo e l’ho accompagnato da Pavesio, seguendo le sue indicazioni; ho aspettato in strada e dopo un quarto d’ora è salito in auto e ci siamo allontanati di gran fretta”.

Immagino che tu le abbia chiesto qualcosa in merito a quella visita e di come faceva a conoscerlo”.

Si, ma ha risposto che non erano affari miei, se volevo i soldi dovevo solo ubbidire e non fare domande”.

Dopo Pavesio siete andati da Gavello?’”.

Si, il tizio era molto agitato, aveva fretta, ho aspettato di nuovo in strada e quando è sceso siamo andati via; pensavo di tornare nella pensione e invece abbiamo preso subito la strada del ritorno, facendo tappa solo dopo diverse ore di viaggio”.

Alla frontiera i gendarmi hanno visto solo te sull’auto, lui ha ripreso il treno vero?”.

Si a Chamonix ed ho notato che ad aspettarlo c’era una donna”.

Questa affermazione mi spiazza, guardo Tirdi anche lui è stupito.

L’avevi già vista? Sapresti descriverla?”.

Mai vista commissario, ero lontano per vederla bene, però erano in confidenza visto che si sono abbracciati, poi sono saliti entrambi in treno”.

Quindi hai passato la frontiera di nuovo da solo,e lui? E' salito dopo?”.

No, lui ha proseguito in treno con quella donna”.

La carta di identità falsa te l’ha data lui o te la sei procurata?”.

Ha pensato a tutto lui e credo che anche la sua identità fosse falsa. Ma è vero che Pavesio e Gavello sono stati uccisi?”.

Si! E i francesi pensano che tu sia l’assassino”.

Glielo giuro commissario ho detto la verità, io ho solo fatto da autista…maledetto lui, se sapevo che cosa avesse in mente non avrei accettato”.

Come mai volevi scappare in Argentina?”.

Sarò anche un farabutto ma non sono stupido, quel tizio mi faceva paura, non so perché ma sentivo che a Parigi aveva commesso qualcosa di brutto e io potevo essere un testimone scomodo, ecco perché ho comprato i biglietti per andarmene. A Buenos Aires ho dei parenti, non mi avrebbero trovato di sicuro, laggiù avrei cambiato cognome e vita!”.

(Continua)

 


 


 
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Caino e Abele(10 capitolo)

Post n°3218 pubblicato il 09 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Gli indizi che il commissario Berardi nella sua indagine sta trovando lo portano sempre di più ad essere convinto che i coniugi Crespi siano stati uccisi e non si sono suicidati come sembrava. L'uomo non era quello che si credeva ovvero Livio Crespi ma suo fratello gemello Franco, la pecora nera della famiglia scappato per diverso tempo per non essere arrestato dalla polizia. Alla dogana dove lavorava hanno detto che Crespi era cambiato e che da diverso tempo subivano furti e che sono cessati alla sua dimissioni. Assieme a lui anche i suoi superiori Gavello e Pavesio si sono licenziati seguiti a breve da Arborio e Marentino(operai). Nel frattempo da Parigi giunge il famoso commissario Maigret, nella sua città sono stati uccisi Pavesio e Gavello, e l'assassino di cui ha seguito le tracce lo hanno portato a Torino. Berardi torna da Arborio e con velate minacce gli dice che se il suo amico si fa vivo di avvisarlo altrimenti lo mette in carcere per via dei suoi illeciti traffici. In ufficio viene a trovarlo Arturo Crespo figlio della coppia e il commissario si convince ancora di più che sta mentendo.

 

Ho seri dubbi sai? Nel senso che sicuramente troveremo e arresteremo Marentino per gli omicidi a Parigi, ma che sia lui l’assassino dei coniugi Crespi non credo”.

Perché non crede?”.

Che senso avrebbe andare a Parigi, uccidere Pavesio e Gavello, tornare in Italia e uccidere Crespi? Qualcuno sicuramente lo ha pagato per andare a Parigi, e chi poteva avere interesse a mandarlo fino là se non Crespi stesso”.

Quindi il mandante sarebbe Franco Crespi, ma perché? Forse lo stavano ricattando?”.

Può darsi, l’unico che può dirlo è Marentino”.

Entriamo nella piola, ci sono pochi clienti, vedo Arborio seduto ad un tavolo, con accanto il nostro collega.

Ciao Arborio, vedo che ti sei deciso a dirci dove si trova il tuo amico”.

Se gli sguardi potessero uccidere sarei morto all’istante.

Per forza commissario, mi sta rovinando gli affari e lei lo sa bene”.

Non è un mio problema credimi, allora dove si trova Marentino?”.

Un mio informatore mi ha detto che vive in una pensione in corso Cadore sotto falso nome”.

Dammi il nome della pensione e il cognome che sta usando”.

Matteo Sandri e la pensione è la Regina Cadore”.

Come hai fatto a scoprirlo?”.

L’uomo non mi risponde, ma non importa la mia era solo una mera curiosità.

Commissario si sbrighi ad andare ad arrestarlo, non so per quanto tempo rimanga in città”.

Prima lo arresto prima riprendi i tuoi affari, occhio Arborio, lo sai che prima o poi qualche mio collega ti prenderà, al posto tuo lascerei perdere questa vita; questo è mio un consiglio, pensaci”.



Usciamo dalla piola e decidiamo di andare subito alla pensione citata, passiamo davanti al cimitero monumentale, giriamo a sinistra in corso Belgio e infine arriviamo in corso Cadore.

Tirdi mi indica la pensione, ci fermiamo un centinaio di metri più avanti.

Commissario sembra più una betola di quart’ordine che una pensione”.

Non posso darti torto, dai entriamo”.

Un uomo è al bancone, la sigaretta in bocca, ci squadra per bene.

Desiderate?”.

Buongiorno, cerchiamo Matteo Sandri, sappiamo che ha affittato una camera da voi”.

Mai sentito nominare!”.

Riabbassa la testa e riprende a leggere il giornale.

Tirdi fa per intervenire ma lo blocco, nel frattempo entra una coppia.

Posso darti un suggerimento amico mio? Certo che posso…o ci dici in che camera si trova la persona che cerchiamo o io faccio intervenire la buoncostume…a te la scelta”.

Finita questa frase tiro fuori il tesserino della polizia, l’uomo balbetta delle scuse dicendo che la sua pensione è seria.

Non abbiamo tempo da perdere sulla tua serietà, allora qual’è il numero della camera?”.

Numero 6 al secondo piano, ma l’uomo è uscito”.

Sai quando torna?”.

Di solito torna verso le due, è uno che parla poco”.

Prendi la chiave della camera, svelto…”.

Saliamo al secondo piano, la camera è in ordine, una valigia è sotto il letto, Tirdi la apre, dentro vi sono dei vestiti e nel cassetto del comodino due biglietti, uno del treno con destinazione Genova e l’altro di una nave diretta a Buenos Aires.

Il nostro amico ha intenzione di andare lontano”.

Direi di sì, d’altronde sa bene cosa rischia se lo prendiamo”.

Commissario, giuro che non c’entro niente con lui, mi sembrava una persona a modo, ha pagato subito in contanti”.


Buon per te credimi, ora noi usciamo e ritorniamo verso le due, sai cosa rischi se apri bocca!”.

Non parlerò, glielo giuro sui miei figli”.

Usciamo e andiamo ai giardini che distano poco lontano dalla pensione, ci sono un paio di mamme con le carrozzelle e altrettanti bambini che giocano a pallone, di fronte la chiesa di San Giulio.

In lontananza vedo un uomo arrivare ed entrare nella pensione:”Credo che il nostro amico sia arrivato”.

Il proprietario non dice nulla ma ci indica di salire al piano di sopra, capiamo che l’uomo che abbiamo visto è Marentino.

Busso alla porta della camera e sento domandare chi è.

Signor Sandri, sono il proprietario della pensione, ho dimenticato di farle firmare un foglio…sa non vorrei che la polizia dovesse farmi storie se fa un controllo”.

La porta si apre ed entriamo, Tirdi ha la pistola in mano.

Ciao Marentino o preferisci che ti chiami Sandri?”.

La descrizione fatta da Maigret coincide con l'uomo che mi è davanti.

Chi siete? Cosa volete da me?”.

Polizia e tu sei in arresto per gli omicidi commessi a Parigi!”.

Ma io non ho fatto nulla, mai stato a Parigi, sono innocente”.

Questo lo vedremo, ammanettalo Tirdi”.

Ora il vero problema era trovare le prove che è lui che ha commesso gli omicidi, Maigret non aveva prove certe, ha seguito la pista dell’assassino che era rientrato in Italia e che forse si trovava a Torino. Arborio si era limitato a dirmi una frase detta dal suo amico che poteva significare ben poco :” Diventerò ricco”.

Lascio che Marentino rifletta per diverse ore in cella, poi lo convoco per l’interrogatorio.

(Continua)






 

 
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Serata con ritmo allegro

Post n°3217 pubblicato il 07 Settembre 2024 da paperino61to

Nonostante il tempo siamo ancora in estate e allora cosa c'è di meglio che canzoni con del ritmo allegro come lo Ska o il Reggae? Buon ascolto e buon fine settimana a tutti.

 

 

      

 

 

 

        

 

 

 

          

 

 

 

          

 

 

 

        

 

 

 

 

     

 
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Caino e Abele(9 capitolo)

Post n°3216 pubblicato il 06 Settembre 2024 da paperino61to

Riassunto: Berardi nel corso della sua indagine scopre che Franco Crespi, la pecora nera della famiglia, scomparso per tutti anni addietro si è spacciato per il fratello gemello Livio. Le domande sono tante a partire dalla: che fine ha fatto il fratello? Come è possibile che nessuno della sua famiglia se ne sia accorto, a partire dalla moglie e dalla sua amica?Berardi inoltre viene a sapere che Crespi lavorava alla dogana e solo dopo le sue dimissioni i furti nel capannone sono finiti. Inoltre Pavesio e Gavello suoi superiori anch'essi si sono dimessi nello stesso periodo, mentre i due dipendenti Arborio e Marentino hanno continuato per qualche settimana. Arborio confessa a Berardi come avvenivano i furti e chi li dirigeva: Crespi con la complicità dei loro superiori, e aggiunge anche che ques'ultimi si sono trasferiti a Parigi, mentre del suo amico Marentino non sa più nulla da settimane. Tornato in ufficio Berardi fa la conoscenza del famoso commissario Maigret di Parigi, il poliziotto è sulle tracce di un assassino che ha ucciso due uomini, Berardi fa i nomi di Pavesio e Gavello e poi racconta al francese la sua indagine e di come sia giunto a fare i nomi delle due vittime.Da par suo Maigret racconta cosa hanno scoperto e di come hanno perso le tracce del sospetto assassino alla frontiera con l'Italia. Berardi chiama il parroco di Coazze e domanda se Franco Crespi beveva, la risposta è affermativa, solo a questa risposta il commissario conferma ciò che sospettava da tempo, è omicidio nei confronti dei coniugi Crespi. Maigret prima di tornare a Parigi chiede esplicitamente che l'assassino di Pavesio e Gavello venga consegnato alla giustizia francese.

 

Commissario, chi era quell’omone che ho incrociato nel corridoio? Non l’ho mai visto”.

Difficile che lo vedrai ancora caro Tirdi, è un nostro collega di Parigi: il commissario Maigret”.

Tirdi rimane a bocca aperta e balbetta qualche cosa, poi lo vedo uscire di corsa dall’ufficio per poi tornare dopo una decina di minuti trafelato ma sorridente.

Perino è un accanito lettore delle sue indagini, non sa quante volte ha letto gli articoli riguardanti il francese…e qui ho il suo autografo”.

Adesso sono io a rimanere a bocca aperta e domando cosa vuol fare.

Credo che sia la migliore medicina per lui, faccio un salto nel pomeriggio a portarglielo, che dice commissario faccio bene?”.

Si fai benissimo non solo bene, anche se credo che avrà un moto di gelosia, specialmente con me visto che ho parlato direttamente con lui”.

Per quale motivo era qui?”.

Indaga sulla morte di Pavesio e Gavello, il nostro collega ha seguito la pista dell’assassino fino alla frontiera poi l’ha persa, suppone che si trovi nella nostra città”.

Lei cosa ne pensa?”.

Credo di sì e so anche come si chiama: Marentino Claudio”.

Arborio ha detto che è da molto tempo che non vede!”.

Esatto, facciamo un salto da lui, qualcosa mi dice che lo ha contattato e che cercherà di incontrarlo di nuovo”.

L’uomo è nel cortile intento a parlare con altre persone, ma appena ci avviciniamo si allontanano.



Ciao Arborio, tranquillo non vogliamo danneggiare i tuoi affari, vogliamo solo sapere una cosa, Marentino ti ha contattato?”.

No perché? Vi ho già detto che sono mesi che non so più nulla”.

Sappiamo che è in città e spero che tu non menta, altrimenti diventi complice in duplice omicidio”.

L’uomo sbianca e incomincia a professarsi innocente.

Arborio, non è il caso di alzare la voce, tu devi solo dirmi se Marentino se si è fatto sentire con te, se mi accorgo che mi stai mentendo ti arresto e ti spedisco a Parigi con l’accusa di complicità in omicidio, sono stato chiaro?”.

Commissario le giuro che non ho ucciso nessuno, non so nulla di questi omicidi, ma di chi poi?”.

Di Pavesio e Gavello”.

Sono stati uccisi? Ma perché e da chi? Io non c’entro nulla mi creda…ma anche Gavello era a Parigi?”.

Sapere chi gli ha uccisi è facile: dal tuo amico Marentino ma il motivo non lo vengo certo dire a te, in quanto a Gavello, si era anche lui a Parigi”.

L’uomo riflette un attimo e poi esclama: “Ricatto! Ecco è l’unica spiegazione possibile, è solo un uomo rischiava di essere ricattato: Crespi”.

Non è del tutto stupido Arborio, ci è arrivato velocemente.

Ora capisci perché stiamo cercando Marentino, è accusato di omicidio, e rischia l’estradizione se l’accusa contro di lui è vera. Quindi se lo hai visto o sentito devi dirlo”.

No commissario glielo giuro non so nulla di lui”.

Voglio crederti, ma se dovessi avere dei contatti avvisami, altrimenti…Andiamo Tirdi, torniamo in ufficio”.

Lasciamo Arborio immerso nei suoi pensieri.

Commissario, crede che mente su Marentino?”.

No! Me ne sarei accorto, speriamo che si faccia vivo con il suo amico, intanto noi mettiamo in allarme i nostri informatori, Marentino prima o poi farà un passo falso”.


In ufficio mi dicono che mi ha cercato Arturo Crespi, per sapere se ci sono novità in merito alle indagini.

Lo chiamo ed evito di dirgli che a Parigi sono stati uccisi i due ex dirigenti della dogana e tanto meno dico chi possa essere l’assassino e soprattutto il mandante.

Quindi è in alto mare…non capisco perché non considera a questo punto il suicidio dei miei genitori!”.

Credo che a questo punto prenderò in considerazione ciò che mi ha detto, ho chiesto al questore qualche giorno in più e se non troverò altri indizi farò domanda di archiviazione del caso”.

Bene! Così potrò organizzare il funerale”.

Una domanda sola, lei si ricorda se suo padre avesse una voglia sul braccio sinistro?”.

La risposta tarda ad arrivare: “Non credo…non so, ora come ora non ricordo, ma perché è importante?”.

Una mia curiosità nulla di più, ora la devo lasciare, se ci sono novità la chiamo io”.

Il sospetto che il figlio di Crespi menta è sempre più consistente, ma non riesco a capirne il motivo.

Chiedo a Tirdi di mandare degli agenti alle costole di Arborio: “Che si facciano vedere, che in qualche maniera gli facciano saltare gli affari che sta facendo”.

Vuol vedere se ci dice dove si trova il suo amico?”.

Esatto! E se anche non lo sa si darà da fare per trovarlo”.

Passa qualche giorno e un venerdì mattina mi chiama il collega che teneva d’occhio Arborio: “Commissario, Arborio vuole parlarle, dice che è urgente…”.

Dove?”.

Al bar che si trova in corso Palestro angolo corso Regina, alle quindici di oggi pomeriggio”.

Fagli sapere che ci sarò”.

Perfetto il nostro amico si è deciso a parlare, chiamo Tirdi e lo metto al corrente dell’avvenimento.

Bene, forse ci stiamo avvicinando alla fine dell’indagine”.

(Continua)

 

 
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