Creato da selvaggiasaggia il 02/04/2008

SELVAGGIA A VOLTE

solo una donna ....

 

 

« "come mi riconosco quand........................... »

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Post n°176 pubblicato il 06 Agosto 2012 da selvaggiasaggia
 
Tag: libri

Quando non sorrido sembro terrorizzata, inquieta o arcigna

.....

Lei è mite e spesso appare aspra. Lei osserva i momenti mentre li vive.Proprio come te lei ha paura di amare e ancora di più di non farlo.Lei è infaticabile e ligia al dovere.Lei ama mettere nero su bianco parole inequivocabili e piuttosto sconvolgenti. Adesso sta scrivendo a te!

 

 

J.Ellroy

Caccia alle Donne.

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Commenti al Post:
tessa.t
tessa.t il 06/08/12 alle 15:14 via WEB
non ti fare condizionare dal punto di vista di un uomo. Si fanno ingannare solo dall'apparenza. E poi ci piaci anche inquieta e arcigna (arcigna non ci credo) ;-)
 
selvaggiasaggia
selvaggiasaggia il 06/08/12 alle 15:38 via WEB
forse gli uomini sì, si fermano alle apparenze ...non gli scrittori!!! (io mi faccio influenzare SOLO dall'apparenza, lo sai !! :-))
 
marittiella
marittiella il 30/08/12 alle 13:13 via WEB
mi piace, non ci ho capito granché ma mi piace.
 
Arcobaleno1961
Arcobaleno1961 il 06/09/12 alle 18:39 via WEB
Sorridi allora :-)
 
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E.De Filippo

 

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EPICURO

 

I nostri pensieri diventano il nostro mondo.Noi diventiamo ciò che pensiamo. Questo è l'eterno mistero. (Maitri Upanishad)
Qualcuno (non ricordo chi..) sostiene che siamo quello che mangiamo.

Rifletto, a tavola,..che mangiamo spesso come pensiamo o anche  viceversa.

 

G.PONTIGGIA- NATI DUE VOLTE

..E' l'utilità marginale dei disabili, come direbbe un economista del dolore sociale.Hanno una delega collettiva a soffrire per gli altri.E il loro carico si ingigantisce perchè vi si occulta quello universale. La realtà però è lievemente diversa.Abituati a convivere con la minorazione -e a sopportarla-, i disabili non ne hanno l'immagine insopportabile di chi è sano. E la fede non è una fuga ma una conquista.

 

U.RICCARELLI- UN MARE DI NULLA

..La morte no, mi disse. La morte non ha occhi nè orecchie, non tiene conto di nessun ritmo e nessuna strada. Non fa calcoli, non ha l'intelligenza di un'illusione e neppure la debolezza che il vivere si concede, le scappatoie che ci offre, la disponibilità con la quale a volte accetta di essere ingannato. Come nelle iscrizioni nere che il fascismo lasciò dietro di sè,  stese sui muri delle città e dei paesini, la morte se ne frega.

 
 

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