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Post n°189 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da Semfim
Le voci di dentro. Nella metà di un pomeriggio freddo e grigio come l’acciaio. Un dono. Chiamandomi dal fondo della strada mi prese inaspettato, costretto a girarmi mi trovai a rivedere la sua sagoma di opulenta donna dormiente su un letto disfatto. Il mare. Profumo che annebbiava le mie certezze d’adulto.Visione. Esistono odori che non dimentichi mai : la saliva della mamma che netta il viso, dell’erba appena tagliata. Altri ancora. L’uno all’altro legati dal filo rosso della tua vita. Da nazione, regione, città, quartiere e persona cambiano. Quello di casa la domenica, quello di scuola, un parco. Fragranza di qualcosa, aroma di qualcuno che chiama dall’antico vissuto per rivivere in noi. Un bambino che salta la prima volta nell’acqua, schizzi, risa e grida giocavano in me per pochi istanti. L’infinita eternità d’un istante si trasmutò in parco giochi. Da tempo vivevo nel colore di quella giornata. Non più cortili con panni stesi al sole, solo il fastidio del pianto statico di un bambino. Ero io…che attraversavo la strada con i miei fantasmi. |
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