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Misogini moderni
Post n°243 pubblicato il 07 Ottobre 2013 da meninasallospecchio
Riallacciandomi all'articolo di Sofri che citavo alcuni post fa, potrei dire che, mentre il maschilismo costituisce la resistenza di un retaggio culturale ormai superato, la misoginìa ha una sua modernità, in quanto estrema reazione alle mutazioni di ruolo. Potremmo quasi dire che, man mano che il maschilismo perde terreno, la misoginìa ne acquista. Per fortuna non in pari misura. Ovviamente la misoginìa è sempre esistita, dai roghi delle streghe al web, passando attraverso un buon numero di filosofi e scrittori, per lo più apprezzabili. Da Giovenale a Swift a Nietzche a Pavese e molti altri; mi prenderò a breve il divertimento di commentare la misoginìa di Camilleri. Qualche tempo fa mi capitava di leggere voci indignate contro la misoginìa in rete e in particolare contro le associazioni di padri separati. Devo dire che inizialmente avevo considerato la cosa con sufficienza, pensando si trattasse di esagerazioni: è ovvio che in rete si trova ogni sorta di pattume, ma, essendo io all'epoca compagna di padre separato, ero disposta a guardare con benevolenza le ragioni della parte maschile. Tuttavia, seguendo i link postati da un'amica virtuale piuttosto addentro all'argomento, rimasi abbastanza esterrefatta. Non sono più in grado di trovare i riferimenti e, pensandoci bene, non li metterei qui: non mi sembra il caso di propagandare farneticazioni che hanno già fin troppo spazio. Comunque il primo di questi siti che ricordo propugnava un'idea di ritorno allo stato di natura, in cui il maschio avrebbe dovuto ritrovare l'identità e il ruolo che la società moderna gli ha sottratto. Il tutto condito da molta filosofia, in una salsa che ricorda sia le forme mistiche del nazismo hitleriano, sia l'ecologismo new age di certi neo-nazisti del centro Europa e persino i deliri padani dei nostri compaesani leghisti. Il secondo era un sito che si proponeva come difesa dei padri separati. Come dicevo, ho abbastanza presente che le ragioni non stanno tutte da una parte e so bene (anche sulla mia pelle) di che cosa è capace una ex moglie rancorosa. Ma di qui a negare l'esistenza di una violenza maschile, che sarebbe semplicemente una reazione a una violenza peggiore esercitata dalle donne; o a sostenere che le donne sono "per natura" infanticide, o altri vaneggiamenti dello stesso tenore, ce ne passa. Sono sicura che esiste qualche donna che picchia il marito; ci saranno pure uomini che hanno morso dei cani, o topi che hanno mangiato i gatti. Ma bisogna dare ai problemi, che sicuramente esistono, il giusto peso. Che non è uguale. Al netto delle questioni economiche, dove per ogni donna che ne approfitta c'è un uomo che non paga alimenti o nasconde redditi (e sappiamo che in queste cose la gente dà il peggio di sè), e anche delle piccole vendette o meschinità, resta il fatto che uomini ammazzati dalle ex non ce ne sono. Quindi tentativi di equiparare la violenza maschile a una presunta analoga violenza femminile sono semplicemente un falso. E non perché le donne siano intrinsecamente più buone e gentili degli uomini: sono fermamente convinta che gli esseri umani siano tutti uguali; ma questa è la condizione, si spera non immutabile, della nostra società.
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