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« Nymphomaniac II - tabù e...Adesso la chiudo »

Nymphomaniac II - siamo ancora vivi?

Post n°332 pubblicato il 29 Aprile 2014 da meninasallospecchio

(continua dal post 330)

Un po' frettolosa appare anche la vicenda con la ragazzina. Curioso definire frettolose parti di un film che dura 4 ore. Eppure ci sono così tanti argomenti in questo film, così tanta roba, che resta la sensazione che qualcosa non sia stato ben sviscerato: ci vorrà la versione integrale? Visto il flop di pubblico, comincio a ritenere poco probabile che venga distribuita in Italia. Allora sì, la vedremo in streaming.

Comunque questa parte è quella in cui Joe mostra i suoi sentimenti migliori, l'affetto, la responsabilità, il desiderio di protezione; quasi a recuperare, in un rapporto fatto un po' di proiezione, quella maternità fallita. Ebbene, questa parte a me è sembrata un po' debole. Be', forse non è solo un'impressione, visto che i buoni sentimenti di Joe si infrangono contro il tradimento della ragazza. Con Jerome oltretutto, un espediente narrativo di bassa lega. Ma mentre ci sta prendendo per il culo con questa ennesima ricomparsa di Jerome, Von Trier ce lo dice pure. Una di quelle coincidenze che a lei non piacciono, dice Joe a Seligman. Infatti non ci piacciono.

Perché ormai Seligman siamo noi. Siamo noi quando nel finale ripercorre tutta la storia di Joe in chiave femminista: se lei fosse un uomo nessuno troverebbe così riprovevoli i suoi comportamenti. Che abbia scisso il sesso dall'amore, che cerchi di scopare il più possibile con partner diversi, che non si sia presa cura del figlio, che abbia abbandonato la famiglia, che rivendichi la sua diversità, che reagisca con aggressività all'emarginazione: tutto sembrerebbe molto più normale e giustificabile. Sì, che bella morale. Come ci sentiamo tutti giusti e progressisti. Politically correct. Ma è soltanto ipocrisia. Joe ce l'ha già detto e ce lo dirà ancora.

Terminata la sua storia, si appresta a riposarsi e si prepara a essere una persona nuova, finalmente redenta dopo aver ritrovato se stessa in questa lunga seduta di analisi e aver riconosciuto in Seligman, il suo primo vero amico, qualcuno che la ascolta, che la capisce, che non la giudica. Come noi, come il regista. Riconosco la mia dipendenza, dice, e d'ora in poi la combatterò. Una lacrimuccia le scende sulla guancia.

E no, Joe, non puoi farci questo! Noi ti abbiamo amata quando, allo stupido gruppo di autoaiuto, hai detto con rabbia: "Non sono sesso-dipendente! Io sono una ninfomane!" e poi sei uscita incendiando una macchina. Cioè, no, non l'hai incendiata quella volta lì, ma il montaggio ce l'ha fatto credere, perché in fondo era come se l'avessi fatto. Ti sei incazzata, ti sei ribellata, hai rivendicato con orgoglio la tua diversità. E noi ci abbiamo creduto. Abbiamo investito 4 ore su di te, sei il nostro lato oscuro, ma anche la nostra libertà. Non vogliamo la tua redenzione, perché tu ci devi liberare.

Ipocritamente ti auguriamo la buonanotte, fingendoci soddisfatti del lieto fine. Ma poi torniamo, con le sembianze di Seligman, senza pantaloni, a strusciare il cazzo moscio su di te. L'hai fatto con tutti, devi farlo anche con noi. Perché non c'è scampo dall'ipocrisia, siamo come tutti gli altri, ti condanniamo e approfittiamo di te allo stesso tempo.

La luce spenta. Uno sparo e i passi che corrono giù dalle scale. La lettura sembra ovvia: Joe ha sparato a Seligman ed è scappata. Ma perché il buio? Il comandamento n. 6 del Dogma 95 vieta di mostrare omicidi nel film. Sì, ma qui i dogmi sono stati violati tutti, dal primo all'ultimo, non può essere soltanto questo. Piuttosto un'ambiguità voluta. Cosa sia successo davvero non lo sappiamo e in fondo non è importante. In quel buio forse Joe ci ha risparmiati. Oppure ha ucciso noi e Lars Von Trier, la nostra ipocrisia di intellettuali bavosi finto-progressisti. E non sappiamo nemmeno se questo significhi una vera, effettiva redenzione di Joe. O se una redenzione sia davvero possibile o auspicabile, se non sia giusto che ci provi, a rimanere diversa, almeno lei.

 
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Rispondi al commento:
meninasallospecchio
meninasallospecchio il 01/05/14 alle 16:51 via WEB
Tre donne intellettuali tutte in una volta te lo fanno ammosciare? Potrei risponderti che se entri in un teatro o a un concerto di musica classica o a una conferenza trovi il 70% di donne, ma sarebbe come picchiare un bambino :-) Non è mica colpa nostra se voi maschi ci mettere metà della vita a recuperare un ritardo di maturazione e per l'altra metà siete in anticipo sul rincoglionimento.
E poi, fermo restando che Villaggio è un genio e che il suo urlo liberatorio ha il suo perché, la corazzata Potemkin è un film straordinario. Anche se devo ammettere che dovrei rivederlo, dato che l'ho visto a 11-12 anni, in TV, costretta da mio fratello. Ricordo che eravamo soli io e lui; ma i nostri genitori dov'erano mentre lui mi imponeva queste sevizie? :-) Capite perché sono diventata così? Nello stesso periodo mi beccai anche Andrej Rublev, ma quello sì lo trovai palloso, come tutto il cinema di Tarkovskij, del resto. Invece Ejzenštejn è spettacolare e avvincente: qualche anno più tardi vidi anche Ottobre e Que viva Mexico, al cineforum.
 
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