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« La panciaLa conclusione »

Il cineforum

Post n°498 pubblicato il 24 Gennaio 2016 da meninasallospecchio

Quando ero ragazzina nella mia città non c’era un tubazzo di niente. Due sale cinematografiche che davano soltanto film di cassetta, nessun teatro, niente concerti. La domenica negozi chiusi e strade deserte, d’estate un mortorio totale. A parte la tradizionale fiera, non c’erano nemmeno manifestazioni enogastronomiche. Niente. Potevi soltanto andare in parrocchia, al P.C.I. o entrambe le cose. Oppure drogarti, ma anche quello è arrivato dopo.

Persino i paolini, quelli di Famiglia Cristiana, si rompevano i coglioni. E infatti mi sa che sono stati loro a creare il primo cineforum. A quello non sono mai andata, ero troppo piccola, e forse era vietato ai 18; perché i paolini non si facevano mancare niente e davano pure L’impero dei sensi. Poco dopo nasceva un altro storico cineforum, a opera principalmente di un grande appassionato di cinema che fu poi mio professore di inglese al liceo. Vabbé, tanto nella scuola italiana non si impara l’inglese comunque, e io tutto sommato l’ho appreso meno peggio di altri; ma di lui si ricordano soprattutto le grandi lezioni di cinema. Bastava un piccolo accenno, una domanda, e lui attaccava a parlarti di un film per un’intera lezione. Così è cresciuta tutta una generazione di appassionati.

Il cineforum teneva le sue proiezioni in una piccola saletta di proprietà del comune: una il pomeriggio, dedicata principalmente agli studenti, e una la sera. I film erano organizzati in cicli tematici, spesso in lingua originale con sottotitoli. A quei tempi cineforum era davvero sinonimo di cinema impegnativo. Il primo film che vidi era Nashville, di Altman, ancora me lo ricordo. Ma se dovessi fare una lista non saprei da dove cominciare: molti film dai paesi dell’est, russi, ungheresi; film tedeschi, Wenders, Fassbinder, Schlöndorff. Immancabili i western, di cui il prof era appassionato. Il primo Moretti, quello di Io sono un autarchico e Ecce bombo. Angelopoulos, una mitica proiezione pomeridiana, durata quattro ore.

Non so perché e quando finì. Ma nel frattempo c’era un terzo cineforum. Oppure un secondo perché mi sa che quello dei paolini aveva chiuso. Comunque questo altro cineforum nasceva in una parrocchia, per iniziativa di un prete appassionato anche lui di cinema. Questo prete era il mio prof di religione al liceo, e così si passava un’altra ora di lezione a parlare di cinema. A quei tempi il 70% degli studenti del Liceo Scientifico aveva la tessera del cineforum.

Il Nucleo, così si chiamava e si chiama tuttora, teneva dapprima le sue proiezioni in una saletta dell’oratorio, con il pubblico seduto sulle panche di legno, in orario serale. I miei di sera non mi facevano uscire, perché le brave ragazze di sera restano a casa. Infatti è per quello che sono diventata una brava ragazza, come sapete. C’era però un’eccezione: potevo uscire di sera con la mia amica per andare alle prove del coro parrocchiale. Ora, qualche volta si andava effettivamente al coro, tanto per farsi vedere e tenere in piedi la finzione; qualche volta invece si approfittava dell’occasione per andare al cineforum, peraltro la parrocchia non era manco la stessa. Questa storia mi è tornata in mente in questi giorni perché proprio su quelle panche vidi C’eravamo tanto amati di Scola. Un film che mi colpì molto e che considero estremamente istruttivo per comprendere la storia italiana dal dopoguerra agli anni ’70. Un giovane dovrebbe guardare quello e poi di seguito La meglio gioventù di Giordana, così coprirebbe tutto il periodo fino agli anni ’90.

Dopo tre anni pionieristici, la diocesi costruì una sala e lì si tengono le proiezioni da 36 anni, ancora oggi. Le proposte sono più alla portata di un pubblico eterogeneo, ma un’appendice del cartellone era un tempo dedicata alla storia del cinema. Così ho visto i film di Buster Keaton, di Griffith, Cabiria, Metropolis e gli altri dell’espressionismo tedesco come Nosferatu di cui ho già parlato, e tanti altri. Proporre film come quelli in una piccola città di provincia sarebbe oggi impensabile. Peccato.

L’altra sera c’è stata una specie di piccola rievocazione di quei tempi. Il mio ex prof di religione ha oggi una parrocchia, perciò dedica al cineforum solo una parte del suo tempo, ma con la stessa passione di allora. Mentre si ricordavano i tempi andati, qualcuno ha chiesto: ma quand’è che si è smesso di fare il dibattito? Nessuno se lo ricordava. Il bello è che adesso forse lo faremmo quasi volentieri, in fondo è quello che facciamo usciti dal cinema, commentare il film con gli amici, si ha proprio voglia di parlarne. Certo il dibattito era un’altra cosa, era quello di Moretti: “Nooo, il dibattito no!” Però chissà, proponendolo in un altro modo, tipo un dopo-cinema con birra al bar… Boh, io l’idea l’ho lanciata, il neo-dibattito post-morettiano: vediamo se qualcuno mi darà retta.

 
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meninasallospecchio
meninasallospecchio il 27/01/16 alle 22:51 via WEB
Ecco, io quello credo che non lo guarderò neppure in streaming. No, perché mi è stato detto che in fondo Checco Zalone non è male; allora ho guardato Sole a catinelle in TV e devo dire che mi ha fatto veramente cagare. In confronto Natale con il boss, il cinepanettone di Lillo e Greg, è un capolavoro.
 
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