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IL SABATO

Post n°49 pubblicato il 14 Novembre 2007 da inverde
Foto di inverde

Ben ritrovati a tutti, più tardi passerò a leggere quello che mi sono persa in questi giorni.

 Grazie per i vari messaggi interessati alla mia assenza.. non sono ancora sparita..

Oggi parlerò dei motel.

Ebbene si, per la prima volta nella mia vita ho “visitato” la camera standard di un motel.

E’ sabato..l’unica serata che trovo di una noia mortale.

 Tutti, ma proprio tutti, il sabato sera escono. Alcune mie amiche si preparano perfino il sabato pomeriggio, parrucchiere, prove di vestiti, trucchi,  per gustarsi “il sabato nel villaggio”. Sono sicura che il buon  Leopardi si riferisse proprio a questo nella sua poesia. La  “speranza” del sabato pomeriggio che precede la monotonia del sabato sera: obbligatorio uscire, tassativo divertirsi.

 

Odio il sabato sera. Me ne starei volentieri appallottolata sul divano, guardandomi un film, leggendo, ascoltando buona musica, ubriacandomi, fumando,..ma anche io faccio parte dei “tutti” e quindi mi ritrovo nel nuovo locale.

Ore 22.00, , la musica mi ha rotto i timpani, le canzoni anni 70 che ormai vengono ripetutamente  urlate in modo imbarazzante da cantante e presenti sono  insopportabili. Mi innervosisco, rispondo male a tutti. Sembro una acida zitella e non vedo l’ora di andarmene, intanto continuo a bere. Non so cosa fare, qualcuno sembra veramente divertirsi e pare non abbia mai sentito “maledetta primavera”.

Mando un sms, un sms di sfida ad un amico. Che noia...mi porteresti in un motel..?

 

Detto – Fatto.  Ore 23.00 si presenta al mio tavolo; statura media, sguardo già acceso, passo arrogante. Io sorrido provocante, non certo convinta di andarci…ma nel giro di pochi minuti sono sulla sua auto diretta al motel più vicino. Niente suite, niente vasca idromassaggio, sono già tutte occupate (se mai avrò l’occasione nella vita voglio aprire un Motel).

Il parcheggio mi intristisce, cosa ci faccio qui???? E perché poi andiamo al Motel, visto che entrambi abbiamo una casa…????

Entro, luci soffuse, letto rotondo…carina, una camera!!

In bagno trovo di tutto, dal dentifricio, all’assorbente, al preservativo, ma niente oli per massaggi. Peccato mi piace molto fare un massaggio tra un orgasmo e l’altro.

 

Sembrerà strano, sembrerà ovvio, ma  immediatamente mi eccito.

Esco  dal bagno indossando solo intimo, cintura e scarpe dal tacco a spillo. Insomma per qualche ora mi sono “messa in vendita”. Si, il mio concetto di Motel è questo. Associo la parola Motel a prostituta.  Forse sbaglio, ma è così che mi sono sentita e la cosa mi ha stuzzicato.

Tre ore di svago, non si è “scopato”, solo “giocato” e questo si che è strano!

Claudia

 

 

IL SABATO DEL VILLAGGIO

La donzelletta vien dalla campagna,

In sul calar del sole,

Col suo fascio dell'erba; e reca in mano

Un mazzolin di rose e di viole,

Onde, siccome suole,

Ornare ella si appresta

Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.

Siede con le vicine

Su la scala a filar la vecchierella,

Incontro là dove si perde il giorno;

E novellando vien del suo buon tempo,

Quando ai dì della festa ella si ornava,

Ed ancor sana e snella

Solea danzar la sera intra di quei

Ch'ebbe compagni dell'età più bella.

Già tutta l'aria imbruna,

Torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre

Giù da' colli e da' tetti,

Al biancheggiar della recente luna.

Or la squilla dà segno

Della festa che viene;

Ed a quel suon diresti

Che il cor si riconforta.

I fanciulli gridando

Su la piazzuola in frotta,

E qua e là saltando,

Fanno un lieto romore:

E intanto riede alla sua parca mensa,

Fischiando, il zappatore,

E seco pensa al dì del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,

E tutto l'altro tace,

Odi il martel picchiare, odi la sega

Del legnaiuol, che veglia

Nella chiusa bottega alla lucerna,

E s'affretta, e s'adopra

Di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,

Pien di speme e di gioia:

Diman tristezza e noia

Recheran l'ore, ed al travaglio usato

Ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,

Cotesta età fiorita

È come un giorno d'allegrezza pieno,

Giorno chiaro, sereno,

Che precorre alla festa di tua vita.

Godi, fanciullo mio; stato soave,

Stagion lieta è cotesta.

Altro dirti non vo'; ma la tua festa

Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

 

 

 

 
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