la voce del silenzio
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Ieri era un triste anniversario, preannunciato da settimane agitate, da notti insonni, di crisi di pianto pressoché quotidiane e inarrestabili.
Le notti insonni mi hanno costretta a ricorrere al medico, perché non reggevo più il non dormire, o fare pisolini con sogni che mi agitavano...la soluzione, scontata, la pillolina magica che presa dieci minuti prima di coricarsi, fa raggiungere le braccia di Morfeo quasi senza rendersene conto...e che non lasciava nemmeno poi tanto rimbambite, la mattina dopo.
Lo so, non è la soluzione, meglio non avere bisogno di prendere nulla....ma sfido chiunque dopo la sesta/settima notte bianca ( e non intesa a far baldoria in città opportunamente organizzate) a non chiedere un aiuto come fosse l'ultimo desiderio di un condannato a morte.
Con la pillola azzurra ero riuscita ad arrivare al 09 dicembre quasi senza scossoni...certo, il magone sempre all' erta, le lacrime sempre lì, a fare capolino fra le ciglia ma bastava appena chinare il capo, nemmeno si notava...
Arriviamo al fatidico giorno, decido di non uscire di casa sino a tardo pomeriggio, non rispondo al telefono pregando i familiari di farlo per me e in mia vece...adesso manca solo l'ultimo atto, la presenza alla messa di suffragio, lo stringere mani amiche e altre quasi sconosciute e poi, finalmente archiviamo quest' anniversario terribile! Il primo terribile, lunghissimo anno senza mio padre ( il primo senza la presenza fisica di mio padre.. non è poi che sia stato un padre così presente e attento, in vita); una sorta di conto alla rovescia "un anno eravamo là" "un anno oggi ha detto che" " l'anno scorso era qui".
Superata, con pianto e singhiozzi, la messa, la presenza di amici e parenti che ancor più ne accentuano l'assenza...si torna a casa, alla solita vita...è passato...poche ore e l'anniversario sarà "ieri".
E' quasi mezzanotte, sono in bagno a prepararmi per andare a letto....e dopo un black-out (secondi? minuti? ore?) mi sveglio con mio marito che mi urla " rispondimi", mia figlia bianca come un cadavere che mi offre acqua e zucchero e l'ambulanza che sta già arrivando.
Così, a conclusione di una giornata particolarmente nera, viaggio in ambulanza, notte trascorsa al Pronto Soccorso dell'Ospedale della Cità più vicina a dove vivo, flebo, analisi, visite e confusione attorno per tutta la notte.
Ma il racconto proseguirà....un sabato sera al pronto soccorso offre spunti troppo succulenti per non essere menzionati....alla prossima puntata; perché ora non sono i vena di risate...ma non si può non ridere, in certi casi....
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