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Danza Donna

Ripropongo una mia "poesia" che pubblicai nel mio vecchio blog, rivisitata e corretta.

.

Danza Donna
Chiudi gli occhi e danza
Segui quei ritmi tribali
Abbandonati al suono dei tamburi
Lascia che le tue tensioni si sciolgano
Interrompi il flusso dei pensieri
Crea il vuoto in te

Lascia che il tuo passato si disperda
In qualche lontano cassetto mentale
Riponici le tue sofferenze
I dolori, i piaceri, le speranze,
e chiudilo a chiave

Dai fiducia al tuo corpo
Muovi ogni suo muscolo, ogni suo nervo,
Lascia che si sciolgano al ritmo dei tamburi
Non li comandare
Lascia che seguano da soli la danza
falli vivere di vita propria

Fà che nulla più esista intorno a te
Se non il ritmo incessante dei tamburi
Nulla più dentro te
Se non la percezione di una energia
Che sta nascendo in te

Lascia che si espanda
Che raggiunga ogni parte del tuo corpo
Fino a sentirla fluire nel sangue
Vibrare nei nervi, scorrere lungo la pelle

Puoi percepirla, intensa, lungo le braccia
Fino alle mani,le dita, oltre i polpastrelli
Lungo le gambe, fino oltre i piedi nudi
Lungo il tuo corpo, come una colonna di luce
Che dal ventre Giunge alla mente
Per poi espandersi e diffondersi
Nell'aria che avvolge il tuo corpo
Nella terra che accarezza i tuoi piedi
Oltre la percezione che hai di te

Danza donna
Lascia che questa energia prenda possesso di te
Lascia che ti dia quel benessere che cerchi
Che  il tuo corpo non sia altro che parte del tutto,
Parte di una armoniosa danza
Che nulla esista più di te
Se non questa percezione che tutto pervade

Il ritmo incalza sempre più veloce
L'energia sempre più intensa
Riempie tutto il tuo essere

Apri le tue braccia, lasciala esplodere
Che oltrepassi la tua pelle
E si diffonda ovunque intorno a te
Nell'aria, negli alberi
Nella terra, nelle persone

Ecco
La danza finisce
I tamburi improvvisamente tacciono
I loro echi si smorzano lentamente
Ma la tua energia ancora scorre
Lungo il tuo corpo
E continua a diffondersi intorno a te

Ora ritrova quel cassetto, aprilo,
riprendi i tuoi ricordi
e pervadili di questa energia
Trasformandoli in positivi ricordi
Di ciò che realmente è stato

Continua a mantenere in te questa energia
Non la interrompere mai
Ovunque vai
Qualunque cosa fai
Dona te stessa al mondo

.

Jaroslaw Kukowski - Painting

 
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Commenti al Post:
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 10/09/10 alle 21:06 via WEB
Benvenuta nel mio blog Rumors.
Ti ringrazio ancora per le tue osservazioni in pvt su "l'eco" e sulle "eluGubrazioni", riparerò appena posso.
Riguardo al "succo" invece, vorrei precisare che il senso che ho cercato di dare all'"offrirsi" sempre e comunque al mondo è qualcosa che non è riferito principalmente al sesso, anche se potrebbe forse sembrare, così come interpretato da alcune mie amiche, ed in effetti può sembrarlo. Riguarda invece qualcosa di più, che il corpo comprende, non solo riferito al sesso, ma più profondamente, richiamando un senso di dono di sè e quindi di appartenenza al mondo, alla entità che lo governa. E questo donarsi oltretutto non si ferma neanche al corpo, ma si espande alla mente, a tutto di sè stessi. Insomma, qualcosa di più profondo. E per comprenderlo meglio, e riuscire a farlo, potrebbero essere utili le "istruzioni" che cerco di dare in questa poesia.
Riguardo alla tua prima domanda ti rispondo che sì, a me risulta che spesso la donna non si dona al mondo come potrebbe, come dovrebbe, e come in fondo vorrebbe. A volte perchè non lo vuole, a volte perchè non sa neanche che esiste questa possibilità, e a volte anche sapendolo non sa come fare.
Il donarsi di cui ho cercato di trasmetterne il sentire in questa poesia è un donarsi totale, anima e corpo, in senso ampio, senza condizioni, senza pretendere nulla in cambio, trovando il piacere unicamente nell'atto del donarsi.
Ed è un donarsi al mondo, non solo e non per forza all'uomo, se intendevi questo, e vista la domanda successiva.
Alla quale domanda successiva rispondo che secondo me lo stesso invito dovrebbe essere fatto anche agli uomini, che anche l'uomo, come la donna, ... "spesso non si dona al mondo come potrebbe, come dovrebbe, e come in fondo vorrebbe. A volte perchè non lo vuole, a volte perchè non sa neanche che esiste questa possibilità, e a volte anche sapendolo non sa come fare.
E a guardare le facce di parecchi dei miei "consimili", non mi pare proprio che se la godano a iosa così come sembri invece intendere tu.
Ma riguardo all'invito anche agli uomini, come ho risposto in precedenza ad una obiezione simile da parte di selenia, così rispondo a te:
io sono uomo, ed ho fatto questo invito alla donna. Mi piacerebbe trovare in un blog femminile un simile invito per me, per l'uomo. Lo apprezzerei infinitamente, percependo sicuramente lo spirito di Amore respirare tra le parole di quell'invito. E proverei appena possibile a danzare quella danza, per poi donarmi, pur con le mie imperfezioni, al mondo. ;-)
Grazie ancora del passaggio Rumors. Un saluto.
(Rispondi)
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 12/09/10 alle 02:37 via WEB
Ueh, Rumors, ho corretto le "elugubrazioni", e pure "il loro eco". Ho utlizzato la voce plurale, che in italiano è obbligatoriamente maschile, e già che c'ero ho "ripoetizzato" la frase... Che ne pensi? ;-)
(Rispondi)
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 12/09/10 alle 10:23 via WEB
Le hai rese pubbliche tu, le mie osservazioni in pvt.Non è nel mio stile puntare il dito perchè probabilmente la tua sarà stata una disattenzione.Elucubrazioni va scritta con la c: bene. Eco è femminile, anche al plurale, e quindi l'articolo che l'accompagna al plurale è 'la loro eco' e non 'il loro eco'.
Ma hai una scuola di danza? Le sento strane delle 'istruzioni' in una poesia: o è una poesia o non lo è. Se è una poesia ognuno riceve da essa impulsi diversi. Leggere di 'istruzioni' in una poesia mi sa tanto di voler in qualche modo influenzare chi legge.Difatti ritengo che la donna sia già mooolto disponibile, anzi l'unica ad essere sempre disponibile anima e corpo in tutti i sensi e in tutti i campi. E' l'uomo a sentirsi disattato, non riesce a trovare la formula - o non vuole trovarla - per essere all'altezza dei tempi e all'altezza della donna. Buondì.Rumors.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 12/09/10 alle 22:26 via WEB
Rumors, se hai timore che io abbia pubblicato le tue osservazioni per dimostrare che sei una persona che punta il dito, ti assicuro che non è così.
E per farti stare tranquilla confermo, certifico e controfirmo che le tue due osservazioni sulla sintassi della poesia e dell'indice me le hai fatte in pvt, dimostrando sensibilità e propositività, cosa che ho apprezzato.
Per contro io invece sono uno che da bravo buzzurro se ci sono degli errori nel blog di un altro li evidenzia direttamente nei commenti, senza minimamente pensare che potrebbero urtare.
Ma passiamo agli errori.
Purtroppo, mio malgrado, ad essere sincero non sono state disattenzioni.
Ho semrpe utilizzato il termine "elugubrazioni" con la "g", convinto che si scrivesse così, senza mai accorgermi che in altri luoghi veniva scritto con la "c", e quindi senza mai pormi il problema di andare a verificare in un dizionario.
Tu me lo hai fatto notare, ho verificato sul dizionario, ne ho trovato conferma, e di questo quindi io ti ringrazio ancora.
Riguardo all'eco però, ti ripeto però che devo correggere io a te a mia volta.
I vocabolari di italiano lo danno al singolare femminile o maschile a scelta, mentre al plurale lo danno al maschile "echi".
Tuttavia in molti dizionari, ed anche l'Accademia della Crusca lo sottolinea, viene evidenziato che il singolare è formalmente femminile, e che se anche il plurale "ufficiale" è maschile, così come il singolare è "ufficialmente" femminile, si può utilizzare la forma femminile invariante "le eco".
Questo per quanto riguarda l'italiano formale, e già mi sembra dimostrato, proprio dagli stessi dizionari e vocabolari, come vengano accettati praticamente sia il maschile che il femminile sia al singolare che al plurale, sempre restando alla lingua italiana.
Per quanto riguarda l'impiego in poesia poi, dove le "forme poetiche" si sprecano, tenendo poi conto che la stessa poesia spesso è fonte creativa di nuovi vocaboli o di modifiche ai vocaboli esistenti, come anche solo gli utilizzi al maschile invece che al femminile e viceversa, ti irporto quì alcuni esempi di "sommi vati" che usano la parola eco al femminile e al maschile, a seconda di come pare a loro (fonte Accademia della Crusca, http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=4564&ctg_id=93):

"...Qualche esempio letterario si ha sia dell’uso al femminile: “quasi una Eco consonante” (Marino, Dicerie sacre); “E sorge una lunga eco” (Pascoli, Nel carcere di Ginevra); “nell’animo solo una leggera eco” (Svevo, Novella del buon vecchio e della bella fanciulla); “una lontana eco di insistentissimi applausi” (Pirandello, Trovarsi); “neppure una fievole eco” (D’Annunzio, Trionfo della morte); sia al maschile: “più d’un eco immortal le rispondea” (Marino, Adone); “farebbe ripeter un buon eco nella concavità della voce” (Pallavicino, Il corriere svaligiato); “non risonava mai altro che un continovo eco delle loro archibusate” (Parini, Dialogo sopra la nobiltà); “come un eco lontano di flebili armonie” (Nievo, Confessioni di un italiano); “un sacro eco rintona” (Carducci, Levia Gravia). ..."

Ora, se anche il Carducci se lo usa al singolare maschile, non vedo perchè io, dato inoltre che in questo caso me lo "sento" meglio al maschile, debba correggerlo.
Ero disposto a correggerlo, nonostante non sia obbligato dato che in poesia le eventuali licenze siano lecite, se fosse stato definito categoricamente e inconfutabilmente come termine femminile sia al singolare che al plurale, così come ho corretto il termine "elucubraizoni", anche se in giro per il web ho trovato qualche malcapitato come me che lo usa con la "g", e infatti sono andato a verificare.
Ma dati i riscontri che ti ho evidenziato, che puoi verificare serenamente anche tu ricercando la parola "eco" magari unita alla parola "dizionario", o "vocabolario", o "plurale", mi sono sentito libero di usarlo come meglio sentivo.
In ogni caso la tua osservazione mi ha permesso di modificare quella frase in modo che almeno a me suoni meglio, e quindi ti ringrazio comunque.
Come ti ho già accennato in privato, riconosco che l'origine della parola greca è femminile, in quanto nome di dea.
Volendo quindi cercare un riferimento per preferire una o l'altra possibilità, mi atterrei alla origine etimologica, e quindi dovrei scegliere il femminile, sia al singolare "la eco", che al plurale "le eco".
Ma sono sicuro che sarebbe spuntato fuori qualcuno che mi avrebbe fatto notare che il termine in italiano è maschile, almeno al plurale.
Questo è quanto accade quando le situazioni sono in evoluzione.
In effetti, se ci rifletti, usare un termine o un altro è solo una convenzione.
Ci sono nomi maschili che terminano con la "a", come Andrea, e nomi femminili che terminano in "o", come appunto "Eco".
Per di più ci sono casi in cui i bizzarri genitori danno nomi maschili alle loro figlie, e nomi femminili ai loro figli, creando dei precedenti che a volte vengono seguiti e che quindi divengono legittimi.
Coe tutte le convenzioni, vengono assunte a standard, oltre quelle più utili, e non sempre, anche quelle più utilizzate o utilizzate comunque da un numeor sufficiente di individui.
Ma non solo.
Tutto ciò mi fa riflettere sulla sibillina usanza della lingua greca, quella latina, quella italiana, e di altre, di dare un "sesso" ad entità riguardo alle quali il "sesso" nulla c'entra.
Perchè, influenzato dal termine, mi devo immaginare il tamburo come un qualcosa che ha una valenza "maschile"?
Stessa cosa per l'eco (non ti dico se in questo caso l'apostrofo nasconde una "o" o una "a", hehehe).
Perchè devo definire un effetto sonoro come maschile o femminile?
Questa stranezza, che proviene dalla ingua greca, e a sua volta chissà da quali lingue antenate, e che noi abbiamo pedissequamente seguito, non mi pare esista, sostanzialemnte, in lingue nordiche come l'inglese.
Da questo punto di vista mi sembrano più coerenti, anche perchè se avessi usato l'inglese tutta questa diatriba non sarebbe esistita. ;-)
Credo sia interessante indagare sull'origine di questa sibillina usanza, forse ne scopriremmo delle belle...
Bene, detto tutto ciò, spero bene che non avrai più nulla da obiettare se ora uso il plurale maschile del termine, ovvero "gli echi".

Ed ora passiamo al resto...
No, non ho una scuola di danza. :-)
Infatti le istruzioni di cui parlo non sono relative a come si danza un particolare ballo, ma di altro tipo.
Perchè ti stona tanto la presenza di istruzioni in una poesia?
Perchè devono esistere solo poesie senza istruzioni, e manuali tecnici senza poesia?
Questa invece è una poesia con istruzioni. Me piace così! ;-)
Hai qualcosa da dire a questo punto sulla possibilità che questo mio brano sia definibile come "poesia"?
Ok, ci posso stare.
Vuoi chiamarlo "libretto di istruzioni", invece di "Poesia"?
Non c'è problema.
Come lo chiami lo chiami, sono dei concetti scritti in un post di un blog, con allegato un video e una immagine, e ocn la possibilità, oltre che di essere letti, di essere pure commentati.
Questo è, poi chiamala come vuoi, non interessa a me fare il poeta. A me interessa comunicare determinate sensazioni e determinati concetti.
Se ci riesco bene, altrimenti pazienza, cercherò di correggermi.
Riguardo alla diversità di impulsi, scusami ma ti devo contraddire.
Ognuno riceve impulsi, e/o interpreta impulsi, di qualsiasi tipo, in un suo particolare modo, più o meno differente da come li interpretano altri.
Prendi per esempio quanto dice un politico di destra o di sinistra.
Quelli dello stesso schieramento sono spesso d'accordo, e quelli delolo schieramento opposto invece no, sia che stiano urlando in un comizio, o discutendo pacatamente in un talk-show politico (quando mai), o scrivere un articolo su un giornale.
Per non parlare delle materie di studio, in particolare quelle scientifiche.
Anche i dati statistici che sembrano più certi sono interpretabili in vari modi.
Per contro, una determinata poesia non è detto che debba essere obbligatoriamente scritta in modo che possa essere interpretata in svariati modi, lasicando libero il lettore di rivoltarsela ocme gli pare.
A volte l'autore ha questa intenzione, a volte invece vuole trasmettere sensazioni ben definite, senza possibilità di equivoco.
E a volte addirittura si scrive poesie per rileggersele lui, solo per il piacere di scriversele, senza porsi il problema di un auditorio. Ho un'amica che scrive su carta pezzi bellissimi a iosa. Ma se li tiene per sè, e ogni tanto li straccia. Una sola volta mi ha fatto leggere qualcosa. Ma non sono risucito a convincerla a pubblicarli, in qualche modo. A lei stà bene così.
Non so se si può utilizzare la parola "influenza" per questa poesia.
Ho voluto suggerire alla donna un "esperimento" da fare, al fine di cercare di trasmettere un certo modo di "sentire" la vita, e indicare come si può arrivare ad evocarlo.
Se tu ritieni che questo possa essere definito "influenzare", fai pure, a patto però che mi approfondisci il significato che hai voluto dare a questo termine in questo caso.
Meglio chiarire, sai com'è...;-)

E infine, parliamo della disponibilità della donna...
Dunque, tu ritieni che la donna sia l'unica ad essere sempre disponibiler anima e corpo in tutti i sensi e in tutti i campi, mentre l'uomo si sente disattato (disadattato?), non riesce o non vuole trovare la formula per essere all'altezza dei tempi e della donna.
Beh, questa è la tua percezione, che ovviamente non corrisponde alla mia.
La quale mia, ci tengo a ripeterlo, vista la tua tendenza a porre il problema in termini dualistici uomo/donna, piuttosto che analizzare l'essere umano a prescindere dal sesso (e quì ci trovo un sottile legame con la diatriba sull'eco... hehehe), non è in contrapposizione con la tua, ovvero non dico che gli uomini si donano e le donne invece no.
La ripeto, più chiaramente, e poi vediamo il da farsi.
Intanto vorrei precisare che non parlo di disponibilità incondizionata verso l'altro.
Ma parlo di "donarsi al mondo".
Cosa vuol dire esattamente, non è così semplice come potrebbe sembrare forse ai tuoi occhi.
E forse tu non stai contestando quello che io cerco di comunicare con questa poesia, ma ciò che tu hai percepito da questa poesia.
In ogni caso, a me non risulta asoslutamente che ci possa essere una qualsiasi caratteristica, tra tutte quelle attribibili all'essere umano, che possa essere assegnata con tanta sicurezza come fai tu unicamente alla donna, ma anche solo all'uomo.
Di ogni caratteristica si possono trovare vari livelli in vari esseri umani, maschi o femmine, da un estremo negativo all'altro positivo.
Nel caso della disponibilità, in senso lato a me pare che ogni essere umano, uomo o donna, è disponibile a determinate cose e non disponibile ad altre. Lo è alcune volte e non lo è altre. Lo è con certe persone e non con altre. A volte abbastanza coerentemente con determinati valori che fa propri, a volte invece in piena contraddizione.
Discutere su questa tua affermazione nei termini nei quali l'hai posta in base alla mia esperienza ritengo non porti da nessuna parte.
Ma se tu ritieni che quanto affermi sia vero, ti prego di dimostrarmelo, in modo che anche io possa condividere questa per me strana convinzione.
Innanzitutto bisognerebbe capire cosa intendi per "disponibilità" in questo contesto, possibilmente facendomi qualche esempio pratico.
Se mi dici "in tuti i sensi" e "in tutti i campi", ti posso assicurare che non è così.
Se per esempio ora scendo sotto casa, e alla prima donna che passa, possibilemnte corrispondente ai miei gusti, le chiedo se vuole fare l'amore con me, quasi sicuramente non sarà così disponibile come dici tu.
Ovviamente l'ho portata all'estremo, ed ovviamente l'esempio che ho fatto non l'ho fatto a caso.
Ma questo dimostra, credo, che quel "in tutit i sensi e in tutit i campi" forse è un pò avventato.
Un altro esempio potrebbe essere questo: sei disponibile tu ad eseguire, come prova, le istruzioni contenute in questo mio pezzo, ovvero a mettere a tutto volume l'audio del pc, e danzare liberamente, senza vincoli e schemi, cercando di seguire alla lettera le mie "istruzioni"?
E non te lo dico a caso.
Se non si prova o non si è già provato a fare quanto ho scritto in questo pezzo, più o meno con lo stesso spirito, forse non si comprende cosa cerco di trasmettere, ma solo cosa si crede che cerco di trasmettere.
Per esempio, se leggi lo scambio tra me e stelladelmeriggio, tra questi commenti, lei, avendo già avuto una esperienza simile, sembra aver compreso almeno in buona parte quanto intendo comunicare, ma ci stiamo ancora confrontando per verificarlo con sicurezza.
Ma andiamo avanti...
Dovresti anche chiarirmi cosa intendi per "disadattamento" dell'uomo.
Io non mi sento particolarmente disadattato, anzi. E comunque non più di molte donne che ho conosciuto, anche quì.
Ma il mio sentire non è detto che corrisponda al vero.
Inoltre, cosa vuole dire, per te, essere all'altezza dei tempi?
Cosa hanno questi tempi rispetto ad altri tempi, come 100, 500, o 1000 o 2000 anni fa, in relazione alla umanità, ed in particolare alla relazione tra uomo e donna?
Se legog certi testi di qualsiasi epoca, a me pare che le problematiche di fondo siano sempre le stesse, da che mondo è mondo, e che nulla sia cambiato, riguardo a questo contesto.
Ma se a te non pare sia così, ti chiedo di dimostrarmelo, anche quì.
E infine, mi vieni a scrivere che ora l'uomo non è all'altezza della donna.
Beh, certo che se io avessi la coda di paglia, potrei subito risponderti che secondo me è il contrario, che è la donna a non essere all'altezza dell'uomo, visto che il "potere" ora sembra sia l'uomjo a detenerlo. Ma ti risponderei così giusto per ripicca, perchè in realtà io ritengo che chiunque detenga il potere, se questo potere non è detenuto da tutit, uomini o donne che siano, sono solo dolori per entrambi.
Potrei rivoltarti la faccenda. Ovvero potrei dirti che a me pare che raramente la donna sia capace di trovare la formula per "comunicare" con l'uomo, per essere alla sua altezza.
O ancora meglio, potrei chiederti perchè deve essere l'uomo a sforzarsi di trovar quella formula, e non la donna.
Dalla tua frase pare come se sia un dovere per l'uomo capire la donna, mentre la donna può fare a meno di capire l'uomo. A menoche tu non intendi dire che la donna comprende facilmente l'uomo.
Beh, se permetti, la donna può credere di comprendere l'uomo, ma spetta all'uomo dirlo, se si sente compreso dalla donna, non trovi?
E ci scommetto qualcosa che ben pochi uomini possono affermare che nella loro vita si sono sentiti compresi dalla maggior parte delle donne che hanno conosciuto.
Ma voglio invece seguire il tuo discorso. Voglio pormi in discussione, voglio ipotizzare che quanto tu dici sia vero.
D'altra parte altro non posso fare, se è vero che come uomo non riesco a trovare quella formula di cui tu parli.
Ma una cosa posso cercare di farla. Ovvero posso voler trovarla.
Almeno in una cosa quindi cerco di riscattarmi da quanto hai scritto: cerco di trovare questa formula.
Ma da dove comincio?
Vuoi aiutarmi tu?
O mi tocca fare tutto da solo?
E ammetti che effettivamente l'uomo non sia capace di trovare queta formula.
Vuol dire che non ci sarà mai nulla di buono fra uomo e donna, anche se l'uomo ci mette la sua buona volontà?
Ma allora a che serve discutere? Tanto qualsiasi cosa tu cercherai di farmi capire non ci potrai riuscire, perchè io non posos fisiologicamente arrivarci.
Se invece non è così, allora suggerisci a noi uomini cosa dobbiamo fare per essere all'altezza dei tempi, e all'altezza delle donne.
Chissà, magari potrebbe essere utile un pezzo simile al mio, fatto da una donna e rivolto agli uomini. Vuoi provare ad aprirti un blog e scrivere qualcosa di simile? Vuoi provare con amore a spiegare a noi uomini cosa c'è che non comprendiamo di voi, e come dovremmo essere secondo voi affinchè tutto fili liscio?
Se tu lo facessi almeno io ne sarei ben felice! Un saluto Rumors.
(Rispondi) (Vedi gli altri 18 commenti )
 
 
 
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 13/09/10 alle 15:03 via WEB
...ho letto il papiello ...sino alla fine! ma come ho fatto? Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 16/09/10 alle 01:24 via WEB
Mario, sei un grande! Me lo domando pure io... ma come hai fatto? !!!! Pensa che io stesso evito di rileggermi, che sennò mi addormento! Hehehe! ;-)
Comunque, vuol dire che forse qualcosa di interessante ce l'hai trovata, in tutti 'sti polpettoni...
Grazie della visita Mario. Un caro saluto a te.
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 17/09/10 alle 17:19 via WEB
Certo che sei gran bravo! anche solo a scrivere! e non ho ancora letto il contenuto! regalami un po' del tuo tempo per leggerti e poi per risponderti. Mah, non so come farò. L'importante è che tu almeno abbia corretto elucubrazione e ti sia documentato sulla ECO poetica e sulla ECO vulgaris. Ottimo. Il resto è vita. A presto. Rumors.
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 17/09/10 alle 20:19 via WEB
Non ci pensare proprio a tentare di evitare di leggere tutto, dopo il tempo che ci ho dedicato. Non credere di cavartela così! Gli errori ortografici sono stupidaggini, in confronto al resto, qundi tocca che ti leggi tutto, pure attentamente, e poi mi ci dai pure una risposta! Hai tutto il tempo che vuoi, non ho fretta, anche fra un mese, ma prima o poi ci voglio una tua risposta quà sotto. Se ce l'ha fatta Mario (italianoinattesa) ce la puoi fare anche tu. Hehehe... ;-)
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 20/09/10 alle 16:43 via WEB
Premessa: sarò breve.
Svolgimento: correzioni, bravo.
Blog: se avesso il tenpo che hai tu, lo farei.
Risposte. Sei stato tu a scrivere quanto segue: "a me risulta che spesso la donna non si dona al mondo come potrebbe, come dovrebbe, e come in fondo vorrebbe. A volte perchè non lo vuole, a volte perchè non sa neanche che esiste questa possibilità, e a volte anche sapendolo non sa come fare. Il donarsi di cui ho cercato di trasmetterne il sentire in questa poesia è un donarsi totale, anima e corpo, in senso ampio, senza condizioni, senza pretendere nulla in cambio, trovando il piacere unicamente nell'atto del donarsi.Ed è un donarsi al mondo, non solo e non per forza all'uomo..". Bene. Io ti ho già risposto che quanto tu dici la donna lo fa già, donarsi al mondo: lavoro con carriera o meno, organizzazione della casa, cura della famiglia, educazione dei figli comprese riunioni e sport vari, la cucina sulle spalle,cura degli anzianianziani, sanità..eccetera...è una tuttofare esperta in mille e una materie e ha conoscenze megagalattiche. Indicami un uomo che sia tutto questo. Puoi solo indicarmi un uomo parzialmente disponibile, ma non nella stessa maniera. E non nascondiamoci dietro quel 'corpo e anima' perchè la donna ce la mette già l'anima in tutto quel che fa, arrivando a rinunciare anche ai piaceri del corpo.Chissà quando gli uomini si decideranno a crescere (qualcuno si salva però eh).Ciao. Rumors.
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 22/09/10 alle 13:23 via WEB
battiamo la fiacca qui o siamo in vacanza? holà.Rumors
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 24/09/10 alle 02:57 via WEB
C'avevo da fà!
Allora...
Donne in carriera non si donano al mondo, ma si vendono alla carriera.
Donne che lavorano sono costrette a lavorare, non è un dono.
Stessa cosa per gli uomini ovviamente.
Chi crede che il lavoro sia un qualcosa che desidera, e che lo realizzi, sbaglia.
E' solo una delle schiavitù alle quali siamo obbligati.
La donna si prende la responsabilità, spesso tutta da sola, di organizzare la casa, curare la famiglia, educare i figli.
Se il marito non fa nulla, si lamenta, ma non si ferma, continua imperterrita con i suoi "doveri".
Se il marito decide di mettere bocca, volendo partecipare, ma anzi, di più, decidere da pari a pari sull'organizzazione, sulla cura della famiglia, sul'educazoine dei figli, scoppia una specie di guerra mondiale di coppia.
E allora il malcapitato se ne torna buono buono a vedersi la partita.
I più furbi neanche ci provano, e danno alla mogliettina il contentino di partecipare quando lei lo richiede.
La gran parte neanche si pone il problema.
Sin da piccolo il maschietto è stato abiutato a vedere sua madre fare tutto a casa, lamentanodsi ma mai fermandosi, con il padre che la lasciava borbottare, quindi da grande quello ha in mente, non ha la minima cognizione di cosa accade ad ogni sua camicia, ogni santo giorno, dopo che levandosela l'ha buttata sulla sedia, fino al giorno in cui se la ritrova bella lavata, stirata e profumata, sulla stampella nella sua parte di armadio.
Sa solo che è roba che riguarda le donne, a lui non compete.
D'altra parte, se volesse andare a fondo, porsi dei probemi, scoprire che esiste tutto un altro mondo, e se per miracolo dovesse decidere di ineragire con quel mondo, e prendersi le sue responsabilità, si troverebbe contro un felino che difende il suo territorio, disponibile solo a trattarlo da schiavo che deve eseguire gli ordini.
Quindi, meglio così... Scelta inconsica, o fisiologica.
A meno che non si vuole diventare come quel personaggio di Verdone, quel medico che organizando tutta la vita di tutta la famiglia, plagiando la moglie, la porta a suicidarsi buttandosi dalla finestra.
L'accordo in paritaria responsabilità, la società al 50%, è una utopia difficilmente raggiungibile.
Ed ognuno ha le sue colpe in questo.
Riguardo al tuttofare.... improvvisamente la donna si perde in un bicchier d'acqua quando c'è da fare il tagliando all'auto, quando i freni fanno rumore, quando c'è da andare in un quartiere sconosciuto e non si conoscono le strade, quando c'è da fare la dichiarazione dei redditi, quando c'è da far obbedire i figli che si sono impuntati in una loro lite, quando c'è da discutere con l'amministratore del condominio, quando c'è da progettare con cura millimetrica la disposizione della nuova cucina, definire ed ordinare i singoli pezzi, le misure, i codici, i prezzi, l'IVA, ... QUando c'è da progettare l'impianto di condizionamento migliore, e andarsi a leggere le caratteristiche tecniche delle migliori marche, farsi i calcoli dei consumi, prendere le misure, dimensionare l'unità esterna e quelle interne, seguire i lavori, litigare con l'operaio che cerca di ammucchiartela... ;-)
Indicami una donna che sia tutto questo! ;-)
Puoi solo indicarmi una donna parzialmente disponibile, ma non nella stessa maniera. ;-)
Chi è che ha educato in questo modo gli uomini?
Chi è che ha educato in quel modo le donne?
Tu stessa dici che è la donna che si cura dell'educazione dei figli.
In realtà le differenze non sono così nette. E ci sono anche i csi opposti.
Ma volendo ragionare al livello che hai imposto, ti chiedo perchè la donna accetta tutto questo. Perchè invece di cucinare mentre il marito guarda la tv non si ferma e chiede al marito di partecipare, altrimenti niente cena?
Perchè lascia che il marito vada a giocare al tennis con il suo amico e tocchi a lei andare a prendere a scuola il piccolo?
Perchè accetta tutto ciò?
Spiegamelo!
Io chiedo alla donna di donarsi al mondo, non di rendersi schiava dell'uomo.
E' un concetto diverso da quello che tu hai inteso.
Donarsi al mondo vuole anche dire accettare che l'uomo è un animale da educare per alcune cose, così come la donna per altre.
Donarsi al mondo vuol dire anche comprendere che a volte è necessario dire "NO", senza avere paura di perdere la tranquillità coniugale.
Un "NO" detto con amore, se possibile, ma deciso.
Quel "NO" non lo dite mai, perchè avete paura di perdere la vita che vi siete create, l'uomo che avete scelto come marito, le comodità che pur vi discendono dal patto implicito di divisione dei ruoli, e l'assoluto dominio di quei territori (cucina, figli, casa) nei quali voi, pur lamentandovi, vi identificate.
Basta svegliarsi una mattina e dire: "caro, oggi accompagni tu il picoclo a scuola".
Se poi il "caro" non lo fa, allora si deve essere pronti a mettere in gioco tutto.
Solo a queste condizoini, ben dichiarate all'inizio, si può sperare in una vita di coppia ben vissuta, con reciproca consapevolezza, anche nella divisione dei ruoli.
Quando si accettano condizioni di "schiavitù" per paura di perdere l'immagine di ciò che si è sempre desiderato, quella è la morte del rapporto.
Troppe storie ho sentito di donne che si sono infilate da sole in situazioni negative, e non ne possono uscire soprattutto per mancanza di indipendenza economica.
Ma quando chiedo loro perchè non si erano premunite da prima, mi rispondono che prima erano giovani, non sapevano, credevano nell'amore...
Ma quale amore? Quello vero, o quello da loro immaginato?
Questa è la colpa di chi si infila in quelle situazioni. La colpa di credere alle favole d'amore scritte nei rotocalchi e nei romanzi rosa.
Ed è una colpa che si deve espiare, come tutte le colpe.
Può scegliere di restare in quello stato di schiavitù, oppure di cominciare a dire "NO".
Ma sappia che cominciando a dirlo entra in un mondo nuovo, fatto di responsabilità al 50%, di presa di coscienza di realtà che prima evitava accuratamente, e di tante alre cose.
Come per tutte le cose, quando c'è una situazione di disagio, se si protrae la colpa non è mai di uno solo dei due.
Se fare "tutto" in famiglia ritieni sia segno di maturità, di un donarsi liberamente al mondo, secondo me ti sbagli di grosso.
Maturità è fare ciò che si è deciso di comune accordo e ragionevolmente che spetti, senza prendersi carico dei doveri dell'altro, che all'altro spettano.
Donarsi è una cosa, accettare di fare la schiava è un'altra.
Ciao Rumors.
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 24/09/10 alle 03:17 via WEB
Un ultima cosa:
Io non ho il tempo che credi che ho.
Per scrivere certe cose tolgo tempo alla mia vita familiare, o meglio al mio sonno.
Ora dovrei dormire, eppure ti rispondo.
Ma ritengo che sacrificare un pò di tempo per scrivere un pezzo come quello di questo post sia buona cosa.
Tu invece scegli di dedicare il tempo ad altre attività, magari proprio quelle di cui ti lamenti, e questo invito all'uomo proprio non ti senti di farlo.
Ma preferisci metterti in contrapposizione all'uomo, lamentandoti, invece di invogliarlo ad aprirsi a te.
Cosa pensi di ottenere con questo atteggiamento?
Credi che l'uomo reagisca come desideri?
Sai bene che più probabilmente accade il contrario.
Perchè allora perseveri?
Tu hai ragione, molti uomini devono maturare.
Ma secondo me anche molte donne, che scambiano l'accettare di essere schiave con una presunta superiorità.
Beh, ora buona notte. C'ho un sonno....
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tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 26/09/10 alle 23:28 via WEB
Troppo onore, quanto tempo mi dedichi: sei molto gentile e ti ringrazio.Ma io resto convinta che i bambini, educati dalle donne-lavoratrici perchè i padri-lavoratori non hanno mai tempo, diventando adulti scelgano di comportarsi come i padri perchè meno faticoso e più gradevole.Ed ecco che la donna si ritrova 'incastrata' fra i doveri e a questo punto si sacrifica per senso del dovere e vive scontenta. E poi comunque guarda che le attività che tu attribuisci all'uomo le sanno fare anche le donne. E che ci vuole!pensa a tutte quelle donne separate alle quali vengono affidati anche i figli: sono madri-coraggio.E dormi la notte, per favore!Non mi scaricare anche la responsabilità di tenerti sveglio.O forse hai turni di lavoro di notte?Boh,lo scopriremo solo vivendo.Rumors
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 30/09/10 alle 08:59 via WEB
La donna "incastrata" tra i suoi "doveri"?
"Si sacrifica per senso del dovere"?
SPiegami cosa intendi per questi doveri e per senso del dovere. Da dove viene?
Gli uomini scelgono di comportarsi come i padri perchè quello hanno come esempio: i padri che evitano e le madri che abbozzano.
Ma non è così in tutto, come ti ho elencato sopra.
Anche le madri "evitano" tutta quell'altra serie di cose, e i padri abbozzano.
Vero, le attività che attribisco all'uomo le può fare più o meno anche una donna.
COsì come è vero anche il contrario!!!
RIflettici!
Sull'affidamento alle donne ci sarebbe da dire.
Hai letto della nuova povertà dei padri separati che dovendo mantenere la famiglia che l'ha cacciato di casa vivono per strada?
Ma il fulcro di tutto è quella parola che hai usato: "DOVERE".
Dammi almeno una ripsosta alle mie domande su questa parola, visto che su molte mie altre domande hai glissato!
Scrivo quando posso. La notte mi dà tranquillità.
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 30/09/10 alle 18:47 via WEB
No no no,io ho scritto 'incastrata tra i doveri' e non fra 'i suoi' doveri! I doveri sono di entrambi, caro lei, ma spesso e volentieri l'uomo se ne impipa e tutto ricade sulla donna. E poi questi uomini che si agitano e protestano e invadono le piazze perchè non vengono loro assegnati i figli o perchè vogliono compiere la loro parte di doveri proprio non li ho visti! Rifletti a lungo su quanto ho scritto e traine le dovute conseguenze. Buon lavoro.Ciao
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 30/09/10 alle 20:40 via WEB
Ok Rumors. Non hai scritto "suoi".
Ho già riflettuto abbastanza e da parechcio tempo. Lo so bene che gli uomini tendono ad evitare certi doveri.
Ora però, mi faresti la gentilezza di rispondere alle mie domande, in modo che io possa comprendere meglio il tuo pensiero?
Cerco di essere più chiaro ed arrivare al sodo, sperando che tucollabori invece disfuggire.

Tu scrivi "la donna sacrifica per senso del dovere".

Ed io ti ripeto la domanda che ti feci all'inizio, questa volta molto più chiaramente:

Perchè la donna non è capace di dire all'uomo con il quale condivide vita, casa e figli: "NO. OGGI QUESTO DOVERE TOCCA A TE"?

Pretendo troppo se mi rispondi a questa domanda? ;-)
Aspetto paziente... ;-))
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 01/10/10 alle 10:39 via WEB
ma guarda un po' te, che domanda interessante che mi fai! e non ti sai dare la risposta da solo? eppure mi sembrI una persona che ragiona! Pazienza, spieghiamo per quale motivo la donna non è capace di dire all'uomo con il quale condivide vita, casa e figli:"NO. OGGI QUESTO DOVERE TOCCA A TE".
La soluzione è nella parola 'DOVERE': se è un dovere per entrambi, per quale motivo deve essere la donna a dire all'uomo quello che deve o non deve fare? glielo deve dire perchè il suo uomo è immaturo? glielo deve dire perchè lei è la sua balia? non è capace di dirglielo perchè lui alza la voce e mena appena appena lei accenna a qualcosa? E se gli dice qualcosa lui si inalbera, alza i tacchi e se ne va?
Il DOVERE, caro lei, è un obbligo che incombe in capo a chi si assume certe responsabilità, quindi ad entrambi se le sono assunte entrambi!quindi è un obbligo civile (nel senso di responsabilità) e obbligo morale (nel senso di comportamento).
Tu piuttosto non hai risposto alla mia domanda: quanti uomini hai visto protestare perchè volevano a tutti i costi espletare i loro doveri? Buon lavoro. Rumors
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Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 02/10/10 alle 00:26 via WEB
Rumors, rispondo subito alla tua domanda, ma poi proseguiamo col discorso del dovere.
Ne ho visti pochi di uomini protestare perchè vogliono a tutti i costi fare il proprio dovere, però qualcuno ne ho visto.
TOrniamo ora alla mia ultima domanda.

Se ho ben capito, il tuo discorso,usando le tue parole, è questo:

"ritengo che la donna sia ... l'unica ad essere sempre disponibile anima e corpo in tutti i sensi e in tutti i campi."
"E' l'uomo a sentirsi disattato, non riesce a trovare la formula - o non vuole trovarla - per essere all'altezza dei tempi e all'altezza della donna. "
"i padri-lavoratori ... diventando adulti scelgano di comportarsi come i padri perchè meno faticoso e più gradevole".
Dici anche: "Chissà quando gli uomini si decideranno a crescere".

Poi fai queste domande:

"se è un dovere per entrambi, per quale motivo deve essere la donna a dire all'uomo quello che deve o non deve fare?"
"glielo deve dire perchè il suo uomo è immaturo? "
"glielo deve dire perchè lei è la sua balia? "
"non è capace di dirglielo perchè lui alza la voce e mena appena appena lei accenna a qualcosa? "
"E se gli dice qualcosa lui si inalbera, alza i tacchi e se ne va? "

Comprendo cosa vuoi dire con queste domande, più o meno, ma forse hai messo troppa carne al fuoco, o più esattamente hai ripercorso la tua logica di discorso un pò troppo velocemente, almenop per me.
Io invece ritengo che queste domande debbano essere analizzate una ad una.

Alla tua prima domanda mi pare che ti sei risposta da sola.

Ovvero, "il motivo per cui deve essere la donna a dire all'uomo quello che deve o non deve fare" è proprio perchè "l'uomo è un immaturo" e "la donna è la sua balia".

A rigor di logica, stando così le cose, essendo l'uomo un immaturo, non vedo proprio altra soluzione, se la donna vuole evitare di passare il resto della sua vita "scontenta", come tu stessa dici.
E quindi la risposta alle tue due successive domande non può essere altro che "sì".

"glielo deve dire perchè il suo uomo è immaturo? " ... "SI"
"glielo deve dire perchè lei è la sua balia? " ... "SI"

Alle due altre tue domande successive ci arriviamo dopo, che sono probabilmente la conseguenza della tua risposta alla domanda che ora sto per farti:

C'è qualcosa che non ti convince in questa risposta?

Mettiti comoda e rispondi con calma, ma senza accatastare troppi argomenti.
Per ora dimmi solo se secondo te, dato che l'uomo è un immaturo, l'unica cosa da fare è di "educarlo", e quindi dirgli quello che deve o non deve fare, e soprattutto dirglielo QUANDO lo deve fare, piuttosto che in altri momenti. ;-)
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tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 04/10/10 alle 10:22 via WEB
oh bhè se so darmi le risposte da sola è inutile che venga qui a scriverne! ma per piacere!!!! ;)
Intanto hai glissato sulla mia domanda 'gli uomini non protestano' con una risposta da far tremare i polli! perchè? perchè vuoi essere tu a fare le domande.E perchè? perchè siamo nel tuo blog? hai ragione, non ti farò più domande ;)
In quanto alle mie domande con risposta incorporata, certo è che se una 'donna incastrata' fra i doveri deve poi fare da balia ad un un uomo immaturo e dirgli come e soprattutto QUANDO deve fare i suoi doveri, è come dire 'te lo sei cercato' e siccomne di uomini immaturi ce ne sono a iosa questo significa che tutte le donne superefficienti se lo sono cercato? E tu cosa suggerisci come rimedio alla donna incastrata fra i doveri? oh sì,hai già risposto a questa domanda: prima dici alla donna che ha torto con quei tuoi SI scritti in maiuscolo e in neretto e poi la obblighi (tu, uomo)ad educare questo uomo immaturo. Bene,allora dimmi tu perchè mai questo uomo, che è immaturo nel rapporto di coppia e nei rapporti familiari, deve poi avere successo sul lavoro, deve governare un comune o uno Stato, deve dettare legge in materia di etica(leggi Chiesa) , deve essere insomma considerato superiore alla donna insomma un grand'uomo! Potrei qui spiattellarti il codice civile e il diritto di famiglia per far comprendere quali e quanti obblighi sono assegnati in maniera paritaria agli uomini e alle donne, ma non spiattello perchè ti invito a documentarti e a leggere in quanto anche tu sei un uomo (anche se immagino tu sia migliore di tanti altri). Di queste leggi e del nostro codice l'uomo immaturo di cui scrivo io se ne impipa, di queste leggi non è capace di comprendere la portata e il significato, mentre comprende benissimo come evadere i propri doveri. Quindi la tua soluzione alle mie domande è sbagliata, profondamente sbagliata. Non so se tu sei uno psicologo o uno psicoterapeuta o un analista (visto che nella tua risposta sopra stai a scrivere 'analizziamo una domanda alla volta').Non so se lo sei, perchè se lo sei è meglio che cambi professione. Faresti un gran male alle donne ;)
E poi se tu consideri questo blog uno studio per sedute analitiche, mi spiace ma non ci sto: io me ne vado.
Comunque fin qua è stato un piacere scrivere e ti ringrazio.Buona giornata e buon lavoro (qualunque esso sia).Rumors
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 06/10/10 alle 15:20 via WEB
Rumors, meno male che ti avevo chiesto di non mettere altra carne al fuoco!

Io non ti voglio psicanalizzare. Stiamo parlando in generale. Io voglio solo tentare di capire quale è il tuo discorso, e se continui così non mi aiuti.
Se vuoi che comprendo bene la tua posizione, e che ti rispondo quindi correttamente, ti chiedo di aiutarmi, altrimenti non ci capisco nulla.
Sarò forse un pò "tardo" di comprendonio, ma per me è così.
Stà a te decidere di venirmi incontro, oppure "andartene", come dici tu.
Quindi, se me lo permetti, ora non risponderò alle numerose domande che mi hai fatto, pur premettendo che non me ne avresti fatte più! ;-)
Ti prometto e ti giuro che dopo risponderò ad ognuna di quelle tue domande, ma non ora, perchè so che se lo faccio ti attaccherai alle mie risposte per saltare di palo in frascam, e perdere così il filo del discorso.
Io invece voglio comprenderlo questo tuo discorso, quindi per favore ora datti pace, e cerca solo di rispondere alle mie domande, finchè non mi sarà chiaro questo.
Dopo ti risponderò a tutte le domande che vuoi, condurrai tu la discussione, se vuoi, risponderò esaustivamente a tutte le tue domande finchè non ti sarai stufata, ma ora lascia che lo faccia io, per favore, solo fino a che non ci ho capito qualcosa.

Allora, se ho ben capito, tu mi dici che la soluzione che io ho poroposto, ovvero di dire al marito immaturo, quando tocca a lui e lui sfugge, che deve ottemperare alla sua parte di doveri familiari perchè è un impegno che si è preso, e che comunque è giusto che lo faccia, è una soluzione "profondamente sbagliata".

A me invece sembra logica. Se l'uomo non fa quello che deve fare perchè è un immaturo, non vedo altra soluzione che prenderne atto e trattarlo da immaturo, cercando di educarlo a maturare, se si vuole che il rapporto migliori.

Ma tu mi dici che questa mia soluzione è sbagliata, profondamente sbagliata.

Ok, può essere sbagliata, ma dal tuo discorso non ho capito perchè.
QUindi ti chiedo gentilmente di spiegarmi con parole più chiare, semplici e dirette, per quanto possibile, perchè questa mia soluzione la ritieni sbagliata.

Ripeto quindi ancora una volta la mia domanda:

Perchè, se l'uomo è un immaturo, come tu dici, non si deve dirgli di fare ciò che deve fare nel momento in cui spetta a lui farlo?
Ora stà a te scegliere se rispondere chiaramente a questa domanda, senza accavallare altri discorsi, aiutandomi così a capire il tuo discorso nel modo in cui io riesco a comprendere, oppure "andartene", come hai "minacciato" di fare.

Un saluto Rumors.
(Rispondi)
 
 
 
 
tantorumorexnullaa
tantorumorexnullaa il 09/11/10 alle 16:22 via WEB
Caro Silvio, la risposta te l'ho già data nel mio commento del giorno 4 delle 10.22, quello immediatamente sopra. Ma tu non lo hai neanche letto. In più mi scrivi in pvt che neanche leggerai il codice e le altre leggi. Silvio, vedo che proprio che non vuoi recepire.
Il solo fatto che scrivi di non aver letto il codice civile e le altre leggi che disciplinano i rapporti uomo-donna e le pari opportunità e i pari doveri e non l'hai fatto neanche per curiosità visto che te l'ho indicato in maniera esplicita, non depone a tuo favore.C'è già indisponibilità da parte tua.Eppure penso che tu sia un uomo di cultura.
Le leggi dell'ordinamento giuridico sono alla base della nostra vita sociale e le leggi morali alla base dei nostri comportamenti. La conoscenza delle une e delle altre ci risparmia discussioni inutili e, quel che è più grave, comportamenti errati. Un saluto a te. Rumors
(Rispondi)
 
 
 
 
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 11/11/10 alle 17:31 via WEB
Ti sbagli Rumors. Ho letto la tua risposta molto più attentamente di quanto credi. Per questo dico che non mi hai risposto.
Comunque, effettivamente ho sbagliato, perchè ho chiesto a te di fare un passo alla volta, ed invece ione ho fatti almeno due insieme.
Torno quindi indietro e riparto dalla tua risposta alla quale accenni, che, rispetto alla mia domanda:

Perchè, se l'uomo è un immaturo, come tu dici, non si deve dirgli di fare ciò che deve fare nel momento in cui spetta a lui farlo?

dovrebbe essere questa, correggimi se sbaglio:

"...certo è che se una 'donna incastrata' fra i doveri deve poi fare da balia ad un un uomo immaturo e dirgli come e soprattutto QUANDO deve fare i suoi doveri, è come dire 'te lo sei cercato'..."

Ma questa tua risposta continuo a dire che non risponde alla mia domanda.
Ed ora cerco di spiegarti perchè.
E' possibile, anzi probabile, anzi praticamente sicuro, che una delle conseguenze del fatto di ammettere che l'uomo che si è sposato è un immaturo sembra proprio quella alla quale tu accenni, ovvero che "te lo sei cercato".
Ma questa sarebbe solo una conseguenza, oltretutto da verificare, non la risposta.
Infatti, se io la devo prendere come tua risposta valida, allora a me sembra che la tua risposta da me interpretata sia questa:

Se accetto di rispondere direttamente vuol dire che ne accetto i presupposti, tra i quali anche il fatto che l'uomo è un immaturo. E quindi, di conseguenza, vorrebbe dire che ha fatto un errore la donna quando ha accettato di condividerci una vita.
Questo però vorrebbe anche dire, a questo punto, che non solo l'uomo ha i suoi "difetti", ma che anche la donna, se pur ad un livello diverso, sembra "fallibile", visto che ha compiuto un errore di valutazione, un grave errore, dato che riguarda tutta la sua vita futura.
E dato che questo suo errore è di così vasta portata, forse si potrebbe cominciare a parlare di immaturità anche per quanto riguarda la donna.

Ma tutto questo non lo posso accettare, in quanto sono profondamente convinta che il problema di base è solo l'immaturità dell'uomo, non mi sembra giusto ora girare la frittata e far vedere che la colpa è della donna che ha scelto di condividere la sua vita con un immaturo.

E quindi, dato che i presupposti che la tua domanda impone non li posso accettare, non posso immaginare come corrispondente al reale la situazione da te proposta e la deduzione che ne consegue, ovvero che la donna ha scelto a suo tempo di convivere con un uomo immaturo, e quindi deve mettersi nella condizione, ora, di dover trovare una soluzione a questa situazione prendendosi una parte di responsabilità che non riconosco.

E non accettando una simile descrizione della realtà, mi rifiuto quini anche di analizzarla insieme a te per cercarne una soluzione positiva, sia quella da te proposta, ovvero di trattarlo da immaturo, sia una eventuale aqltra come quella di lasciarlo, per esempio.


Ecco, questa è la risposta "completa" che mi sembra pervenire da te.

Devi secondo me riflettere su alcune cose:

Non sono io ad aver definito l'uomo come "immaturo", ma te stessa.
Ma stando alla tua risposta letterale, oltre che alla mia intepretazione "completa" della tua risposta, a me sembra come se tu non volessi accettare il fatto che l'uomo è un immaturo, che non volessi riconoscerlo, pena il riconoscer epure l'errore commesso a suo tempo nel condividerci l'esistenza.

E allora, la domanda a questo punto diventa un'altra:

Questo povero disgraziato di un uomo, è o non è un immaturo?

E a questa domanda mi devi rispondere con un "sì" o con un "no", essendo consapevole che con un "sì" accetti anche il fatto che anche la donna ha sbagliato a suo tempo e quindi non può impostare il discorso così come lo stai impostando tu ora, ma deve assumersi la sua parte di responsabilità nella situazione, mentre se rispondi di "no" allora cambia tutto, allora tocca rivedere tutto il tuo discorso da capo, perchè sei tu stessa che sin dall'inizio hai affermato che l'uomo è un immaturo, e tutto il tuo discorso su questo si incentra.

Se mi permetti, ti consiglio di evitare, per ora, di pensare alle ulteriori conesguenze che si potrebbero dedurre dalla definizione precisa della situazione, perchè altrimenti rischi di non andare avanti con il ragionamento e quindi di non trovare una soluzione, ma di restare in "stand-by", come mi sembra abbia dimostrato questa mia eluCubrazione :-), e come mi sembra a questo punto, che ci restino quasi tutte le donne che in questa situazione finiscono, ovvero, non risolvono il problema perchè per risolverlo bisognerebbe prima addossarsi la propria parte di colpa.

Ma questo non è detto che sia vero, e se pur lo è, forse non lo è nei termini da te stessa usati ("te lo sei cercato"), ma probabilmente un poco più profondo e complesso.

Per questo ti dico ora di non pensare assolutamente alle eventuali conseguenze che la definizione di una realtà comporta, ma di concentrarti su questa realtà, e definirla, insieme a me, in modo che partiamo da una situazione condivisa per poi analizzarla e vedere se effettivamente una soluzione si può trovare.

Perchè una cosa è sicura: se l'uomo è immaturo è immaturo, e di questo bisogna prenderne atto. Non si può prima dire che lo è, perchè ci fa comodo, e poi invece negarlo, perchè non ci fa più comodo.

E se invece risulta che immaturo non è, allora tocca ragionare in tutt'altro modo, ma questo lo vedremo.

Ora è necessario, se vogliamo proseguire, che tu ti decida.
Ecco quindi la mia nuova bella domanda:

L'uomo è o non è un immaturo?

Ed ora passiamo al codice civile e penale...
Mi dispiace per quello che scrivi. Io non ho letto il codice civile e penale riguardo all'argomento principalmente perchè non ho tempo, altrimenti mi avrebbe fatto piacere. Ma anche perchè rispetto a questo argomento non credo possa illuminarmi più di quanto già non lo sia di per me. Ovvero, che l'uomo e la donna abbiano stessi diritti e doveri, senza distinzione di ruoli se non reciprocamente accettati e rispettati, non ho bisogno del codice penale per capirlo. Ed anzi, sono sicuro che se vado a leggere quel codice da qualche parte troverò ancora qualche dimenticata legge anteguerrra che dà qualche privilegio all'uomo.
Mi sembra quindi che le tue considerazioni non siano meritate nei miei confronti, e questo mi dispiace, ancor più perchè non mi pare di averti dato modo di poter pensare che io abbia a che rivendicare una qualche superiorità dell'uomo sulla donna e quindi qualche diritto in più.
Un saluto Rumors.
(Rispondi)
 
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