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Pubblicità

Post n°17 pubblicato il 17 Novembre 2010 da Silvio.Perroni
 

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La pubblicità...

Prima era discreta, pochi spot, solo tra un programma e l'altro.

Poi nacquero le tv private, e la pubblicità cominciò ad essere la prima fonte di guadagno delle tv.

Cominciarono a spezzare i film con la "fine primo tempo" (mai vista prima in tv), poi sempre di più.


Avevo già notato nei telefilm americani quelle scene che finivano come se dovesse finire tutto il telefilm e invece la trama riprendeva.
Ci misi poco a capire che era fatto apposta per le pause pubblicitarie.
Ma all'epoca quì in Italia non era possibile mandare in onda tutta la pubblicità alla quale negli U.S.A. erano invece abituati.

Visto l'andazzo non mi facevo illusioni. Prima o poi anche quì sarebbero arrivati agli stessi livelli, come infatti è accaduto. Solo che ora anche se quantità è la stessa la mandano a casaccio fregandosene delle pause previste in origine. O meglio, la fasano con quella delle altre emittenti.
Già me li immagino ad inizio settimana i rispettivi responsabili dei palinsesti telefonarsi tra di loro o addirittura riunirsi, farsi i calcoli a spaccare il minuto per sincronizzare le rispettive pubblicità.

Ma non bastava.
Cominciarono ad inserire la pubblicità anche negli spettacoli, quelli in diretta pure!
E addiritturacominciarono a fare pubblicità gli stessi presentatori sull'onda delle televendite nelle tv private. Mike, Pippo, Corrado...

E cominciarono ad interrompere i talk-show. Addirittura quelli politici! Ma solo dopo l'era Andreotti, Berlinguer, Almirante...
Ve li immaginate quei tre interrotti da un tipo come Vespa, Santoro, o Floris, proprio nel bel mezzo di un loro importante discorso, per mandare in onda la pubblicità? Io no!

Forse è questa la differenza tra i politici di allora e quelli di adesso. E ancora non avevano avuto il coraggio di interrompere quello che avevamo di più sacro: la partita di calcio!
Ma mica erano fessi. Cominciarono con l'interrompere altri sport: la Formula 1 passi pure, ma i sorpassi di Valentino? !!!
Niente. Non un fiato da parte nostra. E così fecero il grande passo.

Ne manca solo uno credo. Quello di mettere la pubblicità anche in mezzo alle notizie dei tg. Ma già ora, sempre se ci facciamo caso, le notizie "quasi" serie durano metà dei tg. Il resto è dedicato ai nuovi film, ai piatti tipici, o alle ultime novità dei rampolli della famiglia reale d'oltremanica.

Il "virus" nel frattempo si è diffuso ovunque.

Nello sport: non esiste più uno sport, un atleta, che non sia sponsorizzato da qualche marca. Le squadre di pallacanestro ormai da molti anni hanno perso i loro nomi originali che si rifacevano alle città natale. Ormai hanno preso direttamente i nomi dei loro sponsor. La prima volta che ho visto una pubblicità sulla maglietta della Roma giuro che mi sono sentito male.

Giornali e riviste: se andiamo a contarle sono più le pagine di pubblicità che quelle relative ai servizi.

Su internet: se togliessero la pubblicità chiuderebbero quasi tutti i portali, i social network, e molti utili servizi.

Non ci facciamo caso, ma le nostre città sono piene di cartelloni pubblicitari.

In certe nazioni gli operatori telefonici inseriscono la pubblicità anche durante le conversazioni al telefono. Ci hanno provato anche quì ma non ha attecchito. Un segnale di speranza? No! E' solo che la schizofrenia tra il nostro privato ed il sociale quì è molto più forte che all'estero: "Facesse ognuno come gli pare ma non a casa mia".

La pubblicità è diventata la fonte primaria di sussistenza dei principali canali informativi. Se io sono un giornalista o il direttore di un giornale e scopro qualche magagna che riguarda il mio sponsor, quello che mi dà da mangiare, forse ci penso due volte prima di pubblicare quella notizia. Ed anzi, se qualcun altro la pubblica forse è il caso che trovo argomenti che lo confutano.

Per non parlare poi della tecnica alla base del messaggio pubblicitario.
Perchè per decidere un operatore telefonico piuttosto che un altro devo scegliere fra una troia mezza nuda che sembra che stia per venire mentre stà al telefonino, o tre imbecilli travestiti da corvi appollaiati su un ramo di un albero?

Si parla tanto del degrado attuale di questa nostra società. Ma pensiamo sempre che riguardi altri. Non ci rendiamo conto di quanto ci sia entrato nell'anima senza che in tutti questi decenni avessimo fatto nulla per evitarlo.

La pubblicità non è vitale. La vita è nata prima della pubblicità. Perchè dobbiamo accettarla, almeno così com'è, lasciando che vengano corrotti stati, società, ed anime?

Non sempre ciò che è ormai normale è anche giusto ed indispensabile. Anzi, dati i tempi, forse c'è rimasto poco di giusto e normale allo stesso tempo.

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