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Un blog creato da simurgh2 il 29/04/2010

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"In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare"
(E. Cioran) 

 

Non so se quello che faccio possa chiamarsi "scrivere". Piu che altro confeziono dei brani che possano servirmi a riempire dei buchi (H. Murakami)

 

 

« SYBILLEGuardava un punto che no... »

La resa dei conti

Post n°236 pubblicato il 07 Giugno 2011 da simurgh2
 

Questa storia è un pò un'idea che volevo lasciar qua che sennò me ne dimentico. Mi piacevano quei pensieri che intervenivano alla fine a delineare dall'esterno la vicenda.
La storia è vera, per quel che ho potuto capire e anche le facce sono quelle. Gli darò una soluzione definitiva. Lo riscriverò

Le cose di colpo si insaccano
ingrumandosi nella strettoia
come nell'imbuto

Mi pareva strano di vederli in quella situazione da resa dei conti.
Puntuali vengono là, la domenica mattina. Dopo messa e dopo esser passati in cimitero.
Vengono a farsi lo spritz. Lei prende un Crodino.
La figlia, il genero, il padre vedovo.
Leggono un pò i giornali sui tavoli. Il genero la Gazzetta dello sport. Lei Il Gazzettino e la Tribuna. Lui si guarda in giro, poi esce a fumare sotto la tettoia, con il suo vestito della festa. Lo sguardo perso e contemplativo. Stanno la un po di soliito. Aspettano l'ora di pranzo. Penso che la domenica mangino assieme. Penso vadano al ristorante del circolo ospedalieri, la vicino. Hanno un buon prezzo, si mangia pesce. E' lungo il fiume.

 

Ci sono barche a remi e canoe che puoi prender su, se sei iscritto. Una volta ci andavo sempre.

 

 

 


La figlia esce anche lei e si avvicina al padre che fuma a quel modo che avevano gli uomini di una volta che tenevano la sigaretta girata dentro, dalla parte del palmo.

Un pò si vede qua. Butta fuori anche il fumo dal naso che è una cosa che non vedi quasi piu.
Mi accorgo dopo che la figlia aveva intenzione di parlargli. Non come al solito, che penso sia del piu e del meno. Quando si mette là anche il genero, con quel suo bel sorriso e fuma anche lui, e lo vedi che avrebbe voglia di dire due cagate. Invece no. E' rimasto dentro. Lei è seria, anche se tiene quel suo sorrisetto modello cordialità e gentilezza. Insomma non avevano le facce che avevano di solito.
Questi tre qua mi sono sempre piaciuti. Una simpatia per i loro modi discreti, educati. Per una sorta di armonia che percepivo. Mi dispiaceva vederli adesso con quelle facce là.


C'era preoccupazione malcelata negli occhi del padre.

Una sorta di stizza, negli occhi, nei gesti di lei. Un'aspirazione alla sofferenza, l'indole al compatimento. Ecco cosa mi era sempre parsa di fondo, una specie di suora.
C'erano degli umori, dei sentimenti diversi che cercavano di riequilibrarsi. Non pronti a dissiparsi, indolenti, si intorbidiva smossa l'acqua nel fondale.

Mi pareva strano, vista la considerazione che a loro tributavo, il posto scelto per quel chiarimento. Li fuori, in mezzo a tutti, anche se parlavano piano, con toni bassi. Perchè quel posto li tra tutti? Lei che mi appariva cosi discreta, affettata a dir il vero. Forse dopo al ristorante non andava bene. Non volevano parlare davanti al genero.

Ci metto un pò per capire. C'è una firma a garanzia da apporre per un prestito: Non sò se è stato il padre a chiederlo o se volesse farsi garante per uno che conosce e che gliel'ha chiesto. "Ma guarda che è una degnissima persona" il padre dice. "Lo conosco da una vita"

"Guarda, gli dice lei, ho appena finito di pagare il mutuo" Io tiro le orecchie, faccio finta di essere impegnato a scrivere un messaggio e invece prendo appunti sul telefonino, con il mio bel spritz davanti, un racconto bellissimo "La lince" che ti davano con Repubblica.
"Non vorrei che proprio adesso, un giorno, mi capitano la a pignorarmi la casa. Hai capito?"
Io penso che la madre è morta, che ci sono dei ruoli che erediti, dei vuoti di responsabilità da colmare, robe che non chiedi ma che ti trovi assegnate per una sorta di volontà divina. Lo fa sennò poi si sente in colpa.
Il padre l'ascolta. Non gli pare che sia il caso di fargli tutte quelle storie. La mano nella tasca, rigira tra le dita quello che ritiene un portafortuna: un'effige di Padre Pio.
Io scatto delle foto con il cellulare, senza farmi notare. Sonno diventato abilissimo in questo.
"Non ce la fai ad arrivare a fine mese, come mai?" Gli chiede la figlia stringendosi con le dita alla radice del naso, come gli stesse venendo un mal di testa.
"Adesso ho il dentista da pagare", dice il padre. "Ma se ti ha prestato 500 euro Franco, che non è tanto e sempre per il dentista". Capisco poi che Franco è l'altro figlio. "Si, adesso me ne mancano ancora 400"


"Come ti sei messo in questa situazione? dimmi la verità, che sta succedendo?"
"Non sta succedendo proprio niente"
"Come niente? Ma se da un po non ce la fai piu con i soldi."
"E' solo un momento cosi, spese impreviste, il dentista, poi altre cose"
"Allora, faccimo due conti..te ne servono duecento per le rate della macchina, per mangiare quanti?""
"Trecento, piu o meno"
E via cosi, bollette, sigarette, caffè e ombre al bar. Gli suddivide tutto.
Il padre è a disagio, un po in difficoltà. Non vuol mica far scenate. "Ma guarda te se devo far queste cose con mia figlia". Borbotta, un pò si vergogna. Teme che gli altri possano sentirlo. E cosi si sente esposto, vulnerabile. A lui non piacciono queste cose

Non è il tipo. E' uno che da giovane ha tirato con la boxe e adesso arriva questa...come mai? Come mai ha quella sensazione di senirsi stretto ad un'amgolo del ring? Mette una scarpa sopra la sedia, senza accorgersi, mentre la figlia continua a far conto con le dita e a dire e questo e quello con quel taccuino in mano.
Intanto esce il genero. Tira fuori le sigarette, non si avvicina. Svincola e va piu lontano, nell'angolo. Vede che non gira bella aria. Lei quella la la conosce bene.

"Mia moglie dovrebbe lasciarlo stare quell'uomo la. Non è mica mai stato un delinquente. E' un uomo solo, verso la fine della sua vita. Rompe un po le balle, ogni tanto ma è lei che non vuole rogne. Ma chi vuoi che venga a requisicela la casa. Piuttosto pensa a quella di suo padre, quello si, di sicuro. Quella no che non ha voglia di perderla. Un domani poi rivenderla e comprarsene una al mare. Per noi, quandosiamo vecchi"

"Mia sorella con l'età si è inacidita. A volte ha degli sguardi che farebbero cagliare il latte. E' un frutto che si rattrappisce, raggrinza dentro.  Qualcosa deve essergli andato storto. Un'insoddisfazione senza pretese. Non sai mai quando avviene. E poi ti ritrovi un'altra tra le mani. Dovevano fare un figlio quei due là"

" A mia figlia non so cosa le prende. Non era cosi una volta. Da tempo vederla, andar a mangiar con loro è di un peso. Io non so se le dicessi guarda, non ho voglia di venir a pranzo con voi. Che mi fissa in quel modo come avesse sempre qualcosa di grave da rimproverarmi. Ormai pare che trovi soddisfazione solo cosi, dalla vita. Che devo fare? Sentirmi sempre in colpa, provar vergogna? Se dico qualcosa è li pronta a fulminarmi con gli occhi. A me piace dir anche qualche cagata, tanto per ridere. Suo marito non so come fa. Dovrebbe dirgli qualcosa"

"Quando ho detto a mia sorella che finalmente mi sposavo. Quando gli ho presentato Luisa, lei gli ha dato la mano stando a due metri. Le ha detto che le faceva piacere conoscerla ma che non voleva affezzionarsi. Proprio cosi le ha detto. Perchè non voleva restarci male quando l'avrei lasciata, com'era successo gia un sacco di volte"

"A mia moglie non posso piu dire niente. Se vado a casa e le dico che al lavoro mi è caduto in testa un'attrezzo dallo scaffale, lei mi dice che è anche colpa mia. Che dovrei essere piu responsabile. Che dovrei controllare bene la roba come è messa negli scaffali. Ma se siamo in quindici che lavoriamo in magazzino"

"Chissà se viene a sapere che faccio qualche partita di ramino a soldi o che butto qualche euro sulle macchinette. Per fortuna vinco anche, ma se lo viene a sapere sai che storia mi tira su mia figlia?"

E le voci dei coinvolti si susseguivano accavallandosi, nel ritratto di questa signora che non era mai stata prima a questo modo.

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Commenti al Post:
Nues.s
Nues.s il 08/06/11 alle 08:55 via WEB
Molto ben scritto. Sembra una puntata d'un sceneggiato. Certo...pecca un po' di violazione di privacy, quello sì. Perchè poi ad uno che è un asso nel catturar gesti e immortalarli in immagine come fai tu e se, capita il caso, ti rileggi lì, proprio lì, dove eri... ti rivedi con le facce che facevi mentre parlavi, gesticolavi e discutevi con chi avevi davanti, non sai poi che reazione avere,ecco. Forse stupore.
E farti i complimenti.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 08/06/11 alle 11:35 via WEB
Grazie Nues,
vìolo privacy, hai ragione. E' da tanto che vìolo. Sono un voyeur. Osservo, ascolto, tiro su storie. Perdo del tempo ma mi piace di piu che star la a guardare un film. Quà mi piaceva l'effetto reportage, con le foto che descrivono meglio di quanto riesca a far io. In fondo faccio queste cose per riempire la solitudine dello star solo, anche in mezzo alla gente. A me non è che piaccia granchè questo racconto, però mi piaceva l'idea e magari lo risistemo. Non credevo neanche che qualcuno si prendesse la briga di leggerlo. Qua dentro non è che si ha tanto tempo a star la a leggere cose lunghe. Sicchè considero questo anche un gesto di affetto per me, di attenzione comunque. Grazie.
Sai, anche se parlo di altri, hai ragione, cosi parlo anche di me, del come le vedo, dei pensieri che ho.
Grazie ancora Nues. Mi fa tanto piacere che sei passata di qua.
 
Eulalie2
Eulalie2 il 08/06/11 alle 10:14 via WEB
Succede che ad un certo punto della nosra vita siamo costretti a dismettere i panni dei figli per diventare "genitori" dei nostri genitori, è uno scambio di ruoli che pesa ad entrambi e ci fa perdere quella leggerezza .......
Con uno sguardo fuori dalla fiestra vedo tante rondini , non possono essere arrivate solo oggi
forse dovrei guardare di più il cielo , sempre a testa bassa a rimuginare ,non vivo nè sopravvivo mi consumo son diventata ""un frutto che si rattrappisce, raggrinza dentro""
 
 
simurgh2
simurgh2 il 08/06/11 alle 11:59 via WEB
Succede si, eulalia, che ad un certo punto chi ci sta vicino non sia piu quello. Quello che pareva, che credevamo. In genere è qualche fatto, un accadimento, l'assunzione di un ruolo. Penso però, ed è quello che piu mi colpiva, che dentro di noi nascondiamo aspetti che prima o poi emergono, anche se sarebbe meglio di no, ma qualcosa ci spinge a mostrare quel lato del nostro carattere, magari piu bieco, fastidioso, disarmonico, cinico o, addirittura crudele. E' che crediamo di conoscere chi abbiamo vicino o che conosciamo da molto tempo. Nella storia forse dovrei mettere quando e perchè quella signora è cambiata. Magari ne farò un'altra puntata. Questo accadeva il 2 giugno, giovedi, poi, la domenica, questi qua non li ho visti poi al Foster.
Poi è come mi mettessi dietro di te, a guardare fuori della finestra. Ascoltare l'anima di quello sguardo sull'esterno e su di sè. E sentire che non stavi ne dentro di te, ne fuori della finestra ma nello scarto, tra una cosa e l'altra, tra te e le rondini, un pò stranita, sgomenta. Quanto spesso non ci accorgiamo dell'estraneità a noi stessi. Come mancasse una forma di congiunzione, ed è come se dovesse venir dal di fuori quel filo che sa ricucire, congiungerni a noi e al resto. Succede anche a me di avere quella percezione di un consumarsi. Si ha l'idea che un amore salverebbe da cio. Un amore che puo essere in senso lato ed esteso, sostituibile, come una passione, qualcosa che da sublimazione e una gran carica, surrogati oppure l'assenza d'amore per noi stessi che pur sappiamo, quanto l'amore di un altro a tutto cio si andrebbe a sostituire, anche se poi restiamo quel che siamo, però darebbe sollievo e armonia, seppur provvisoria, che ne so. Però mi piace che ti accorgi delle rondini. Quando hai le rondini nel tuo sguardo, dentro di te intendo
Grazie per aver letto tutta quella pappardella, grazie di essere passata. Ciao eulalie
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Paola il 10/06/11 alle 00:50 via WEB
Questo post mi fa riflettere sul senso della vita. Paola
 
 
simurgh2
simurgh2 il 10/06/11 alle 10:14 via WEB
Un senso contromano
Un divieto di trasito
che ogni tanto va imboccato
Spesso il senso stà
proprio nel suo controsenso
Non c'è senso senza che
un controsenso lo attragga
Un senso che si, ogni tanto
si trova imboccando un senso vietato
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
nessuno il 11/07/11 alle 03:08 via WEB
un senso vietato andrebbe sempre rispettato.....,ai imboccare un senso vietato...sa..potrebbe farsi male o ancor peggio...potrebbe far male a qualcun'altro.....Come la mettiamo con la nostra coscienza?La saluto signor Simurgh.
 
 
simurgh2
simurgh2 il 11/07/11 alle 11:26 via WEB
Non so, io temo sempre queste comparse. Un'apparire nascosti, venendo da fuori. Una cosa lecita è possibile, pur autorizzata da me. Quel signor simurgh, lo sento con un tono deriso. Magari mi sbaglio ma, l'ospite sconoscito, in quanto tale, che ti da l'impressione di esser pur conosciuto, in qualche altro modo e tempo, non so, almeno a me sviluppa una sensazione un po paranoide. Sicchè le tue parole le avverto con un tono di scherno. Di sicuro mi sbaglio però credo sia giusto spiegare questo mio stato d'animo,
Nessun senso, se non formalmente, secondo me va rispettato. Non almeno come dogma, legge prestabilita, norma esistenziale. Il senso vietato va rispettato nel codice stradale, ma non è a quello che mi riferivo. Spesso quello che pareva avere un senso certo, puo infine dimostrarsi come un controsenso. In senso vietato puo essere imboccato in caso di fuga, quando ti senti bloccato e non sai fare altro. Il senso vietato lo imbocchiamo innumerevole volte, ogni giorno nei nostri pensieri, a volte pure negli atti. La coscienza è retta da una individualità, secondo me, che trascende ogni norma sociale. La coscienza è addestrata si alle norme di convivenza, stabilite per convenzione, per regolarne i flussi, poi c'è il libero arbitrio. Con uello ognuno fa i propri conti con la coscienza di cui si è dotato. In questa interviene anche l'istinto e la funzione biologica e antropologica di cui, ogni coscienza, credo, è fornita nel suo kit, compreso l'istinto di sopravvivenza. Un lungo discorso si apre attorno ai punti di vista, opinabile e singolare. In fondo è anche ciò che ci distingue dall'altro. Vado a farmi una doccia e poi a lavorare. Ci torno, signor nessuno.
 
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