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Non sò se si capisce

Post n°268 pubblicato il 22 Luglio 2011 da simurgh2
 

 

 


Paolo Fresu e Uri Caine

 

Una scompostezza si fà desta
Alza la cresta, sbuffa e sospira
La senti dentro che svirgola di suo
Non sai che farci. C'era mica prima.
Ha con me il suo bel daffare
Come volesse star lei con te
E allora mi sormonta, mi scavalca
Non ti agitare, le dico io. Che roba sei?
Non parla con me. Si divincola e si protende.
Ma dove vai? Lei si tende. Ha degli spasmi.
Allora dentro sento questa cosa
che non sò dire se chiamar amore
Un qualche mistero che
prima non mi era mai toccato. Non cosi.
Se dovessi dargli un nome poi
mi dovrei prendere la responsabilità.
Non son mai stato il tipo.
Le cose, quando le nomini,
cominciano ad esistere. E poi allora?
Poi va a finire che ti chiedono
di dimostrare l'assunto che sostieni.
Tu poi, immaginati di star in mezzo
tra queste due entità
Una umana e sarei io, quella la non sò.
Non l'avevo mai vista prima.
E' che stà li a guardarmi, e allora ci guardiamo
ed è ogni volta come un sorprendersi
e negli sguardi c'è meraviglia
e ostilità assieme. Non so se si capisce.
La chiamerò sò se sì

 

“un vecchio errore vuole inseguirmi
e incatenarmi e trascinarmi
lì davanti ad ogni specchio
per dirmi: guardati.
Io non mi guardo, giro lo sguardo,
la so a memoria fin troppo questa storia…
spiega alla gente cosa vuol dire amare l’amore
senza mai fare neanche un errore.
Ci provi lo specchio ad inghiottire
nella sua acqua cupa,
non l’apparenza, ma il volto che l’assenza sciupa”
(Paolo Conte)


Paolo Conte - Epoca

“qui tu sei per me nel tempio vuoto e sordo,
se parliamo non diciamo niente…
Eppur amandoti saprei negarti tutto quel che sei”

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Commenti al Post:
Shake.shake
Shake.shake il 22/07/11 alle 18:05 via WEB
Mi ricordi leggendoti una canzone di Paolo Conte che in pezzettino dice: "Non so co'è, non lo so mica, ma credo in te, dolce nemica."
 
 
simurgh2
simurgh2 il 23/07/11 alle 07:10 via WEB
E' una lusinga sghemba, che si struscia come una gatta sulla gamba, che possa aver cosi scritto qualcosa che ti ricordi paolo conte, anche per un solo so se si
A me fa venir in mente il suono di tre note adesso, pigiate con un dito sui tasti di un piano, nell'angolo di una sala vuota, dove fin prima hanno ballato.
Non riuscirei mai a scrivere una frase come quella, molto bella, di paolo conte. Già una frase cosi a me par emblematica, in un certo senso svela e racchiude l'essenza di quell'istrione malandrino. Lo rappresenta voglio dire
"La musica di paolo conte è un pensiero che l'altro ignora"
Questa è una definizione che mi garba assai e che casca in mezzo ad altre cose mie
“un vecchio errore vuole inseguirmi e incatenarmi e trascinarmi lì davanti ad ogni specchio per dirmi: guardati. Io non mi guardo, giro lo sguardo, la so a memoria fin troppo questa storia… spiega alla gente cosa vuol dire amare l’amore senza mai fare neanche un errore. Ci provi lo specchio ad inghiottire nella sua acqua cupa, non l’apparenza, ma il volto che l’assenza sciupa” Mi fa venire un sacco di idee il tuo commento, shake. Grazie
 
lontradelbosc
lontradelbosc il 23/07/11 alle 02:11 via WEB
Eccome se si capisce, ed è questa una cosa che non puoi fotografare con la macchinetta, sarebbe più facile, con le foto in mano, spiegare alla scompostezza che alla fine tu vuoi stare in pace, secondo le tue abitudini di sempre, e che lei la smettesse di scompaginarti i piani della vita e di scompigliarti i pensieri, come farebbe il vento tra i capelli del tuo amico-dresda, (di cui aspettiamo la seconda puntata), se lui fosse un motociclista, ma lui probabilmente non lo è, e tu nemmeno ti senti adatto ad essere guardato, scavalcato adirittura sommerso, da qualcosa che non sai ed a cui non vuoi dare un nome, forse per non offendere, giacchè hai notato che ha pure la cresta? Io proprio non so da dove ti vengano queste che, come vengono, vengono proprio bene. Grazie della compagnia, ho scherzato, notte!
 
 
simurgh2
simurgh2 il 23/07/11 alle 07:33 via WEB
Eccome se si capisce,
Ormai shake shake ha tirato in mezzo paolo conte
“Sembrano elefanti bianchi - essa disse. Non ne ho mai visti - l’uomo bevve la sua birra. No. Non avresti potuto. Verrò con te e ti starò vicino fino alla fine. Faranno entrare un po’ d’aria e dopo sarà tutto perfettamente naturale. E dopo cosa faremo? Staremo bene, dopo. Come stavamo prima. Cosa ti fa pensare così? Il fatto che è la sola cosa che ci preoccupa. È la sola cosa che ci rende infelici. Cosa stai dicendo? Dicevo che si potrebbe avere tutto. Si può avere tutto. No,non si può. Si può avere il mondo intero. No,non si può. Si può andare ovunque. No, non si può. Non è più in nostro potere. Lo è ancora .No,non lo è. E una volta che ce l’hanno portato via non si può più riaverlo. Non desidero che te. Il treno arriva tra cinque minuti. Cosa hai detto? Che il treno arriva tra cinque minuti”
E cosi, adesso, con te e paolo conte, che ha a che fare poi, essenzialmente con il tuo hemingwai, quello di Colline bianche come elefanti e, a me vengono in mente tutta una serie di rimbalzi su quelli che sono i malintesi e le diverse sensibilità nell'intuire l'altro nelle vicende amorose.
“qui tu sei per me nel tempio vuoto e sordo, se parliamo non diciamo niente… Eppur amandoti saprei negarti tutto quel che sei”
Si capisce ma è cosi difficile spiegare e, quando questa spiegazione si tenta di dare, è la fine. La scompostezza è un pò questo slargo, uno scarto, un dimenarsi inconcludente. Ed io mi arrendo, almeno nel voler spiegare. Dell'amore non sò niente.
 
   
Shake.shake
Shake.shake il 24/07/11 alle 01:42 via WEB
Tu dici che dobbiamo sempre sapere e capire tutto? Paolo Conte a volte ci butta addosso delle canzoni con delle parole estremamente emblematiche...

Psiche sa
leggere, scrivere
pallida lampada araba
 
     
simurgh2
simurgh2 il 25/07/11 alle 11:59 via WEB
No shake, non dico che dobbiamo sempre capire tutto. Sulle cose preferisco tornarci e trovare dell'altro da capire. Conte, secondo me ha una vasta mappa di criptici riferimenti, dati da una cultura che si intuisce molto vasta e da una sensibilita singolare e che in fondo ne fa un personaggio di primo piano. Se sue parole, i testi, sono come pennellate, accenni a dei passi di tango, evocazioni suggestive. E' sornione ed ama nascondersi. Per me non è neppure necessario capirle le parole di <Conte. Amo sentirle cosi, con il suono che hanno, per quanto sanno evocare, per come le rimescola o le mette in fila. Come puro fatto estetico a sè, al di la dei significati o per i mille altri che ognuno puo trovare. Per questa libertà che ti affidano di farne un uso creativo, di trovare sensi ulteriori e non rimanere ingabbiate nell'unico senso che ne voleva dare l'autore. Emblematica per me è questa possibilità che Conte, come pochi altri sà di poter offrire, anche con una pallida lampada araba. Ecco, quelle parole, a ripeterne, a sentirmele in bocca, il suono che fanno, lo sbattere o scivolare della lingua sui denti e il palato, il suo arrotolarsi per tendersi poi. Ecco, piu o meno alcune delle cose che di Conte amo. Se l'ascoltassi adesso, cosa che farò uscendo e infilando un cd ecco, son certo, scoprirò qualcosa di nuovo ancora e avrò l'intenzione di non voler capire tutto, ancora.
Grazie shake, sei stata preziosa.
Credo che i post, a questo modo si sviluppino qua, nei commenti piu del post stesso e non sai mai che direzione andranno a prendere e finire.
 
   
labirintidelcuore
labirintidelcuore il 24/07/11 alle 10:53 via WEB
...perchè, secondo te, c'è qualcuno che ne sa qualcosa?...ci sarà qualcuno che ne abbia fatto una vaga e flebile esperienza, qualcuno che ne sia stato travolto e tramortito, ma qualcuno che lo abbia capito, che ne abbia davvero compreso il nascere ed i complicati meccanismi...questo credo no... Terri
 
     
simurgh2
simurgh2 il 25/07/11 alle 14:30 via WEB
Si labirinta, molti si, credono. Anch'io forse, qualcosa. Qualcosa per cui vado sempre a sbagliare oppure a salvarmi. Mai niente è dato a sapere. Qualcuno lo crede ma, in genere riguarda solo sè. Nessuna verità. Forse declamiamo degli assunti, spesso, dei modi di dire, voci millenarie di qualche sapienza ma, ogni volta che il mistero si ripete, ogni volta che ci troviamo di fronte ecco, siamo pronti ad abbandonarci ad esso, ignavi di ogni esperienza e sapere, se non quella del dubbio e del sospetto, e pronti a ricadere. Ed io per primo che, a fare il secondo, non sò se conviene
 
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