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Post n°276 pubblicato il 02 Agosto 2011 da simurgh2
«E noi che la felicità la pensiamo (Rainer Maria Rilke Elegia al cadere Allora so: del caos delle parole Della violenza la forza, quel devastare che il sentimento, nell'irrompere, sconquassa. Di quel silenzio il frastuono che poi infine placa. Le parole sono suoni, almeno per me, tante volte che vanno oltre i significati e cercano il loro potere nel saper evocare. Come puo esserlo un quadro per esempio. Un'imprecisione che dilata e che sa trovare nell'altro, che incrocia ed attraversa, una sorta di assonanza, un sentire che va oltre il senso, per farsi infine solo incontro. Quasi come se le parole fossero solo un pretesto che ti porta piu in la di esse, in un altrove dove ci si ritrova con emozione..
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SAINKTO NAMTCHYLAK
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-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
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-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
da li una scaturigine, l'improvvisare su un tema, una vocazione jazz penso la mia. Un ricorso all'inconscio, un andare per analogie e suggestioni successive; rotolare e scrosciare, appunto.
In genere non approdo a niente, raramente emergono soluzioni, neppure m'interessa a dir il vero. Quel che noto è, forse e in questo credo un po somigli al tuo modo, un far emergere suoni, immagini come potrebbe essere il profumo di un ragù sul fuoco, che si espande nella stanza dove entri, un profumo familiare, dove ad ognuno riporta in superficie sensazioni private, simili a tutti ed in ognuno diverse.
Ecco, io scrivo delle cose a cui non avevo mai pensato, attraverso te che mi convochi facendomi sapere delle sensazioni che provi. Parole. Ecco dicevo, allora mi verrebbe da prenderle le tue parole e metterle assieme alle mie o ad altre ancora, dove un po, alla fine si abbia una descrizione piu ampia, prosaica, su qualcosa che qua succede e che somma il mio al tuo modo e che poi so ne suggerirebbe altri ancora, come il nastro di Moebius CLICCA nell'avvicinarsi dell'inizia alla fine.
" Bello cadere, cadere è amare, è sfidare il vento, è farsi vento, come una seconda pelle, o forse la più vera"
Il caso è un'invisibile rete che inconsapevoli disegniamo. Come se a quel caso ci preparassimo con meticolosità, sia pur senza sapere. Una forza oscura e misterica che traccia i destini, il caso, fortune e avversità.
Il fondo quel caso lo amo poichè rende imprevedibile ciò che pare seguire un flusso noioso di protettive abitudini. Irrompe inaspettato. Come quando finisce il fusto di birra. Chi la spina non se lo aspetta. E' ogni volta meravigliato e sorpreso. Esce con potenza sul bicchiere l'aria sul fondo e la schiuma dei giorni che ti investe, schizzandoti giocosa.
Se penso alle mie lettura si, son certo, seguono piste. Derivano sempre da qualcosa e qualcuno. Non sempre dalla persona piu cara eppure poi cara lo diventa. Anche se, "il dono è sempre un sottile atto di presunzione", anche se l'altro ci dona la sua preferenza. Di esso mi piace il moto, ciò che amo è quella premura. Erri De Luca dice che preferisce regalare vino, che è un modo per essere ricordati brevemente, a sorsi.
"che queste preferenze condivise popolano l'invisibile "rete"della nostra libertà.."
Non avevo sommato parole che potessero dirmela a questo modo, non ci sarei arrivato, pur sapendolo. Sapendolo con quell'istinto che le parole poi nominano e allora sai che è cosi.
E' un commento che mi lascia stordito, il tuo, per vastità e complessità. Mi attrae in mille vie collaterali da percorrere e scoprire, per perdermi poi, lo so.
Dovrò tornarci piu volte. Meriterebbe un post per sè da tanto è bello. Grazie claudia sogno